Dopo la farsa delle primarie in Liguria, Cofferati molla il partito
Sergio Cofferati se ne va dal Pd sbattendo la porta. Sconfitto dalla renziana Raffaella Paita alle primarie liguri del centrosinistra, l'ex leader della Cgil ha convocato una conferenza stampa nel foyer del Teatro Carlo Felice di Genova per spiegare le ragioni di questa decisione alla quale sarebbe arrivato dopo una lunga discussione con i suoi collaboratori e con quella parte di dirigenti del Pd genovese e ligure che lo avevano sostenuto alle primarie. Cofferati la notte dell’11 gennaio scorso, quando era stato reso noto il risultato definitivo delle consultazioni liguri aveva dichiarato: "Prendo atto dei risultati ma non li riconosco, e chiedo l’intervento della commissione di garanzia su tutte le segnalazioni di di voti del centrodestra e di voti eterodiretti di comunità di stranieri. Soltanto quando la commissione di garanzia si sarà pronunciata avremo il quadro definitivo. Oggi le primarie non sono affatto concluse".
Gli altri nodi - Sul tavolo ci sono questioni di merito, sul voto, ma anche di prospettiva politica sul cammino di un partito, il Pd, che guarda al centro e pensa ad alleanze con formazioni come l'NCD. "Inaccettabile il silenzio di Renzi e del mio partito sulle primarie in Liguria", ha detto Cofferati durante la conferenza stampa. "In questa situazione non posso restare". "In questa situazione, per rispetto ai cittadini che mi hanno votato, alle mia convinzioni e ad una parte importante della mia vita, in un partito che non dice nulla su quanto accaduto in Liguria io non posso più restare", ha ribadito l’europarlamentare. "È decisione per me difficile e dolorosa", ha aggiunto, "perchè sono uno dei 45 fondatori del Pd. Vi lascio immaginare con quale fatica sono arrivato a questa conclusione".
Le primarie - "Ho preferito non aspettare", ha spiegato Cofferati, "perchè il quadro quantitativo è abbastanza chiaro. Mi ero convinto durante la campagna che si preparavano comportamenti difformi da quelli che dovrebbero riguardare le primarie. Ho sempre sostenuto l'utilità di questo strumento, che ha larghe pecche e si deve rivedere alla radice, ma continuo a pensare che devono essere mantenute cambiando le modalità con le quali vengono fatte. Quelle di oggi hanno alterato i modi di farle e rappresentare le cose". Poi, Cofferati ha aggiunto: "Sono 13 i seggi incriminati con due fatti gravi: il modo anomalo con cui hanno partecipato al voto alcuni stranieri e l'inquinamento attraverso il voto sollecitato e ottenuto del centrodestra, che si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra: così non ci sono più le primarie, visto che una parte vuole entrare pesantemente in casa altrui. Mi stupisce che solo io ho fatto ricorsi per violazioni delle regole e mi ha colpito tanta approssimazione di un ministro, Pinotti se non si è capito, sulle regole interne del partito a cui appartiene".