ESCLUSIVA CASERTA. Il drammatico racconto di Gianpiero Zinzi: “Io e mia madre siamo arrivati a Parco Gabriella con il cuore in gola"
di CasertaCe.net
Momenti di autentico terrore nella famiglia Zinzi. E' stata proprio la bimba a passare il telefono alla madre ferita e legata, consentendo in questo modo alla stessa di allertare il fratello e la moglie dell'ex presidente della Provincia. Ad agire almeno tre persone, tutti maschi, con chiaro accento dell'est europeo.
CASERTA – Una vicenda spaventosa, che Gianpiero Zinzi ricostruisce al telefono con voce emozionata. E’ stato lui ad arrivare per primo, insieme a sua madre, nell’appartamento di Parco Gabriella, teatro, fino a pochi minuti prima di un episodio criminale con pochi precedenti in provincia di Caserta. In pieno giorno, almeno tre persone, stando alle poche notizie che sono state fornite agli inquirenti dalle vittime sotto choc, sono riuscite ad entrare con uno stratagemma nella casa di via Giotto in cui abita Mara Zinzi, in quel momento presente insieme alla sua figlia piccola, Giulia, e alla baby sitter.
La ricostruzione che molto a fatica, con grande disponibilità, compone, è raccapricciante: “Pretendevano che la cassaforte fosse aperta immediatamente. Hanno picchiato e torturato mia sorella e la baby sitter. Sono arrivati addirittura a minacciare la piccola Giulia con un coltello. Hanno continuato a percuotere sia mia sorella sia la colf anche dopo essere riusciti a portar via alcuni oggetti dalla cassaforte.
Poi hanno insistito, ma fortunatamente hanno deciso di andare via. E’ stata la bimba a portare il telefono a mia sorella, che pur legata è riuscita a comporre il numero di casa mia e dei miei genitori. Ero con mia madre. Ci siamo precipitati e in quei lunghi minuti che hanno separato la nostra partenza da via Falcone dall’arrivo a Parco Gabriella siamo stati attraversati da pensieri angoscianti, perchè non sapevamo cosa avremmo trovato.
Abbiamo aperto il portone con un doppione delle chiavi che avevamo e abbiamo trovato Mara ferita e tumefatta, legata come la baby sitter. Ora la bimba è con noi a casa. Speriamo che questo incubo non lasci strascichi su di lei“.