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sabato 10 gennaio 2015

blogger saudita "offende" l'islam: mille frustate (in "rate" da cinquanta)

Arabia Saudita, il blogger offende l'Islam: condannato a 1.000 frustate in "rate" da 50





Frustato in pubblico a Gedda, dopo la preghiera del venerdì. A nulla sono servite le richieste degli Usa e le 14mila firme che online sono arrivate per chiedere la grazia di Raif Badawi blogger saudita. Oggi ha infatti, ricevuto le sue prime 50 frustate di una pena che ne prevede 1000 dilazionate in 20 giorni. L'uomo fu arrestato nel giugno 2012 e condannato a 10 anni di reclusione, punizioni corporali e un'ammenda di un milione di rial sauditi (circa 200mila euro). L'accusa è di aver insultato l'Islam e violato le leggi sulle comunicazioni elettroniche. La moglie, Ensaf Haidar ed i tre figli, in via del tutto precauzionale è fuggita in Canada, da dove inerme segue le sorti del marito. Sulla vicenda si è formalmente schierato a sfavore il direttore di Reporters sans frontieres Lucie Morillon che afferma: "Anche se l'Arabia Saudita ha condannato l'attacco codardo al settimanale satirico francese Charlie Hebdo, ora sta impartendo una punizione barbara su un cittadino che ha solo usato la sua libertà di espressione e informazione, la stessa libertà che è costata la vita ai giornalisti francesi".

venerdì 9 gennaio 2015

Orrore a Parigi: "Morti tra gli ostaggi" Lago di sangue nel negozio ebraico

Parigi, blitz alla drogheria: morto il terrorista. Uccisi anche i fratelli Kouachi





E' incorso in questo momento un blitz delle teste di cuoio alla drogheria ebraica di Porte de Vincennes dove un uomo di 32 anni di origine africana Amedy Coulibaly insieme ad una complice di 25 anni, Hayat Boumeddiene ha preso in ostaggio 5 persone. Secondo quanto si apprende dai media francesi alcuni ostaggi sarebbero stati liberati, mentre altri sarebbero stati uccisi. Il sequestratore invece sarebbe stato ucciso dalle teste di cuoio. Durante lo scontro a fuoco sarebbero stati feriti anche 4 agenti della polizia. 

L'attacco - L'attacco dell'uomo era cominciato con sparatoria per le strade di Parigi. L'assassino della poliziotta di Montrouge infatti è tornato in azione, con lui una complice: i due, armati di kalashnikov, hanno preso un negozio di alimentari kosher a Parigi. Nelle loro mani cinque ostaggi. Il tutto è avvenuto dopo che in mattinata i due i fratelli ricercati per la strage di Parigi, Cherif e Said Kouachi, hanno avuto un conflitto a fuoco con le forze di polizia e si sono asserragliate in una tipografia a Dammartin-en-Goele, con un ostaggio. I media francesi avevano diffuso la notizia di due morti e venti feriti, ma il procuratore generale di Parigi ha smentito che vi siano delle vittime; vi sarebbero invece dei feriti. Come detto, alla caccia all'uomo dei responsabili della strage in redazione, si è aggiunta la seconda sparatoria, avvenuta attorno alle 13 a Parigi, nella zona Porte de Vincennes. Come detto, nel supermercato preso d'assalto ci sarebbero cinque ostaggi, secondo alcune indiscrezioni si tratterebbe di una donna con i suoi quattro figli.

Il secondo attacco - L’autore dell’assalto è lo stesso che ieri a Montrouge (sud di Parigi) ha ucciso una poliziotta nel giorno successivo all'attacco a Charlie Hebdo. L’uomo, Amedy Coulibaly , era "associato" alla stessa filiera jihadista, basata nel 19/o arrondissement di Parigi e organizzata per inviare combattenti in Iraq, a cui apparteneva Cherif Kouachi, il più giovane dei due fratelli autori dell’attacco a Charlie Hebdo. Lo riferiscono fonti vicine agli inquirenti, gli stessi che ieri avevano escluso che l’atto fosse in qualche modo collegato alla matrice terroristica (alla luce dei fatti, forse un'operazione per evitare di far crescere l'allarme in città). A fiancheggiare Colulibaly anche una complice, la 26enne Hayat Boumeddiene, che si trova con lui all'interno del negozio.

Chi è l'uomo - L'uomo autore della sparatoria e del sequestro nel supermercato kosher si è fatto riconoscere dalla polizia sul posto come l'assassino della poliziotta di ieri: "Sapete chi sono! sapete chi sono!", ha gridato per due volte ai poliziotti. Nel frattempo fuori dalla drogheria la polizia sta cercando di trattare con l'uomo e la donna dentro la drogheria. La richiesta dei rapitori è una sola: "Lasciate stare i fratelli Kouachi e fateli fuggire". Un vero e proprio ricatto che testimonia come Amedy Coulibaly sia legato alla cellula terrorista che ha attaccato la redazione di Charlie Hebdo. L'uomo, si è appreso, è un 32enne di origine africana, con gravi precedenti per traffico di stupefacenti e atti di violenza contro la moglie.

LE TESTE DI CUOIO IN AZIONE Il blitz contro i fratelli Kouachi

Charlie Hebdo, il blitz in diretta contro i due fratelli Kouachi: spari, fumo, esplosioni





Dopo ore di assedio, pochi minuti prima delle 17, quando la luce cominciava a calare, il blitz delle teste di cuoio francesi contro i due autori della strage a Parigi nella redazione di Charlie Hebdo. Spari e fumo, poi delle esplosioni. Quindi il silenzio, e ancora altre raffiche di mitra. Ancora incerto l'esito del raid. Nel mirino Said e Cherif Kouachi, i due fratelli che hanno ucciso 12 persone nella redazione del settimanale satirico, braccati sin dal primo mattino dopo una caccia all'uomo che si protraeva da due giorni. I fratelli islamisti, secondo le indiscrezioni, avrebbero tra uno e cinque ostaggi: si sono barricati in una fabbrica a circa 70 chilometri da Parigi, nel paesino di Dammartin-en-Goele, a circa 30 chilometri dalla zona dove si sono svolte le ricerche giovedì.

Terrore a Parigi - I due terroristi, prima di chiudersi in una piccola tipografia, in mattinata avevano avuto un primo conflitto a fuoco con le autorità: si era parlato di due vittime, poi la circostanza era stata smentita. I Kouachi avevano affermato di essere "pronti a morire come dei martiri". Nel corso della lunga ed estenuante giornata le forze dell'ordine avevano stabilito un contatto telefonico con i terroristi. A preoccupare, ora, la situazione parallela al negozio di alimentari kosher occupato a Parigi da un altro terrorista islamico che appartiene alla loro stessa organizzazione: nella capitale l'uomo tiene altri cinque ostaggi, e l'assalitore minacciava di ucciderli nel caso in cui i fratelli Kouachi non fossero stati liberati.

Fuga tra i boschi - Sul luogo del blitz, sin dal mattino, volavano elicotteri e si concentravano forze dell'ordine francesi. Il ministro francese dell'Interno, Bernard Cazeneuve, aveva spiegato che le teste di cuoio avrebbero effettuato il blitz "nei prossimi minuti e ore". I due macellai islamici hanno raggiunto la tipografia dopo la fuga avvenuta nella notte tra i boschi: la ditta dove si sono asserragliati è la piccola Creation Tendance Decouverte, in Rue Clement. La speranza della polizia è quella di catturare vivi i due terroristi. Nel frattempo la cittadina di Dammartin-en-Goele era stata isolata: le persone chiuse in casa, bimbi e ragazzi prima intrappolati e poi scortati fuori dalle scuole. Verso l'ora di pranzo il prefetto della polizia di Parigi aveva previsto che "l'epilogo è vicino".

La rivolta dei pizzardoni contro Marino Ora il derby Roma-Lazio è a rischio

Rivolta pizzardoni, il derby Roma-Lazio è a rischio

di Brunella Bolloli



Solo oggi si saprà se domenica, giorno dell’attesissimo derby di calcio per i romani, la situazione attorno all’Olimpico sarà gestibile o no. Se i cittadini potranno fare ritorno a casa senza intoppi dopo la partita, o se nell’area adiacente allo stadio sarà il delirio, prima e dopo il match, considerato ad alto rischio. Per il vicesindaco Luigi Nieri (Sel), che fino a lunedì deve sostituire Ignazio Marino “impegnato” in una vacanza negli States, non ci saranno problemi: nel corso del vertice in prefettura di ieri si è deciso che in campo ci saranno 1200 uomini delle forze dell’ordine. Ma per i sindacati dei vigili urbani «Nieri ha poco da stare sereno. Se noi non facciamo gli straordinari, dovranno chiamare la polizia stradale per garantire il servizio e assicurare l’ordine pubblico. Comunque decideremo oggi come comportarci in un’assemblea indetta in Campidoglio».

Braccio di ferro - I pizzardoni, dunque, continuano il loro braccio di ferro con l’amministrazione capitolina. Non intendono cedere di fronte a un sindaco che con l’introduzione del nuovo contratto decentrato li priva, di fatto, di aumenti e soldi in più in busta paga, ma soprattutto attaccano la mancata riforma del Corpo e la rotazione voluta dal comandante Raffaele Clemente. Una turnazione che dovrebbe partire lunedì come mossa anti-corruzione. In pratica, l’accusa, neanche troppo velata, è che vigili e funzionari impiegati troppo a lungo nel medesimo territorio abbiano usufruito di favori (leggi mazzette), che soltanto la mobilità ogni tot anni può scongiurare. Gli agenti, dal canto loro, replicano che il vigile lavora meglio quanto più a lungo conosce il municipio di destinazione e che, al pari del Comune di Milano, il Campidoglio dovrebbe favorire il vigile di quartiere e trovare un accordo con i sindacati dei dipendenti comunali anziché fare di tutto per portarli all’esasperazione, alla protesta e perfino alla diserzione di massa come sembra avvenuto nella notte di Capodanno.

L'indagine - L’indagine sui fatti del 31 dicembre sta procedendo su due binari paralleli: da una parte c’è l’inchiesta amministrativa, con 30 provvedimenti disciplinari già inviati alla commissione competente e circa un centinaio di casi sospetti; e dall’altra c’è l’inchiesta aperta dalla procura dopo un esposto del Codacons. In più c’è l’Autorità di garanzia degli scioperi che vuole vedere chiaro sul ruolo dei sindacati dei caschi bianchi, se abbiano cioè fomentato la diserzione di massa del 31 dicembre. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, che dice sì alla rotazione degli agenti: «Se quella dei vigili è stata una forma di protesta», ha detto, «allora è stata fatta con metodi illegittimi perché presentare un certificato medico è un atto pubblico e chi dovesse averlo utilizzato in modo non corretto ha commesso un reato».

Piani ferie sbagliati - Eppure, forse anche a causa di piani ferie sbagliati, per Capodanno il comandante Clemente ha visto oltre 700 pizzardoni assenti dei mille sui quali era convinto di potere contare. È come se malattie, permessi per la donazione del sangue, legge 104 e congedi parentali si fossero concentrati tutti a ridosso del 31, con la città di Roma invasa di turisti per gli eventi di piazza. A quel punto dal Comando sono partiti sms per la reperibilità in taluni casi giunti perfino il giorno successivo, cioè il Primo gennaio con l’ordine di presentarsi in servizio il 31 dicembre alle 19. «Follia». «Noi avevamo già comunicato che non avremmo fatto gli straordinari, che sono su base volontaria», hanno ripetuto Ospol, Ugl, Sulpl, principali organizzazioni di polizia locale. E per questa loro assenza pacchi di multe non sono state consegnate ai romani e giaccioni negli uffici di via Ostiense. «Lo straordinario è d’obbligo se c’è emergenza», è stata la replica del garante degli scioperi. Ma i vigili rispondono al loro regolamento e stanno pensando di non lavorare fuori orario domenica 11, giorno del derby. Lo decideranno oggi in assemblea.

Una voce: "E' morto Fidel Castro" Giallo sulla conferenza stampa

Giornale cubano: "E' morto Fidel Castro"





Il quotidiano americano "Diario Las America" avrebbe rilanciato l'ipotesi della morte di Fidel Castro. La notizia prenderebbe spunto dalla lunga assenza in pubblico dell'ex leader cubano. Inoltre l'ufficio stampa governativo a L'Avana, una fonte ha confermato che per oggi è prevista una conferenza stampa a cui è invitata la stampa nazionale e straniera, ma di cui non è stato precisato l'argomento. Un altro giornale del dissenso, El Diario de Cuba, ha pubblicato un servizio da Santiago de Cuba in cui si sostiene che il governo "ha proibito la circolazione delle persone nella zona del cimitero di Santa Ifigenia dove presumibilmente è stata costruita la futura tomba di Fidel Castro". Nel pomeriggio la notizia della conferenza stampa è stata smentita.

Terrore a Parigi, un altro attacco Spari nel locale ebraico: 5 ostaggi

Parigi, attacco ad una drogheria ebraica: "Ci sono ostaggi"





Ancora una sparatoria per le strade di Parigi. La Francia si trasforma sempre più in un campo di guerra. La capitale resta sotto attacco. Questa mattina i due i fratelli ricercati per la strage di Parigi, Cherif e Said Kouachi, hanno avuto un conflitto a fuoco con le forze di polizia e si sono asserragliate in una tipografia a Dammartin-en-Goele, con un ostaggio. I media francesi avevano diffuso la notizia di due morti e venti feriti, ma il procuratore generale di Parigi ha smentito che vi siano delle vittime; vi sarebbero invece dei feriti. Ma alla caccia all'uomo si aggiunge un'altra sparatoria attorno alle 13 a Parigi, nella zona Porte de Vincennes. Ci sarebbe un sequestro di persone, davanti a un negozio di alimentari kosher, frequentato da ebrei.

Un altro attentatore - Pare che l’autore dell’assalto possa essere lo stesso che ieri a Montrouge (sud di Parigi) ha ucciso una poliziotta. L’uomo, Amedy Coulibaly , era "associato" alla stessa filiera jihadista, basata nel 19/o arrondissement di Parigi e organizzata per inviare combattenti in Iraq, a cui apparteneva Cherif Kouachi, il più giovane dei due fratelli autori dell’attacco a Charlie Hebdo. Lo riferiscono fonti vicine agli inquirenti, gli stessi che ieri avevano escluso che l’atto fosse in qualche modo collegato alla matrice terroristica. L'uomo autore della sparatoria e del sequestro in un supermercato di Parigi si è fatto riconoscere dalla polizia sul posto come l'assassino della poliziotta di ieri: "sapete chi sono! sapete chi sono!", ha gridato per due volte ai poliziotti. Secondo quanto raccontano i media francesi l'uomo sarebbe all'interno del negozio con 4 bambini e una donna. Intanto a quanto pare la polizia sarebbe sulle tracce di una donna, Hayat Boumeddiene, che sarebbe una complice dell'uomo che ha ucciso una poliziotta a Montrouge e in questo momento sarebbe all'interno del negozio ebraico. Intanto fuori dalla drogheria la polizia sta cercando di trattare con l'uomo e la donna dentro la drogheria. La richiesta dei rapitori è una sola: "lasciate stare i fratelli Kouachi e fateli fuggire". Un vero e proprio ricatto che testimonia come Amedy Coulibaly sia legato alla cellula terrorista che ha attaccato la redazione di Charlie Hebdo. 

I terroristi barricati in un'azienda Presi degli ostaggi / Segui la diretta

Charlie Hebdo, sparatoria a nord della Francia: il blitz della polizia





Continua la caccia all'uomo in Francia dopo l'attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Verso le 8 e 30 c'è stata una violenta sparatoria nel nord est della Francia lungo l'autostrada A2. Poi i due ricercati si sono asserragliati in un'azienda di pubblicità. Ci sarebbero anche degli ostaggi. I due sono nella cittadina di Dammartin-en-Goele (a 30 km dalla zona dove si sono svolte le ricerche giovedì). Sul luogo della sparatoria stanno convergendo cinque elicotteri della polizia francese e importanti mezzi delle forze dell’ordine. Le teste di cuoio "si stanno recando sul posto, le operazioni sono in corso e verranno condotte nei prossimi minuti e ore": lo ha detto il ministro francese dell'Interno, Bernard Cazeneuve, riferendosi all'azienda di lavori pubblici di Dammartin-en-Goële. Poi Le Parisien aveva riferito la notizia della morte di due agenti di polizia durante la sparatoria. Notizia poi smentita dal ministero degli Interni francese. L'azienda in cui sarebbero asserragliati i terroristi sarebbe una piccola azienda, che ha solo cinque dipendenti. Le forze dell'ordine avrebbero intavolato delle trattative per il rilascio dell'ostaggio.