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domenica 18 gennaio 2015

Berlusconi urla con Brunetta: "Ora basta, ci stai rovinando"

Berlusconi urla con Brunetta: "Ora basta, ci stai rovinando"





"Leggo le dichiarazioni dell'onorevole Renato Brunetta che, a suo dire, io condividerei. È esattamente il contrario. Non sono d'accordo sui giudizi espressi da Brunetta e neppure sulla sua abitudine di attaccare personalmente gli avversari politici. Chiedo a Brunetta di cambiare atteggiamento". Così Silvio Berlusconi, a sorpresa, attacca il presidente dei deputati di Forza Italia che sabato 17 gennaio sul Corriere della Sera aveva minacciato Matteo Renzi sulle elezioni del Capo dello Stato "da fare prima delle riforme".

Due note - Ma il Cavaliere questa volta sbotta e in una prima nota rassicura il presidente del Consiglio che il Patto del Nazareno non è in discussione - "Forza Italia rispetterà il percorso delle riforme" - poi in una seconda nota, a firma del capogruppo degli azzurri al Senato Paolo Romani - viene chiarito che "la differenza di opinioni non può spingersi a danneggiare il nostro movimento e il presidente Berlusconi".

Replica - Brunetta da parte sua si difende e replica che "per antica consuetudine tutte le mie analisi e tutte le mie dichiarazioni sono sempre state concordate con il presidente Berlusconi, anche quando il presidente Berlusconi cambiava parere, come nei tempi più recenti sul fatto che fosse preferibile votare prima il nuovo presidente della Repubblica e poi la riforma costituzionale e quella elettorale. Ho anche condiviso il suo cambio di parere in merito, ribadendo il calendario fissato alla Camera dei deputati". E ancora: "Per quanto riguarda gli attacchi personali, non è mio stile attaccare gli avversari politici, è nel mio dovere invece rispondere agli attacchi altrui, cosa che ho sempre fatto e continuo a fare quotidianamente con pieno plauso del presidente Berlusconi. Ad una battuta inconsistente ho risposto al presidente Renzi di pensare a lavorare sui decreti attuativi della delega fiscale, piuttosto che perdere tempo in inutili polemiche". Ma fra il Cavaliere e Brunetta, ormai, è gelo.

Cofferati lascia il Pd: "Fascisti" Il gelo di Renzi: "Non è credibile"

Cofferati lascia il Pd: "Fascisti" Renzi: "Non è credibile"





Sergio Cofferati straccia la tessera dell Pd "inquinato". Sconfitto dalla renziana Raffaella Paita alle primarie liguri del centrosinistra, l'ex leader della Cgil ha convocato una conferenza stampa nel foyer del Teatro Carlo Felice di Genova per spiegare le ragioni di questa decisione alla quale sarebbe arrivato dopo una lunga discussione con i suoi collaboratori e con quella parte di dirigenti del Pd genovese e ligure che lo avevano sostenuto alle primarie. 

Attacca pesantemente Cofferati. La sua dichiarazione è riportata da il Fatto: "E' una vergogna che un fascista non pentito scelga i nostri candidati", "il voto è stato inquinato come ha dimostrato il collegio dei garanti ma quel che è più grave è che il centrodestra è intervenuto nelle primarie del centrosinistra per proporre un modello politico e il mio partito non è intervenuto per fermare questo". Ma i renziani vanno al contrattacco: "Cofferati non sa perdere, ora molli il posto all'Europarlamento".  E Matteo Renzi commenta: "Non è credibile. Uno perde e che fa? Se ne va? Ci vuole senso di responsabilità".

Pisapia finisce nel registro degli indagati Tutta colpa dei matrimoni gay

I pm indagano Pisapia per i matrimoni gay

di Luigi Mottola 



Lo avevano avvertito, ma se n’è altamente fregato. Per Giuliano Pisapia ci sono casi in cui le opinioni valgono più delle leggi. Per questo quando ministero e prefettura gli hanno intimato di sospendere la trascrizione delle nozze gay celebrate all’estero s’è fatto una risata. Il matrimonio omosessuale a Milano è diventato legale (ovviamente solo sulla carta) grazie a un escamotage. Bastava andare in Spagna, pronunciare il fatidico sì e poi passare negli uffici dell’anagrafe. Un trionfo per le associazioni Lgbt, grande serbatoio di voti del sindaco. Alla fine, però, lo Stato ha reagito. «Sono indagato per omissione di atti d’ufficio per non aver ottemperato alla richiesta del prefetto», ha spiegato. Una vera sberla per l’avvocato milanese, costantemente ossessionato dal pericolo di vedere il suo nome legato alle disavventure giudiziarie dell’Expo 2015. 

Dybala gol-lampo, Destro salva Garcia Palermo-Roma 1-1, la Juve può fuggire

Serie A, Palermo-Roma 1-1: Dybala gol lampo, Rudi Garcia dice grazie a Destro





Secondo pareggio consecutivo per la Roma di Rudi Garcia, che dopo il 2-2 nel derby non va oltre l'1-1 in casa del Palermo e sale così a 41 punti, due in meno della Juventus capolista che però ha un turno abbordabile con il Verona, nel posticipo domenicale del 19esimo turno di Serie A, e può allungare ancora, a +5. Inizio da incubo per i giallorossi, che dopo poco più di un minuto sono già sotto: Astori gioca una palla avventata sulla sua trequarti, Vasquez intercetta e verticalizza subito per Dybala che infila con freddezza De Sanctis per la sua decima rete stagionale. La Roma arranca, Iturbe e Ljiajc continuano il loro momento no. Serve Destro, rilanciato dal 1' minuto ma in odor di cessione, per dare la scossa e trovare il pareggio, con una leggera deviazione sottomisura al 9'. Da lì al fischio finale poche emozioni. Nell'altro anticipo del sabato, mezzo passo falso anche per l'Inter di Mancini, bloccata sullo 0-0 dall'Empoli.

Il padre spalleggiatore: "Vanessa non si deve scusare"

Vanessa è arrivata a casa, il padre: "Non ha nulla di cui scusarsi"





Una sciarpa in stile kefiah al collo, capelli sciolti e lo sguardo timido davanti alle telecamere: Vanessa Marzullo è tornata a casa. Ma le polemiche sulle due ragazze rapite da Al Nusra non si sono spente soprattutto dopo le indiscrezioni che parlano di un presunto riscatto da 12 milioni di euro pagato dal governo per la loro liberazione. "Ringrazio tutti, ringrazio tutte le persone che hanno lavorato per il nostro rilascio e chi ha pregato per noi", le poche parole che sussurra accanto alla madre. È arrivata nell’abitazione del papà Salvatore, a Verdello, in auto, alle 14.44. Il padre Salvatore al volante, il fratello Mario seduto davanti e lei dietro con mamma Patrizia. La ragazza si è affacciata un istante solo per salutare i giornalisti e le persone che la aspettavano fuori.

"Niente scuse" - E a parlare con i giornalisti c'ha pensato il padre che è voluto tornare su quelle "scuse" fatte dalle due ragazze, soprattutto da parte di Greta agli italiani: "Non ci ha chiesto scusa, perché non ha nulla di cui scusarsi", ha detto il padre, Salvatore, subito dopo il suo arrivo. "L’ho trovata bene e non ha subito violenze - ha aggiunto -. Si è dunque trattato di una brutta storia fortunatamente a lieto fine. Ora ha bisogno di qualche giorno di tranquillità. Anche a noi non ha ancora raccontato i dettagli. Ringrazio di cuore tutti quelli che ci sono stati vicini in questi mesi e in questi ultimi giorni, dal governo ai nostri vicini". Infine Salvatore Marzullo afferma: "Mia figlia ha fatto una cosa pericolosa ma non sbagliata".

"Forte forte forte"? No, male male male. Ecco perché Raffaella Carrà torna, vince ma fa flop (e sul web piovono sfottò...)

Forte forte forte, il talent di Raffaella Carrà vince la gara dello share ma non sfonda





La Raffa nazionale vince la gara dello share ma non sfonda. Forte forte forte, nuovo talent musicale di Raiuno condotto da Raffaella Carrà, incassa 3,8 milioni di spettatori realizzando uno share del 15,52 per cento. Numeri buoni, ma non eccezionali soprattutto considerando due fattori. Il primo è la concorrenza, praticamente nulla, sugli altri canali. Secondo quanto riferisce il sito specializzato davidemaggio.it, infatti, i rivali risultano staccatissimi ad esclusione di Senza Identità su Canale 5 (3,4 milioni di spettatori). Secondo punto: il costo della produzione dello show, che secondo Dagospia ammonta per viale Mazzini tra il milione e il milione e 300mila euro a puntata, di cui 800mila euro per le sole scenografie. E se alla prossima puntata la Carrà avrà contro Scherzi a parte di Paolo Bonolis, suggerisce malizioso Dago, lo share colerà a picco, intorno al 10 per cento. Insomma, il debutto non sarà stato "un fallimento mostruoso", come scrive Dagospia, ma di certo non è stato un trionfo. E a testimoniarlo ci sono i commenti ironici e velenosi su Twitter di molti telespettatori vip, a cominciare da Selvaggia Lucarelli e Alessandra Menzani. 


Selvaggia Lucarelli @stanzaselvaggia

Vedo Forte forte forte, ho girato per un attimo su #quartogrado  e mi è sembrata sperimentazione. #forteforteforte
22:02 - 16 Gen 2015


alessandra menzani @AMenzani

La Carrà andava tanto bene a #TheVoice invece no, ha voluto rovinarsi gli ultimi anni di carriera. Bella mossa.  #forteforteforte
16:41 - 17 Gen 2015

Io giornalista all'assemblea "pacifica": minacce e perquisizioni dagli antagonisti

Milano, io giornalista all'assemblea "pacifica" degli antagonisti No Expo: minacce e perquisizioni

di Marianna Baroli 



No Expo fa rima con violenza. La pacifica riunione che si è tenuta ieri nei locali occupati di via Mascagni 6 a Milano è il pretesto perfetto per due cose: fumare marijuana e cacciare persone scomode, come i giornalisti. I tanti attesi e annunciati workshop tematici hanno riunito solo una manciata di persone. Il motivo? "Li hanno organizzati troppo presto, siamo stanchi dalla festa di ieri". A parlare è uno dei giovani del centro sociale il Cantiere che ammette di sfruttare la giornata per "stare con gli amici a chiacchierare". E il tema principale, il far conoscere perché Expo 2015 è e sarà un male per Milano? "Boh", ci risponde il ragazzo allontanandosi. I No Expo hanno tutti una ventina d'anni, sono giovani, poco ferrati in materia di Esposizione Universale. A far discutere, più che Expo, oggi è Giuliano Pisapia. Il sindaco, da molti, viene chiamato "il traditore". "Ora dice che bisogna rispettare le regole", ridono alcuni ragazzi del Lambretta scuotendo il capo. "Ci hanno lasciati fuori dalla Statale ma non ci faranno di certo stare zitti", annuncia una voce forte al microfono. Lui, ci dicono, è uno dei leader No Expo. Dopo un breve dibattito senza contenuti sul perché loro siano No Expo, la rivelazione: "In mezzo a noi ci sono giornalisti, li invitiamo a lasciare lo spazio". Poi, la presa di posizione. Ci fermano, sequestrano il cellulare. "Questo non ve lo ridiamo più", ci dicono, con fare minaccioso: "O cancellate tutto quello che avete registrato, o questo rimane a noi". Decidiamo di sbloccare il telefono, personalmente ci cancellano ogni traccia di immagine dagli album fotografici e poi, constatato che del loro incontro non ci sia più traccia, ci accompagnano all'uscita. "Se volete le foto, cercatele altrove". Ma quello di oggi, dopotutto, doveva essere un incontro pacifico.