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mercoledì 11 novembre 2015

È allarme in tavola sull'olio d'oliva: extra-frode, i 7 grandi marchi nei guai

Torino, frode sull'olio d'oliva spacciato per extravergine: indagati 7 grandi marchi




L'olio d'oliva spacciato per extravergine da 7 grandi marchi, alcuni recentemente acquisiti da gruppi stranieri. A scoprire il raggiro sono stati i carabinieri del Nas di Torino dopo le verifiche partite a seguito di una segnalazione di una rivista di consumatori alla procura torinese. Secondo le analisi eseguite a campione dai laboratori dell'agenzia delle Dogane e dei Monopoli su oli di note marche, il prodotto non era extravergine come invece pubblicizzato sulla bottiglia. Per questo il pm Raffaele Guariniello ha iscritto nel registro degli indagati una decina di rappresentanti legali di varie aziende per frode in commercio. Il magistrato ha anche informato il ministero delle politiche agricole. Nel mirino sono finite Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.

La denuncia di Coldiretti - A favorire le frodi è certamente il record di importazioni con l'arrivo dall'estero nel 2014 di ben 666mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38% rispetto all'anno precedente. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare l'indagine torinese: "Occorre fare al più presto luce per difendere un settore strategico del Made in Italy con l'Italia che - sottolinea la Coldiretti - è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni, con un fatturato del settore è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative". L'Italia, continua Coldiretti, è però anche "il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Un comportamento che favorisce le frodi che vanno combattute anche con l'applicazione della disciplina del settore".

Arriva una carognata sulle multe: chi, quanto e perché pagherà di più

I comuni vogliono cancellare lo sconto del 30% per i pagamenti delle multe saldate entro i primi 5 giorni




La possibilità di pagare le multe con il 30% di sconto se saldate entro cinque giorni potrebbe non esistere più. La volontà di cancellare il seppur piccolo incentivo viene dai comuni. L'Associazione dei Sindaci ha proposto in Senato l'abolizione e una serie di misure che ad hoc per incassare più soldi. Lo sconto dei 5 giorni è in vigore solo da due anni ma sembra destinato ad avere vita breve. Secondo quanto dichiarato da sindaci e amministratori delle casse comunali il decreto varato dal governo Letta è stato un flop. Il motivo sarebbe riconducibile all'aumento del gettito complessivo delle multe perché quando i vigili multano un cittadino tutto finisce nel bilancio del Comune. Non ci finisce, cioè, quello che materialmente i comuni incassano, ma il totale teorico che dovrebbero ottenere se tutti pagassero nei tempi previsti. Una somam teorica che senza quel 30% si alzerebbe consentendo di aumentare il bilancio comunale. Come sempre però, se il Senato dovesse approvare la manovra, a rimetterci saranno i cittadini.

DE LUCA INDAGATO Nuova botta delle toghe al Governatore-padrone

Nuovi guai per De Luca: indagato l'ex braccio destro (e forse anche lui)




Carmelo Mastursi, l’ex capo della segreteria di Vincenzo De Luca, risulta indagato nell’ambito di una inchiesta aperta dalla Procura di Roma che coinvolge anche un magistrato del Tribunale di Napoli, Anna Scognamiglio. Iscritto nel registro degli indagati anche il marito del magistrato partenopeo, la stessa che ha firmato il 22 luglio la sentenza di sospensione della sospensiva per il governatore della Campania. Si indaga per rivelazioni di segreto d’ufficio e per corruzione. Nei giorni scorsi la Squadra Mobile di Napoli aveva perquisito gli uffici di Mastursi in regione e la sua abitazione a Salerno sequestrando un telefono cellulare e un computer portatile. Secondo quanto si apprende, gli indagati in questa vicenda, anche se come atto dovuto, sarebbero sette e uno di questi sarebbe proprio il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Il fascicolo è stato aperto da un’intercettazione nella quale il marito del giudice Scognamiglio, parlando con Mastursi, ha chiesto «un favore» spiegando che in cambio avrebbe fatto "intervenire" la moglie su una vicenda che stava a cuore all’ex capo della segreteria del presidente della Giunta campana.

martedì 10 novembre 2015

Il record della "patonza d'autore": venduta per 170 milioni di dollari. Ecco a chi

Il record della "patonza d'autore": venduta per 170 milioni di dollari. Ecco a chi




È stata la seconda asta su un'opera d'arte più cara di sempre quella sul capolavoro "Nu couché" di Amedeo Modigliani, venduto questa notte a New York per 170,4 milioni di dollari, circa 158 milioni di euro. A sborsare la cifra record è stato il musero Long di Shangai dopo nove minuti serratissimi di rilanci. Una cifra incredibile, anche per la stessa casa d'aste Christiés che sperava inizialmente di ricavare al massimo 100 milioni di dollari sull'opera di Modigliani. Finora aveva fatto meglio solo Pablo Picasso con la famosa "Donne di Algeri", battuto all'asta per 179,4 milioni di dollari. Nel club dei 100 milioni ci sono stati anche sculture di Alberto Giacometti, opere di Andy Warhol, Eward Munch e Francis Bacon. L'asta però potrebbe avere effetti notevoli sulla quotazione dell'opera artistica di Modigliani, che nei suoi 35 anni di vita ha prodotto appena un centinaio di opere, mentre di Picasso e Warhol ne esistono centinaia.

L'intervista Rivera: "Io politico sì, calciatore no L'Abatino? Non l'ho mai sopportato"

Gianni Rivera: "Mai stato un calciatore, ho solo giovato a pallone"



Intervista a cura di Giancarlo Perna



Oggi che ha 73 anni...» dico a Gianni Rivera che reagisce all' istante: «Settantadue, non cominciamo a invecchiare la gente!» e aggiunge scherzosamente piccato: «Ho vissuto 17 anni ad Alessandria dove sono nato e ho tirato i primi calci al pallone, 35 a Milano dove ho fatto tutta la carriera di calciatore e dirigente rossonero, da 20 abito a Roma, gli anni della mia attività politica. Facendo le somme viene fuori la mia età». Settantadue, appunto. Un riassunto della sua vita, in stile parabola. Diavolo di un Rivera. Uomo di poche parole e parchi gesti, ma tutti significativi.

Il luogo dell' appuntamento, per cominciare. Simboleggia i due momenti della sua esistenza, lo sportivo e il politico. Siamo nel Circolo del Tennis sotto la collina di Monte Mario, preferito dai parlamentari. Mentre parliamo, seduti in terrazzo con vista sulla terra rossa, Giorgio La Malfa si esibisce in un doppio. Assiduo è pure Giuliano Amato, il più accanito, che davanti alla tv studia i colpi dei vari Federer e cerca di riprodurli sul campo. Gli altri soci sono contenti di salutare Rivera, anche se per discrezione non si avvicinano, e si capisce che è ancora vivissimo il mito del celebre centravanti milanista. L' unico a scambiare due parole è Ciro Cirillo, anima del Circolo, ex prima categoria e maestro di Adriano Panatta. «Se Gianni non avesse fatto il calciatore, sarebbe stato un campione di tennis», sentenzia e spiega: «Come tutti quelli che hanno occhio per la palla». Ossia, se la palla è la tua passione, ne sarai comunque un giocoliere. Lo ignoravo ma vedo che anche Gianni approva con la testa. Ha i capelli candidi, Rivera, ma mossi e ondulati come nelle foto anni '60. È in completo scuro molto distinto e la camicia bianca col colletto slacciato. Nel taschino della giacca ha la cravatta pronta all' uso se si presentassero circostanze più formali.

«Internet le dà più spazio che ad Alcide De Gasperi», dico, avendolo accertato documentandomi per l' intervista. Rivera sorride: «Io sono nell' era di internet che ai tempi di De Gasperi non esisteva. Altrimenti non avrebbe avuto rivali». Saggia e coerente risposta da simpatizzante dc. «Lei ha avuto due vite -gli dico, per sondarlo un po'-, una da sportivo, l' altra da politico. Quest'ultima, meno brillante». «Sono complessivamente soddisfatto della mia vita politica - replica-. Ho fatto quattro legislature, cinque anni da sottosegretario alla Difesa e sono stato deputato Ue. Non volevo le cose a tutti i costi. Quel che mi è capitato ho preso». È pacato e realista anche quando gli chiedo: «Famiglia modesta, studi limitati (terza avviamento, ndr) ma numero uno nella vita. A cosa attribuisce il successo?». «A stimolarmi è stata proprio la modestia della nascita. Stirpe contadina. Papà fu fabbro delle ferrovie per sfuggire alla fatica dei campi. Eravamo però legati alla terra, ai valori veri. Ci si accontentava di ciò che si aveva».

Tra i calciatori dei suoi tempi, lei spiccava per garbo. Era borghese d' istinto?

"I miei  pensavano che i figli dovessero superarli nell' ascesa sociale. Mi fecero studiare. Smisi perché ero già in serie A, pensando: se va male, riprendo. Per fortuna, andò bene. Un solo pentimento: non ho studiato le lingue. Come gli anglosassoni che parlano solo inglese, io parlo solo italiano".

Lei disse: "Mai stato calciatore. Ho solo giocato a pallone". Che intendeva?

"Il calciatore è visto oggi come un protagonista. Ai nostri tempi, andavamo al ristorante dagli amici per avere lo sconto. Oggi, i calciatori sono pagati per andare al ristorante e dargli lustro. Ecco perché non sono un calciatore, nel significato attuale".

Rivera, saldamente sposato da trent' anni con Laura Marconi che gli ha dato due figli, si è sottratto solo a una domanda sulla sua precedente vita privata.

"Ho già dato"

A tratti, mi sembra diffidente. Sbaglio?

"I piemontesi sono naturalmente riservati. Io ho sempre cercato di non occupare lo spazio destinato agli altri" risponde mentre applaude un elegante smash di La Malfa.

Forse per questa reticenza, scambiata per pigrizia e snobismo, i suoi critici le rimproveravano di non correre dietro la palla.

"Se c' era da conquistarla mi davo da fare anche io. Ma avevo compiti diversi dai difensori. Io agivo da calamita con gli avversari diretti: mi stavano sempre attaccati per sorvegliarmi e difficilmente potevano essere pericolosi per la nostra porta".

Di lei è stato detto: il calciatore più amato e più odiato.

"In una città con due squadre, gli avversari ti vedono come fumo negli occhi. Il tifoso controlla prima che la squadra avversa abbia perso, poi se la sua ha vinto".

Quale dei suoi soprannomi -Signorino, Abatino, Golden boy- la rappresenta meglio?

"I meno simpatici erano i diminutivi. Comunque, non ci badavo. Sapevo da me quando giocavo bene e quanto valevo".

Si scontrava con arbitri e cronisti sportivi.

"Ho contestato gli arbitri quando era evidente che qualcosa non funzionava. Ero capitano e, visto che la società taceva, parlavo io. Con i giornalisti reagivo se, invece di parlare del gioco, toccavano sensibilità personali".

Suo rivale per antonomasia fu Sandro Mazzola. Che prova per lui oggi che siete entrambi ultrasettantenni?

"Anche da avversari -capitani delle due squadre cittadine, Inter e Milan- ci siamo stimati. In azzurro abbiamo giocato quasi sempre insieme. Oggi, lui è a Milano, io a Roma e vivendo in ambienti diversi ci si perde".

A me imbarazza tifare per squadre zeppe di stranieri e una Nazionale infarcita di "oriundi". Sbaglio?

"È inevitabile. Ma basterebbe un po' di attenzione da parte delle società per le Giovanili e maggiori controlli sui contratti degli stranieri che sono quelli su cui più si sorvola".

Che senso ha fare tifo nazionalistico quando in campo si parlano tutte le lingue?

"Conta il colore della maglia. Tanto, quando giocano, i calciatori non parlano".

Il calcio l' ha fatta ricca come Gigi Buffon?

"Buffon è nato molto dopo di me e non c' è paragone. Io stavo un po' meglio dell' altro Buffon, Lorenzo, altro grande portiere azzurro. Appena ho lasciato io, negli anni '80, le squadre hanno cominciato ad arricchirsi con gli sponsor. Prima la pubblicità era vietata".

La corruzione nel calcio?

"Dove ci sono i soldi, la corruzione è automatica. Il danaro prende il sopravvento su tutto, anche sulla morale. Già il Cristo disse: O vinco io, ho vince Mammona".

È devoto?

"Nel modo giusto, alla maniera di Padre Eligio (prete dei bisognosi, oggi ultra ottantenne, noto negli anni '60 per l' amicizia col golden boy, ndr)".

Cattolico conservatore o progressista?

"Non ragiono con questo metro.
So però che il Cristo era più innovatore dei conservatori di oggi".

Entrò in Parlamento nell' 87 con la sinistra dc. Perché con la Dc e perché con la sinistra?

"Fui introdotto da Giovanni Goria e Bruno Tabacci (entrambi, sinistra dc, ndr), ma ero amico di tutti. Ero per la squadra, come nel calcio. Anche in politica, se non c' è accordo, spariscono i partiti".

Fu sottosegretario alla Difesa di Max D' Alema, l' ex comunista diventato premier. Non le si contorsero le budella?

"Se sei nell' istituzione, ti muovi nella logica istituzionale. Seguivo i ministri sopra di me. Il migliore fu il dc Beniamino Andreatta, primo a dirsi favorevole all' abolizione dell' esercito di leva".

Col Cav, invece, sempre ai ferri corti, fin da quando acquistò il Milan (1986).

"Al contrario. Auspicavo l' arrivo di un tycoon per tirare il Milan dalle secche".

Ma appena arrivò l' arcoriano, lei che era vicepresidente della vecchia società, sbatté la porta.

"Fu Berlusconi a creare le condizioni perché me ne andassi, allontanandomi dalla gestione".

Come accadde?

"Ti fa capire che se non lo consideri il Re Sole, non ti metterà tra i collaboratori. Se gli fai un po' ombra non ti accetta".

Al Berlusca premier non fece sconti.

"Consideravo Berlusconi ineleggibile perché concessionario di reti tv. Il famoso conflitto d' interessi, tuttora vigente. Io rispetto le leggi e per me un ineleggibile non deve stare in Parlamento".

Matteo Renzi?

"Appare troppo. Forse si sente costretto a occupare la scena avendo i nemici in casa. Ma dovrebbe limitarsi".

Spera qualcosa dal suo agitarsi?

"Una guerra totale alla burocrazia e una netta diminuzione del peso fiscale".

Non è un parlare da centrosinistra...

"Sono del centrosinistra che ragiona. Quello a favore della gente e non solo dell' istituzione".

Dopo 72 anni, che opinione ha di sé?

"Soddisfacente. Poteva andare meglio se fossi stato più politico. Ma se l' ho fatto di mestiere, non lo sono per vocazione».

Caivano (Na): Caso Braucci Dopo 4 anni di inefficienza alla Provincia Monopoli recupera a stento 130 mila euro

Caivano (Na): Dopo 4 anni di inefficienza alla Provincia e dopo 4 giorni di chiusura del Plesso scolastico Braucci Monopoli recupera a stento 130 mila euro



di Gaetano Daniele





Finalmente la montagna ha partorito il topolino. Monopoli, nonostante i 4 anni e mezzo in Provincia da consigliere provinciale di maggioranza in quota Forza Italia-Cesaro, e dopo 4 anni e mezzo di nulla per scongiurare la chiusura dello stesso Liceo Scientifico Braucci, arrivando, difatti, alla chiusura del Plesso per 4 giorni, oggi,  il neo Sindaco Monopoli, a stento riesce a recuperare 130 mila euro per risanare, forse, una situazione insostenibile per insegnanti e alunni che, appunto, proprio mentre il neo Sindaco si destreggiava a destra e a sinistra in campagna elettorale e proprio mentre si insediava nei banchi del civico consesso, veniva staccata appunto, la corrente al Liceo Scientifico Braucci. 4 giorni di chiusura e quindi 4 giorni di lezioni perse per i liceali del Braucci, perchè la Provincia, ora Città Metropolitana, non versava più all'Ente Comune, i soldi per le forniture Elettriche. E Monopoli all'epoca dov'era? forse a studiare la sua candidatura a Sindaco? 

Insomma, il primo cittadino Monopoli, riesce a scongiurare la chiusura del Liceo Scientifico Braucci recuperando a stento 130 mila euro, sventolando pure a destra e a manca la bandiera dell'utilità come se avesse fatto il piacere a qualcuno, al Preside o agli insegnati o persino agli alunni, quando garantire il regolare funzionamento del Plesso è di base. Che figuraccia avrebbe fatto nei riguardi di insegnanti, alunni e genitori, in breve agli occhi dell'opinione pubblica, se il Liceo Scientifico Braucci, avesse chiuso nuovamente per mancanza di fondi? 

La solita politica che lascia passare messaggi di regolare amministrazione come chissà quali manovre politiche intelligenti, appunto, di intelligente non c'è niente. Pensate se un qualsiasi capo di famiglia esultasse a fine mese solo perchè ha pagato la bolletta elettrica. Si pensi al concreto, si pensi al reddito di cittadinanza. Si pensi alla nuova gara rifiuti, escludendo favoritismi e garantendo trasparenza. Si pensasse ai buoni pasto e alle graduatorie. Si pensasse ad una nuova riqualificazione ambientale delle strade, considerando che alcuni giorni fa per una giornata intensa di pioggia i cittadini non sono potuti neanche uscire dalle proprie abitazioni, solo qualche fortunato, si, con la Canoa. Speriamo domani di non vedere sventolata un'altra bandiera dell'utilità solo perchè dopo una giornata di pioggia non si è dovuto prendere la Canoa. 

Il favore di Conte a Renzi: ecco chi farà le nuove divise della Nazionale

Per la Nazionale di Conte nuove divise griffate Ermanno Scervino




Tra sette mesi si giocano gli Europei di calcio di Francia 2016. La nazionale italiana di Antonio Conte è già qualificata e può quindi pensare a cose più leggere di gol, classifiche e differenze reti. Tipo le divise da portarsi Oltralpe. Si sa, ad ogni manifestazione ufficiale il look cambia per stare al passo coi tempi e per essere il più "cool" possibile. In più, in questo caso, c'è da lasciarsi alle spalle (anche sul piano del look) la disastrosa spedizione di Brasile 2014. E così, nuove maglie, nuovi pantaloncini, ma anche nuove giacche, cravatte, pantaloni e quant'altro. Roba normale. Meno, forse, lo è lo stilista che tra qualche mese vestirà gli azzurri. Mollati Dolce & Gabbana, la Figc ha scelto Ermanno Scervino. Sarto forse poco al grande pubblico se paragonato alle grandi griffe made in Italy, ma con una asso nella manica: essere fiorentino (ma va?) ed essere lo stilista preferito dei Renzi, Matteo e Agnese, la mogliettina del premier che non si perde una sfilata di Scervino oltre a indossarne i capi.