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lunedì 15 giugno 2015

Gli autovelox "fregati" per sempre Nuove norme: come evitare la multa

Nuovo codice della strada: autovelox depotenziato: così spariranno le multe




Oggi arriva alla Camera il ddl di riforma del codice della strada. Tra le nuove norme non c’è solo quella sul ritiro delle patente a vita a chi uccide qualcuno guidando un veicolo sotto l’effetto di alcol o droga. Accanto all’inasprimento di quelle norme specifiche sul cosiddetto “ergastolo della patente” il testo unificato contiene infatti altre norme destinate a incidere sulla vita degli automobilisti italiani e magari salvarli dalle odiose multe. Al comma 6bis dell’articolo 142 del codice (quello che tratta dei limiti di velocità su strada, superstrade e autostrade), ci sono un paio di righe scritte da Simone Baldelli (Forza Italia) con cui si stabilisce che le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità, oltre ad essere preventivamente segnalate e ben visibili, non potranno essere collocate a meno di 300 metri di distanza dall’avviso di segnaletica di riduzione della velocità. Un emendamendo questo che a detta dell'azzurro è un battaglia in difesa dei diritti dei cittadini automobilisti contro gli autovelox messi a “tradimento” dopo i cartelli di abbassamento dei limiti di velocità: "Una cosa è la sicurezza stradale, un’altra è vessare i cittadini".

Caivano (Na): Avanti il centro destra, Simone Monopoli è il nuovo Sindaco

Caivano (Na): Simone Monopoli è il nuovo Sindaco 





Rilevazioni votanti definitivi: 14.990 (51,16%)

Monopoli Simone (8687 voti)

Sirico Luigi (6102 voti)

Monopoli Simone è il nuovo sindaco di Caivano. 

domenica 14 giugno 2015

Pensioni d'invalidità, boom Renzi Mappa: le città con più assegni

Pensioni d'invalidità, il business alle spalle dell'Inps: in 2 anni 100mila assegni in più, ecco la mappa delle province più "fortunate"




Le pensioni di invalidità sono un affare per molti italiani. Un business gonfiato negli anni per compiacere amici ed elettori e finito sotto le forbici della spending review in tempi di crisi. Ma come mostra Federico Fubini sul Corriere della Sera, la situazione è ancora allarmante, con 100mila assegni in più nei soli ultimi 2 anni. Secondo i dati dell'Inps, dal 2013 il numero di pensioni di invalidità è cresciuto dell'8,4% in Calabria, del 5,7% nel Lazio, del 5% in Sicilia e Puglia, del 4,2% in Liguria, del 3,5% in Lombardia e Veneto e del 3,1% in Campania, a dispetto di "verifiche straordinarie" e controlli sulla carta più severi. E anche in Toscana ed Emilia Romagna le pensioni di invalidità sono aumentate dell'1,7 e del 2,2 per cento.

La mappa delle province - Il punto, spiega Fubini, è che la concessione di permessi, pensioni e assistenze sanitarie ai disabili, veri e presunti, è una importante leva per il mantenimento del consenso e il controllo dei voti locali. Il taglio è molto impopolare, la concessione facile (o i controlli allegri) è viceversa molto gradita dai potenziali elettori. Spulciando tra i dati delle singole province, il record spetta alla sarda Oristano: fra indennità e pensioni agli invalidi civili, ne gode il 9% dei residenti. Ridono anche Lecce con l'8%, Cosenza (il 7,4% dei residenti), Messina (7,68%) e Reggio Calabria (7,69%), e ancora Roma (una prestazione d'invalidità ogni 20 abitanti). Dati superiori alla Capitale al Nord, in città come Sondrio o Pavia. A conferma che "l'uso dell'Inps a fini clientelari" non conosce limiti geografici né politici.

sabato 13 giugno 2015

L'intervista di Antonelli - Conclusi i test operativi sull'F-35 Il super caccia entra in servizio

Conclusi i test, in estate l'F-35 sarà operativo

Breve Intervista di Claudio Antonelli 


Il caccia più discusso in Italia e il più criticato dalla politica è a un passo dal diventare operativo. Dal volare in assetto da guerra e intervenire in uno scenario reale. All’F-35, il velivolo prodotto da Lockheed Martin e Finmeccanica (l’Italia ne prenderà 90), manca solo il fly and go, il timbro della capacità operativa da parte dei marines Usa. A maggio sei F-35B del corpo dei marines sono infatti atterrati su una portaerei per iniziare la prima fase di test operativi (Operational Test OT-1). A bordo personale del Marine Operational Test and Evaluation Squadron 22, del Marine Fighter Attack Squadron 121 con base a Yuma, del Marine Fighter Attack Training Squadron 501 e dei Marine Aviation Logistics Squadron 13 e 31.

L’obiettivo era testare la piattaforma eseguendo decolli e atterraggi di giorno e di notte, appurare l’affidabilità del software gestionale e confermare l’interoperabilità delle comunicazioni di rete tra l’aereo e la nave. E tra un aereo e l’altro. «Il test di funzionamento», spiega il maggiore Paul Greenberg, portavoce del Corpo, «si è svolto a bordo della USS Wasp dal 18 maggio al 29 maggio 2015. Hanno partecipato 120 marines, personale civile, partner dell’industria e dieci piloti operativi del corpo dei marines per più di 76 ore di volo e 106 sortite dalla nave. Il test ha permesso anche di integrare le operazioni di manutenzione e il supporto della supply chain logistica in un ambiente di mare». Al termine della missione i marines hanno dato semaforo verde al caccia. Il quale ha superato i test di missione contro difensiva a sostegno della portaerei, i test di attacco. «La maggior parte degli esami ha confermato le aspettative», ha aggiunto il maggiore Greenberg, «sia sul fronte della comunicazione, sia sull’attività missilistica. Con la certificazione finale saremo i primi a prendere in carico gli F-35 sui nostri mezzi anfibi. Quando l’F-35B entrerà in servizio, il primo squadrone degli VMFA-121 sarà trasferito press la base di Iwakuni, in Giappone, per rispondere alle possibili crisi nella Regione. Ma prima di ogni tipo di previsione, il corpo dei marine si riserva un’ispezione specifica. A supervisionare il tutto è stato il vice comandante dei marines per l’aviazione il generale Jon Davis. Libero l’ha contattato per fare il punto della situazione e definire l’ultimo gradino prima della battaglia.

Generale, uno dei motti dei marines è «First in, last out». (I primi ad arrivare, gli ultimi ad andarsene, ndr). In questo caso possiamo dire che sarete i primi a volare e combattere con un F-35?

«I marines effettueranno una serie di valutazioni, non hanno un limite di tempo prestabilito. Se dovessero ultimare tutti i test di prontezza operativa entro luglio, allora potremmo anche dichiarare la prontezza operativa entro quel mese, altrimenti sarà per quello successivo. A noi interessa avere una piattaforma in grado di assolvere ogni tipo di missione».

Dunque la prima flotta di dieci velivoli sarà operativa quest’estate?

«Il corpo dei marines sostiene la strategia del Presidente di riequilibrio dell’area del Pacifico. Grazie al caccia F-35 noi stiamo portando in quell’area le tecnologie più avanzate e la massima capacità della nostra forza. Questa capacità permette al nostro corpo di supportare i partner regionali durante le crisi permettendo di eseguire una vasta gamma di missioni in tutti gli scenari possibili. Il fulcro di questo sforzo non sta solo nella modernizzazione di tutte le piattaforme per i velivoli ad ala fissa ma anche per quelli ad atterraggio verticale e a decollo corto».

Perché per un Paese membro della Nato sarà importante dotarsi di un velivolo di quinta generazione, come l’F-35?

«Posso solo dire che si tratta dell’aereo più versatile e tecnologicamente avanzato in grado oggi di volare nei cieli. A prescindere dal tipo di minaccia e indipendentemente dalla posizione in battaglia i marines saranno pronti a intervenire».

Nasce il governo Renzi-Verdini Numeri, nomi, sorprese: i dettagli

Il partito di Denis Verdini: gli uomini con cui si salverà il governo di Matteo Renzi




Si accorciano i tempi per l'arrivo di Denis Verdini alla corte di Matteo Renzi. Lo strappo è imminente, tanto che c'è chi, come il deputato di origini marocchine del Pd Khalid Chaouki, chiede in Transatlantico: "Allora è fatta per Verdini? Che notizie avete?". Così ai cronisti, almeno secondo quanto raccontato dal Fatto Quotidiano. Insomma, anche nel Pd c'è chi, come Chaouki, caldeggia l'arrivo di Denis, pronto a salutare Forza Italia e Silvio Berlusconi. Ma il partito del fu tessitore del Patto del Nazareno è ampio, trasversale. Tra quelli che si porterà dietro, ecco Vincenzo D'Anna, l'ex cosentiniano che è stato decisivo per la vittoria in Campiania di Vincenzo De Luca. Quindi Michaela Biancofiore, le cui voci sull'addio a Forza Italia ora si rincorrono con insistenza (la Biancofiore, però, sarebbe diretta verso il Gruppo Misto). Ma c'è poi chi come Ciro Falanga ipotizza una "fusione" tra Gruppo Misto e fittiani in uscita, uno schieramento che potrebbe contare su circa 30 unità. Da Verdini, al Gruppo Misto sino ad arrivare ai fittiani: un gruppone il cui obiettivo è arrivare al 2018 (magari con un - gradito - rimpasto). Prende insomma vita la maggioranza Renzi-Verdini: un passaggio quasi obbligato, per il premier, che con il caso-Azzollini, indagato e sul cui arresto entro fine mese l'aula si dovrà esprimere, rischia di arrivare alla definitiva rottura con Angelino Alfano (che verrebbe però prontamente rimpiazzato).

Forza Italia: Vendetta della Rossi, Fitto spennato un "colpaccio" da 700mila euro

Forza Italia, Mariarosaria Rossi contro Raffaele Fitto: "In Puglia ha lasciato un buco da 700mila euro"




I guai per Raffaele Fitto non accennano ad esaurirsi. Dopo il flop alle regionali, ora per l’ex delfino di Silvio Berlusconi arrivano anche le grane economiche. Come riporta Il Tempo, il tesoriere di Forza Italia Maria Rosaria Rossi intenderebbe infatti impugnare le fatture accumulate da Fitto in 10 anni di campagne elettorali in Puglia. E la cifra è tutt’altro che esigua: si parla di 700mila euro, una sorta di “stipendio” da 70mila euro l’anno che l’ex governatore avrebbe preso dalle casse del partito. In questo non ci sarebbe nulla di strano, i fondi servivano a quello, ma il problema è che questi debiti non sarebbero mai stati saldati. Ed ora che Fitto è uscito da Fi, la patata bollente è passata ai suoi successori. E c’è già chi dice che il buco sia stato appositamente voluto, per debilitare il partito e prosciugarlo delle sue risorse.

I Soldi - I passivi sono stati accumulati nei confronti dell’agenzia di comunicazione leccese Sciroccomedia, che si occupava per conto di Fitto di promozioni pubblicitarie, volantinaggio, manifesti, spot e supporto tecnico tanto alle regionali quanto alle europee. Giuseppe Pepe, titolare della società, non vuole “ né smentire né confermare. Nel rispetto della privacy dei nostri committenti non è nostra consuetudine divulgare queste notizie”. Ma una fonte interna al partito fa intendere che a Roma diano per certe le responsabilità del leader di Conservatori e riformisti: “Non mi risulta che Fitto, perché in Puglia fino a ieri gestiva lui il partito, abbia mai informato Roma. Men che meno ora, visto che è andato via lasciando a noi le grane economica del partito in Puglia".

Le accuse - Parole decise sul buco da 700mila euro arrivano anche da Luigi Vitali, commissario di Forza Italia in Puglia: “Questa situazione non fa che confermare che il progetto di Fitto viene da lontano. Era quello di debilitare Forza Italia, prosciugarla delle sue sia pure regionali risorse, e utilizzare quei fondi per campagne elettorali che servivano solo, come abbiamo visto, ad andare “Oltre” l’1% nazionale. Io sono stato il primo, appena nominato da Berlusconi, a mettere in evidenza le anomalie. I parlamentari mentre facevano i pullman della speranza a seguito propagandistico di Fitto, erano debitori nei confronti del partito che li ha eletti: centinaia di migliaia di euro”. Sentito da Il Tempo, Raffaele non ha però voluto replicare: “Non voglio commentare niente. Non sono più nel partito e queste cose non mi interessano”.

"Ci vogliono attaccare con l'antrace" Dai comunisti coreani guerra agli Usa

Nord Corea, Pyongyang all'Onu: "Gli Usa ci vogliono attaccare con l'antrace"




I rapporti fra la Corea del Nord e gli Stati Uniti non sono mai stati buoni, questo si sa. Solitamente, però, sono gli americani a denunciare alla comunità internazionale le atrocità commesse dal regime di Kim Jong Un. Ma non questa volta. Secondo Pyongyang, infatti, gli Usa intenderebbero attaccare la Corea con “pericolose armi batteriologiche”, compreso l’antrace.

La denuncia - È quanto denuncia il regime in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e resa pubblica oggi. Le autorità nordcoreane chiedono al Consiglio di aprire un’inchiesta sulle recenti rivelazioni riguardanti l’invio per errore da parte degli Stati Uniti di spore attive di antrace in una base militare Usa in Corea del Sud. Si tratta, secondo Pyongyang, di un “tentativo di usare armi biologiche in azioni di guerra” contro la Corea del Nord.