Visualizzazioni totali

giovedì 29 ottobre 2015

Ora è ufficiale, sta esplodendo il Pd: un altro super-big ha mollato Renzi

Pd, Corradino Mineo lascia il gruppo al Senato




Corradino Mineo lascia il gruppo del Pd al Senato. "Da oggi lascio il gruppo, auguro buon lavoro ai senatori Democratici e continuerò la mia battaglia in Senato, cominciando dalla legge di Stabilità che, come dice Bersani, sta isolando il Pd". Queste le parole del senatore dem dissidente. Mineo, da tempo, in rotta di collisione con la maggioranza, spiega che "ieri Luigi Zanda mi ha dedicato, senza avvertire né me né altri di quale fosse l’ordine del giorno, una intera assemblea, cercando di ridurre le mie posizioni politiche a una semplice questione disciplinare, stilando la lista dei dissidenti buoni, Amati, Casson e Tocci e del cattivo, Mineo. Il Pd non espelle nessuno, ha detto Zanda, ma nelle conclusioni ha parlato di incompatibilità tra me e il lavoro del gruppo. Non espulsione, dunque, ma dimissioni fortemente raccomandate".

Il dissidente - Mineo, da tempo, era molto critico con gran parte dei provvedimenti presi dalla maggioranza: in primis la riforma costituzionale del Senato. Critico anche su Jobs act, Rai e Italicum. Il senatore era uno dei principali rappresentanti del gruppo di dissidenti democratici a Palazzo Madama, e il rapporto col premier, Matteo Renzi, si è rivelato ostico sin dal principio.

Il percorso - L'ex direttore di Rainews24 ha anche ripercorso le tappe della sua esperienza a Palazzo Madama. "Perché lascio il gruppo del Pd? Nel 2013 ho accettato la candidatura come capolista in Sicilia e sono stato eletto in Senato con il Pd, partito che allora parlava di una Italia Bene Comune. Non amo i salta fossi e quando il segretario-premier ha modificato geneticamente quel partito, provocando una scissione silenziosa, aprendo a potentati locali e comitati d'affare e usando la direzione come una sorta di ufficio stampa di Palazzo Chigi, ho continuato a condurre la mia battaglia nel gruppo con il quale ero stato eletto".

Volkswagen in rosso dopo 15 anni E nel 2016 arriveranno altri guai

Volkswagen, primo rosso in 15 anni. Nel terzo trimestre 1,67 miliardi di perdite nette




Dopo una storia di successi, Volkswagen paga lo scandalo Dieselgate con il primo rosso in 15 anni: sono 1,67 i miliardi di perdite nette che la casa automobilistica tedesca ha registrato nell'ultimo trimestre. In rosso anche il risultato operativo che si è attestato a -3,48 miliardi. E lo scenario si aggrava ancor di più se si considerano le dichiarazioni rilasciate dai vertici di Volkswagen, che hanno stimato che anche gli utili di fine anno "saranno significativamente inferiori" rispetto a quelli del 2014. L'unica nota positiva è rappresentata dall'incremento delle vendite, con un +5% che corrisponde a 51,5 miliardi di euro. 

Coinvolte anche Audi e Porsche - Matthias Mueller, amministratore delegato di Volkswagen, dovrà faticare molto per riconquistare la fiducia degli investitori. Non solo perché  i costi complessivi legati allo scandalo dei motori truccati, stimati dagli analisti, oscillano tra i 20 e i 78 miliardi di euro. Ma anche perché, sull'azienda, sono piovute centinaia di cause, sia negli Stati Uniti che in Europa. E il gruppo, per risollevarsi, ha fatto sapere che taglierà anche le spese di Audi, che vale circa il 40% del profitto consolidato. Cattive notizie anche da Porsche. La casa automobilistica di Stoccarda ha detto infatti di aspettarsi, per il 2015, utili sensibilmente ridotti rispetto a quanto stimato nei mesi scorsi.

Rassicurazioni - Ma Mueller ha assicurato: "Faremo tutto il possibile per riconquistare la fiducia perduta". E sembra che la Borsa di Francoforte abbia già dato una risposta positiva, anche se sotto le aspettative degli esperti, con un +3% per Volkswagen. Perché, nonostante gli "oneri finanziari considerevoli", le vendite per il 2015 saranno stabili, assicurano i tedeschi. 

Juve a picco, Roma e Napoli dilagano Il Milan centra la seconda vittoria di fila

Serie A: Juventus in ginocchio, il Milan risale, la Roma dilaga




La decima giornata del campionato di calcio di Serie A fornisce tre certezze e una quasi-certezza. Le prime tre sono Roma, Fiorentina e Inter: le squadre che comandano la classifica e che danno l'impressione di poter restare ai piani altissimi del campionato di qui alla fine, rendendo il torneo 2015-2016 uno dei più interessanti degli ultimi anni. I giallorossi, che guidano con 23 punti, hanno regolato all'Olimpico per 3-1 l'Udinese grazie alle reti di Pjanic, Maicon e Gervinho. La Fiorentina ha sbancato Verona con Marquez e kalinic. L'Inter nell'anticipo di martedì ha superato di misura (Icardi) il Bologna. Viola e nerazzurri inseguono la Roma a quota 21 punti (insieme al Napoli).

La quasi-certezza è una nota negativa, anzi negativissima. Come la stagione della Juventus, che è incappata nella quarta sconfitta della sua storta stagione sul campo pur insidioso del Sassuolo, che dall'alto dei suoi 18 punti che gli valgono il sesto posto è una delle squadre da battere: a stangare i bianconeri (che si sono pure visti espellere Chiellini) è stato Sansone. Un ottimo Napoli, passa 2-0 sul Palermo (Mertens e il solito Higuain, capocannoniere del campionato con 8 reti), mentre la Lazio si fa rimontare dall'Atalanta (1-2) perde il treno delle seconde ed è agganciata dal Sassuolo.

A San Siro, il Milan sembra essersi liberato dalla sua scimmia trovando la seconda vittoria consecutiva (1-0 sul Chievo con rete di Antonelli) che lo catapulta in zona Europa League (16 punti). Nelle altre sfide, il Frosinone si aggiudica 2-1 il derby tra matricole col Carpi, mentre il Torino passa sul Genoa 3-2. Sampdoria-Empoli si gioca giovedì. Domenica, per la undicesima giornata, super-sfida Inter e Roma.

Numeri da brividi sulle pensioni: cosa succede nei prossimi 10 anni

Inps, conti in rosso e allarme pensioni: "Perderemo 10 miliardi l'anno fino al 2025"




Una bomba sotto le nostre pensioni. Nei prossimi dieci anni l'Inps rischia di perdere 10 miliardi di euro l'anno. A lanciare l'allarme è stato il presidente del Civ (Consiglio di Indirizzo e vigilanza) dell'Istituto di previdenza, Pietro Iocca, in audizione alla Camera. "Le proiezioni sui bilanci Inps - ha spiegato - non sono rassicuranti. È una situazione che va attenzionata e monitorata. Dalle previsioni effettuate dai bilanci tecnici attuariali al primo gennaio 2014 si vede che l'istituto nei prossimi 10 anni realizzerà sistematicamente dei risultati di esercizio negativo nell'ordine di 10 miliardi l'anno". Oltre al progressivo invecchiamento della popolazione e la difficoltà per i più giovani di trovare un lavoro stabile e, dunque, pagare i contributi, si aggiunge il peso delle vecchie pensioni legate al sistema retributivo e i "debiti" pregressi. Nel 2014, infatti, l'esercizio negativo per 12,8 miliardi è stato causato da un rosso di 5 miliardi del comparto lavoratori dipendenti e e 7,3 miliardi delle altre gestioni previdenziali, mentre la situazione patrimoniale netta attestatasi a 18,4 miliardi risente dell'effetto congiunto del risultato economico negativo e del ripianamento al disavanzo della gestione ex Inpdap per 21,6 miliardi.

Il reato di omicidio stradale ora è legge: alcol e droga al volante, le nuove pene

La Camera approva il reato di omicidio stradale: pene fino a 18 anni di carcere




La Camera dei deputati ha detto sì al disegno di legge che introduce il reato di omicidio stradale. Il testo è stato approvato con 276 voti a favore, 20 contrari e 101 astenuti. Avendo subito delle modifiche a Montecitorio, il testo tornerà ora al Senato. Fi e M5s si sono astenuti, mentre Sel è stato l'unico partito a votare contro il ddl.

Il disegno di legge - L’omicidio stradale colposo diventa un reato a sé, nel caso venga commesso sotto l’effetto di droghe o alcol si ha un inasprimento delle pene. Il reato viene diviso in tre categorie: la prima è già presente oggi e prevede pene da 2 a 7 anni quando la morte viene causata violando il codice della strada. Ma la sanzione penale sale negli altri casi: chi infatti uccide una persona guidando in stato di ebbrezza, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischia da 8 a 12 anni di carcere. Sanzione che può arrivare fino a 18 anni in caso di omicidio stradale di più persone. Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità come eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio. Stretta anche per le lesioni stradali. L'ipotesi di base rimane invariata ma pene al rialzo se chi guida è ubriaco o drogato: da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. 

Aggravanti - Norme specifiche sono previste per i conducenti dei mezzi pesanti. L’ipotesi più grave di omicidio stradale (e di lesioni) si applica ai camionisti e agli autisti di autobus anche in presenza di un tasso alcolemico sopra gli 0,8 g/l. Le sanzioni aumentate anche per l'omissione di soccorso dopo l'incidente. Se il conducente fugge scatta la pena sarà aumentata da un terzo a due terzi e non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni. Altre aggravanti sono previste se vi è la morte o lesioni di più persone oppure se si guida senza patente o senza assicurazione. Non applicabile l'equivalenza o prevalenza delle attenuanti su specifiche circostanze aggravanti. La pena viene invece diminuita fino alla metà quando l’incidente è avvenuto anche per colpa della vittima.

Revoca della patente - In caso di condanna o patteggiamento, anche con la condizionale, per omicidio o lesioni stradali scatta automaticamente la revoca della patente. Una nuova patente sarà conseguibile solo dopo 15 anni per l'omicidio o 5 anni per le lesioni. i tempi sono però superiori nei casi più gravi: se ad esempio il conducente è fuggito dopo l’omicidio stradale, dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca. Raddoppiati i termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso di tasso alcolemico elevato o droga. Negli altri casi l’arresto è facoltativo. 

Arriva una tassa sul cellulare Costi, tariffe, roaming: stangata

Il roaming va in pensione, ma arriva una tassa sul cellulare




Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo pacchetto di norme per il mercato delle telecomunicazioni. Tra le misure, la riduzione dal 30 aprile 2016 dei costi in più per chi usa il cellulare all'estero, in pratica il roaming decade dal giugno 2017.

La norma, però, concede agli operatori che riusciranno a dimostrare di non essere in grado di coprire le minori entrate internazionali, e dunque minacceranno di rivalersi sui clienti domestici, di negoziare con le autorità locali la possibilità di far pagare comunque il traffico transfrontaliero entro limiti da circoscrivere.

Le norme dunque potrebbero costituire un "regalo" agli operatori della telefonia. Secondo il testo adottato a Strasburgo dal 15 giugno 2017 saranno vietate le tariffe roaming nell’Ue per le chiamate, gli sms e per l’utilizzo di Internet. Dal 30 aprile 2016, le maggiorazioni rispetto ai contratti nazionali non dovranno superare 0,05 euro al minuto per le chiamate vocali effettuate; 0,02 per ogni sms; 0,05 per ogni megabyte di navigazione su internet.

Ma c'è la potenziale fregatura. Scatterebbe se una compagnia dimostra di aver perso ricavi e di essere costretta ad aumentare i prezzi interni perché l’autorità del suo paese possa concederle di reintrodurre il roaming, comunque nell’ambito di soglie da definire a Bruxelles. I deputati hanno chiesto che le agenzie abbiano titolo per modificare o respingere le eventuali sovrattasse.

mercoledì 28 ottobre 2015

Frattamaggiore (Na): Il Sindaco Del Prete si dimezza lo stipendio Schiaffo morale ai sindaci meno virtuosi

Frattamaggiore (Na): Il Sindaco Del Prete si dimezza lo stipendio Schiaffo morale ai sindaci meno virtuosi 


di Gaetano Daniele



Non ho mai fatto politica per arricchirmi. La volontà di questa amministrazione è di non lasciare nessuno indietro. Così il Sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete. E su chi gli domanda: Perchè gli altri non lo fanno, risponde: ognuno è libero di agire come meglio crede, certo, dare l'esempio non è mai sbagliato!. Insomma, un bell'esempio quello del Sindaco Del Prete che si dimezza lo stipendio e lo mette a disposizione dei contribuenti, dei più disagiati. Uno schiaffo morale a chi si appiglia a cavilli burocratici affinchè papparsi l'intera indennità o gettone di rpesenza, soprattutto, a chi recita che chi spreca del tempo al servizio della comunità ha diritto ad essere retribuito. Certo, perchè chi spreca del tempo per dedicarsi alla salvaguardia del proprio Paese, spreca del tempo prezioso, quindi va pagato. Per dirla in breve, Del Prete c'è, il Paese apprezza e gli da fiducia. Che sia di esempio anche agli altri Comuni limitrofi dell'hinterland a nord e a sud di Napoli.