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venerdì 19 giugno 2015

BOMBA SU PALAZZO CHIGI "Pronti a denunciare Renzi"

Caso De Luca, Renato Brunetta: "Forza Italia pronta a denunciare Matteo Renzi per abuso d'ufficio"




Il caso Vincenzo De Luca continua. La bomba del governatore "impresentabile" eletto in Campania può esplodere e spazzare via Matteo Renzi. Ad accendere la miccia dell'ordigno è Renato Brunetta, che nel corso di una conferenza stampa alla Camera non ha usato giri di parole. La posizione di Forza Italia è chiarissima: "Un minuto dopo la proclamazione De Luca dovrà essere sospeso. Se Renzi prende tempo per fargli nominare il suo vice e avviare l'attività politica in Campania, compie un abuso d'ufficio. Per questo abbiamo già pronta una denuncia alle autorità giudiziarie". Forza Italia, dunque, è pronta a denunciare il premier per abuso d'ufficio, una sfida totale a Palazzo Chigi.

"Game over" - Brunetta, per rendere ancor più concreta la minaccia, ha ricordato come Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica, configurava la stessa ipotesi di reato, abuso d'ufficio appunto. "A me - ha ripreso Brunetta - interessa l'operato di Renzi, che non deve prendere in giro gli italiani, la legge e le istituzioni. Vogliamo evitare che commetta un reato e abbiamo aspettato questo momento per lanciare l'avvertimento. Sulla vicenda De Luca uso le sue stesse parole: game over", e il riferimento è alla frase del premier, pronunciata l'11 settembre 2013 a Porta a Porta, dopo la definitiva sentenza di condanna contro Silvio Berlusconi.

"Sulla Luna non ci siete mai stati" Il missile atomico di Putin contro Obama

La Russia apre un'indagine sulle missioni lunari americane




La "nuova guerra fredda" tra Stati Uniti e Russia sbarca nello spazio. Come scrive il quotidiano "La Stampa", il portavoce del Comitato Investigativo del governo russo Vladimir Markin ha pubblicato un editoriale sulla "Izvestija (tradotto in inglese sul Moscow Times perchè non passasse inosservato ad alcuno), nel quale annuncia una inchiesta che potrebbe rivelare "nuovi retroscena sugli storici viaggi spaziali" degli americani. Cioè quelli sulla Luna delle missioni Apollo, a cavallo tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70.

Markin sottolinea come i preziosi filmati originali del primo allunaggio di Neil Armstrong e Buzz Aldrin siano andati distrutti. E si chiede che fine abbiano fatto i tanti manufatti, tra cui quintali di pietre lunari, portate sulla terra dopo le missioni e di cui non si hanno più notizie. "Non vogliamo sostenere che gli americani non siano andati sulla Luna e che abbiano semplicemente girato un film sulla missione. Ma tutti questi manufatti scientifici - o forse culturali - fanno parte del patrimonio dell’umanità e la loro scomparsa senza lasciare traccia è una perdita per tutti noi. Un’indagine potrebbe rivelare che cosa è accaduto" scrive Markin.

La ragione per la quale i sospetti di Mosca si riaffacciano dopo 46 anni è spiegata dallo stesso Markin alla conclusione del suo intervento, quando afferma che gli Stati Uniti non hanno il diritto di indagare sullo scandalo della Fifa, che sta pesantemente coinvolgendo anche Vladimir Putin e la Russia. Se insistono - è l’implicita minaccia - Mosca potrebbe fare rivelazioni imbarazzanti.

Superenalotto: è truccabile? La denuncia di Franco Corbelli

Superenalotto: è truccabile? La denuncia di Franco Corbelli


Franco Corbelli
Movimento Diritti Civili 

"Oggi abbiamo avuto una conferma di quanto denunciamo da anni: la 'ndrangheta riciclava con le vincite al Superenalotto. Ma come poteva conoscere i nomi dei vincitori delle schedine, se questi sono riservatissimi?", dice Franco Corbelli, del Movimento Diritti Civili, che oggi ha tenuto una conferenza, una delle sue tante conferenze in difesa dei diritti dei cittadini. 


Caivano (Na): Partenza Flop per il Sindaco Simone Monopoli Dopo i primi incontri per formare la Giunta, l'Avv. Acerra: "No alla logica del manuale Cencelli"

Caivano (Na): Partenza Flop per il Sindaco Simone Monopoli Dopo i primi incontri per formare la Giunta, l'Avv. Acerra: "No alla logica del manuale Cencelli"




Speriamo che oltre alle strette di mano con i partiti
vengano anche rispettate le parole date ai cittadini!

Il Sindaco di Caivano Simone Monopoli, è partito subito con il piede sbagliato. Dopo aver sventolato in Campagna elettorale ai quattro venti la bandiera della lealtà contro i traditori e contro i vecchi politici, i cosiddetti inaffidabili, (a tempo) e, appunto, dopo essersi alleato con gli stessi neanche una settimana dopo, per opportunità politica, per Monopoli iniziano da subito, dal suo secondo giorno di mandato i primi grattacapi. Quelli di gestione. Difatti, l'Avvocato Domenico Acerra, fondatore della Lista Civica "Noi Insieme con Monopoli",  professionista serio, impegnato politicamente proprio con Monopoli, inizia a lamentare qualche mal di pancia. Di seguito il comunicato: “Sento voci, che spero siano infondate per sincero sentimento di bene verso le Istituzioni Democratiche e il Paese, secondo cui la prossima giunta comunale sarà oggetto di spartizione tra tutti i partiti che compongono la coalizione che sostiene il dottore Monopoli – dice il professionista -. Secondo tali indiscrezioni, a ogni Partito sarà ricnosciuto un assessore. A parte la scorrettezza democratica di tale procedura, con la quale si attribuisce ai Partiti un potere di nomina nella giunta comunale non previsto dalla legge, che al contrario riconosce tale potere esclusivamente al Sindaco, tutto questo in perfetta linea con la tanto deprecabile e mai abbastanza deprecata logica partitocratica e spartitoria contro cui credevo di avere combattuto e vinto la battaglia con la elezione a sindaco del dottore Monopoli. Ciò che comunque più colpisce a uno sguardo disinteressato è che il Sindaco, se fossero conferme tali voci, si sarebbe fatto irretire all’interno di una logica che tanti danni ha provocato al nostro sistema democratico fino a rendere ingovernabile il Paese. Il Paese deve essere liberato non solo dai vecchi Personaggi politici ma soprattutto dalle vecchie logiche politiche. Gli amministratori devono superare il vaglio dei meriti e delle capacità e non quello delle appartenenze ai partiti, degli equilibri politici e delle fedeltà personali”. 

Insomma, dopo l'avv. Acerra, chi si accoderà per cercare di ri-portare sulla retta via il Sindaco Monopoli? Legalità, Reddito di Cittadinanza, Eco-Balle, Rilancio occupazionale, queste le priorità, tutti temi fondamentali che dovranno essere per il neosindaco Monopoli punti da non anteporre alle classiche logiche di spartizione di incarichi istituzionali.

"Manuale Cencelli?" - Il Manuale Cencelli è un'espressione giornalistica con cui si allude all'assegnazione di ruoli politici e governativi ad esponenti di vari partiti politici o correnti in proporzione al loro peso. L'espressione viene spesso usata in senso ironico o dispregiativo, per alludere a nomine effettuate in una mera logica di spartizione in assenza di meritocrazia. 

Dopo il trionfo, la prima battaglia: tra Toti e Salvini adesso è scontro

Liguria, Giovanni Toti verso la resa: una giunta quasi tutta di leghisti




Dopo la gioia della vittoria, i primi dissapori. Il terreno è quello della Liguria, dove dopo il decisivo contributo alla vittoria di Giovanni Toti, la Lega Nord passa all'incasso. Già, perché il Carroccio ha già "pagato", sacrificando il candidato Edoardo Rixi in favore dell'oggi governatore Giovanni Toti. Scelta azzeccata, anche se, come detto, senza i "voti verdi" difficilmente l'ex direttore Mediaset avrebbe potuto sbaragliare la concorrenza della piddina Raffaella Paita. Il punto è che la Lega, alle urne liguri, ha raggranellato il 20,25% - mica bruscolini - rispetto al 12,66% di Forza Italia. Così oggi Matteo Salvini e il suo Stato maggiore locale vogliono far fruttare quei consensi, piazzando i propri uomini nella nascente giunta (lasciando così poco margine di manovra al governatore Toti). Il punto è semplice: i leghisti, prima del voto, si sono arresi a Silvio Berlusconi, e ora non è loro intenzione (ri)farlo (piccola parentesi: si "arresero" perché l'accordo prevedeva l'appoggio di Forza Italia a Luca Zaia in Veneto, quando ancora si pensava che l'armata Brancaleone Moretti-Tosi potesse insidiarlo).

Molto verde, poco azzurro - Il timore (fondato) di Toti, ora, è che riempiendo la giunta di uomini del Carroccio, questi rispondano in primis a Slavini e Rixi piuttosto che a lui. Nel frattempo impazza il toto-nomi, tanto che lo stesso Toti poche ore fa è stato costretto ad intervenire parlando di "nomi di fantasia". Eppure di nomi se ne fanno, eccome, e ne fa soprattutto Il Secolo XIX, il quotidiano di Genova, che ha dato alle stampe i nomi dell'ipotetica giunta "totiana" (o "rixiana"?). Una giunta molto, molto leghista: già, perché secondo Il Secolo, l'unico posto riservato a Forza Italia sarebbe quello di assessore al Welfare, che andrebbe al sindaco di Ameglia, Giacomo Giampedrone. Quindi un incarico di rilievo ad Ilaria Cavo, la giornalista Mediaset, che dovrebbe entrare con un incarico apicale nello staff di Toti.

Forza Italia si arrende? - Gli altri nomi? Tutti leghisti, o di quell'area. Sonia Viale dalla segreteria del Carroccio ligure dovrebbe planare fino alle Infrastrutture e alle Attività Produttive; quindi Stefano Mai, all'Urbanistica, Ambiente e Mobilità; e ancora Luca Gandullia e Fabio Rizzi, due tecnici che dovrebbero rispettivamente approdare al Bilancio e alla Sanità. In Giunta, infine, dovrebbe esserci spazio anche per Fratelli d'Italia, con Carlo Fidanza, che potrebbe strappare il Turismo e Sport (a bocca asciutta invece gli alfaniani, sì nella coalizione ma inchiodati all'1,71% raccolto alle urne). Certo, ad oggi si tratta di indiscrezioni, come detto già smentite da Toti. Eppure pare evidente come al di là delle parole ci sia un piccolo scontro in atto. Un piccolo scontro "poltronaro" dove Forza Italia potrebbe trovarsi costretta ad abdicare: la Lega ha già fatto il suo gesto di generosità, e non è disposta a ripeterlo.

A Pitti Uomo la vanità dell'unisex Il ritorno di Bikkembergs

A Pitti Uomo la vanità dell'unisex  Il ritorno di Bikkembergs


di Daniela Matromattei 


C’è chi dice che a Pitti Uomo siano sbarcati gli Young Urban Creative, i giovani creativi metropolitani, un’evoluzione degli Yuppie anni 80, chi è convinto che siano tornati i pantaloni morbidi e chi afferma che l’uomo sia diventato più vanitoso che mai. Di sicuro torna l’unisex e appare evidente una mescolanza fra le stagioni, che finalmente ci libera dal cambio armadio inverno-estate. Ed è altrettanto vero che il mercato maschile è in crescita. Tanto da spingere Gherardini a lanciare la linea uomo che comprende travel kit, zaino-borsa weekend peso piuma da portare a mano o a spalla e un parka leggerissimo, antipioggia e antivento, unisex realizzato in collaborazione con Herno.

La vetrina internazionale di Firenze ha riportato alle origini Bikkembergs che ha presentato la prima collezione di underwear, beachwear e sockswear prodotta e distribuita da Perofil, grazie all’accordo siglato nel mese di gennaio 2015. Come è nel dna del brand questa nuova linea è all'insegna del trionfo della bellezza maschile. Ad interpretarla un esercito di 11 sportivi, arrivati in Fortezza da Basso indossando soltanto intimo e costumi da bagno. Dopo aver attraversato viaggetti e padiglioni, i ragazzi si sono posizionati su un grande podio logato Bikkembergs, elevato da un campo di prato verde ad un'altezza di 2 metri nel cortile della Polveriera. Un'installazione artistica a tema «Olympic games», infatti gli interpreti hanno indossato l'intimo e i costumi da bagno della capsule collection dedicata alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, caratterizzati da una stampa forte e colorata ispirata alle discipline sportive.

Come dice Pino Lerario (Tagliatore) che ha presentato a Pitti blazer a quadri bianchi e blu (vira verso il denim) , quello che vedremo nelle vetrine dei negozi per l'uomo il prossimo anno resta sempre la giacca, spesso abbinata al gilet, rinnovata con macro armature su strutture svuotate (Paoloni), alleggerite come cardigan in maglia. Texture e disegni d'ispirazione anni Settanta hanno un aspetto tridimensionale (L.B.M. 1911), ton sur ton o con nuance a contrasto. Si confermano assoluti evergreen il check e la riga, mentre si afferma l'effetto denim su giacche tinte in capo, reversibili oppure con impunture a contrasto. I revers delle giacche sono accentuati ma s' innestano su capi spalla iper light. I pantaloni sono morbidi o slim: con cavallo basso o pince; in tessuto unito o finestrato ma sempre con risvolto e caviglia a vista (purtroppo). L'utilizzo del colore diventa immancabile nell'impreziosire completi e blazer con dettagli, bottoni, cuciture, fodere e sottocolli: accanto ai classici azzurri, beige e marroni, la palette si anima di gialli, rossi, rosa, arancio in studiati abbinamenti. Ma c’è poco da fare il colore dominante è il blu (gessato per Lardini, dal navy al bluette per Manuel Ritz), fa eccezione Wooster Lardini con i suoi completi di lino e seta, con pantaloni morbidi e caban senza maniche in total bianco avorio.

«Blue is the New Black», come insegna Giorgio Armani, diventa il nuovo mantra dell'eleganza maschile per il 2016. Protagonista di una palette sempre più aperta alle sfumature, diventa codice trasversale tra classico e sportswear, formale e informale, outfit e accessorio. Un colore «per sempre», fedele passepartout di stile, che contiene dentro di sé anche tutto il mondo del denim. Ed è proprio il blue denim, accanto a tante diverse tonalità decise e intense, uno dei cromatismi di punta per la prossima primavera. Mentre il blue Royal veste impalpabili sciarpe estive e setose cravatte, ma anche nuovi pezzi swimwear sartoriali a stampa cravatteria. In versione indaco e accostato al bianco evoca atmosfere da Riviera, centrale nell'immaginario navy dà vita ad un look da moderno marinaio in blazer destrutturati, t-shirt in lino e pantaloni skinny, con occhiali dalle lenti colorate. E ancora, modulato in righe, micro fantasie, micro texture, check ton sur ton e a contrasto interviene a caratterizzare giacche e abiti ricchi di fair play.

Il dettaglio eccentrico lo troviamo nelle calze: Gallo presenta le caleidoscopio con micro fantasie di ispirazione sartoriale, cachi, turchese, rosso. , dice il patron Giuseppe Colombo. Tutte le sfumature, dal rosso all’arancio anche da Bresciani. Fantasiose con animali alati per La Perla. L'uomo nuovo affida alle calze il ruolo di vivacizzare l'immagine che un tempo era delle cravatte. E allora Roy Roger's usa i calzini colorati, con micro ancore e barche a vela, come nuove pochette, inserite nelle tasche posteriori dei jeans della linea Denim & Socks.

Sparare agli scafisti, stop campi rom Il governo segue la linea Salvini

Immigrazione, Graziano Delrio: "L’Europa faccia la guerra, quella vera, anche sparando se serve"


di Leonardo Grilli


Sbarcare il Libia, sparare agli scafisti, invitare l’Europa a fare la guerra (quella vera). Non sono dichiarazioni di un leghista della prima ora o di un nazionalista di Casa Pound, ma di un moderato membro del Governo Renzi: Graziano Delrio, che spara a zero in un’intervista a Panorama. Parlando del tema dell’immigrazione e dello sfruttamento dei migranti da parte degli scafisti ,il ministro dei Trasporti usa parole dure degne di periodi di guerra.

Le dichiarazioni -“L’Europa faccia l’Europa anche ai suoi confini meridionali, prenda piede in Libia, faccia campi d’accoglienza nei Paesi d’origine dei migranti, e selezioni in loco chi ha il diritto di essere rifugiato”. Insomma, per Delrio l’ipotesi di sbarcare con le truppe in Libia e nei Paesi africani dovrebbe essere una realtà, alla faccia delle posizioni più prudenti e possibiliste della Ue e dei suoi colleghi di Governo. Non contento, forse speranzoso di ottenere un invito per Pontida, il ministro ha poi aggiunto: “E l’Europa faccia la guerra, quella vera, anche sparando se serve, contro chi fa commercio di esseri umani”, per tornare poi sui campi di accoglienza, perché “a questo deve soprattutto pensare l’Onu, il governo libico riconosciuto li chiede, anche l’Egitto, la Tunisia e altri sono pronti, bisogna fare i campi in tutti i Paesi che li accettano”. Dopo le dichiarazioni di Angelino Alfano, che aveva sostenuto la necessità della chiusura dei campi rom, c'è da chiedersi quale sia la differenza fra la Lega e il Governo Renzi. Forse sono il cognome del