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sabato 28 novembre 2015

LA BANCA FALLISCE, PAGHI TU I primi 100mila bastonati in Italia

Bail-in, primo caso in Italia: i 100mila bastonati


di Francesco De Dominicis



Non è un’operazione di fronte alla quale togliersi il cappello, ma è il solito pasticcio all’italiana. Forse però il male minore. Il salvataggio di Banca Marche, CariChieti, Carife e PopEtruria è stato messo a punto dai grandi gruppi bancari e dalla Banca d’Italia. Sul tavolo del governo, domenica, è arrivato un pacchetto a scatola chiusa, solo per dare l’ok a un decreto necessario a rendere utilizzabili, in anticipo rispetto al 2016, le regole Ue sulla risoluzione delle crisi bancarie. La soluzione prevede la creazione di una bad bank per le sofferenze (svalutate di oltre l’80%) e di quattro banche fresche (avranno il vecchio nome, preceduto da «Nuova») operative da ieri. Ma ecco alcuni aspetti di rilievo.

1) Il paracadute aperto ieri è di fatto il primo caso di bail in in Europa. Non è vero che è stato evitato il meccanismo «interno» di salvataggio delle banche: a pagare il conto (700milioni di euro), in linea con le nuove norme Ue, sono azionisti e possessori di obbligazioni subordinate (in tutto fino a 100mila investitori); mentre non è previsto un sacrificio per i bond «normali» né per i conti correnti con saldo superiore a 100mila euro.

2) Le banche non sono diventate filantropiche all’improvviso. Nessun atto di generosità, ma solo calcoli di convenienza: il quadruplo fallimento degli istituti avrebbe costretto il resto del sistema finanziario a garantire, così come previsto per legge, i depositi fino a 100mila euro. E sarebbe stato un bagno di sangue: in ballo c’erano oltre 12 miliardi di euro, molto meno rispetto ai 3,6 miliardi complessivi versati a partire da ieri al Fondo di risoluzione di Bankitalia. Il «sì» dei banchieri, dunque, è arrivato da un lato guardando al risparmio secco (8-9 miliardi), dall’altro guardando al terremoto, sul versante della fiducia, che sarebbe stato cagionato dal default: Obiettivo: evitare la corsa agli sportelli.

3) Il piano di salvataggio ha un impatto negativo sui conti pubblici (nonostante il «verbo» di palazzo Chigi): gli istituti recuperano sotto forma di sgravi Ires una parte dei 3,6 miliardi di aiuti girati via Nazionale. L’aliquota per la defiscalizzazione è pari al 27,5%. Ne consegue che quest’anno lo Stato incasserà meno Ires per 990 milioni. Ma il governo non avrebbe dovuto individuare coperture finanziarie? Mettiamola così: l’ammontare esatto dei versamenti non è stato definito nel provvedimento dell’esecutivo (anche se erano già noti) e a palazzo Chigi hanno fatto finta di non accorgersi (tant’è che nel decreto non si menzionano gli apporti finanziari precisi, citati solo in un comunicato stampa di Bankitalia). A fine anno, si tireranno le somme: ma è certo è un «buco» da 1 miliardo.

4) Spuntano aiuti di Stato, sotto forma di garanzia pubblica. Lo dice ufficialmente una nota della Commissione Ue che ha comunque avallato il sussidio: «Il beneficio connesso a tale garanzia è di 400 milioni di ulteriore supporto del fondo di risoluzione. Tali interventi del Fondo di risoluzione costituiscono aiuti di Stato ai sensi delle norme europee sugli aiuti di stato». Comprese le minori entrate Ires, le risorse pubbliche ammontano a 1,4 miliardi.

5) Il futuro è al buio e senza scudi. I 3,6 miliardi sono stati chiesti come anticipi dei prossimi contributi (3 o 4 anni). Vuol dire che il Fondo di risoluzione ha bruciato risorse future. E se una banca sarà vicina al fallimento l’anno prossimo? Serviranno versamenti extra.

6) La manovra, concertata in quattro giorni di negoziati segreti tra banchieri e regolatori col silenzio del governo, mortifica il mercato.

venerdì 27 novembre 2015

Lutto nel mondo dello spettacolo Morto Luca De Filippo, figlio di Eduardo

E' morto Luca De Filippo, figlio del grandissimo Eduardo




Lutto nel mondo del teatro, è morto Luca De Filippo, figlio del grande Eduardo. L'attore era nato a Roma nel 1948 dalla relazione tra il maestro del teatro e la soubrette Thea Prandi. 

Luca debutta a teatro a 8 anni quando interpreta Peppeniello nella commedia Miseria e nobiltà del nonno Eduardo Scarpetta. Perde prestissimo la mamma e la sorella Luisella, che aveva solo dieci anni. A 12 anni si ritrova solo con il papà già anziano (aveva 60 anni): "Mi portava alle pomeridiane e mi scriveva delle particine per tenermi con sé in scena", ha raccontato poi in una intervista. Ma il vero debutto sul palcoscenico è a 20 anni, con lo pseudonimo Luca Della Porta, con Il figlio di Pulcinella. Con Eduardo lavora sia in teatro che in tv in varie commedie, Filumena Marturano, Non ti pago, Il sindaco del rione Sanità, Napoli milionaria!, De Pretore Vincenzo, Le bugie con le gambe lunghe, Uomo e galantuomo, Natale in casa Cupiello, Gli esami non finiscono mai, Le voci di dentro, Sik-Sik l’artefice magico, Gennareniello, e ancora Dolore sotto chiave, Quei figuri di tanti anni fa, Ditegli sempre di sì, Chi è cchiù felice e me, il pirandelliano Berretto a sonagli.

Nel 1981 fonda una sua compagnia teatrale, La compagnia di teatro di Luca De Filippo, con cui affronta buona parte delle commedie paterne e degli Scarpetta: dirige e interpreta Uomo e galantuomo, Non ti pago, Il contratto, Penziere mieje, Ditegli sempre di sì, e L'Arte della commedia con Umberto Orsini coprotagonista. 

Caivano (Na): Spese pazze senza una seria logica di mercato? Ecco alcuni esempi

Caivano (Na): Spese pazze senza una seria logica di mercato? Ecco alcuni esempi 





A Caivano, alcuni dirigenti di settore non badano a spese, e a pagarne le conseguenze di una politica di mercato senza criterio e senza logica sono le casse comunali, o meglio le tasche dei contribuenti caivanesi. Ecco alcuni esempi di come 5000 volantini per l'informazione della raccolta differenziata, sono costati all'Ente Comune, circa 500 euro, quando un noto Tipografo della zona, propone lo stesso ordine a meno di 130 euro. Un divario notevolissimo che mette addirittura in discussione quelle che sono le regolari basi di ricerca di mercato affinchè indurre il proprio settore a risparmiare soldi pubblici. Ovviamente, questo esempio viene fatto nel piccolo, e, a questo punto la domanda sorge spontanea, se su 5000 volantini c'è un divario di circa 200 euro o più, su movimentazioni più grandi quanto gravano le mancate ed adeguate ricerche di mercato? Si corra ai ripari, subito! 

Delirio pro-islam, lo sfregio di Natale: cosa succede in una scuola italiana

No Croce e Jingle bells. Stop al concerto di Natale: l'ultimo delirio a scuola




Il concerto di Natale si farà il 21 gennaio in una scuola di Rozzano, alle porte di Milano. Questo è il risultato della trattativa tra il preside dell'Istituto comprensivo Garofani, Marco Parma, e l'associazione 11 Note che da anni organizzava lo spettacolo con i bambini. L'evento in realtà stava per saltare del tutto, cancellato dai vertici dell'istituto che dopo la strage di Parigi hanno avuto un sussulto laicista. Fino allo scorso anno il concerto era fatto delle classiche canzoni natalizie tipo Jingle bells, riporta il Giorno, ma quest'anno qualche genitore ha avuto l'ardire di proporre anche qualche brano un po' più religioso come Adeste fidelis o Tu scendi dalle stelle. Niente da fare, secondo il dirigente scolastico, già candidato sindaco per il Movimento Cinquestelle, quei brani sarebbero imposti ai bambini di religione musulmani e quindi per: "il rispetto delle diversità" è stato rinviato tutto a gennaio con relativo cambio di nome all'evento che passa a chiamarsi da "Festa di Natale" a "Festa d'inverno", così secondo la vicepreside Ornella Godi: "Si eviteranno strumentalizzazioni". Il saggio di Natale ci sarà, ma sarà basato su: "filastrocche di Gianni Rodari e sulle canzoni di Sergio Endrigo". La polemiche nell'istituto erano già scoppiate in passato per l'esposizione del crocifisso in aula. Secondo il preside: "non ci sono da tempo, un paio di genitori ha proporsto di metterli nelle aule e il Consiglio di Istituto a giugno ha respinto la proposta". La vicepreside invece ricorda che in un paio di aule i crocifissi c'erano, in altre no: "La decisione del Consiglio è stata quella di uniformare e togliere i crocifissi che c'erano".

Caivano (Na): L'Avv. Acerra interviene sul nostro blog

Caivano (Na): Intervista all'Avv. Domenico Acerra (Liberi Cittadini) 


di Gaetano Daniele 



Avv. Domenico Acerra
Liberi Cittadini

Avv. Acerra, il Sindaco Monopoli ha deciso di aggiungere alla sua squadra di governo un altro staffista, evidentemente, era talmente preso in campagna elettorale a criticare "il Sirico staffista di Semplice" che ad oggi, dopo De Cicco, ne vuole un altro. Secondo lei perchè Monopoli ha bisogno di più staffisti? e visto che costano anche caro a spese dei contribuenti, i soldi ci sono?

Monopoli eccede in tutto, questa volta con gli staffisti. Governare un Paese complesso richiede la partecipazione di persone preparate e dotate di spirito di servizio che compongano un quadro di insieme e una squadra affiatata. Monopoli assolda invece mercenari che non sono in grado di dare alcunché al Paese e che perdipiù lo depredano di preziose risorse economiche.

Avv. Acerra, il Natale è alle porte, che Natale sarà per i cittadini. 

Il paese non vede la luce in fondo al tunnel con questi amministratori. Nel governo del  Paese regna l'improvvisazione, siamo nelle mani di avventurieri! Sarà un Natale triste per i cittadini caivanesi, stretti tra la crisi economica e un Paese molto male amministrato.

Avv. Acerra, secondo lei questa Giunta durerà?

Non ho la sfera di vetro per fare previsioni. Però è evidente a tutti che gli attuali amministratori non hanno la forza culturale e perfino morale per amministrare il Paese. Chi all'interno della compagine amministrativa ha maggiore senso della realtà prenda coscienza di questa verità e tolga la fiducia a Monopoli, consentendo la nascita di una vera e nuova alternativa di governo in questo Paese dopo venti anni di disastri amministrativi. Lo sperpero di soldi pubblici è sotto gli occhi di tutti. 

Avv. Acerra, gara rifiuti, a che punto siamo?

Non conosco i dettagli amministratici della gara di appalto per l'affidamento della raccolta dei rifiuti. Quello che posso dire è che siamo di fronte, anche in questo settore così importante della vita amministrativa, a improvvisazione e pressapochismo. Valga in questo senso a dimostrarlo le preannunciate dimissioni del responsabile comunale del settore ambiente, solo pochi mesi nominato da Monopoli. Siamo al disastro amministrativo!

Avv. Acerra, sull'attuale amministrazione Monopoli, si faccia una domanda e si dia una risposta. Insomma, come vuole concludere questa intervista?.

A  chi giova questo clima da presa del Palazzo d'Inverno che ha instaurato Monopoli? Io ritengo a nessuno! Caivano versa nell'immobilismo amministrativo e giace in un pantano morale mai visto prima! Monopoli prenda atto di questa condizione drammatica, si renda consapevole della inadeguatezza dell'attuale quadro politico ad affrontare in modo serio il governo del paese,  e di conseguenza resetta tutto il quadro amministrativo, apra un dibattito culturale serio nel pase, formuli un programma condiviso tra tutte le maggiori forze sociali e politiche,  senza distinzioni di parte, e coinvolga le migliori intelligenze del paese per dare esecuzione a quel programma, stabilendo di un orizzonte temporale che copra la durata della consiliatura. Quale rappresentante di una delle forze di opposizione sono pronto a raccogliere questa sfida.

giovedì 26 novembre 2015

"UN ATTENTATO TERRORISTICO" Arrestati due islamici in moschea

"Un attentato a Berlino", arrestati due islamici in moschea




Due presunti islamisti sono stati arrestati a Berlino dopo che la polizia aveva perquisito una moschea nel quartiere di Charlottenburg in risposta a una "possibile  minaccia". Il quotidiano Bild spiega che la polizia aveva raccolto  alcune indicazioni secondo cui un attacco era in fase di pianificazione nella moschea.

Vespa, la finanza bussa alla sua porta Blitz in casa, Lui: "Sono indignato"

Bruno Vespa, la Finanza entra in casa sua: controlli sulla dichiarazione dei redditi 2011




Anche Bruno Vespa finisce nel mirino del fisco. La Guardia di Finanza è entrata nella casa del conduttore di Porta a Porta in piazza di Spagna, a Roma, e nello studio del suo commercialista, per verificare la dichiarazione dei redditi presentata nel 2011. Secondo quanto riferisce il Fatto quotidiano, Vespa non è l'unico volto Rai oggetto di verifiche. Nessuna perquisizione, si sottolinea, ma un semplice accertamento. "Che analizzino tutto - è stata la reazione di Vespa -, non ho alcun problema. Anzi, sono i benvenuti". "Sono orgoglioso e al tempo stesso sono indignato per la mia posizione di importante contribuente di questo Paese. Sono orgoglioso perché mio padre mi ha insegnato che pagare le tasse è giusto. Sono indignato, invece, perché nella graduatoria dei contribuenti occupo un posto improprio. Non credo di meritare una posizione così alta tra i contribuenti italiani: è il segno che c'è qualcuno, invece, che le tasse non le paga quanto dovrebbe". In passato Vespa aveva vinto un contenzioso con l'Agenzia delle Entrate in quanto aveva pagato più Irap di quanto dovuto.