Banche salvate, Padoan: "Fondo con i contributi degli altri istituti. Colpa degli italiani poco preparati in finanza"
Un fondo "salva-banche" con il contributo degli altri istituti e "ristoro" deciso caso per caso. Sono queste due delle misure del governo di cui ha parlato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in Commissione Bilancio della Camera, intervenuto in merito al decreto salva banche. La prossima mossa, probabilmente dopo Natale, sarà avviare la riforma delle banche di credito cooperativo, chiamate ad aggregarsi sotto una o più holding secondo quanto previsto già dalla loro auto-riforma. Terzo intervento: la creazione di Bad bank per assorbire i crediti in sofferenza, verso soggetti cioè in stato di insolvenza (210 miliardi, il 10,3% dei finanziamenti concessi). "Il governo intende dare una risposta" ai clienti fregati dai quattro istituti di credito falliti, ha spiegato Padoan, che però ha anche puntato il dito proprio contro gli stessi investitori.
"Italiani poco preparati" - "Il salvataggio delle quattro banche ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica il problema della scarsa educazione finanziaria della popolazione italiana - ha proseguito il ministro davanti ai deputati -. Un risparmiatore poco o male informato è potenziale vittima di abusi. Occorre aumentare l'informazione e la capacità di valutazione dei risparmiatori per ridurre le asimmetrie informative e il rischio di abuso. Poiché reddito ed educazione sono associati, per migliorare le opportunità sociali anche le fasce di popolazione meno abbiente è necessario lanciare un intervento di educazione finanziaria su larga scala".
"Non un euro pubblico" - Le misure da adottare, assicura Padoan, saranno "compatibili con la disciplina europea degli aiuti di Stato" e saranno prese sotto forma di emendamento governativo al ddl Stabilità. "Non si può escludere - sottolinea il titolare dell'Economia - che le quattro banche abbiano venduto obbligazioni subordinate a persone che presentavano un profilo di rischio incompatibile con la natura di questi titoli di investimento, ma questo è quanto andrebbe accertato con l'analisi di ogni singola posizione". Per il resto, sono carezze a un sistema bancario dalle mille falle che tuttavia, a 7 anni dall'inizio della crisi, "è rimasto in piedi e si è rafforzato in molti suoi punti senza usare neanche un euro di quei 1.100 miliardi spesi da altri in Europa per salvare le banche". Le conseguenze della liquidazione dei 4 istituti falliti, ha concluso, "sarebbero state disastrose: per i clienti, per i risparmiatori, per il tessuto economico dei territori interessati, per i dipendenti".