Matteo Renzi non tira più: share flop per Le invasioni barbariche di Daria Bignardi. E nei sondaggi il premier cala
di Enrico Paoli
Tranquilli. Prima o poi a sentirete Daria Bignardi esclamare, con uno dei suoi soliti acuti (inutili peraltro) che lei non fa televisione in senso stretto, ma che ha solo portato il salotto di casa sua nell’etere. E così tutto ciò che direte sugli ascolti delle Invasioni Barbariche, il programma de La7 condotto dalla giornalista-scrittrice ed ex conduttrice del Grande Fratello, sarà usato contro di voi.
E sì perché la prima puntata della nuova stagione del programma, che ha debuttato mercoledì sera, ha fatto registrare un modesto 3,82% di share, nonostante la presenza del premier Matteo Renzi, al quale la Bignardi ha apparecchiato un’intervista su misura. Nemmeno il Fedez show ha evitato il disastro. Esattamente un anno fa (il 17 gennaio del 2014 per la precisione) Le Invasioni Barbariche, con il premier guest star della serata, fecero registrare il 5,59%. Altri tempi, altri scenari, direte voi. Probabile, tanto che il 17 aprile del 2013, ovvero in occasione dell’ultima puntata di quella stagione, la presenza in studio di Matteo portò in dote alla Bignardi (detta birignao) un ascolto record: il 6,55% di share. Qualcosa è cambiato.
Di sicuro il presidente del Consiglio non è più il re Mida degli ascolti e la Bignardi è sempre più un prodotto di nicchia. Ma non è sommando le due negatività che si ottiene il risultato di questo tracollo. Perché nel caso della conduttrice de La7 incide, e non poco, la crisi della tv generalista e il logoramento del programma. Sempre uguale a se stesso. Nel caso del premier, invece, pesa il definitivo tramonto della luna di miele con gli italiani. Il sondaggio realizzato nei giorni scorsi dall’istituto Ixé per Agorà, il programma di Rai Tre condotto da Gerardo Greco, ha evidenziato un crollo della fiducia tanto nel governo (sceso in una settimana dal 37 al 33%) quanto nel premier (dal 39 al 37%) e sorpassato dal quasi ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (39%). I motivi sono facilmente immaginabili. Il nuovo record della disoccupazione pesa in modo evidente, così come pasticcio sulla delega fiscale tanto attesa da aziende e cittadini. E se le cifre raccontano che gli italiani non credono più nell’arte affabulatoria del primo ministro, incapace di risolvere i problemi del Paese, i sondaggi non raccontano sino in fondo la crisi degli italiani. Se a settembre la fiducia era al 50%, in poco più di tre mesi si è disperso oltre un quarto del «Renzi fan club». Sono cose che succedono anche nelle migliori famiglie.
Però nel caso di Renzi e della Bignardi le vicende, diciamo così, «familiari» sono un fatto marginale, dato che entrambi sono afflitti da un ego smisurato. La conduttrice de La7, molto attenta ad accontentare i salotti radical chic più che il pubblico trasversale della rete, è stata battuta da una programma popolare come Chi l’ha Visto, condotto con maestria da Federica Sciarelli. Il contenitore di Rai Tre ha fatto registrare il 15,02% di share, mantenendosi sui propri livelli standard. Matteo, invece, rischia di essere surclassato dall’altro Matteo, Salvini naturalmente. I due sono considerati fra i leader più amati in questo momento, sebbene la luna di miele del premier con il Paese pare essersi eclissata. Tuttavia c’è un dato che dovrebbe far riflettere, e non poco. Soltanto il 50,7% degli intervistati ha dichiarato che si recherebbe alle urne nel caso in cui si tornasse a votare. Segno che il disinteresse verso la politica ha raggiunto percentuali mai viste in passato. Nel frattempo, però, il leader della Lega continua ad essere l’ospite preferito dei programmi tv. E chissà che non sia proprio lui il vaccino contro l’epidemia dell’astensionismo.