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sabato 21 marzo 2015

Caivano (Na), ultim'ora: domanda "trasparenza" ai candidati Sindaco

Caivano (Na), ultim'ora: Candidati Sindaco a confronto


 a cura di Gaetano Daniele 



Dott. Luigi Sirico
Candidato Sindaco PD

Dott. Sirico, ancora trasparenza: è disposto a rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi? ed in più garantisce che lo facciano anche i suoi eletti? 

Si. Credo sia un obbligo di legge. Nel momento in cui si è eletti è obbligatorio farlo, soprattutto per rispetto di chi ha riposto in noi la sua fiducia.

Dott. Sirico,  la Provincia non paga le bollette elettriche da anni (circa 250 mila euro), il Comune chiude per 4 giorni il Liceo scientifico Braucci, e fa staccare i contatori ad esso intestati. Come spiega tutto questo? 

Le rispondo con un po di ritardo e me ne scuso. Ma non è stato per cattiva volontà. Come è mio costume, prima di dire la mia, ho voluto costatare di persona la situazione e leggere un pò di carte. Non mi piace parlare per slogan o per sentito dire. La verità delle argomentazioni deve essere il principio fondante di chi si candida a governare un Paese. Per questo stamane mi sono recato al Liceo Braucci dove ho incontrato il preside Prof. Giovanni La Montagna, al quale ho espresso tutta la mia solidarietà. La prima impressione è stata di desolazione. Vedere una scuola deserta, senza alunni, il sabato mattina, è una sconfitta per un Paese Civile. In un territorio difficile come il nostro le scuole sono un presidio di cultura e legalità, che non possiamo permetterci di chiudere, neanche per un giorno. Invece è proprio quello che è successo, per insipienza, per cattiva amministrazione, per la sciatteria dell'Ente Provinciale, che tra le poche cose di sua competenza, ha la gestione degli istituti superiori. Ma veniamo al merito. Esiste tra il Comune di Caivano e la Provincia di Napoli (ora Città Metropolitana), una convenzione di comodato d'uso, in base alla quale la spesa per le utenze è a carico della Provincia (art. 9 della Convenzione). Durante questi anni il Comune, intestatario dei due contatori della scuola, ha pagato le bollette per la fornitura elettrica, ma la Provincia, nonostante i vari solleciti, non ha mai provveduto a rimborsare il Comune. A questo punto, il Comune di Caivano ha chiesto il distacco del contatore che alimenta l'illuminazione esterna e gli impianti, e tra questi le pompe antincendio, senza le quali, per ragioni di sicurezza, la scuola non può essere utilizzata. Il distacco del secondo contatore, che alimenta l'impianto interno è previsto per giugno. Nel frattempo la Provincia aveva risposto al Comune, con una nota del 17.03.2015, dove annunciava il prossimo pagamento del consumo elettrico per l'anno 2014 pari a 17.618,18 euro e la prossima voltura dei contatori in carico direttamente alla Città Metropolitana (ex Provincia). Per ragioni di sicurezza il Commissario Prefettizio è stato però costretto ad ordinare la chiusura della scuola, fino a mercoledì prossimo. Io credo, che al netto del disastro combinato dalla Provincia, il Comune avrebbe potuto soprassedere ancora un pò prima di arrivare a questa soluzione drastica. Ma ora, al di là del solito rimballo di responsabilità, la prima cosa da fare e subito: è riaprire la scuola. Magari chiedendo alla Città Metropolitana di allacciare anche gli impianti sul contatore ancora in uso, se è tecnicamente possibile. Poi regolarizzare la situazione con i pagamenti che la Città Metropolitana deve al Comune e con la voltura dei contatori. La scuola deve riprendere a funzionare regolarmente subito e di questo intendo occuparmi. Questi i fatti. Ma poi viene spontanea qualche riflessione. La amministrazione provinciale guidata ahimè dall'on. Luigi Cesaro è stato un disastro e la vicenda della Braucci di Caivano è solo uno delle tante vicende di una gestione fallimentare. Ma nel Consiglio provinciale sedevano in maggioranza due consiglieri di Caivano, grandi sostenitori di Cesaro: un sindaco e un mancato sindaco. Possibile che in 5 anni non abbiano trovato il tempo e il modo di occuparsi di questa vicenda? Evidentemente, avevano cose più importanti da fare, forse: sostenere a tutti i costi l'on. Cesaro, tanto da dimenticarsi anche degli studenti del proprio amato e decantato Paese, Caivano. E pensare che c'è ancora qualcuno che nutre qualche dubbio sulla bontà della riforma di Renzi, che finalmente ha cancellato le Province. Almeno con quei soldi potremmo pagare qualche bolletta della luce.





Dott. Giuseppe Papaccioli
Candidato Sindaco (Noi con Papaccioli)

Dott. Papaccioli, ancora trasparenza: è disposto a rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi? ed in più garantisce che lo facciano anche i suoi eletti? 

Non ci sono problemi anzi, mi sembra una iniziativa di trasparenza, ma d'altra parte l'Azienda Sanitaria già in passato ha reso pubblici gli stipendi dei Dirigenti. Io vado oltre, faccio una proposta ufficiale: tutti gli eletti devolvano i propri emolumenti netti per borse di studio agli studenti di Caivano che si diplomino col massimo dei voti alla maturità. Rendiamo pubblici i verbali dei lavori delle commissioni consiliari così si valuta anche il contributo dei singoli consiglieri alla gestione del bene comune. Pubblici siano anche gli stipendi dei dirigenti comunali. Si introduca un sistema di premialità per cui chi fa una maggiore raccolta differenziata paghi meno di tassa sulla spazzatura. Nelle mense scolastiche chi ha reddito più alto paghi di più e chi non ha reddito o reddito basso non paghi il ticket. Incentiviamo l'uso delle biciclette all'interno del perimetro urbano. Istituiamo un registro anonimo dei dati tumorali che sia pubblico studiando un regolamento ed una collaborazione  con l'azienda sanitaria.

Dott. Papaccioli,  la Provincia non paga le bollette elettriche da anni (circa 250 mila euro), il Comune chiude per 4 giorni il Liceo scientifico Braucci, e fa staccare i contatori ad esso intestati. Come spiega tutto questo? 

Per me i Giovani ed i bambini sono il motivo principale dell'azione amministrativa e sono un investimento per il futuro! La loro formazione e il dare loro gli strumenti per affrontare la vita sono elementi fondamentali per costruire un degno futuro! La Provincia ed i suoi rappresentanti che non rispondono ai loro doveri istituzionali ha FALLITO, il fallimento di questi enti e di questi uomini non lo possono pagare i giovani caivanesi che meritano ogni migliore opportunità. Fino ad oggi si pagava la bolletta agli zingari ed alle scuole dei caivanesi no, una sola parola: vergogna!




Dott. Simone Monopoli
Candidato Sindaco F.I

Dott. Monopoli, ancora trasparenza: è disposto a rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi? ed in più garantisce che lo facciano anche i suoi eletti? 

La pubblicazione della dichiarazione dei redditi è già prevista dalla legge sulla trasparenza. Quindi la mia situazione contributiva è già pubblica da cinque anni sia sul sito dell'ente Provincia che su quello dell'ente Comune

Dott. Monopoli,  la Provincia non paga le bollette elettriche da anni (circa 250 mila euro), il Comune chiude per 4 giorni il Liceo scientifico Braucci, e fa staccare i contatori ad esso intestati. Come spiega tutto questo? 


Per impegni istituzionali e di lavoro, il dott. Simone Monopoli ci comunica che risponderà alle nostre domande quanto prima. 

Liti e accuse: Ncd va in pezzi Parte la campagna acquisti di FI

Liti e accuse: Ncd va in pezzi Parte la campagna acquisti di FI







Quel foglietto "Lupi. onesto, affidabile, ecc..." che ieri Angelino Alfano fingeva di tenere per caso in mano con la chiara intenzione, invece, di mostralo a telecamere e fotografi, è una foglia di fico. Quella dietro la quale si nasconde un partito, Ncd, in pezzi. Un partito troppo debole per difendere un proprio ministro al governo. E che dopo le dimissioni di Maurizio Lupi è ancor più dilaniato da divisioni interne. Solo Nunzia De Girolamo ha preso apertamente le difese di Lupi- Gli altri si sono limitati a parole di circostanza. Il perchè lo spiega bene oggi su Repubblica Stefano Folli nella sua consueta nota politica: il ramo grosso, cioè Lupi e il suo importante ministero, è stato segato per nfar sopravvivere l'albero, cioè Angelino Alfano e il suo ministro dell'Interno). E con esso tutto il partito, visto che la vocazione governativa è oggi l'unica ragione d'esistere per il partito dell'ex delfino del Cavaliere.

La prospettiva, per la banda - Alfano, non è delle più rosee, sul medio termine. I posti nel governo e in Parlamento sono un collante a medio termine, ma in prospettiva la nuova legge elettorale, l' Italicum, farà emergere le divisioni interne. "Nessuno si stupirebbe se Lupi e altri rientrassero nel centrodestra, magari per rafforzare le correnti moderate che temono di essere schiacciate dalla rincorsa di Berlusconi a Salvini. Viceversa, c' è chi troverà accoglienza nella lista elettorale del Pd, forse con la formula della candidatura indipendente. C' è il precedente di Scelta Civica che fa scuola e non è un caso. La legge elettorale con premio alla lista vincente trasforma il Pd in una potente calamita" scrive ancora Folli.

Dopo Tunisi, alto rischio emulazione: ecco gli obiettivi italiani dei terroristi

Terrorismo, l'allarme del Viminale: "Dopo Tunisi, in Italia rischio emulazione"





Vigilanza rafforzata dei possibili obiettivi a rischio, anche in considerazione della possibilità di atti emulativi. E' quanto dispone una circolare del dipartimento della pubblica sicurezza emanata dopo l'attentato di Tunisi. "Non potendosi escludere - si legge nel documento - che si possano determinare azioni improntate all'illegalità, anche a carattere emulativo". Si invitano prefetti e questori "a voler sensibilizzare ulteriormente le misure di vigilanza e sicurezza a protezione di obiettivi diplomatico-consolari, con particolare riguardo a quelli tunisini, a sedi istituzionali e ad ogni altro sito che si ritiene esposto a rischio".

Tunisi, il ritorno degli scampati italiani: "Spari e paura, era un incubo"

Attentato a Tunisi, tornati in Italia 132 passeggeri della Costa Crociere: "Spari e paura, un incubo"





Sono arrivati ieri a Genova intorno alle 12, all'Aeroporto Cristoforo Colombo, con un volo charter proveniente da Palma di Maiorca i 132 croceristi della Costa Fascinosa che si trovavano in vacanza a Tunisi e sono rimasti coinvolti nel sanguinoso attacco jihadista al Museo del Bardo che ha provocato 23 morti, 4 dei quali italiani. Accolti da una folla di parenti, amici e giornalisti. Abbracci, qualche lacrima, poca voglia di parlare. "Sapevamo che nostra figlia doveva andare al museo ma non abbiamo avuto notizie certe finché non le abbiamo parlato al telefono, alle 21.30. Ora vogliamo solo riabbracciarla". A parlare sono i genitori di una ragazza di 35 anni, Sara, genovese, uno dei 132 passeggeri di Costa Fascinosa presenti a Tunisi al momento dell'attentato.



Tra i passeggeri scesi a Genova molti al museo avevano preferito altre mete. Una signora con due bambini in carrozzella racconta: "Siamo andati a visitare Medina, come volevo io. Mio marito avrebbe preferito il museo, abbiamo anche un po' litigato, per fortuna mi si sono imposta, ne valeva la pena". Altri che erano andati a visitare la città per conto proprio si sono fermati e sono scesi dal taxi quando hanno sentito gli spari. Un imprenditore ittico di Varese quando ha visto elicotteri e ambulanze diretti verso il museo ha chiesto aiuto a un uomo del posto che parlava italiano, è riuscito a trovare un taxi e a farsi portare alla nave. "Volevo solo tornare alla nave e a casa", ha dichiarato ai giornalisti presenti all'aeroporto. Molti dei passeggeri sbarcati e circondati dai parenti non avevano voglia di parlare, qualcuno piangeva. Ad attenderli c'erano i bus del servizio allestito da Costa Crociere, diretti a Savona, Torino, Mestre, Milano e la Toscana. Altri passeggeri torneranno a casa con mezzi propri.

Pensioni, la Fornero punisce ancora: si alza di nuovo l'età per lasciare il lavoro

Pensioni, l'assegno arriva sempre più tardi: l'età sale a 66 anni e 7 mesi





Elsa Fornero ritorna: dal primo gennaio 2016 si dovranno attendere quattro mesi in più per andare in pensione. E' quanto risulta dall'adeguamento dei requisiti previdenziali all'aspettativa media di vita, introdotto da una legge del 2010 del governo Berlusconi con cadenza triennale. Una legge che fu accelerata proprio dalla riforma Fornero, che ha deciso che dal 2019 l'aggiornamento avvenga ogni due anni.

La ratio - Nella logica del legislatore l'adeguamento serve alla sostenibilità finanziaria del sistema, poiché più si allunga la durata di vita più tardi si va in pensione. E così ieri, giovedì 19 marzo, l'Inps ha diffuso la circolare applicativa dello scatto previsto dal primo gennaio 2016, deciso lo scorso dicembre con un decreto interministeriale dei dicasteri del Lavoro e dell'Economia sulla base dei calcoli Istat. I quattro mesi di ulteriore attesa si sommano al minimo d'età richiesta per la pensione di vecchiaia sia al minimo di anni di contributi necessario per la pensione anticipata.

I calcoli - In termini pratici dal primo gennaio 2016 ai dipendenti maschi, privati e pubblici, e anche ai lavoratori autonomi, per andare in pensione di vecchiaia non basteranno più 66 anni e sette mesi (oltre a un minimo di 20 anni di contributi). Lo stesso discorso vale per le lavoratrici dipendenti del pubblico impiego, mentre per quelle del settore privato l'aumento, che avverrà sempre nel 2016, sarà più pesante poiché segue un percorso di armonizzazione che prevede un aumento da 63 anni a 9 mesi, valido fino al termine del 2015, a 65 anni e 7 mesi. E ancora, analogo discorso per le lavoratrici autonome, che passano dagli attuali 64 anni e 9 mesi a 66 anni e un mese dal primo gennaio 2016.

I massimi - La norma fa scattare anche un aumento di 4 mesi sul massimo di età fino al quale il lavoratore dipendente può chiedere di restare in servizio: dal 2016 sarà di 70 anni e sette mesi. Quattro mesi in più pure per accedere alla pensione di vecchiaia prevista per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995 sotto al regime del sistema contributivo: nel dettaglio si passa da 63,3 mesi a 63,7 mesi. In tutti i casi elencati, comunque, sono richiesti almeno 20 anni di contributi.

Boom della bolletta dell'acqua: ci costa più della minerale in bottiglia

Quasi raddoppiata in 5 anni la bolletta dell'acqua





Sarà che con la crisi molti italiani hanno preferito quella del rubinetto alla minerale. Fatto sta che, secondo i dati diffusi dall'Istat nella giornata mondiale dell'acqua, la bolletta del rubinetto è cresciuta vertiginosamente dal 2008 al 2013. La spesa mensile degli italiani alla voce "acqua per l'abitazione principale" è passata infatti da 12,16 a 21,18 euro, con una crescita di poco inferiore al 75%. Per l'acquisto di acqua minerale, sempre nel 2013, la spesa è invece scesa a 11,42 euro, il 4,5% in meno del 2012. Si tratta, quindi, di quasi la metà di quella sostenuta per il servizio di acqua per l'abitazione.

Come ottenere un aumento di stipendio Le dieci regole per strappare un "sì"

Lavoro, le 10 regole per avere un aumento di stipendio





I motivi per chiedere al proprio superiore ciò che secondo noi ci spetta sono tanti: un aumento di stipendio o un salto di qualifica per esempio. Ma un colloquio del genere non è mai facile, soprattutto non si sa bene come gestirlo per avere un'efficacia garantita. Il quotidiano inglese Daily Telegraph ha indicato attraverso l'esperienza della manager Corinne Mills, le dieci dritte fondamentali affinché il vostro capo vi dica si. 

I dieci punti:

1) Informati: bisogna valutare prima quanto guadagnano i propri colleghi per capire se si è sottopagati. Se fanno i vaghi allora cerca informazioni su altre aziende concorrenti. 

2) Scegli il momento giusto: mai il lunedì mattina perché il capo sarà sommerso di lavoro, e nemmeno il venerdì (penserà al week end); preferite l'orario dopo pranzo, quando sarà tranquillo e lontano da impegni. 

3) Mettiti comodo: cerca di parlargli lontano dal suo ufficio dove potrebbe metterti in soggezione, preferisci invece un ambiente neutro, magari davanti ad un caffé.

4) Cura l'apparenza: vestiti in modo semplice ma accurato, evita l'eleganza fuori luogo soprattutto.

5) Esponi le tue ragioni: spiegati con esempi concreti evitando il solito "dopo tanti anni", perché purtroppo non convince più.

6) Ascolta: dopo avergli parlato fagli domande aperte e soprattutto offrigli l'occasione di darti suggerimenti. 

7) Tieni a bada le emozioni: non essere lamentoso e non fare al vittima, e mai tirare in ballo le difficoltà economiche, non stai chiedendo l'elemosina. 

8) Cambia strategia: se ti risponde di no pensa subito ad un modo alternativo: ad esempio lavorare da casa una volta la settimana, insomma dimostragli che sei flessibile. 

9) Manda un'email: qualunque sia la risposta, devi imprimerla sulla carta. Per cui mandagli una email dopo il colloquio, ad esempio "Seguirò il suo consiglio di aspettare sei mesi per vedere se ci sono migliori possibilità"

10) E comunque impara: se il tuo capo non ti da l'aumento ascolta il suo parere, su come potresti fare meglio, impara dall'occasione e metti tutto in pratica. E prima di tutto, non ti scoraggiare.