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mercoledì 21 gennaio 2015

Par condicio: dopo la salva-Silvio Matteo adesso lancia la salva-Renzi...

Par condicio: dopo la salva-Silvio Matteo lancia la salva-Renzi





E’ iniziata la nuova era dei supercondoni. Dopo la salva- Silvio Berlusconi tutt’ora inserita nel decreto fiscale approvato il 24 dicembre scorso, Matteo Renzi e il suo Pd ne hanno escogitata un’altra: la salva-Renzi. Questa volta la manina non è del premier (ci mancherebbe), ma di Giorgio Pagliari, senatore Pd che fa il relatore sul ddl delega di riforma della pubblica amministratore. Che ha inserito un un emendamento il principio per un bel condono che sottragga alla Corte dei conti che li aveva messi alla sbarra tutti i sindaci e gli amministratori locali. Compreso appunto lo stesso Renzi.Pagliari ha preparato un emendamento all’articolo 13 che infatti inserisce un comma g-quater con questo principio: “rafforzamento del principio di separazione fra indirizzo politico-amministrativo e gestione e del conseguente regime di responsabilità dei dirigenti, anche attraverso l’esclusiva imputabilità agli stessi della responsabilità amministrativo-contabile per l’attività gestionale”. Di fatto l’immunità di tutti i sindaci e amministratori locali come di tutti gli ex (in primis proprio Renzi che è ancora sotto processo della Corte dei Conti), per scaricare ogni colpa sui dirigenti. Anche quando eseguono solo ordini dei loro superiori. Bella idea, non dissimile da quella del condono su evasione fiscale e frode fiscale.

Marine Le Pen massacra D'Alema: "Comunista, stai ancora a fare politica?". Ecco cosa è successo da Floris

Marine Le Pen massacra D'Alema: "Comunista, stai ancora a fare politica?". Ecco cosa è successo da Floris





Battute e frecciatine al veleno tra Massimo D'Alema e Marine Le Pen, ieri sera, martedì 20 gennaio, a Di Martedì, su La 7. Dopo il discorso di Baffino la leader del Fronte Nationale francese commenta: "Un sermone da un comunista". E lui, polemicamente, chiede a "madame Le Pen" se sia "nostalgica" del periodo bellico. "Senza euro saremmo stati peggio", ricorda D'Alema a proposito della retorica anti moneta unica. Ma lei di nuovo attacca: "Queste cose ce le venivano a dire persone come lei quando è fallito il modello sovietico, per convincerci che il motivo era che ce n'è stato poco". "Non si possono rimettere indietro le lancette della storia", avverte D'Alema che accenna al melting pot americano per difendere la ricchezza delle diversità. A quel punto la Le Pen sbotta: "Ora i comunisti difendono gli Usa. Amen, perché quello che sto sentendo è un sermone non una riflessione politica".

Botta e risposta - "Vede, signora Le Pen", continua D'Alema, "io sono molto critico verso le politiche europee e lavoro per cambiarle ma so che quando passo la frontiera tra Francia e Germania milioni di ragazzi sono morti lì per la libertà. Lei forse ha nostalgia di quel periodo ma io no e io dico che poter passare liberamente quelle frontiere è una grande conquista di civiltà". Anche qui la leader dl Fn ironizza: "Sa qual è la differenza tra di noi? Quella tra chi difende chi ha possibilità di andare per il week end tra Francia e Germania e io che difendo chi, a causa della vostra politica, non può farlo". D'Alema conclude che "il problema in Francia con il mondo islamico non è causato da immigrati ma da cittadini francesi, di una Francia che fu potenza coloniale e occupò altri Paesi". "Ma perché fate politica voi che parlate così?", domanda la Le Pen. 

Feltri scrive al Papa: "Caro Francesco, ecco perché sono orgoglioso di essere un coniglio"

Feltri: "Caro Papa sono orgoglioso di essere un coniglio"





E' orgoglioso di aver fatto quattro figli e di essere stato un papà coniglio, Vittorio Feltri. Che sul Giornale, ha scritto una lettera aperta a Papa Francesco dopo l'invito a una genitorialità responsabile. Feltri, che sottolinea di essere "non credente", si chiede perché per decenni la Chiesa ha tuonato per la procreazione illimitata mentre ora invita al controllo delle nascite. "L'insegnamento è stato valido per lustri. Ora, invece, è stato abrogato da Bergoglio, quantomeno corretto", "Marito e moglie non sono conigli, si limitino a dare alla luce tre figli (al massimo) in modo che essi siano all'altezza di mantenerli ed educarli come Dio comanda. Si vede che Dio ha cambiato idea".

Poi Feltri parla della sua esperienza di padre e di nonno: "Quattro figli, pur con l'attenuante di due gemelle, è un bel numero. Non è stato facile crescerli ma neppure troppo difficile. Ce l'abbiamo fatta e non ho un brutto ricordo" di quando "erano monelli". Continua: "E' vero, meno bebè, meno grane, in linea di massima. Ma è anche vero che una prole numerosa si autogestisce. I ragazzini si aiutano tra loro, formano una sorta di clan, e la famiglia va avanti". E a Papa Francesco, conclude Feltri, "che non ha avuto marmocchi, dico con stima: non sa cosa si è perso".

Le cifre da record delle pensioni dei giudici che ci levano la pensione

Corte Costituzionale, quanto prendono di pensione i giudici che ci tolgono la pensione





No al referendum. Un deciso "niet", quello dei Giudici della Corte Costituzionale, che hanno bocciato l'iniziativa promossa dalla Lega Nord per eliminare la riforma Fornero e restituire agli italiani quegli anni di pensione che hanno perso da un giorno all'altro (senza neppure citare il dramma degli esodati). La Consulta, insomma, conferma il furto ai pensionati. E' curioso allora andare a vedere quanto prendono loro, i giudici della Consulta, una volta raggiunta la pensione.

Cifre-monstre - A disposizione ci sono i dati del 2013. Dati che parlano da soli. Per quell'anno la Corte Costituzionale aveva previsto di pagare ai suoi ex giudici e loro superstiti 5,8 milioni di pensione. A quell'epoca c'erano 20 giudici precettori di pensione e 9 superstiti. Impressionante la cifra media, pari a 200mila euro all'anno per ogni singolo pensionato. Cifre che spiegano perché la consulta bocciò il (minimo) taglio alle loro pensioni d'oro proposto dal governo Monti. C'erano poi, ovvio, le spese totali per le pensioni di ex dipendenti e superstiti, pari a 13,5 milioni. In totale, vi erano 120 ex dipendenti e 78 superstiti precettori di pensioni, che avevano diritto ad uno stipendio medio di 68mila euro.

Gli stipendi - Un accenno, infine, anche alle retribuzioni delle toghe della Consulta. La retribuzione lorda del presidente è pari a 549.407 euro annui, mentre quella di un "semplice" giudice è pari a 457.839 euro. Come ricordava lavoce.info, un confronto con ciò che accade negli altri paesi è doveroso: in Gran Bretagna la retribuzione media è pari a 217mila euro, in Canada a 234mila euro, negli Usa, invece, siamo a 173mila euro per il presidente contro i 166mila euro dei giudici.

martedì 20 gennaio 2015

Lo schiaffo dei giudici a Salvini "La legge Fornero non si tocca"

La Corte costituzionale: "No al referendum che cancella la Fornero"





No dei giudici costituzionali al referendum promosso dalla Lega per cancellare la legge Fornero di riforma delle pensioni. Per la Corte è inammissibile. "La Corte costituzionale, nell'odierna camera di consiglio - si legge in una nota di Palazzo della Consulta - ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum relativa all'articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive". La sentenza, con le motivazioni della decisione, sarà depositata "entro i termini previsti dalla legge". 

Lo sfogo - Questo referendum era un cavallo di battaglia di Matteo Salvini che ora molto amareggiato commenta a Radio Padania: "Questa Italia mi fa schifo", si sfoga, "questa è una infamata nei confronti di milioni di italiani. È uno Stato di m... che ha dei giornalisti di m..." che non hanno dato risalto all'iniziativa. E tornando sulla bocciatura del referendum ha continuato: "Era l'unico cambiamento vero per la gente, ma questa è stata fottuta. Giornata del ca..., governo del ca... Spero che l'Italia si svegli. In Italia un cavillo lo trovi sempre. E' un furto, una beffa per milioni di italiani che speravano di non dover morire sul lavoro. Il popolo non conta un ca..., se non ti chiami Matteo Renzi non conti nulla". Ora, continua Salvini, "vediamo quali saranno le scuse formali" della Consulta.

L'interessata - Gongola invece Elsa Fornero. Per l'autrice della riforma la Corte Costituzionale "avrà avuto le sue buone ragioni. Ritengo questa decisione positiva per il Paese". E ha aggiunto l'ex ministro del Lavoro: "Ora il Parlamento se vuole esamini la riforma con pacatezza e lungimiranza".

Giubbotti arancioni per gli immigrati Ordinanza clamorosa del sindaco Pd

Giubbotti arancioni per gli immigrati, l'ordinanza del sindaco Partito Democratico 





Gli immigrati di colore che si spostano di sera o di pomeriggio devono indossare un giubbotto catarifrangente. L'ordinanza del sindaco di Flumeri, in provincia di Avellino, Angelo Lanza, del Pd, ha scatenato un putiferio. E se il primo cittadino si difende ("lo faccio per il loro bene", "ci sono troppi incidenti lungo la ex Statale 91"), la Cgil lo accusa di discriminazione e razzismo.

Il provvedimento - Lungo quella strada sorge infatti un centro per immigrati che richiedono asilo. "Non mi ha mai sfiorato l’idea di mettere in atto un provvedimento discriminatorio: l'ordinanza che ho firmato ha il solo obiettivo di evitare il ripetersi di incidenti sempre più frequenti su quella strada, alcuni dei quali anche recentemente hanno fatto registrare tragiche conseguenze" ha spiegato Lanza. L'ordinanza, riporta il Corriere del Mezzogiorno, è stato notificata alla cooperativa locale che assiste gli extracomunitari, tutti giovani provenienti da paesi africani: "Da tempo avevo chiesto alla cooperativa di farsi carico della sicurezza dei nostri ospiti e di quella degli automobilisti, ma le sollecitazioni verbali sono cadute nel vuoto". Per questo è dovuto intervenire.

Non per tutti - Ma il provvedimento - e questo è il punto - è indirizzato solo agli extracomunitari e non agli altri cittadini di Flumeri. Il sindaco Lanza si giustifica: "Non essendo italiani non conoscono il codice della strada che, anche per i miei concittadini, impone una serie di precauzioni, come quella appunto di rendersi visibili agli automobilisti soprattutto se da pedoni percorrono una strada poco illuminata".

Renzi, piano kamikaze: se esplodo io salta pure il Pd

Il piano kamikaze di Renzi: con me faccio esplodere tutto il Pd





E' amareggiato Matteo Renzi, la minoranza del Pd "punta a votare una legge elettorale contro di me e contro il partito. Mi vogliono accoltellare, ma attenzione: devono prendermi. Se sbagliano il bersaglio poi sono loro ad avere un problema". Perché se l'Italicum si ferma o viene stravolto facendo quindi saltare il patto del nazareno allora però "si va a votare. Anche con il Consultellum". Sul tavolo, scrive Repubblica, c'è la minaccia del voto anticipato: "La minoranza organizza un blitz con Salvini, Minzolini, Grillo e Vendola. Questo è il menù del Senato. Incredibile no? Per non votare un accordo con Berlusconi si mettono con quella compagnia? Vallo a spiegare poi alle feste dell'Unità".

E in effetti sarebbe difficile per i dissidenti giustificare la rottura. Tant'è. Oggi i nodi verranno al pettine: se gli emendamenti non passano, la legge va avanti. Intanto Palazzo Chigi ha preparato le contromisure. Il senatore Stefano Esposito ha presentato un emendamento "suggerito" dal premier che sintetizza i fondamenti dell'Italicum 2.0 e annulla le altre proposte di modifica. Lì si misureranno le forze. "Hanno avuto un sacco di roba - ricorda Renzi. Il ballottaggio, il premio alla lista, le preferenze. Se il Pd vince avrà solo il 30 per cento di nominati. E vogliono il Consultellum ossia il proporzionale? Così sono loro a determinare l'inciucio permanente con Berlusconi ". Hanno "24 ore di tempo per chiarirsi le idee", ricorda il premier. "Io vado avanti e non intendo vivacchiare".