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lunedì 19 gennaio 2015

Borsa, azioni, Btp, obbligazioni: cosa sta per succedere ai nostri soldi

Borsa, azioni, Btp, inflazione: cosa succede ai nostri soldi con il quantitative easing di Draghi

di Claudio Antonelli 



Giovedì prossimo sarà uno spartiacque. Per i cittadini europei e soprattutto per chi è riuscito a mettere da parte un po' di risparmi. In titoli o in obbligazioni. Il 22 gennaio infatti si riunirà il direttivo della Banca Centrale europea per dare il via al quantitative easing, l’iniezione di liquidità tramite azioni dirette nel mercato aperto degli asset finanziari. L’obiettivo di Mario Draghi è quello di far risalire l'inflazione. 

L’acquisto di titoli del debito pubblico da parte di Francoforte è l’opzione principale sul tavolo delle trattative e sicuramente quella su cui sono maggiormente puntati i riflettori dei mercati, ma è anche un’ipotesi che ai tedeschi non piace per niente. Per cui Draghi dovrà trovare una soluzione di compromesso che li liberi dalla sensazione di essere quelli che alla fine dovranno pagare per tutti. Almeno così recita la vulgata. La realtà dei fatti è però ancora lungi dall'essere compresa. «Per essere efficace l’acquisto di titoli di Stato dovrà essere grande», ha detto ieri Benoit Coeure, il francese che Draghi ha individuato come il responsabile del Qe. Secondo il Financial Times, significa che l’eventuale programma della Bce sarà quantificato intorno ai 500 miliardi di euro, o più fino a che l’inflazione europea ariverà al 2%. Per il tedesco Spiegel, Berlino avrebbe proposto a Draghi un piano di acquisto di bond calmierato dalle banche centrali dei singoli Paesi. Purtroppo la Bce non è la Federal Reserve e nemmeno la Banca nazionale svizzera per cui la mediazione politica avrà un ruolo principale, probabilmente con l'effetto di creare comunque delusione nei mercati. Pregiudicando alla fonte, se così fosse, l'effetto stesso del Qe sull’inflazione e sulla vita reale. 

Resta da comprendere che ne sarà delle attività finanziarie (titoli, obbligazioni ed azioni) e dei loro prezzi. Il risultato potrebbe essere un calo generalizzato dei rendimenti obbligazionari in tutta l'eurozona e un ulteriore restringimento dei differenziali relativi ai titoli di Stato dei Paesi periferici. Anche se i mercati obbligazionari hanno già iniziato a scontare questo scenario e i differenziali si stanno restringendo verso i minimi pluriennali. «I mercati», spiega a Libero Mario Seminerio portfolio advisor e in passato gestore di fondi, «tendono ad anticipare determinate mosse delle banche centrali. In questo caso bisognerà comprendere quanto i prezzi degli asset siano già allineati alla realtà. Se il Qe dovesse rivelarsi di entità e portata modesta, con alta probabilità i mercati ne saranno delusi. In questa circostanza ci si potrebbe attendere una corrente di vendite sui titoli di Stato, un conseguente rialzo dei rendimenti, un calo dei prezzi e un’ondata di vendite su Piazza Affari». Nel caso in cui Draghi dovesse armare il bazooka e mettere in campo un Qe senza limitazioni, magari vicino ai mille miliardi, la situazione cambierebbe parecchio. «In tal caso», prosegue Seminerio, «vi sarebbe un’ulteriore corrente di acquisti sui Btp e sulla Borsa, gonfiandone i valori. Il Btp decennale, per fare un esempio, che ora vale circa 130 potrebbe avere una robusta riduzione dello spread, un aumento del prezzo e un ulteriore calo dei rendimenti». 

L’esperienza degli Usa dimostrò che il primo Qe della Fed provocò una discesa del treasury decennale dal picco del 4% di metà ottobre 2008 al 2,2% dei primi di gennaio 2009. Ma nel nostro caso, i rendimenti sono già scesi notevolmente. Grandi contrazioni sono difficili. Difficile invece stimare l’impatto sugli investimenti immobiliari. Sicuramente, le banche alleggerita dai titoli di Stato potrebbero erogare più mutui. Al contrario le case italiane varrebbero meno e attirerebbero acquirenti stranieri. Su tutti questi scenari, campeggerebbe il calo della moneta unica. «Teoricamente c'è da aspettarsi una ulteriore discesa. Viste le attuali dinamiche l’euro potrebbe anche dirigersi verso la parità rispetto al dollaro. Tuttavia non è semplice prevederne l’andamento perché parliamo di una valuta che rappresenta un’area che è pur sempre in avanzo di bilancia commerciale, e questo tende a rafforzare il cambio a parità di ogni altra condizione.

Dunque non potrà svalutarsi oltre determinate soglie. Senza dimenticare che le migliorate prospettive economiche dell’area euro e le migliori aspettative di Eps (earnig per share) delle azioni europee determinerebbero flussi finanziari in entrata spingendo in rialzo il cambio». Insomma le Borse potrebbero cominciare un rally fenomenale. Ai tempi del prima Qe Usa, l’SP500 registrò un rialzo del 65%. Anche nell'attuale situazione Ue, lo spazio per un rialzo dei mercati azionari europei esiste ed è concreto. «Ma tutto dipenderà», conclude Seminerio, «dalle mosse reali della Bce». 

Sequestrati due pescherecci italiani: allarme in Egitto, ambasciata in allerta

Egitto, fermati due pescherecci italiani: ambasciata al Cairo in massima allerta 





Due pescherecci italiani sono stati fermati dalle autorità egiziane. La notizia è confermata dalla Farnesina. Non ci sono dati certi sul numero degli uomini dell'equipaggio. L'ambasciata italiana al Cairo segue la vicenda con la massima attenzione.

domenica 18 gennaio 2015

"Andate a lavorare e ridateci i soldi" La rabbia contro Greta e Vanessa

"Mandiamole a lavorare per ridarci i soldi". La rabbia contro Greta e Vanessa

di Matteo Pandini 



Due eserciti contrapposti, agguerriti e con migliaia di soldati. Su Facebook. Da una parte la pagina «Greta e Vanessa finalmente libere». Dall’altra quella «Greta e Vanessa lavorino gratis per ripagarci il riscatto di 12 milioni». Tesi del primo schieramento: evviva, le due volontarie rapite in Siria sono tornate a casa, il governo non ha sganciato un centesimo e chi la pensa diversamente non capisce un tubo.

Argomentazione dell’altra fazione: le due sciagurate se la sono andata a cercare, riportarle a casa ci è costato un capitale che servirà per finanziare i tagliagole. In altre parole, queste qui sono le «stronzette di Aleppo» come ha sintetizzato l’altro giorno il sito Dagospia. A sua volta sommerso da lettere velenose sulle cooperanti.

Tanto per capire il clima, a un certo punto del pomeriggio la pagina a favore delle fanciulle ha sventolato bandiera bianca: «A causa degli insulti abbiamo dovuto chiudere pure lo spazio che consente agli utenti di mandare messaggi privati. Complimentoni per la vostra umanità e solidarietà». Un film già visto o quasi. Dopo Natale, quando spuntò il video con le due ragazze che imploravano la liberazione (erano sotto due mantelli neri che lasciavano scoperto il volto), ecco dopo quel video in Italia non tutti si impietosirono. Anzi. Sempre su Facebook nacque il gruppo battezzato «delle italiane rapite non ce ne frega un c...» con contorno di insulti e fotomontaggi pesanti. Scoppiò la polemica e la pagina venne chiusa dopo una raffica di segnalazioni indignate.

Eppure, da quando è rimbalzata la lieta novella delle ventenni liberate (e sane e salve), dalla pancia del Paese che smanetta sui social è tracimata un’antipatia o addirittura un odio con pochi precedenti. Nemmeno lo sciagurato Francesco Schettino, per dire, ha incassato così tanti insulti e manifestazioni di antipatia viscerale. Anche se Greta e Vanessa hanno dalla loro gran parte del circo mediatico. Lucia Annunziata. Beppe Severgnini. Roberto Saviano. Di più.

Nella Bergamo di Vanessa come nella Varese di Greta, i giornali locali hanno censurato gli insulti ricevuti via mail, sui siti, sui social network. Non sono mancati editoriali indignati contro «l’odio della rete». Rosella Del Castello, direttrice di Bergamonews.it, ha scritto: «Sono schifata dai commenti della gente. Sono impaurita ma soprattutto arrabbiata dal numero di attacchi superficiali, volgari, cattivi contro due giovani». E la Provincia di Varese ha titolato un pezzo «l’amore per Greta più forte delle offese». Ma la furia che schizza dai social è irrefrenabile. «Per loro 12 milioni di dollari, per gli imprenditori che si sono ammazzati per poche migliaia di euro niente…» ringhia un fotomontaggio contro le cooperanti. «Grazie ragazze», si vede in un’altra immagine: ritrae dei tagliagole incappucciati, armi in pugno. E ancora. L’ennesimo post: «I 12 milioni sborsati dalla pubblica amministrazione (...) non saranno investiti in opere umanitarie, bensì in stragi». E giù una raffica di commenti, parecchi irripetibili. Un utente pubblica la foto di Aldo Moro con quella di Greta e Vanessa, per ricordare che per lo statista dc «non si tratta» e per le giovani «si danno 12 milioni».

Non va meglio nel gruppo «Greta e Vanessa libere», che nelle intenzione dei fondatori doveva essere gemello della pagina a favore delle due. E invece. Scorrendo la bacheca, anche qui gli insulti sono una moltitudine. Il tutto innaffiato da riferimenti sui marò, al grido «riprendiamo i nostri soldati» e «rimandiamole in Siria». Dato che gli eccessi non sono mai da una parte sola, ecco che salta su una tizia: «Sono contenta che questi due angeli in terra siano tornate dai propri cari, i marò stanno bene dove stanno. Sono dei delinquenti e devono pagare per il loro reato». Ecco un altro utente: «Greta e vinci», scrive perfido. Si naviga nel veleno.

Berlusconi urla con Brunetta: "Ora basta, ci stai rovinando"

Berlusconi urla con Brunetta: "Ora basta, ci stai rovinando"





"Leggo le dichiarazioni dell'onorevole Renato Brunetta che, a suo dire, io condividerei. È esattamente il contrario. Non sono d'accordo sui giudizi espressi da Brunetta e neppure sulla sua abitudine di attaccare personalmente gli avversari politici. Chiedo a Brunetta di cambiare atteggiamento". Così Silvio Berlusconi, a sorpresa, attacca il presidente dei deputati di Forza Italia che sabato 17 gennaio sul Corriere della Sera aveva minacciato Matteo Renzi sulle elezioni del Capo dello Stato "da fare prima delle riforme".

Due note - Ma il Cavaliere questa volta sbotta e in una prima nota rassicura il presidente del Consiglio che il Patto del Nazareno non è in discussione - "Forza Italia rispetterà il percorso delle riforme" - poi in una seconda nota, a firma del capogruppo degli azzurri al Senato Paolo Romani - viene chiarito che "la differenza di opinioni non può spingersi a danneggiare il nostro movimento e il presidente Berlusconi".

Replica - Brunetta da parte sua si difende e replica che "per antica consuetudine tutte le mie analisi e tutte le mie dichiarazioni sono sempre state concordate con il presidente Berlusconi, anche quando il presidente Berlusconi cambiava parere, come nei tempi più recenti sul fatto che fosse preferibile votare prima il nuovo presidente della Repubblica e poi la riforma costituzionale e quella elettorale. Ho anche condiviso il suo cambio di parere in merito, ribadendo il calendario fissato alla Camera dei deputati". E ancora: "Per quanto riguarda gli attacchi personali, non è mio stile attaccare gli avversari politici, è nel mio dovere invece rispondere agli attacchi altrui, cosa che ho sempre fatto e continuo a fare quotidianamente con pieno plauso del presidente Berlusconi. Ad una battuta inconsistente ho risposto al presidente Renzi di pensare a lavorare sui decreti attuativi della delega fiscale, piuttosto che perdere tempo in inutili polemiche". Ma fra il Cavaliere e Brunetta, ormai, è gelo.

Cofferati lascia il Pd: "Fascisti" Il gelo di Renzi: "Non è credibile"

Cofferati lascia il Pd: "Fascisti" Renzi: "Non è credibile"





Sergio Cofferati straccia la tessera dell Pd "inquinato". Sconfitto dalla renziana Raffaella Paita alle primarie liguri del centrosinistra, l'ex leader della Cgil ha convocato una conferenza stampa nel foyer del Teatro Carlo Felice di Genova per spiegare le ragioni di questa decisione alla quale sarebbe arrivato dopo una lunga discussione con i suoi collaboratori e con quella parte di dirigenti del Pd genovese e ligure che lo avevano sostenuto alle primarie. 

Attacca pesantemente Cofferati. La sua dichiarazione è riportata da il Fatto: "E' una vergogna che un fascista non pentito scelga i nostri candidati", "il voto è stato inquinato come ha dimostrato il collegio dei garanti ma quel che è più grave è che il centrodestra è intervenuto nelle primarie del centrosinistra per proporre un modello politico e il mio partito non è intervenuto per fermare questo". Ma i renziani vanno al contrattacco: "Cofferati non sa perdere, ora molli il posto all'Europarlamento".  E Matteo Renzi commenta: "Non è credibile. Uno perde e che fa? Se ne va? Ci vuole senso di responsabilità".

Pisapia finisce nel registro degli indagati Tutta colpa dei matrimoni gay

I pm indagano Pisapia per i matrimoni gay

di Luigi Mottola 



Lo avevano avvertito, ma se n’è altamente fregato. Per Giuliano Pisapia ci sono casi in cui le opinioni valgono più delle leggi. Per questo quando ministero e prefettura gli hanno intimato di sospendere la trascrizione delle nozze gay celebrate all’estero s’è fatto una risata. Il matrimonio omosessuale a Milano è diventato legale (ovviamente solo sulla carta) grazie a un escamotage. Bastava andare in Spagna, pronunciare il fatidico sì e poi passare negli uffici dell’anagrafe. Un trionfo per le associazioni Lgbt, grande serbatoio di voti del sindaco. Alla fine, però, lo Stato ha reagito. «Sono indagato per omissione di atti d’ufficio per non aver ottemperato alla richiesta del prefetto», ha spiegato. Una vera sberla per l’avvocato milanese, costantemente ossessionato dal pericolo di vedere il suo nome legato alle disavventure giudiziarie dell’Expo 2015. 

Dybala gol-lampo, Destro salva Garcia Palermo-Roma 1-1, la Juve può fuggire

Serie A, Palermo-Roma 1-1: Dybala gol lampo, Rudi Garcia dice grazie a Destro





Secondo pareggio consecutivo per la Roma di Rudi Garcia, che dopo il 2-2 nel derby non va oltre l'1-1 in casa del Palermo e sale così a 41 punti, due in meno della Juventus capolista che però ha un turno abbordabile con il Verona, nel posticipo domenicale del 19esimo turno di Serie A, e può allungare ancora, a +5. Inizio da incubo per i giallorossi, che dopo poco più di un minuto sono già sotto: Astori gioca una palla avventata sulla sua trequarti, Vasquez intercetta e verticalizza subito per Dybala che infila con freddezza De Sanctis per la sua decima rete stagionale. La Roma arranca, Iturbe e Ljiajc continuano il loro momento no. Serve Destro, rilanciato dal 1' minuto ma in odor di cessione, per dare la scossa e trovare il pareggio, con una leggera deviazione sottomisura al 9'. Da lì al fischio finale poche emozioni. Nell'altro anticipo del sabato, mezzo passo falso anche per l'Inter di Mancini, bloccata sullo 0-0 dall'Empoli.