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mercoledì 11 febbraio 2015

EXPO, COMI (FI): Bene 600 soldati a Milano. Con Moratti erano 436. sinistra ha cambiato idea?

EXPO, COMI (FI): Bene 600 soldati a Milano. Con Moratti erano 436. sinistra ha cambiato idea?

di Gaetano Daniele 


On. Lara Comi
Eurodeputato Forza Italia
Vicepresidente Gruppo PPE - Parlamento Europeo -

"Il Governo annuncia l'arrivo di 600 soldati a Milano. Forza Italia non può che rallegrarsi. I militari hanno garantito, negli anni delle amministrazioni di centrodestra, un ottimo livello di sicurezza in città, presidiando vie e strade a rischio. Pisapia aveva cacciato l'esercito, togliendo i compiti di sicurezza persino ai Vigili urbani (con i risultati che purtroppo i milanesi conoscono). Da oggi 600 militari presidieranno la città: non sono pochi. Così l'On. Lara Comi ai nostri microfoni, e nota: "Una forza superiore a quella chiesta e ottenuta a suo tempo da Letizia Moratti". 

Expo - Il fatto che arrivino per Expo non cambia la sostanza della decisione: arrivano i militari. Davvero singolare il completo silenzio della sinistra, dopo gli strepiti anti-esercito negli anni del centrodestra. Esistono dunque - conclude Comi - militari cattivi (quelli mandati da Berlusconi), e militari buoni (quelli mandati da Renzi)? Contrordine compagni..."

Il governo fa il solletico ai terroristi Tre anni a chi si arruola con l'Isis

Terrorismo, il governo: pene da 3 a 6 anni per chi si arruola nell'Isis





Chissà se poi, a quelle condanne, si applicherà l'indulto. Potremmo, in tal caso, esibire al mondo i primi terroristi "indultati", degni di uno sconto di pena. E che magari se la caveranno con qualche mese di carcere. Perchè le pene annunciate oggi dal ministro dell'Interno Angelino Alfano per quanti si arruoleranno nelle file della jihad vanno da tre a sei anni di reclusione. Roba da reati comuni, da furtarelli. Che neanche per una rapina a mano armata ti danno così poco. Il governo oggi, dopo settimane di rinvii e sotto la pressione di quanto accaduto poco più di un mese fa a parigi ha approvato il pacchetto antiterrorismo.

"La reclusione - ha spiegato Alfano al termine del Consiglio dei ministri - sarà dai 3 ai 6 anni per chi si arruola in organizzazioni terroristiche. Da 3 a 6 anni per chi supporta i foreign fighters e da 5 a 10 anni per i cosiddetti 'lupi solitari' che si autoaddestrano all'uso di armi ed esplosivi. Con un aggravante di pena per chi lo fa via web". Sarà stilata una black list dei siti che inneggiano al terrorismo e ci sarà il potere di oscuramento dei siti. "Abbiamo anche previsto l'arresto per coloro i quali detengono materiale esplosivo che serve a preparare le armi o per quelli che omettono di denunciare il furto di questi stessi materiali", ha aggiunto. Sono stati inoltre rafforzati i poteri di espulsione dei prefetti nei confronti di stranieri" sospetti e quelli per il "ritiro del passaporto e di documenti validi per espatrio".

Sul fronte del terrorismo è intervenuto anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha annunciato che il cdm ha dato il via libera al decreto missioni: "Con più di 500 tra forze di terra e aeronautica, complessivamente, l'Italia è tra i Paesi europei quello che ha l'impegno più significativo nella coalizione anti-Isis".

Al Bano e Romina star (sovrappeso) della prima serata all'Ariston. Ma dopo 24 anni la voce è...

Al Bano e Romina, dopo 24 anni ritorno in playback





Proprio sul più bello, quando l'esibizione con Romina era appena finita, Al Bano s'è tradito. "Ma, si sente?" ha chiesto alla regia indicando il microfono. E già, perchè per i dieci minuti di medley-revival che hanno visto il ritorno sul palco di Sanremo della coppia canterina più famosa d'Italia dopo 24 anni, la puzza di playback è stata fortissima. Entrambi sovrappeso, con lui che pareva scoppiare nello smoking, Al Bano e Romina hanno ripercorso vent'anni di successi da "Nostalgia canaglia" a "Felicità". E alla fine, preoccupati per l'inccolumità del totem di Cellino San Marco, i fan storici devono avere tirato un sospiro di sollievo. Conti non ha perso un attimo e cavalcando un sicuro top di audience dopo l'osceno flop di Siani ha chiesto ai due di darsi un bacio. "Un bacino" ha minimizzato poi, vista la ritrosità della coppia. Qualche momento di patos e le labbra dei due si sono sfiorate facendo esplodere un vigoroso applauso. Per un attimo, è sembrato di tornare agli anni '80. O anche ai '60.

Vietato toccare Renzi nei talk show: dopo Formigli, ora c'è un altro nel mirino

Matteo Renzi su Twitter scatena i suoi collaboratori contro Presa Diretta di Riccardo Iacona





Guai a parlar male in tv di argomenti che stanno a cuore a Matteo Renzi e ai suoi ministri. Il rischio concreto è che al premier parta un tweet piccato contro questo o quel programma e si metta a discettare su come si fa informazione in tv. Ci casca sempre più spesso il presidente del Consiglio. Non resiste, un po' come quando, ricorda Il Fatto quotidiano, Silvio Berlusconi chiamava in diretta a Ballarò. Sembra passato un secolo.


Matteo Renzi        ✔ @matteorenzi

Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri: basta una sera alla Tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia
22:45 - 26 Gen 2015


Recensioni - Quello organizzato la sera di domenica 8 febbraio, scrive il Fatto, è stato il primo tweet-bombing ministeriale contro una trasmissione televisiva. Su Rai3 andava in onda Presa Diretta di Riccardo Iacona con un'inchiesta sulla scuola. Renzi aveva inaugurato il filone delle recensioni tv su Twitter un paio di settimane prima: "Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri - scriveva - basta una sera alla Tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia". Apriti cielo: andava in onda su La7 Riccardo Formigli con Piazzapulita. Uno che dire che se la prende è un eufemismo. Seppur mai citato dal premier, Formigli ha detto il giorno dopo al sito del Fatto che Renzi è stato inopportuno: "Mi pare uno sconfinamento. Dovrebbe stare a governare. NOn è un utente qualsiasi che passa da Twitter e lascia il suo commento, è l'uomo più potente d'Italia". Formigli quasi quasi ha nostalgia delle telefonate in diretta tv del Cavaliere, almeno gli si poteva rispondere.

Vai avanti tu - Con Presa Diretta Renzi mantiene lo stesso stile defilato, non cita direttamente il programma ma, scrive ancora il Fatto:"Che gli prudessero le mani lo si intuisce dalla raffica di retweet compulsata mentre andavano in onda i servizi di Iacona".


Alessandro Fusacchia @FusacchiA

La cosa più importante che dovrà fare #labuonascuola è insegnare ai ragazzi l'onestà intellettuale. E il rifiuto degli slogan semplici.
22:41 - 8 Feb 2015


Davide Faraone @davidefaraone

Il governo ha fatto il più grande investimento sulla scuola 3mld per insegnanti e 5mld per edilizia. @Presa_Diretta @MiurSocial @matteorenzi


Miur Social @MiurSocial

Su edilizia scolastica fatto grande piano di investimenti. Ecco a che punto siamo http://passodopopasso.italia.it/passo-dopo-passo/edilizia-scolastica-500-cantieri-per-scuolesicure-200-scuolenuove-e-7000-scuolebelle … #Presadiretta @Presa_Diretta
22:17 - 8 Feb 2015


Non rilanci di tweet a caso, ma tutti fedelissimi scatenati a demolire il lavoro della squadra di Iacona. Lo stesso giornalista si è fatto scivolare addosso tutto ed è rimasto nel merito dell'inchiesta: "Abbiamo dimostrato che le scuole, senza il contributo dei genitori, non potrebbero nemmeno aprire il portone".

Addio "Rustichella" e "Fattoria" Il governo vuole tagliare gli autogrill

Il governo vuole tagliare pure gli autogrill

di Claudio Antonelli 



Batosta in arrivo per le aree di servizio e tutte le società che vi lavorano: dai distributori di carburante a chi fornisce la ristorazione. Il governo, per mano di Maurizio Lupi e di Federica Guida, si appresta a una rivoluzione del panorama autostradale che porterà alla chiusura di circa il 30% delle aree di sosta. Tutte quelle considerate non profittevoli. L’atto di indirizzo della ristrutturazione è datato 29 gennaio e i tempi di attuazione sono brevi. Entro il 2015 le aeree di servizio con meno di 2 milioni di fatturato nel settore «oil» potranno essere chiuse, purchè la distanza dall’autogrill più vicino non superi i 50 chilometri (oggi è di 29). Si potrà procedere ad accorpare i medesimi servizi erogati in diverse aree di sosta purchè entro i 100 chilometri di distanza, per i rifornimenti di carburante, e 150, per il cibo e la ristorazione. Che non sono pochi. Inoltre secondo il governo oltre alla razionalizzazione della rete potrà essere rivista anche la modalità di resa dei servizi. I concessionari autostradali avranno la possibilità di mettere macchinette «pre pay» per il carburante o «vending machine» per chi ha bisogno di fare sosta e prendersi un caffè. Quindi, niente bar dove trovare la brioche appena sfornata.

Certo la crisi è crisi. Tra il 2011 e il 2013 le 469 aree di servizio hanno perso una media di 35% di fatturato e le società di ristorazione in piazzola almeno il 15. Ed è da qui che nasce l'idea di lanciare un piano aree di servizio. Il quale non va, però, a toccare i rapporti tra concessionarie autostradali ed erogatori di servizi. Tutte le compagnie petrolifere, come le società che si occupano del food retail, pagano alle concessionarie royalties fissate anni fa. Sarà un miglioramento del servizio? Presto dirlo. Ciò che stupisce molti analisti è che le modalità di assegnazione e i costi non cambiano. Sembra solo prevista una scure. Per questo le associazioni di categoria Faib Conferesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio hanno parlato di «privilegi e rendite agli amici» oltre che di «occasione mancata» di vera riforma del sistema. Secondo le tre associazioni l’atto di indirizzo «per un verso ha perso la grandissima occasione di dimostrare, in nome del prevalente interesse generale, che gli imprenditori delle concessioni non si possono servire di un bene pubblico come se fosse di loro esclusiva proprietà».

In più, i 18 mesi di proroga per le sub- concessioni delle aree sarebbero secondo le tre associazioni una conferma di una volontà politica di mantenere un sistema privo di meccanismi premianti. «Si tratta di un provvedimento», si legge in una nota diffusa tramite agenzia, «che consente ai concessionari di aggiustarsi i propri interessi prodotti da posizioni di privilegio». Basti pensare che «dal 2002 al 2008, le royalty pretese e incassate dai concessionari sulle vendite dei carburanti presso le aree di servizio sono aumentate dalle vecchie 25 lire al litro agli ancora attuali 18 centesimi».

In sostanza - sempre a detta di chi si oppone al provvedimento - la crisi erodeva margini da un lato, mentre le percentuali destinate ai concessionari aumentavano. Così come le tariffe degli automobilisti. Resta il fatto che la necessità di ristrutturare la rete dei servizi appare sempre più impellente. Agli automobilisti interessa il servizio finale: migliore e meno costoso. Vedremo come andrà a finire. Intanto, i distributori annunciano sciopero.

Parte il Grande Fratello fiscale: così spiano conti e carte di credito

Fisco, conti correnti e carte di credito controllati

di Sandro Iacometti 



]Il grande fratello fiscale affila gli artigli. Il progetto, che viaggia sottotraccia da anni, era stato annunciato qualche mese fa. Obiettivo:  fare in modo che il fisco abbia a portata di mouse la possibilità di controllare in qualsiasi momento anche il più piccolo dettaglio della vita finanziaria, lavorativa, sociale e anche biologica di ogni singolo contribuente. Tutto, ovviamente, nel nome della lotta all’evasione e della semplificazione, che dovrebbe passare per il progressivo trasferimento di una serie di adempimenti fiscali (vedi il 730 precompilato) dal cittadino all’amministrazione.

L’operazione ruota intorno al progetto di «vista unica del contribuente» su cui lo scorso autunno il nuovo direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, ha iniziato a premere l’acceleratore. L’idea è quella di eliminare sovrapposizioni e duplicazioni e unificare tutti i flussi di informazione in un solo canale. I dati confluiranno poi in una Anagrafe nazionale della popolazione residente su cui il supercervellone della Sogei, Serpico (Servizi per i contribuenti), effettuerà controlli, incroci e verifiche.

La rivoluzione a cui sta lavorando la Orlandi si sviluppa su più fronti e prevede il coinvolgimenti di tutti i soggetti in possesso di informazioni sensibili dei contribuenti, dai sostituti d’imposta ai commercialisti, fino agli enti previdenziali e alla sanità. Punta di diamante del progetto resta, comunque, il cosiddetto archivio dei rapporti, il contenitore dell’Anagrafe tributaria a cui tutti gli intermediari finanziari (banche, assicurazioni, sim e Poste), come previsto dal Salva Italia di Monti, devono periodicamente inviare le informazioni sui clienti. Incamerati negli scorsi anni i dati relativi al 2011 e 2012, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha deciso ora di cambiare passo.

Nel provvedimento firmato ieri si stabiliscono infatti le nuove regole per l’invio dei dati. Tempi strettissimi per le informazioni relative al 2013, che dovranno avvenire entro il 28 febbraio, e al 2014, entro il 29 maggio. Poi, dal 2016, il sistemà entrerà a regime, con l’invio periodico delle comunicazioni relative all’anno precedente entro il 15 febbraio. La banca dati sarà ricca di informazioni. Ci sarà non solo il nome dei contribuente ma anche il codice identificativo del rapporto, il saldo di inizio e fine anno, l’importo totale dei movimenti attivi e passivi dell’anno. La novità principale, nell’ottica dell’unificazione di cui si diceva, riguarda le modalità di trasmissione dei dati. Al momento, infatti, le comunicazioni mensili, con le intestazioni dei rapporti attivi, e quelle annuali, con i saldi, viaggiano su un doppio binario: mensilmente tramite Entratel e Fisconline, annualmente tramite Sid (il nuovo Sistema di interscambio dati). Dal 2016 tutto viaggerà tramite Sid. Un’infrastruttura che rispetta standard di sicurezza più elevati e risponde anche alle perplessità sollevate a suo tempo dal Garante della privacy sul rischio di vulnerabilità dei dati sensibili dei contribuenti. L’utilizzo di un solo canale di trasmissione rientra in uno schema di unificazione dei flussi, ma complicherà molto la vita agli intermediari.

La sua gestione richiede infatti una serie di accorgimenti tecnici e di automatismi che risulteranno gravosi per gli istituti più piccoli. Basti pensare che nel 2011 il 77% degli operatori finanziari (10mila su 13mila) aveva meno di 100 rapporti da segnalare. Mentre 260 operatori avevano complessivamente più di 550 milioni di rapporti su un totale di 600 milioni. Con il nuovo sistema le segnalazioni mensili conterranno anche il codice univoco del rapporto oltre alle informazioni del tipo e natura e dei soggetti collegati. Un modo per rendere più facile al cervellone il collegamento di polizze, conti, titoli, mutui e tessere telefoniche con ogni singolo contribuente.

martedì 10 febbraio 2015

Renzi ci sta fregando un'altra volta: ricordate il bonus bebè. Saltato, perché...

Bonus bebè, il bluff del governo: mancano i decreti attuativi





Nessuno dei 50 mila genitori di bambini già nati in Italia dall'inizio del 2015 a oggi ha potuto finora incassare il bonus bebè promesso da Matteo Renzi nella legge di Stabilità. Il motivo? Manca la promulgazione dei decreti attuativi attesi entro gennaio ma non ancora varati dal Governo. A Palazzo Chigi fanno sapere che il decreto arriverà a giorni insieme al modulo per fare richiesta, ma nel frattempo le famiglie, stimate in circa 330 mila, che con un reddito inferiore ai 25mila euro l'anno dovevano beneficiarne, dovranno rifare i conti del proprio budget. La promessa era infatti di 80 euro al mese per tre anni, assicurati ad ogni figlio nato tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, che poteva arrivare a 160 euro per i genitori che non sforano il tetto dei 7mila euro.

Il nuovo Isee - Una volta che il governo avrà regolamentato il bonus sarà l'Inps a raccogliere le domande e provvedere all'erogazione dell'assegno, ma c'è un altro problema. A tutto questo si aggiunge la difficoltà nell'usare il nuovo Isee, l'indicatore di situazione economica equivalente richiesto come parametro per l'ammissione delle famiglie al beneficio. Dal 1° gennaio è entrato in vigore il nuovo indicatore economico che consente l'accesso alle prestazioni sociali. Nella versione rinnovata, l'Isee includerà i redditi lavorativi, ma attribuirà un peso maggiore alla componente patrimoniale e soprattutto immobiliare. In più, dovranno essere dichiarate anche le giacenze medie sul conto corrente, un dato che le banche non sono ancora capaci di esprimere.