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mercoledì 5 agosto 2015

MAGGIONI (QUASI) PRESIDENTE RAI Schiaffo del Cav, Renzi in ginocchio

Rai, Monica Maggioni verso la presidenza: intesa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi




Cambia tutto, pronostici sovvertiti. Un colpo di scena alla presidenza Rai: è quasi fatta per Monica Maggioni, la direttrice di RaiNews24. Avrebbe così sbaragliato gli altri nomi in campo, da Piero Ostellino a Barbara Palombelli (che, per la verità, si era sfilata da sola alla corsa spiegando di lavorare soltanto alla prossima edizione di Forum). Niente da fare neppure per Marcella Panucci, dg di Confindustria, sulla quale "scommetteva" il Corriere della Sera. La Maggioni, dunque, brucerebbe anche la concorrenza di Enzo Iacopino, Giulio Anselmi, Stefano Folli, Marcello Sorgi e Antonella Mansi, gli altri nomi circolati con insistenza nelle ultime ore. In caso di conferma, la nomina della direttrice di RaiNews24 metterebbe in evidenza un dato politico, ovvero la ritrovata intesa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il primo aveva annunciato alla vigilia "un nome condiviso", mentre il secondo apprezza la nomina della Maggioni, per la quale non ha mai nascosto l'apprezzamento, almeno all'interno del suo entoruage. Regge dunque il patto del "NazaRai", come lo aveva battezzato Libero, ma il patto, ora, potrebbe evolversi. Considerate le difficoltà della maggioranza, in particolare al Senato, a Renzi potrebbe far comodo ritrovare feeling con gli azzurri, magari su un mirato e specifico programma per la ripresa economica, così come auspicato sempre su Libero dal direttore Maurizio Belpietro.

Le esplodono le tette?: Federica Pellegrini, la sciagura in vasca alla semifinale dei mondiali. Come le è successo

Mondiali di nuoto, Federica Pellegrini si qualifica col brivido alla finale dei 200 stile libero: "Avevo una bolla d'aria nel costume, era come avere le sesta"




La nostra Federica Pellegrini arriva al terzo posto nelle semifinali dei 200 stile libero. Non benissimo: si qualifica per la finalissima dei mondiali di Kazan col sesto tempo, ovvero ha rischiato di restarne fuori. Giù di forma? Non proprio. La campionessa, infatti, intervistata da Rai Sport dopo la gara ha raccontato il curioso imprevisto che la ha penalizzata durante la gara. "Ho avuto dei problemini con il costume, nel tuffo si è gonfiato e avevo una bolla d’acqua che girava tutto intorno al corpo. Era come avere una sesta di reggiseno che non ho". Ecco spiegato, dunque, il risultato non esaltante. La Pellegrini, inoltre, si è detta soddisfatta della sua prova e ha commentato tra una risata e l'altra: "Volevo entrare in semifinale in maniera abbastanza facile senza sprecare troppo energie. Va bene così. Oggi pomeriggio sicuramente sarà più difficile ed avremo dei riscontri più veritieri".

Il colpo basso della Seredova. Pubblica una foto e scatena l'odio contro l'ex Buffon: una valanga di insulti

Alena Seredova e Alessandro Nasi, la foto scatena l'odio contro l'ex Gianluigi Buffon




Alle chiacchieratissime (e seguitissime) nozze tra Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi c'erano anche loro: Alena Seredova e Alessandro Nasi, il nuovo compagno della ex lady Buffon, il manager cugino di John e Lapo Elkann. Dunque, se qualcuno ancora aveva qualche dubbio, la loro presenza all'evento mondano è la definitiva conferma alla loro storia d'amore. I due si sono mostrati belli, rilassati, sorridenti. Poi, a rafforzare l'ufficialità, ci ha pensato ancora la Seredova, che sui social ha postato la prima foto insieme ad Alessandro. Uno scatto che non è passato inosservato, soprattutto tra i fan di Alena, che si sono scatenati contro il suo ex, Gianluigi Buffon. I commenti, in ordine sparso: "Gli sta bene a quel coniglio di Buffone"; "Hai classe non so Gigi che ha trovato nella D'Amico"; "Ti auguro serenità, con chi facevi coppia prima eri sprecata"; "Una coppia bellissima...alla faccia di quella m..." (quest'utlimo commento è stato poi rimosso). Povero Buffon...

Boldrini si smentisce: gli stipendi? Niente tagli, paghe da nababbi

Camera, salta il tetto agli stipendi dei commessi




Nessun tagli agli stipendi dei commessi della Camera dei deputati. La commissione giurisdizionale per la tutela dei dipendenti di Montecitorio ha bocciato la parte didelibera del 2014 sui tetti agli stipendi dei dipendenti della Camera che introduceva dei limiti soprattutto per le remunerazione dei dipendenti di livello più basso. Se con l'appello non sarà ribaltata la decisione della Commissione, l'effetto sarà che mentre i funzionari di alto livello a fine carriera avranno uno stipendio lordo annuo pari a 240 mila euro, come prevede appunto la delibera del 2014, un documentarista a fine carriera avrà uno stipendio praticamente simile, pari cioè a 237 mila euro.  La conseguenza è che mentre i funzionati di alto livello non possono aumentare il proprio stipendio con gli anni, i dipendenti semplici potranno farlo. La bocciatura è una tegola per il piano di spending review  che prevedeva un risparmio pari a 60 milioni di euro in 4 anni. 

Operazione sorpasso, è quasi fatta Salvini, scatto in ruspa: ora Renzi...

Il sondaggio, fiducia nei leader: Matteo Salvini a due punti da Matteo Renzi




Il malcontento non è solo interno al Pd ma è generalizzato. Matteo Renzi deve vedersela non solo con l'opposizione interna della sinistra dem ma con i suoi elettori. La fiducia nei suoi confronti è crollata: dal 61% all'insediamento nel febbraio 2014 (fino al 70% nel giugno dopo la vittoria alle elezioni europee col 40,81 dei voti) al misero 36 per cento di oggi. Gradimento dimezzato.

Non solo, riporta ItaliaOggi che Renzi è incalzato dall'altro Matteo, Salvini che ora è al 34 per cento. E le ragioni di questo disastro sono diverse: in primis la difficoltà di essere contemporaneamente presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico. Tutta via Renzi ha un'arma segreta: il suo nuovo modo di fare politica che personalizza la leadership e vuole rapidità e decisionismo. Soprattutto, finora, manca qualcuno che possa sostituirlo.

Rai, eletto il nuovo Cda: tutti i nomi Silurato De Bortoli: è rivolta nel Pd

Rai, eletto il nuovo Cda. Il Pd si spacca su Ferruccio De Bortoli, c'è Carlo Freccero per il M5s



Carlo Freccero

Dopo giorni di trattative e indiscrezioni, la commissione di Vigilanza della Rai ha eletto il nuovo Cda dell'azienda di viale Mazzini. Il Pd ha tre uomini: Guelfo Guelfi, Rita Borioni e Franco Siddi. In quota Area popolare è stato eletto Paolo Messa, mentre il M5s come indicato in mattinata ha votato per Carlo Freccero. Due i membri per il centrodestra: Artutro Diaconale e Giancarlo Mazzucca. I nomi eletti in quota Pd non piacciono alla minoranza del partito, che puntava su Ferruccio De Bortoli, nome bocciato (sconta i durissimi attacchi a Matteo Renzi ai tempi della direzione del Corriere della Sera). Secondo la minoranza Pd, i nomi proposti dalla segreteria "sono pura e semplice lottizzazione". Il conflitto nel partito, dunque, si aggrava ulteriormente. In precedenza, dal Giappone, Matteo Renzi aveva detto la sua sulla Rai: "Domani mattina il governo indicherà i nomi di direttore generale e presidente. Saranno professionisti di livello, competenza e indipendenza come è giusto che sia". Il premier, inoltre, ha di fatto confermato che il futuro dg sarà Antonio Campo Dall'Orto: "È uno stimatissimo professionista tra i più interessanti innovatori della televisone degli ultimi anni".


Ferruccio De Bortoli

Rammarico per Ferruccio -  "La minoranza è abituata ad esercitare veti ma stranamente si è presentata con un nome secco, quello di De Bortoli". Lo ha detto Matteo Orfini all’uscita di palazzo San Macuto al termine della votazione per l’elezione di sette dei nove nuovi componenti del Cda di viale Mazzini. Il  riferimento di Orfini è alla spaccatura che si è prodotta all’interno del Pd, con la minoranza che ha puntato sull’ex direttore del Corriere della Sera e che non è passato perché ha ottenuto solo due voti. Orfini sottolinea che quella di De Bortoli era sicuramente «una candidatura autorevole", aggiungendo però "è curioso che la sinistra interna lo abbia candidato...". Amareggiato Michele Gotor per il veto che è stato messo su De Bortoli. "Il Pd deve dare indicazioni di alto profilo e invece si è persa questa occasione". Così Michele Gotor, della minoranza Pd, al termine della votazione in commissione di Vigilanza per l’elezione di sette dei nove componenti del nuovo Cda Rai. "De Bortoli è una figura indiscutibile - aggiunge Gotor - di alta professionalità e al di fuori di ogni logica partitoria. Avrebbe dato lustro al Pd, alla proposta politica del governo e alla Rai», ha concluso Gotor. 

Laurea, licenziamenti, polizia cosa cambia con la riforma

Pubblica amministrazione: la riforma, casa cambia




Sì definitivo del Senato alla riforma della Pubblica Amministrazione che è diventata legge. I voti a favore sono stati 145, 97 i contrari e nessun astenuto. Dopo la firma del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale si aprirà la fase di attuazione. Ecco cosa cambia.

Trasparenza -  accesso libero ai documenti e ai dati della pubblica amministrazione  

Digitalizzazione - viene introdotta la “carta della cittadinanza digitale”, gestita da un dirigente ad hoc.  

Licenziamenti più facili -  in caso di azione disciplinare obbligo di portare a termine la pratica, compreso il ricorso alla sanzione più grave.  

Licenziabilità dei vertici - basta incarichi dirigenziali che possano essere ricoperti senza preoccupazione di rimozione. Viene infatti introdotto il criterio della valutazione. Se questa è negativa, due le possibilità: o lasciare l’amministrazione dello Stato, o accettare di passare da un incarico di dirigente a quello di funzionario. Inoltre viene introdotta la revoca o il divieto dell’incarico in settori esposti al rischio corruzione, quando c’è una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei Conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose.  

Abolito il voto di laurea - viene abolito il requisito del voto minimo di laurea per partecipare ai pubblici concorsi.  

Lotta all'assenteismo - Passano dalle Asl all’Imps le funzioni di controllo sulle malattie.  

Fusione del corpo forestale -  con un’altra forza dello stato, come i carabinieri. Si prevede inoltre un riordino di tutte le forze.  

Prefetture -  stessa sorte delle partecipate. Eliminazione anche degli uffici ridondanti tra ministeri e enti di controllo e garanzia.  

Grandi opere -  semplificate le pratiche burocratiche per i cantieri. Si calcola un dimezzamento dei tempi.  

Numero unico per le emergenze -  è il 112 e varrà per tutti i tipi di problema o emergenza.  

Libretto unico auto -  Grazie al previsto trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione, si punta alla creazione di unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto