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mercoledì 15 luglio 2015

IL BOLLO AUTO È ALLE STELLE Paghiamo troppo: di chi è la colpa

In Sicilia il bollo auto non lo paga nessuno: tanto ci pensiamo noi

di Fausto Carioti



Un miliardo, duecentosettantaquattro milioni, centocinquantamila e duecentoventi euro. Che «depurati da sgravi vari, sospensioni e contribuenti deceduti, si riducono a euro 762.262.850». Ovvero 150 euro esatti per ogni siciliano, neonati inclusi. Tu chiamale, se vuoi, evasioni. Innocenti evasioni, dato che le possibilità di essere acciuffati dagli incaricati di Riscossione Sicilia sono bassissime. Quel miliardo e passa, cifra iperbolica, è l’ammontare dei tributi dovuti dai siciliani per il possesso dei loro veicoli e non pagati tra l’anno 2000 e il 2012. Nello stesso periodo, per lo stesso tributo, nella stessa regione, sono state infatti «riscosse somme solo per 169.512.013 euro». Meno del 12% del totale. Numeri e ammissioni che appaiono per la prima volta negli atti della giunta siciliana, grazie alla relazione che accompagna il disegno di legge sulla regionalizzazione della tassa automobilistica. Provvedimento con cui Alessandro Baccei, assessore per l’Economia di Rosario Crocetta, spera di invertire la rotta a partire dal prossimo anno.

In attesa di vedere se la medicina funziona almeno un po’, la diagnosi conferma la estrema originalità della gestione finanziaria della Regione, che a fronte di un debito destinato a raggiungere i 7,9 miliardi a fine 2015 (ma negli angoli bui delle contabilità locali potrebbero nascondersi orrende sorprese), a spese sanitarie pari a 9,2 miliardi l’anno (il 46% delle uscite regionali) e alla incapacità di riscuotere persino un tributo “facile” come quello sull’auto, con sprezzo del ridicolo mette in conto al Servizio sanitario anche quel particolare intervento di chirurgia estetica noto come «sbiancamento anale» (uno dei motivi per cui nei giorni scorsi la procura di Palermo ha fatto arrestare il primario Matteo Tutino, medico personale di Crocetta).

È una buona metafora, questa storia del bollo auto in Sicilia, per spiegare l’incapacità (o l’assenza o la connivenza) delle istituzioni nell’isola. In teoria, evaderlo è impossibile: accanto alla targa di ogni veicolo appaiono il codice fiscale di chi lo possiede e il suo indirizzo di residenza. Ma ci vuole la volontà di andarlo a cercare. E poi in Sicilia tutto sembra fatto apposta per aiutare chi non paga, inclusi i tempi del contenzioso: gli accertamenti per i bolli auto evasi nel 2009 sono stati notificati nel 2012 e iscritti a ruolo solo nel 2015.

È lo stesso Baccei, tecnico di scuola Ernst & Young, messo alle costole di Crocetta da Graziano Delrio, a trovare imbarazzante il confronto con le altre regioni. Col Veneto, ad esempio: il numero di veicoli è simile, anzi in Sicilia ce ne sono di più (4,2 milioni contro 3,9), eppure il gettito che il Veneto ricava dal bollo auto è più che doppio rispetto a quello della Sicilia: 696 milioni di euro contro 345,8 milioni.

Detta altrimenti, se la riscossione del tributo avvenisse con la stessa efficacia con cui è svolta in Veneto, a palazzo d’Orleans, sede della giunta di Crocetta, incasserebbero oltre 300 milioni in più ogni anno e non ci sarebbe stato bisogno di elemosinare una cifra identica presso il governo centrale, come avvenuto nei giorni scorsi. Con grande scandalo dei leghisti, che chiedevano a Matteo Renzi di dare quei soldi proprio al Veneto, colpito dalla tromba d’aria (da conservare, a proposito, le parole di Giovanni Ardizzone, presidente dell’assemblea siciliana e membro dell’Ucd: «I senatori leghisti pensassero al Veneto, regione in cima alla classifica per evasione fiscale»).

Normale, così, che il gettito ricavato in media dal bollo auto di ogni veicolo siciliano (mettendo nel conto anche quelli che non pagano, secondo la regola di Trilussa) sia pari ad appena 81 euro e risulti essere il più basso d’Italia. Il Veneto ne fa 179, il Piemonte 127, la Lombardia 120, l’Emilia-Romagna 134, il Lazio 136 e la Campania 96.

Il confronto con la Campania, che certo non è un modello di efficienza fiscale, è umiliante anche dal punto di vista dei costi: per la gestione delle tasse automobilistiche la Sicilia spende ogni anno 8,5 milioni di euro, mentre la Campania, scrivono i tecnici della giunta, «con un parco veicoli più numeroso, con procedure di aggiudicazione a terzi del servizio, ha costi pari a euro 3.850.000». 

Adesso Crocetta e il suo assessore promettono di cambiare tutto. Claudio Melchiorre, esperto di economia siciliana e decano del movimento dei consumatori, è tra quelli che non ci credono: «Le famiglie siciliane vivono con meno di diecimila euro l’anno e non hanno alternative per spostarsi. La Regione chiede soldi che nessuno potrà pagare».

martedì 14 luglio 2015

CASERTA Arrestato il sindaco Del Gaudio e Polverino. Richiesta d'arresto per Sarro

CASERTA Arrestato il sindaco Del Gaudio e Polverino. Richiesta d'arresto per Sarro






Caserta - Una decina di arresti eccellenti sono stati eseguiti questa notte dai carabinieri del Ros che hanno ammanettato e portato in carcere il sindaco (sfiduciato) di Caserta Pio Del Gaudio, l'ex consigliere regionale Angelo Polverino (riferimento politico di Del Gaudio) ed altri imprenditori. Richiesta d'arresto anche per il deputato di Piedimonte Carlo Sarro, attuale commissario provinciale di Forza Italia. Le accuse vanno dall'associazione mafiosa alla corruzione, passando per l'intestazione fittizia di beni alla turbata liberta' degli incanti e finanziamenti illeciti a partiti politici. Sono stati sequestrati anche beni per 11 milioni di euro. Le indagini dei Ros hanno svelato una serie di false denunce per estorsioni presentata da imprenditori contro il boss Michele Zagaria per ottenere una rigenerazione degli impresari in odore di camorra; un diffuso sistema di corruzione all'interno degli Enti che gestisco i servizi idrici della Regione Campania: l'elargizione di illeciti finanziamenti ad esponenti politici locali; la dispersione di materiale informativo rivenuto nel bunker di Michele Zagaria il giorno della sua cattura ed il suo successivo passaggio di mano in favore di esponenti del clan. Arrestati anche Luciano Licenza, Piccolo, l'imprenditore Fontana e l'ex parlamentare Tommaso Barbato.

Fonte: NoiCaserta.it

Sgarbi porta Berlusconi al porno-tour Lati B e manette: la faccia del Cav / Foto

Expo, Silvio Berlusconi visita l'esposizione curata da Vittorio Sgarbi al padiglione Eataly




"Qui, con Vittorio, a strabiliarmi di fronte a queste magnificenze che lui, solo lui, sa illustrare magnificamente". Il messaggio entusiasta lo ha firmato Silvio Berlusconi sul libro degli ospiti dopo il tour nell'esposizione curata da Vittorio Sgarbi nel padiglione Eataly di Expo. Prima il bagno di folla per il Cav e poi il giro tra opere d'arte moderna scelte direttamente dal critico d'arte. Un abbuffata d'arte passata anche per la famosa donna carota di Luigi Serafini, davanti alla quale - come mostra lo scatto diffuso dal blogger Nonleggerlo - un divertito Silvio Berlusconi ha ascoltato la descrizione dell'amico Sgarbi.

Ricarica lo smartphone a bordo del treno L'incubo, lo arrestano: il motivo assurdo

Inghilterra, lo arrestano perché ricarica lo smartphone in treno




Si può essere arrestati per aver messo lo smartphone in carica? A quanto pare si. L'utilizzo ossessivo dell'Iphone e la batteria che si scarica in continuazione, terrorizza tutti gli 'smartphone addicted' che si portano sempre nella borsa il carica batteria. Ma la ricarica è costata la libertà ad un giovane artista inglese. Robin Lee si trovava sul treno a nord di Londra quando ha attaccato l'Iphone nella presa di una corrente. Malauguratamente è stato sorpreso da un ufficiale proprio nel momento in cui lo stava ricaricando. L'addetto ha subito intimato al ragazzo di sospendere l'operazione perché stava "rubando elettricità da un treno" tramite una presa che può essere usata esclusivamente dal personale addetto alle pulizie. Il quotidiano inglese London Evening Standard, ricostruisce la vicenda e scrive che il ragazzo avrebbe opposto resistenza non volendo staccare il telefono dalla presa.

L'arresto - Arrivati alla stazione una pattuglia di agenti, precedentemente avvisati dal suo arrivo, lo ha arrestato. Gli ufficiali però sono stati comprensivi e hanno ritirato l'accusa. Robin quindi è stato rilasciato. È stato comunque avviato un procedimento aperto per 'comportamento inaccettabile'. Il ragazzo si è lamentato dichiarando: "Non avrebbero mai dovuto arrestarmi. L’intera faccenda è semplicemente ridicola. È stato un ufficiale di supporto troppo zelante. Ha detto che stavo sottraendo elettricità. Continuava a dire che è un crimine". La polizia ferroviaria si è giustificata affermando che in ogni vagone è presente un cartello che avvisa i passeggeri di non usare le prese della corrente perché a disposizione esclusiva del personale delle pulizie.

Luce e gas, rivolta sulle bollette gonfiate Il sospetto "truffa" sui consumi rilevati

L'Antitrust mette sotto controllo l'Enel, l'Eni, l'Acea ed Edison




Alcune bollette sospette di luce e gas hanno fatto muovere l'Antitrust in risposta alle segnalazioni e ai richiami degli utenti che si sono lamentati delle cifre incerte presenti nelle fatture. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, presieduta da Giovanni Pitruzzella, ha avviato quattro procedimenti istruttori verso le Spa Acea Energia, Edison Energia, Enel Servizio Elettrico ed Eni. Il motivo degli accertamenti è dovuto alle lamentele ricevute anche da diverse associazioni dei consumatori per accertare se ci siano state effettivamente delle violazioni del Codice del Consumo da parte delle società oppure degli operatori delle aziende.

Fatturazioni e Rimborsi mancanti - Tra i comportamenti sospetti saranno analizzate la fatturazione basata su consumi presunti, la mancata considerazione delle autoletture, la fatturazione a conguaglio di importi significativi, la mancata registrazione dei pagamenti effettuati con conseguente messa in mora dei clienti fino talvolta al distacco e il mancato rimborso dei crediti maturati dai consumatori. I funzionari dell'Antitrust con l'ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza hanno svolto ispezioni nelle sedi delle società interessate a Roma, Milano e San Donato Milanese.

Matteo Renzi e la lista dei "traditori": quelli che si "prende" da Forza Italia

Matteo Renzi, la sua lista per accogliere i fuoriusciti da Forza Italia




Da una parte c'è Verdini, che giovedì presenterà simbolo e programma del gruppo parlamentare col quale intende sostenere apertamente l'azione del governo Renzi. L'ex braccio destro del Cavaliere punta ad avere con sè dodici-tredici parlamentari coi quali puntellare una maggioranza che, specie al Senato, appare sempre più minata dai voti contrari o dal non voto della minoranza dem. Un precedente c'è gia stato, quando quattro verdiniani (D'Alessandro, Faenzi, Mottola e Parisi) hanno votato con il governo "salvando" la riforma della scuola. Dall'altra c'è Angelino Alfano, sempre più succube della linea di Renzi e ormai sulla via del non ritorno in quel centrodestra con cui ormai condivide poco o nulla e che lo vede come il fumo negli occhi.

E allora, ecco il piano. Rivela il quotidiano "Il Tempo" che il premier starebbe lavorando  alla possibilità di creare una "Lista Renzi" nella quale far confluire tutti i fuoriusciti da Forza Italia e gli stessi alfaniani. E' chiaro che le scelte di Alfano prima e di Verdini adesso prevedano una "ricompensa elettorale". Ma, scrive ancora "Il Tempo", candidare un Verdini e i suoi fedelissimi nelle liste del Pd quando finirà la legislatura in corso sarebbe un rischio troppo grande anche per Renzi, che probabilmente si vedrebbe rivoltare contro l'intero partito. Ecco, allora, la via d'uscita della "Lista", che tuttavia si scontrerebbe con il funzionamento dell'Italicum che a oggi non prevede più un premio alla coalizione, ma al singolo partito. Cosa che taglierebbe fuori appoggi da liste collegate, che sarebbero importanti per tamponare i voti persi con le scissioni che si stanno compiendo nella sinistra dem. Serve un "ritocco" alla legge elettorale . Renzi di tempo ne ha: potrebbe, di qui al 2018, cambiare solo questo aspetto della legge (con l'appoggio, ovviamente, degli "interessati") e così aprire le porte (e premiare) chi lo ha sostenuto e lo sosterrà in questi anni al di fuori del Pd.

lunedì 13 luglio 2015

IVAN BASSO: HO IL CANCRO, MI RITIRO Terribile scoperta dopo la caduta al Tour

Tour de France, Ivan Basso ha un tumore: si ritira dalla gara




Il ciclista Ivan Basso ha scoperto di avere un tumore e ha quindi deciso di ritararsi dal Tour de France. Il ciclista della Tinkoff-Saxo era alla sua ultima partecipazione in carriera del Tour, dopo una delle carriere più fruttuose per il ciclismo italiano. Basso ha vinto due edizioni del Giro d'Italia, nel 2006 e nel 2010, e ha messo in bacheca per due volte il podio al Tour. A malincuore, Ivan il Terribile ha dovuto lasciare la gara prima del previsto, dopo la scoperta del tutto fortuita del cancro: "Ce ne siamo accorti dopo la mia caduta nella quinta tappa: quel giorno ho battuto un testicolo contro la sella, come tante altre volte. Però ha cominciato a darmi fastidio e allora stamattina siamo andati a Pau dove c'è un famoso urologo per fare una visita. La tac ha evidenziato la presenza di cellule tumorali nel testicolo sinistro. A questo punto devo tornare subito a casa per operarmi".