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giovedì 26 maggio 2016

Inps, il palazzo per feste e party Ecco l'ultima vergogna / Guarda

Inps, un altro palazzo usato per le feste


di Giacomo Amadori



Nel salotto buono di Firenze ci si muove a piedi e per coprire i 300 metri scarsi che separano l’elegantissimo Palazzo Pazzi da quello della Signoria, sede del municipio, bastano 2 minuti. Si può affermare senza tema di smentita che Palazzo Pazzi, detto anche “della Congiura”, rappresenti la sede regionale più pregevole dell’Inps e probabilmente uno dei tesoretti dell’istituto. E così lo scorso 21 maggio, in occasione dell’apertura al pubblico delle sedi storiche dell’istituto previdenziale, una kermesse intitolata Welfarte, ha offerto il programma più affascinante, con tanto di evento musicale.

Sul sito dell’Inps la cornice era così descritta: «Il cortile con un portico a tre lati tra i più suggestivi della città, il salone monumentale, la cappellina affrescata, la sala pompeiana e un’altana dallo splendido panorama, lasceranno senza fiato i visitatori». Nell’androne fa bella mostra una copia dello stemma dei Pazzi attribuito a Donatello: due delfini simmetrici girati verso l’esterno e quattro croci. Per l’occasione l’Inps ha proposto un concerto lirico e l’esibizione del Quartetto d’archi formato dai professori dell’Orchestra del Maggio musicale fiorentino. Guai a pensare che i dirigente dell’istituto abbiano pensato solo all’intrattenimento: «Non mancheranno momenti istituzionali per consentire agli interessati di usufruire di consulenze previdenziali presso le 3 postazioni Inps che saranno presidiate per l’intera giornata» era precisato sul sito.

Il complesso è suddiviso in tre piani e ha un appendice in via del Proconsolo 8. Al catasto 25 vani sono registrati come uffici; altri 39 vani sono iscritti come «abitazione di tipo economico», mentre al piano terra si trovano 5,5 vani «popolari», adibiti ad aule di formazione e per l’informatica. A questi 70 locali bisogna aggiungere circa 30 mila metri cubi di «uffici pubblici» in uno dei più bei palazzi di Firenze e quindi d’Italia e quindi del mondo. Al piano nobile c’è il celebre salone monumentale che può ospitare un’ottantina di invitati. Purtroppo gli ambienti sopra al salone sono senza pavimenti visto che quei solai sono inutilizzati e abbandonati al degrado da decenni.

L’ex direttore regionale dell’Inps della Toscana Fabio Vitale, rimasto in carica dal 2009 al 2014, aveva proposto di mettere a reddito questa sede regionale e di trasferire gli uffici in uno stabile periferico, precisamente in viale Matteotti, un edificio ereditato dall’Inpdap che è stato oggetto di numerosi interventi mai conclusi visto che l’impresa edile a cui erano stati affidati è fallita. La proposta di Vitale non venne però accolta. Eppure nei libri contabili dell’istituto Palazzo Pazzi è valutato circa 100 milioni di euro e ogni anno, secondo le notizie raccolte da Libero, costerebbe un’esagerazione di manutenzione straordinaria (almeno 1-2 milioni l’anno) e ordinaria (circa 100-150 mila euro l’anno). Palazzo Pazzi, è uno dei migliori esempi in città di architettura civile del Rinascimento.

Venne costruito tra il 1458 ed il 1469 e per alcuni al progetto avrebbe lavorato Filippo Brunelleschi, autore della cappella Pazzi. In quei saloni sarebbe stata ideata la congiura del 1478 contro Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano, che nell’agguato perse la vita. Per questa mattanza i Pazzi vennero esiliati e l’edificio passò di mano in mano. Dalla famiglia francese dei d’Estonville ai Medici ai Malaspina. Successivamente toccò agli Strozzi. Nell’’800 ospitò un istituto religioso e la sede della massoneria del Grand’Oriente d’Italia. Nel 1913 venne acquistato dalla Banca di Firenze, la quale lo fece restaurare dall’architetto fiorentino Adolfo Coppedè. Il passaggio all’attuale proprietario, l’Inps, avvenne in piena epoca fascista, nel 1931. Nel dopoguerra il palazzo fu oggetto di importanti restauri che restituirono all’edificio in suo aspetto quattrocentesco, l’ultimo dei quali, molto dispendioso, si è concluso sei anni fa.

Nonostante i costi esorbitanti nessuno all’Inps sembra intenzionato a privarsi di una sede tanto prestigiosa e così adatta a suggestivi concerti musicali

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