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domenica 21 giugno 2015

Niente multe con l'autovelox "Così ho battuto lo Stato"

Autovelox e multe, l'uomo della svolta: "Così ho battuto lo Stato"




L'uomo che ha sconfitto le multe degli autovelox ha passato dieci anni di ricorsi e di lotta contro lo Stato. Lui è Massimo Tribolo, avvocato, e ha incominciato la battaglia per colpa di 143 euro di multa appioppati alla moglie Simona Carbone per eccesso di velocità (con 2 punti in meno sulla patente) a Mondovì, nel Cuneese, sulla Torino-Savona. 

Dieci anni di battaglie legali - E' il 2005, l'auto è di Tribolo ma lui è sul sedile passeggero, a guidare è la moglie. Come ricostruisce la Stampa, il limite orario è 110 e secondo l'autovelox l'auto viaggia a 143 km/h. Multa contro cui i coniugi ricorrono scrivendo al prefetto facendo appello alla "inaffidabilità degli autovelox non tarati". Il prefetto respinge il ricorso ma la coppia (tosta) non molla rivolgendosi al giudice di pace di Mondovì. Si passerà poi in Appello a Torino in Cassazione, nel 2008. Nel 2014 la Corte rimette tutto alla Corte Costituzionale, per far valutare i profili di costituzionalità dell'articolo 45 comma 6. 

"Così ho vinto contro lo Stato" - Tribolo ha definito quell'articolo "irragionevole": "E' la legge metrica - spiega alla Stampa -. Se io vado al mercato mi aspetto che le bilance siano perfettamente tarate per farmi pagare il giusto. Perché lo stesso principio non va applicato alla velocità?". Ora Tribolo ha vinto, e rischia di dare la stura a migliaia di ricorsi. Il momento più duro è stato quando in Appello è stato condannato a pagare 2.500 euro di spese processuali. Stava per mollare, ma "ho avuto la fortuna di rappresentare me stesso. Ho gettato alle ortiche sì un mare di tempo, ma alla fine ho sostenuto spese legali minime. Un cittadino non lo avrebbe fatto. Avrebbe pagato, arrendendosi, o sarebbe stato bastonato dal sistema". Non è ancora finita, però: "Ora la Corte di Cassazione dovrà esprimersi. Annullando la multa e risarcendoci delle spese sostenute. Infine restituendo i due punti sulla patente a mia moglie. E stiano certi: andremo fino in fondo".

sabato 20 giugno 2015

NUOVO NAZARENO? Silvio chiama Renzi Ma dà tre condizioni

Berlusconi dialoga con Renzi, 3 condizioni per il Nazareno bis: "Cambiare l'Italicum, Senato elettivo e premio alla coalizione"




Il patto del Nazareno, quella tanto discussa alleanza tra Forza Italia e il Partito democratico, è ormai morta da tempo. Le circostanze e le scelte di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi hanno fatto in modo che l’idillio fra la coppia terminasse in un divorzio. Ma adesso, stando a quanto scrive Francesco Verderami su Il Corriere della sera, potrebbe esserci un riavvicinamento. Per conto del Cavaliere, infatti, l’azzurro Paolo Romani si sarebbe incontrato con il capogruppo democratico Luigi Zanda per ridiscutere i termini di un futuribile nuovo accordo. Lo scetticismo fra le parti rimane, è inutile negarlo, e i rapporti certo sarebbero più freddi rispetto al passato. Ma un tentativo andava pur fatto.

Le condizioni - Berlusconi sarebbe quindi pronto ad alzare di nuovo il telefono per mettersi d’accordo con Renzi, ma a certe condizioni. Che non sarà facile superare. Anzitutto una modifica dell’Italicum, che è stata fra i principali motivi della rottura. Quindi un ritorno al Senato elettivo e un premio di maggioranza non più alle liste ma alle coalizioni, in modo da superare l’obbligo di fondare un partito unico per avere qualche speranza alle elezioni politiche. Per il premier, però, “Berlusconi si è reso conto di aver commesso un grave errore” a lasciarlo e questo lo starebbe spingendo al ritorno. La convinzione non c’è tutta, insomma, e tra l’altro sarà oggettivamente difficile che il Governo sia disposto a modificare proprio i tre punti principali del suo programma. Quelli su cui più si sta battendo con avversari interni ed esterni.

L’avanzata delle liste - Dall’altro lato Berlusconi non vede molte alternative per il presidente del Consiglio, se davvero vuole salvare il suo esecutivo: “Renzi è odiato all’interno del suo partito, dove ho l’impressione che stiano lavorando per farlo cadere”. È anche vero, però, che Forza Italia è uscita indebolita dall’ultima tornata elettorale. A vincere infatti non è stato il tanto famoso simbolo berlusconiano, ma delle anonime e moderate liste civiche. Tanto che a Venezia il neo sindaco Salvatore Merlo ha dichiarato, in un’intervista a Il Foglio: “Sono debitore della generosità di Forza Italia, che si è fatta un po’ da parte”. Non ha quindi tutti i torti Renzi quando dice che un Nazareno bis converrebbe più al Cavaliere che a lui.

Da Facebook a Twitter e WhatsApp: ecco dove vi spiano più facilmente

Internet, WhatsApp non protegge la privacy degli utenti contro governi e agenzie. Apple, Twitter, Facebook più sicuri




Colossi come Apple, Adobe, Yahoo!, Google, Microsoft e Twitter proteggono la privacy dei loro utenti. Bocciato su tutta la linea, invece, WhatsApp, la più popolare tra le applicazioni di messaggistica via smartphone e iPhone utilizzata da un miliardo di persone nel mondo. E' il risultato di una ricerca della Electronic Frontier Foundation, ripresa da Repubblica, sul rapporto fra le grandi compagnie del web e le richieste di dati da parte di governi, amministrazioni e autorità delle informazioni. Il software, controllato da Facebook, lascerebbe eccessiva (se non totale) possibilità ai governi e agenzie di sicurezza di controllare conversazioni, video e foto condivise dagli utenti. Dietro le app e i social network più "ermetici", ci sono quelli a sicurezza media come Pinterest, Reddit, Snapchat, Tumblr, Linkedin e Amazon. 

"I no global a Ventimiglia coi profughi" La polizia si prepara a un'altra Genova

Immigrazione, l'allarme del Viminale: pericolo antagonisti e No Tav sull'emergenza di Ventimiglia




Non bastava lo stato di emergenza a Ventimiglia con i profughi accampati sugli scogli in attesa da giorni di entrare in Francia e i francesi convinti a rimbalzarli senza condizioni. La polizia italiana si è ritrovata a rispedire in Francia anche persone non sbarcate in Italia che i gendarmi d'Oltralpe hanno provato a spedire sperando non se ne accorgesse nessuno. Ora i problemi per il ministero dell'Interno di Angelino Alfano potrebbero aumentare e non poco. Il prossiom 25 e 26 giugno si riunirà il Consiglio europeo per cercare un accordo sulle controverse quote di profughi da redistribuire tra i Paesi membri. E nel frattempo si affaccia sul luogo simbolico della frontiera di Ventimiglia lo spettro dei movimenti antagonisti e relativi disordini organizzati. Come riporta Il Messaggero, al Viminale c'è la preoccupazione concreta che sulla frontiera italo-francese possano concentrarsi le attenzioni di anarchici, antagonisti, oltre che i movimenti No Tav e Terzo valico. E sul web qualcuno lancia anche qualche suggerimento utile per aggirare i controlli della polizia. L'ex no global Francesco Caruso, oggi docente universitario, forte dell'esperienza sul campo durante il G8 di Genova del 2001, ha voluto condividere su Facebook qualche trucchetto imparato in gioventù, quando attraverso stradine e sentieri alternativi, arrivarono per devastare Genova centinaia di criminali. Anzi Caruso fa di più e si propone di organizzare con mezzi propri il trasporto alternativo per dare l'opportunità ai profughi di varcare il confine. Il fu giovane leone però al momento non si è ancora visto sugli scogli liguri



Francesco Caruso
Works at Università della Calabria · 46 Mutual Friends · June 17 at 5:28pm · 
ma secondo voi tutti i valichi con la francia sono presidiati? io ricordo che per aggirare il blocco della polizia a ventimiglia per il controvertice di Nizza, ci inerpicammo per una stradina di campagna e in 20 minuti arrivammo in Francia. Se è così, domani diserto il convegno a Bologna, affitto un furgone 9 posti e faccio una decina di viaggi su e giù. ‪#‎SpalloniAntirazzisti‬

GUERRA ATOMICA IN EUROPA Putin, missili contro un Paese Ue

Russia, Vladimir Putin minaccia la Svezia: "Se aderite alla Nato punteremo i missili nucleari su di voi"




Svezia e Russia non si sono mai amate ma solo mal tollerate, tanto da aver combattuto ben 11 guerre tra il 1321 e il 1809. Negli ultimi anni però i rapporti fra i due Paesi si erano sempre mantenuti stabili grazie a un delicato equilibrismo e a una lunga serie di incidenti sempre evitati. Ma ora Mosca avverte Stoccolma senza mezzi termini: “se dovesse decidere di aderire alla Nato, dovrà essere consapevole dei rischi cui si espone”. A dirlo è stato l’ambasciatore russo in Svezia Viktor Tatarinstev che, ricorrendo a toni tutt’altro che diplomatici, ha avvertito che Vladimir Putin “ha annunciato che ci saranno conseguenze e che la Russia sarà costretta a rispondere militarmente riorientando le nostre truppe e puntando i nostri missili balistici armati di testate atomiche”.

Consigli “amichevoli” - In un'intervista ad un quotidiano svedese, l’ambasciatore russo ha consigliato alla Svezia di riflettere bene sulle conseguenze di un’eventuale adesione all’Alleanza Atlantica alla quale né la Svezia né la ancora più vicina Finlandia hanno mai aderito. Questo proprio per non irritare l’ingombrantissimo e minaccioso vicino, una volta imperiale zarista, poi sovietico ed ora russo. I regimi a Mosca e San Pietroburgo sono cambiati nel corso dei secoli ma non il loro atteggiamento con i vicini.

Segnali preoccupanti - Negli ultimi mesi gli incidenti sfiorati tra le forze armate russe e quelle svedesi sono stati frequenti. Più volte il jet di Stoccolma, come di altri Paesi vicini, si sono dovuti alzare in volo per intercettare i giganteschi e antiquati, ma ancora minacciosi, bombardieri strategici russi Tu- 95 Bear. Il 5 ottobre venne invece pubblicata la foto di un caccia russo Su-27 che sfiorava di pochi metri un aereo da ricognizione svedese, e due settimane dopo un sottomarino russo si è spinto fino alle acque costiere svedesi dando il via a giorni di caccia da parte della marina di Stoccolma proprio nelle acque antistanti la capitale. Detto ciò, anche se è cresciuta dal 17% del 2012 al 31% del 2015, la voglia degli svedesi di aderire la Nato non sembra tale da spingere il governo a compiere il passo. In ogni caso, Mosca preferisce non correre rischi e stroncare sul nascere qualsiasi velleità ostile del vicino.

GRECIA, LE BANCHE SI SVUOTANO Folle corsa ai bancomat, è quasi-crac

Grexit, in un giorno ritirato dalle banche un miliardo di euro




Il ricordo non è proprio fresco, ma è rimasto negli occhi e nella mente dei risparmiatori di tutto il mondo. E' quello legato alle immagini che qualche anno fa arrivavano dall'Argentina, un tempo Paese felix e poi piombata nella crisi nera. Mostravano, quelle immagini, lunghe file di correntisti in coda davanti agli sportelli bancari. Ma le banche avevano chiuso i rubinetti e a centinaia di migliaia, in Argentina, non videro più i loro soldi. Così, oggi, il timore della Grexit sta spingendo i risparmiatori greci a ritirare in massa i deposti bancari. Nella sola giornata di ieri è stato ritirato oltre un miliardo di euro. Secondo diverse fonti bancarie, in nei quattro primi giorni di questa settimana sono usciti dalle banche greci ben 3 miliardi di euro ritirati dai depositanti, il 2,2% del totale dei depositi bancari del Paese.

Il vaffa ad Alfano dal capo Sinti e Rom: "Se mi regalano una villa, non ci vado"

Campi rom, parla Davide Casadio, presidente dei sinti e rom: "Se mi regalano una villa, non la accetto"




La proposta di Angelino Alfano di abbattere i campi rom e trasferirne gli abitanti in case stabili ha sollevato critiche nel mondo della politica. Soprattutto in casa Lega nord, come c’era da aspettarsi. Ma, sorprendentemente, sono anche i nomadi stessi a rifiutare questa offerta. Davide Casadio, sinto italiano di 45 anni, è il presidente della Federazione nazione rom e sinti e, in un’intervista concessa a Il Giorno, ha spiegato il suo punto di vista. “Non tutti i sinti – ha dichiarato – vogliono andare a vivere in una casa. Io, per esempio, vivo in una casa mobile e se mi regalano una villa, non la accetto”.

Questione di abitudine - “Un sinto che per 40 anni ha vissuto in un certo habitat - ribadisce Casadio - poi viene mandato in una casa. Sarebbe spaventato, non riuscirebbe a pagare le spese, come la mantiene? Noi sinti viviamo giorno per giorno e non possiamo avere spese in più”. Nessuna spesa quindi, ma un graduale processo di trasferimento “dai mega campi alle micro aree, poi ai terreni privati e, infine, alle case. Non serve un taglio netto come pensa il Governo”.

Controfferta - Il problema secondo Casadio sta alla base, nell’integrazione fra i popoli che non c’è mai stata. Quello che servirebbe, ad esempio, è “un sussidio alle minoranze rom e sinti, riconosciute vittime dell' Olocausto”. Come accade in Francia o in Germania, ad esempio. Non solo, gli stessi comuni dovrebbero aiutare i nomadi nella ricerca del lavoro: “fanno fatica gli italiani a trovarlo e noi a ogni colloquio siamo mal visti. Se ogni Comune 'adotta' una famiglia di sinti, il problema è risolto”.