Charlie Hebdo su Servizio Pubblico: il vero volto arrabbiato degli islamici: "Fascisti di m., se la sono cercata"
"Hanno fatto bene ad ammazzarli, erano razzisti". "Non sono stati gli islamici, è tutta una trappola". Il volto dell'Islam, arrabbiato e complottista, tutt'altro che disposto a porgere la guancia alla Francia ferita e men che meno a fare auto-critica, va in onda in diretta su Servizio pubblico. Michele Santoro torna su La7 con il suo talk, tutto incentrato sulla strage di Parigi e l'assalto dei terroristi alla redazione di Charlie Hebdo. I 12 morti sono uno schiaffo atroce a chi, come i vignettisti Vauro e Vincino in studio, ha sempre creduto nella forza della satira contro la violenza. Santoro parte col suo monologo iniziale, prevedibile tirata contro le tentazioni conservatrici di Marine Le Pen. Ma i servizi, pregevoli, degli inviati in Francia per registrare le reazioni al dopo-attentato scoperchiano un calderone ben poco rassicurante per la Francia, ma anche per l'Italia. Perché l'atmosfera delle banlieu, da Saint Denis alle periferie della piccola Reims, assomigliano pericolosamente agli angoli oscuri delle città italiane.
"Quelli di Charlie sono razzisti" - Mentre Sandro Ruoloto è in piazza a Parigi, in mezzo alla gente (bianchi, di colore, cattolici, ebrei e musulmani) che manifestano in piazza gridando Je suis Charlie, il clima che si respira nel quartiere ad alta concentrazione di immigrati di Saint Denis è decisamente diverso. "Adesso daranno la colpa a noi, è sempre così", si lamenta un giovane musulmano. Altri, più esaltati, spiegano che "se è successo quello che è successo è perché qualche colpa quelli di Charlie Hebdo ce l'hanno avuta". Oppure che l'11 settembre non capitò per mano di islamici, e che "non tutti quelli che uccidono sono terroristi" e che "se si offende il Profeta è naturale che qualcuno si vendichi". Di solidarietà con le vittime dell'attentato ce n'è poca, e sembra esserci ben poco dolore. C'è, piuttosto, rabbia per la colpa che gli altri, i "ricchi" stanno gettando sulle loro spalle, i "poveri", gli immigrati di seconda o terza generazione "eterni outsider". Non ancora integrati, forse mai integrati come invece credono i buonisti, anche a casa nostra.
A casa dei due sospetti terroristi - E poi ci si sposta a Reims, città dei due sospetti terrortisti Said e Cherif Kouachi. Nel quartiere di Croix Rouge dove vivevano i due uomini, i musulmani fanno blocco: "Li conoscevo, non sono terroristi". "Non possono essere stati loro, è tutto un complotto". E pazienza se il loro curriculum, anche giudiziario, parli chiaro.
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Altri sostengono che sia un complotto e che i due fratelli non c’entrino nulla #ServizioPubblico #JeSuisCharlie #CharlieHebdo
21:45 - 8 Gen 2015
Il tenore generale è quello secondo cui i vignettisti che hanno sbeffeggiato Maometto, in fondo, sapevano a cosa sarebbero andati in contro:
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A Reims, nel quartiere musulmano, c’è chi dice: “Charlie Hebdo è una merda, sono dei razzisti” #ServizioPubblico #JeSuisCharlie
21:44 - 8 Gen 2015
Come possa coniugarsi questa visione del mondo con quella laica e moderata della cultura occidentale è un interrogativo che solo certa sinistra dogmatica e sognatrice sembra non volersi porre.