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sabato 17 gennaio 2015

Previsto un weekend di neve e pioggia Scopri che tempo farà nella tua regione

Previsto un weekend di neve e pioggia Scopri che tempo farà nella tua regione





Per il weekend arriva la neve. Su Alpi e Appennini, ma anche a quote più basse. Secondo il sito www.ilMeteo.it la perturbazione che in queste ore sta raggiungendo il Nord richiamerà venti meridionali più miti, carichi di umidità e che addosseranno le nubi e le precipitazioni sulle Alpi e Prealpi, precipitazioni che in queste zone saranno copiose, abbondanti e prevalentemente a carattere nevoso sopra i 1000/1200 metri, ma con quota in calo nella giornata di sabato 17 gennaio. 

La pioggia invece interesserà i settori di pianura e sarà moderata o forte sulla Liguria e alta Toscana, debole altrove. Domenica, mentre al Nord il tempo migliora, il maltempo si sposterà verso il Centro e il Sud con piogge anche su queste regioni e nevicate sugli Appennini sopra i 1300/1600 metri. Inoltre la prossima settimana parecchie le nubi previste sulla nostra Penisola. Le precipitazioni risulteranno generalmente deboli o localmente moderate, soprattutto sulle regioni centrali e meridionali, per il freddo invernale dovremo ancora aspettare. 

Sgarbi lo aizza e Cruciani "bestemmia" in diretta: "Papa Francesco? Bullo di periferia. E' come un..."

Giuseppe Cruciani, la "bestemmia" in diretta: "Papa Francesco come un clown e un bullo di periferia"





Chi segue La Zanzara di Radio24 non si sarà perso il recente siparietto. Protagonisti Vittorio Sgarbi e il conduttore Giuseppe Cruciani. Il primo, in un ardito parallelismo, sosteneva che se Cruciani avesse bestemmiato in diretta, pur senza arrivare a stragi e kalashnikov, avrebbe dovuto subire (scontate) e pesantissime conseguenze, non solo giudiziarie. Cruciani, da par suo, sosteneva che la questione fosse totalmente diversa: le vignette di Charlie Hebdo che hanno scatenato la furia islamista su un piano, l'eventuale bestemmia in diretta su un altro. Così Sgarbi si scatena: "E allora fallo! Bestemmia. Dai, bestemmia e vediamo cosa succede". Ovviamente, Cruciani si è astenuto dal farlo.

La frase del Papa... - Nella puntata di giovedì 15 gennaio, però, lo stesso Cruciani si è spinto ad un'affermazione che farà discutere. Nessuna bestemmia, per carità, ma una frase che dopo la provocazione di Sgarbi non è passata inosservata, affatto. Si discuteva delle (strane) parole del Papa, sempre legate alla strage nel Charlie Hebdo. Francesco, infatti, ha spiegato in un parallelismo altrettanto ardito che "se uno insulta la mia mamma, io gli do un pugno". Tutto l'opposto rispetto al cattolicissimo "porgi l'altra guancia". Una frase, quella del Papa, che per Cruciani è una "toppa clamorosa". Il conduttore de La Zanzara, infatti, ritiene che la boutade del Pontefice sia stato un macroscopico errore.

...e il giudizio di Cruciani - Ed è in questo contesto, mentre nel corso della trasmissione si continuava a discutere della frase del Papa, che Cruciani ha nuovamente detto la sua, con una frase, appunto, destinata a far discutere. "Quella frase - attacca Cruciani - è la dimostrazione di ciò che ho sempre detto, da uno o due mesi dopo l'elezione. Questo Papa è una sorta di clown. E' un personaggio divertente, uno che si mette al livello di un bullo di periferia e dice ao se mi tocchi la mamma ti tiro un pugno. Sarà pure il Papa - conclude Cruciani - ma non c'è la regalità, l'autorità, il carisma". Nessuna bestemmia, certo, ma Sgarbi, oggi, sarà un poco più soddisfatto...

La Kyenge ora si candida al Quirinale "Così i leghisti moriranno d'infarto..."

Cecile Kyenge a La Zanzara: "Vorrei un Capo dello Stato di colore o di origine straniera"





"Serve un presidente di colore al Quirinale". Nel toto-Colle entra a gamba tesa pure l'ex ministro Cecile Kyenge che in un'intervista a La Zanzara su Radio 24 parla del successore di Giorgio Napolitano e traccia il suo personale identikit per il nuovo Capo dello Stato: "Lo sogno tutti i giorni. Vorrei un nero come Presidente della Repubblica - ha detto l'esponente piddì - Al Quirinale vorrei un nero e con un presidente di colore tutti quelli della Lega morirebbero di infarto". 

"Serve un candidato di colore" - Ma per il momento di candidati di colore non ce ne sono. E questo la Kyenge lo sa bene: "Nelle varie rose di nomi che si fanno non vedo nessuno di colore o almeno uno di origine straniera, sarebbe un passo avanti - spiega l'europarlamentare dem - Sono sicura che adesso la mia pagina Facebook si riempirà di insulti". 

Toto-Quirinale, Renzi avverte i suoi: "Se ci sarà fallimento, Pd colpevole"

Direzione Pd, Matteo Renzi avverte i suoi: "Se ci sarà fallimento, Pd colpevole"





"La direzione del Pd è convocata in modo permanente fino all'elezione del presidente della Repubblica". Matteo Renzi durante la direzione dem prepara la road map per il partito in vista della corsa al Colle. "Nelle 24 ore precedenti al primo voto si deve arrivare a formalizzare la proposta del Pd riunendo i gruppi e i grandi elettori". "Questo passaggio - specifica Renzi - sarà preceduto da un giro di consultazione con gli altri partiti", con il tramite di "una delegazione composta da segretario, due capigruppo, due vicesegretari e presidente del partito". Ma ha assicurato che i primi ad essere sentiti saranno gli alleati di governo, come Scelta Civica e Area popolare. Era un passaggio atteso quello di Renzi, che di fatto apre le grandi manovre in vista del 29 gennaio, giorno in cui è convocato il Parlamento in seduta comune.

La partita per il Colle - ll premier ha voluto richiamare il partito alla responsabilità storica che lo attende: "O siamo in condizioni di fare quel che necessario o, se si fallirà come nel 2013, noi saremo additati come colpevoli". La direzione ha interrotto il segretario per un lungo e sentito applauso rivolto a Giorgio Napolitano, ringraziato da Renzi per come ha saputo interpretare il ruolo di presidente della Repubblica. Poi è arrivato l'avvertimento: "Niente ironie, niente demagogie, coinvolgeremo tutti. Se qualcuno si chiama fuori faremo senza di lui. Non accettiamo veti da nessuno". Logicamente non sono stati fatti nomi, anche se Renzi ha ribadito che il presidente dovrà essere "un arbitro rigoroso". Il premier ha anche aperto ad un dialogo con i parlamentari Cinque Stelle che devono "scegliere se vogliono essere parte del gioco istituzionale". Un'apertura apprezzata dal dissidente Pippo Civati che dice: "Per oggi va bene così, ma quando lo dicevo io mi davano del matto". Le parole del premier sembrano aver placato le richieste della minoranza dem, che ieri aveva chiesto di esplorare "nuove strade" rispetto al patto del Nazareno.

La Kostner condannata per Schwazer Amore e doping: un anno e 4 mesi

Doping, Carolina Kostner condannata a 1 anno e 4 mesi per il caso Schwazer





Il Tribunale nazionale antidoping ha squalificato Carolina Kostner per 1 anno e 4 mesi a partire da oggi. La pattinatrice altoatesina era accusata di complicità e omessa denuncia nell'ambito del "caso Schwazer": avrebbe cioè taciuto delle pratiche dopanti cui si sottoponeva l'allora suo fidanzato, il marciatore azzurro Alex Schwazer, oro a Pechino 2008 nella 50 km. La Procura nazionale antidoping aveva chiesto 2 anni e 3 mesi di squalifica. Kostner è stata anche condannata al pagamento di 1.000 euro. Il suo avvocato Giovanni Fontana commenta "Smentito il Tas che stabiliva la piena consapevolezza dell'illecito per la condanna. Faremo sicuramente ricorso". Queste invece sono le parole della pattinatrice: "Contenta di certo non sono, anzi sono molto amareggiata e molto delusa. Sono determinata ad andare fino in fondo, fino all'ultimo grado di giustizia". Ora Carolina con i suoi legali deciderà come articolare la sua difesa davanti al Tas di Losanna.

venerdì 16 gennaio 2015

Renzi non tira più: giù nei sondaggi E dalla Bignardi è flop di ascolti

Matteo Renzi non tira più: share flop per Le invasioni barbariche di Daria Bignardi. E nei sondaggi il premier cala

di Enrico Paoli 



Tranquilli. Prima o poi a sentirete Daria Bignardi esclamare, con uno dei suoi soliti acuti (inutili peraltro) che lei non fa televisione in senso stretto, ma che ha solo portato il salotto di casa sua nell’etere. E così tutto ciò che direte sugli ascolti delle Invasioni Barbariche, il programma de La7 condotto dalla giornalista-scrittrice ed ex conduttrice del Grande Fratello, sarà usato contro di voi. 
E sì perché la prima puntata della nuova stagione del programma, che ha debuttato mercoledì sera, ha fatto registrare un modesto 3,82% di share, nonostante la presenza del premier Matteo Renzi, al quale la Bignardi ha apparecchiato un’intervista su misura. Nemmeno il Fedez show ha evitato il disastro. Esattamente un anno fa (il 17 gennaio del 2014 per la precisione) Le Invasioni Barbariche, con il premier guest star della serata, fecero registrare il 5,59%. Altri tempi, altri scenari, direte voi. Probabile, tanto che il 17 aprile del 2013, ovvero in occasione dell’ultima puntata di quella stagione, la presenza in studio di Matteo portò in dote alla Bignardi (detta birignao) un ascolto record: il 6,55% di share. Qualcosa è cambiato. 

Di sicuro il presidente del Consiglio non è più il re Mida degli ascolti e la Bignardi è sempre più un prodotto di nicchia. Ma non è sommando le due negatività che si ottiene il risultato di questo tracollo. Perché nel caso della conduttrice de La7 incide, e non poco, la crisi della tv generalista e il logoramento del programma. Sempre uguale a se stesso. Nel caso del premier, invece, pesa il definitivo tramonto della luna di miele con gli italiani. Il sondaggio realizzato nei giorni scorsi dall’istituto Ixé per Agorà, il programma di Rai Tre condotto da Gerardo Greco, ha evidenziato un crollo della fiducia tanto nel governo (sceso in una settimana dal 37 al 33%) quanto nel premier (dal 39 al 37%) e sorpassato dal quasi ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (39%). I motivi sono facilmente immaginabili. Il nuovo record della disoccupazione pesa in modo evidente, così come pasticcio sulla delega fiscale tanto attesa da aziende e cittadini. E se le cifre raccontano che gli italiani non credono più nell’arte affabulatoria del primo ministro, incapace di risolvere i problemi del Paese, i sondaggi non raccontano sino in fondo la crisi degli italiani. Se a settembre la fiducia era al 50%, in poco più di tre mesi si è disperso oltre un quarto del «Renzi fan club». Sono cose che succedono anche nelle migliori famiglie.

Però nel caso di Renzi e della Bignardi le vicende, diciamo così, «familiari» sono un fatto marginale, dato che entrambi sono afflitti da un ego smisurato. La conduttrice de La7, molto attenta ad accontentare i salotti radical chic più che il pubblico trasversale della rete, è stata battuta da una programma popolare come Chi l’ha Visto, condotto con maestria da Federica Sciarelli. Il contenitore di Rai Tre ha fatto registrare il 15,02% di share, mantenendosi sui propri livelli standard. Matteo, invece, rischia di essere surclassato dall’altro Matteo, Salvini naturalmente. I due sono considerati fra i leader più amati in questo momento, sebbene la luna di miele del premier con il Paese pare essersi eclissata. Tuttavia c’è un dato che dovrebbe far riflettere, e non poco. Soltanto il 50,7% degli intervistati ha dichiarato che si recherebbe alle urne nel caso in cui si tornasse a votare. Segno che il disinteresse verso la politica ha raggiunto percentuali mai viste in passato. Nel frattempo, però, il leader della Lega continua ad essere l’ospite preferito dei programmi tv. E chissà che non sia proprio lui il vaccino contro l’epidemia dell’astensionismo.

Otto e mezzo, Paolo Gentiloni e quella domanda della Gruber sul riscatto per Greta e Vanessa

Otto e mezzo, Paolo Gentiloni e quella domanda della Gruber sul riscatto per Greta e Vanessa








"Abbiamo pagato il riscatto? Le notizie che circolano sono solo illazioni, abbiamo seguito tutte le procedure utili per liberare Greta e Vanessa". Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ospuite a Otto e Mezzo, va in tilt con una domanda di Lilli Gruber che lo incalza: "Ministro può rispondere sì o no sulla vicenda del riscatto? Avete pagato?". Niente Gentiloni non riesce a pronunciare un monosillabo. E così parte il solito giro di parole: "Ho trovato quelle ragazze molto provate, il governo italiano ha fatto il possibile per riportarle a casa. Abbiamo seguito tutte le procedure che sono simili a quelle adotatte dagli altri Paesi. L'Italia non paga riscatti", ha affermato. 

"Che io sappia" - Ma sul caso specifico di Greta e Vanessa non riesce pronunciare una frase semplicissima: "Il governo italiano non ha pagato il riscatto ad Al Nusra". Poi sempre più stremato, Gentiloni all'ennesima domanda su uno scambio di prigionieri risponde così: "Che io sappia non c'è stato". Va sottolineato quel "che io sappia". Non proprio rassicurante come risposta per chi guida il dicastero degli Esteri ed è in prima linea nella difesa del nostro paese dal pericolo jihadista...