Immigrazione, la missione Ue è già un flop: parole, pochi mezzi e zero aiuti. E senza l'Onu, gli scafisti ridono
Quarantamila migranti "in evidente bisogno di protezione" redistribuiti da Italia e Grecia verso gli Stati Ue, la creazione di centri di identificazione "strutturati" nei Paesi in prima linea, una assistenza finanziaria rafforzata per i Paesi punto d'approdo, Italia in testa. Sono alcune delle novità, che potrebbero essere varate nel vertice europeo in programma a Bruxelles giovedì e venerdì, contenute nella ultima bozza delle conclusioni messe a punto dagli sherpa in vista del summit. E sono il tentativo, si legge, di "rafforzare la solidarietà e responsabilità" europea sul tema immigrazione.
Emergenza continua - Intanto un'unità libica ha sparato contro un gommone carico di immigrati. Uno di loro è rimasto ucciso. Un altro, ferito, è stato trasferito in elicottero a Lampedusa. Gli altri passeggeri sono stati prelevati da una nave militare italiana che si è diretta verso Pozzallo (Ragusa). In attesa del vertice dei capi di Stato e di governo, l'Unione Europea ha ufficialmente lanciato la missione navale contro il traffico di migranti nel Mediterraneo. Lo hanno deciso i ministri degli Esteri, a Lussemburgo: la missione avrà nella sua prima fase compiti di intelligence e vigilanza rafforzata con il pattugliamento in alto mare per individuare i trafficanti; ma nel lungo termine l’obiettivo potrebbe essere la distruzione dei barconi di migranti. L'obiettivo, come ha spiegato l'alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mgherini, "non sono i migranti, ma quelli che fanno soldi sulle loro vite".
Serve il sì dell'Onu - I ministri degli Esteri dell'Ue hanno dato il via libera all'operazione senza dibattito perché la misura è stata già concordata dagli ambasciatori la scorsa settimana. Battezzata EuBavfor Med e composta da un migliaio di uomini, l'operazione sarà guidata dall'ammiraglio italiano, Enrico Credendino, con sede a Roma. La piattaforma di comando e coordinamento sarà la portaerei Cavour che avrà anche la funzione di un ospedale navigante per soccorrere i migranti. Una dozzina di Paesi si sono già impegnati a fornire uomini e mezzi: in tutto, sono già stati messi a disposizione 5 navi da guerra, 2 sottomarini, 3 aerei, 2 droni e 3 elicotteri. La missione sarà operativa dalla prima settimana di luglio ma bisognerà attendere il 20, quando i ministri degli Esteri torneranno a riunirsi in Consiglio, perché l'ammiraglio Credendino presenti ai Ventotto i primi elementi sull'avvio dell'operazione. In quella occasione, secondo quanto ha riferito un responsabile della Difesa Ue, si potrà valutare una possibile evoluzione della missione, e prendere in considerazione il passaggio alla seconda fase più attiva, quella per distruggere i barconi degli scafisti. Ma per questo servirà il sostegno dell'Onu attraverso una risoluzione del Consiglio di Sicurezza o almeno un accordo per un governo unitario in Libia, dove invece che al momento la situazione è ancora in alto mare.