"Annullare la condanna di Alberto Stasi": svolta in Cassazione, la richiesta dell'accusa
La Procura generale della Cassazione chiede di annullare la sentenza di condanna a 16 anni di reclusione nei confronti di Alberto Stasi, accusato dell’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto del 2007. In particolare, il pg Oscar Cedrangolo, pur non chiedendo un annullamento senza rinvio, invita i giudici della quinta sezione penale ad annullare con rinvio la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano del 17 dicembre 2014 "in accoglimento di entrambi i ricorsi", vale a dire sia di quello di Stasi che di quello della Procura di Milano che per Stasi vorrebbe una condanna a 30 anni di reclusione contestando a Stasi anche la crudeltà dell’omicidio.
Sembrerebbe una richiesta contraddittoria quella del sostituto procuratore generale Cedrangolo ma come lui stesso spiega "siamo in presenza di un omicidio efferato, commesso con brutalità", e proprio per questo "non si può dare un colpo al cerchio e uno alla botte" come a suo dire ha fatto il giudice dell’Appello bis condannando Stasi. "Se l’imputato è innocente - ha concluso Cedrangolo - va assolto altrimenti va condannato a pena adeguata per l’atrocità del delitto commesso".
Dalle prime battute della requisitoria, in ogni caso si capisce quel che pensa il pg della Cassazione che fa a pezzi la sentenza di condanna di Stasi sottolineando "la debolezza dell’impianto accusatorio davanti a indizi non certi e non concordanti" una sentenza, che a detta della Procura di piazza Cavour, "fa un insistito tentativo di trovare un movente pur di farlo come elemento causale ma rivelando tutta la debolezza dell’impianto accusatorio".
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