Rai, il sistema di controllo del direttore generale Luigi Gubitosi: licenzia i fannulloni o con le buone o con le cattive
Tira un'aria pessima nei corridoi di viale Mazzini alla sede della Rai. Eppure questi dovevano essere giorni di liberazione, visto che l'attuale direttore generale, Luigi Gubitosi, doveva andare via a fine maggio. Il governo gli ha prorogato l'incarico a fine giugno, ma nessuno sarà sorpreso che rimarrà al suo posto fino al prossimo autunno. Abbastanza comunque per continuare a segare tutti quei dipendenti bollati come fannulloni. Non è chiaro se Gubitosi si sia ispirato al fortunato programma di Raiuno la Ghigliottina, ma è certo che finora ha cacciato una ventina di dipendenti, a cominciare dagli indagati per corruzione.
Il metodo - In un clima fantozziano di leggende e spifferate, racconta il Fatto quotidiano che Gubitosi avrebbe messo in piedi un sistema di investigazione interno che si sarebbe avvalso anche di professionisti specializzati per settacciare le abitudini dei dipendenti che usufruiscono di rimborsi spese, missioni e lunghi periodi di ferie. Un lavoro tutt'altro che semplice in particolare per casi che riguardano i dirigenti, provando a capire quanto lavorano davvero e quanto della propria vita privata si godono a scrocco mettendolo sul conto di mamma Rai. I dirigenti non hanno obbligo di strisciare il tesserino per entrare in azienda, quindi l'analisi dei tabulati delle presenze aiuta poco il giù scafato Gubitosi, che usava questa strada già quando tagliava teste a capo del ramo italiano di Bank of America - Merill Lynch. Così sembra siano scattati pedinamenti e osservazioni a distanza. Per tutti la conclusione è l'obbligo di scelta tra due strade: lasciare l'azienda con le buone o con le cattive. Nel primo caso l'azienda risparmia il procedimento disciplinare e la cacciata per scarso rendimento, così da evitare imbarazzi; nel secondo si apre il baratro del contenzioso legale dopo il licenziamento per raccomandata.
Il boomerang - La scelta più indolore sarebbe quella che evita il contenzioso. Ma non tutti l'hanno preferita, a cominciare da un dirigente molto importante, promosso dallo stesso Gubitosi a quel ruolo, che ha preferito prendere la faccenda di petto. Licenziato e poi reintegrato dal giudice, il dirigente si è fatto rimborsare dall'azienda anche 50 mila euro in cure mediche, per i gravi danni subiti. L'azienda gli contestava di lavorare solo nei festivi, compresa Pasqua e Natale e cioè quando la giornata in busta paga viene pagata molto meglio, e di aver preso un periodo enorme di ferie. Il tribunale invece gli ha dato ragione perché la "scarsa attitudine all'impiego" era riferita al pregresso e non al periodo attuale. Gubitosi furioso ha fatto ricorso. Nel frattempo ha messo in ferie il dirigente in attesa che maturi i requisiti minimi per la pensione. E l'irritazione non è certo calata quando il dg Rai ha scoperto che nelle 50 mila euro di rimborsi medici c'erano anche delle confezioni di Viagra, visto che l'allontamento da viale Mazzini gli aveva procurato danni talmente gravi da aver bisogno di un sostegno corposo a letto.