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venerdì 21 novembre 2014

Arriva la tassa sul maltempo Colpisce tutti i proprietari di casa....

Salasso fino a 2.000 euro con la polizza anti-alluvione

di Sandro Iacometti 


Un’altra bella tassa sulla casa che può arrivare, per chi abita nella zone più a rischio, a sfiorare i 2mila euro l’anno. È questo il piano del governo per fronteggiare l’emergenza delle calamità naturali. Non riuscendo a prevenire le catastrofi, l’esecutivo sta pensando di risolvere a valle il problema dei danni provocati e dei costi della ricostruzione costringendo i cittadini ad assicurarsi contro alluvioni e terremoti. L’idea di favorire la diffusione di polizze anticalamità non è nuova. La prima proposta risale al 1993 a firma del senatore della Dc Cesare Golfari. Poi il progetto è rispuntato nel 2005, sotto il governo Berlusconi, e nel 2012, con una norma comparsa nel decreto di riordino della Protezione civile varato da Monti e poi sparita nel corso dell’esame parlamentare. Negli ultimi due casi, però, l’ipotesi era quella di una copertura volontaria nell’ambito di un sistema misto pubblico-privato. Ben diverso, sembra, il dossier aperto a Palazzo Chigi. Come ha rivelato un paio di giorni fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, nell’ambito di «un grande piano nazionale» sul rischio idrogeologico il governo «sta valutando l’ipotesi di introdurre l’assicurazione obbligatoria per soggetti pubblici e privati contro le calamità naturali».

Il progetto c'è - Ieri fonti non ufficiali di Palazzo Chigi hanno preso le distanze dalle parole del sottosegretario. «Non stiamo valutando alcuna ipotesi di polizze obbligatorie perché siamo contrari a nuove tasse», hanno fatto trapelare alcuni collaboratori del premier Matteo Renzi. Ma il progetto continua a circolare con insistenza. Agli inizi di novembre la proposta era stata rilanciata con forza (inutile spiegare perché) dalle compagnie assicurative. «Su questo tema», ha detto il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, «continuano a prevalere posizioni preconcette, che portano ad assimilare l’assicurazione catastrofale a una nuova tassa sulla casa». Ma «la polizza anticalamità», ha spiegato, «è un tema all’attenzione del governo e c’è un approfondimento in corso dei ministeri competenti». Attività confermata qualche giorno fa dal viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, che ha parlato di un accordo tra Palazzo Chigi e le compagnie «per consentire ai proprietari di casa o ai titolari di negozi che abbiano un polizza legata a danni di natura ambientale di scaricare una parte del costo dalle tasse».

Polizza cara - Gran parte del progetto ruota intorno all’illusione che l’onere per i cittadini sia abbastanza contenuto. Secondo uno studio realizzato un paio di anni fa dall’Ania insieme al broker Guy Carpenter, l’introduzione dell’obbligatorietà avrebbe un costo medio per unità abitativa di circa 75 euro. In realtà, i prezzi attualmente offerti dal mercato sono ben diversi. Innanzitutto, ben poche compagnie offrono coperture di questo tipo. La maggior parte delle polizze sulla casa copre i danni provocati dagli agenti atmosferici, ma non dalle catastrofi naturali. Alcune compagnie estendono la protezione ai terremoti, pochissime alle alluvioni. Tra queste c’è Genertel, che con la polizza Quality Home offre una copertura per l’abitazione a 360 gradi. Abbiamo provato ad effettuare alcune simulazioni di polizze per un appartamento di 100 metri quadri con un massimale per i danni provocati da alluvioni, inondazioni o terremoto di 100mila euro e una responsabilità civile (abbinata obbligatoriamente) di 500mila euro in diverse località italiane. I premi, ovviamente, non sono uguali per tutti. Un po’ come accade con l’auto, più è alto il rischio di un sinistro più si paga. A fare la differenza, nel caso delle abitazioni, è sostanzialmente il fattore geografico. A Milano, ad esempio, si pagano 300 euro l’anno, a Roma 344, a Bologna 333 Firenze 362 (413 se si abita al piano terra). Il conto sale un po’ a Genova (403 euro, 475 per il piano terra), ad Alessandria (447, 519) e a Reggio Emilia (923 euro). E schizza letteralmente in zone a forte rischio come L’Aquila e Messina, dove la polizza costa rispettivamente 1.577 e 1.670 euro (1.721 per il piano terra). Con l’obbligatorietà i costi potrebbero calare un po’, con la beffa, però, che alcuni cittadini dovranno farsi carico in parte di quelli che abitano nelle zone meno sicure. E non è tutto. La tassa anticalamità sarebbe addirittura un doppione. Come ha spiegato Corrado Sforza Fogliani, «gli italiani già pagano ogni anno quasi 600 milioni, di cui più di 200 a carico dei proprietari urbani, ai consorzi di bonifica per essere difesi dalle calamità naturali». Come si può pensare, ha tuonato il presidente di Confedilizia, «di imporre ai cittadini di pagare due volte per la medesima ragione?».

mercoledì 19 novembre 2014

BOMBA SULLA CORSA AL COLLE Il giallo del volo di Stato "su misura": la ministra Pinotti indagata?

Il giallo dei voli di Stato, indaga la Procura di Roma: Pinotti indagata?




Un volo militare del 5 settembre del 2014 mette in difficoltà il ministro della Difesa Roberta Pinotti. E rischia di intralciare la sua corsa verso il Colle. Un volo sulla rotta Roma-Genova dove risiede il ministro stesso. Il tg di Mentana ha mostrato i documenti dei piani di volo presenti nel cervellone dell'Ente nazionale Assistenza al volo da cui risulta che il piano del Falcon 50 che quella sera di settembre ha riportato il ministro a casa è stato cancellato alle 18  04 e riscritto alle 18 e 06 in concomitanza dell'orario del decollo dell'Airbus del premier Renzi da Firenze su cui c'era Roberta Pinotti. L'aereo proveniente dal Galles ed atterrato a Firenze per far scendere Renzi prima di andare a Ciampino aveva un ritardo di una ventina di minuti a cui si sarebbe adeguato il volo Falcon diretto a Genova (dove risiede la Pinotti). 

In sostanza, secondo quanto ha sostenuto la7 sulla base dei documenti  - avrebbe adeguato di volo ai ritardi del volo presidenziale che era in arrivo da Cardiff  e alle esigenze del ministro.  La vicenda del volo di addestramento usato dalla Pinotti per tornare a casa la sera del 5 settembre al ritorno del vertice Nato in Galles, al quale Pinotti aveva partecipato insieme all'allora collega degli Esteri Federica Mogherini e Matteo Renzi rischia di fermare la corsa al Quirinale.

La difesa - Intervistato dallo stesso telegiornale il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone  non ha voluto commentare nulla né rispondere alla domanda su un'eventuale iscrizione del ministro sul registro degli indagati.  Il ministro Pinotti ha sempre detto di aver avuto un passaggio su un volo addestrativo che non ha comportato maggiore nere al mal contrario ha determinato un risparmio per l'erario. L'Aeronautica ha querelato i Cinque Stelle che hanno presentato un'interrogazione parlamentare. Ma è proprio sulla base della loro denuncia, in cui si sostiene in pratica che gli orari e il piano di volo del Falcon siano stati modificati sulla base delle esigenze del ministro, che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti con l'accusa di peculato d'uso. Il nome della Pinotti è da mesi tra quelli in lizza per la corsa al dopo Napolitano. Ora questa corsa rischia di essere frenata da questo caso dei voli di Stato. 

"Dimissioni, dimissioni!" Il Campidoglio contro Marino

Il Campidoglio contro Marino: "Dimissioni, te ne devi andare"



di Andrea Indini 




Dibattito in Campidoglio sulle multe. Il sindaco: "Ho pagato le sanzioni anche se non dovevo". Ma l'Aula lo contesta. Otto multe per un totale di 1.021 euro. Alla fine il sindaco di Roma Ignazio Marino le ha pagate lo scorso venerdì.

Dopo un imbarazzante tira e molla che gli ha fatto perdere la faccia con i romani, che la scorsa settimana sono scesi in piazza urlandogli "Pinocchio, vattene!", il primo inquilino del Campidoglio ha deciso di darci un taglio e pagare le contravvenzioni staccate dal 25 giugno al 25 luglio, il mese in cui la Panda rossa del sindaco risultava "sguarnita" del pass per il centro. Oggi si è presentato in Aula Giulio Cesare per provare a fare tabula rasa delle polemiche che lo stanno travolgendo. E, invece, si è trovato schiacciato da contestazioni, urla e fischi.

Agli occhi dei romani, e dell'Italia tutta, un sindaco senza più tricolore, sotto il fuoco nemico e amico. Perché, dietro al malcontento, non c'è solo la figura "barbina" delle multe. A farlo sbandare del tutto è soprattutto l'allarmante situazione di degrado in cui vessano le periferie della Capitale, in primis Tor Sapienza e Infernetto. Sebbene lo spettro delle elezioni anticipate, come richiesto da più parti, sembrerebbe esser stato allontanato (almeno per il momento), le urla "Dimissioni, dimissioni!" e "Te ne devi andare" in Campidoglio la dicono lunga del livello di esasperazine raggiunto dai romani nei confronti di un sindaco che non riconoscono più tale. E lo si è capito non appena ha messo piede in Comune tra i fischi e le urla. D'altra parte, come fa sapere anche Dagospia, il faccia a faccia avuto col vicesegretario piddì Lorenzo Guerini prima di riferire in Aula è finito a pesci in faccia.

Col sindaco che ha voluto fare il duro col braccio destro di Matteo Renzi opponendosi a cambiare radicalmente la Giunta. E così, in Aula, ha dovuto fronteggiare sia le opposizioni sia i democrat (renziani) inferociti.

Da una parte cori "Marino, dimettiti!" e cartelli "Vergogna" e "Roma senza guida", dall'altra una sparuto gruppo di sostenitori con la bandiera "Daje sindaco". Le contestazioni, Marino se le trascina dietro. I fischi e le urla di Tor Sapienza sono stati solo un assaggio. E, quando ha provato a difendersi assicurando di "voler mettere la faccia" sullo scandalo delle multe ("Le ho pagate anche se non dovevo"), in Aula è volato di tutto.

"Ho detto agli uffici, che pur mi comunicavano che non ero tenuto a farlo, che volevo pagare le multe. Mi sono state indicate le somme ed ho pagato", ha detto il primo cittadino accusando l'opposizione di aver trattato la Panda rossa "manco fosse un cacciabombadiere". Una sfrontatezza che non ha fatto altro che far ulteriormente infuriare le opposizioni. "Dimissioni, dimissioni!", hanno continuato a urlare. E il sindaco ha continuato a ridergli in faccia: "Non ci sono dimissioni né elezioni in vista".

I sindacati fanno guerra a Renzi E lui: "Solo un dibattito ideologico"

I sindacati dichiarano guerra a Renzi. E lui: "Dibattito ideologico"


di Luca Romano




La Uil dichiara lo sciopero generale spiegando che proporrà a Cgil e Cisl di stabilire insieme la data. Il premier: "Il Jobs act toglie alibi a imprese e politici, non diritti". Guerra di nervi tra sindacati e governo, con i primi che alzano le barricate, proclamando nuovi scioperi, e l'esecutivo che, tramite il premier, replica senza mezzi termini: dibattito ideologico.

"La Uil ha indetto lo sciopero generale", fa sapere lo stesso sindacato, spiegando che domani verrà proposto a Cgil e Cisl di stabilire insieme la data e le modalità della mobilitazione. I temi del contendere sono diversi: dal pubblico impiego al Jobs Act passando per la Legge di stabilità e le pensioni. "Abbiamo avanzato rivendicazioni concrete per dare soluzione ai problemi dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati e dei lavoratori - sottolinea la nota - Abbiamo cercato e voluto, con determinazione, il confronto. Ma il governo non ha dato alcuna risposta chiara ai problemi veri delle persone, né in occasione degli incontri che ha avuto con i sindacati né nella sua attività di definizione e proposta dei provvedimenti necessari ad affrontare tutte le questioni ancora aperte. Il governo ha perso un’occasione nei confronti del Paese".

Entrando nel dettaglio, la Uil "ha giudicato negativamente l'esito dell'incontro svoltosi nella serata di ieri a Palazzo Chigi: nessuna disponibilità è giunta dal Governo a proposito del rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Nessuna risposta è stata data sulla richiesta degli 80 euro ai pensionati, né sul ripristino della rivalutazione delle pensioni né, tantomeno, sui non autosufficienti. Resta nebulosa tutta la partita relativa al Jobs Act, con il rischio concreto che siano messi in discussione le tutele per quei lavoratori che già le hanno.

Mancano, poi, le risorse necessarie a garantire una continuità agli ammortizzatori sociali, per la protezione di coloro che rischiano la perdita del posto di lavoro". E ancora: "Bisognerebbe accrescere l'azione di salvaguardia delle aziende in crisi e determinare le condizioni per favorire la contrattazione anche nel settore privato. Nella legge di stabilità, infine, permangono forti contraddizioni che impediscono di immaginare un progetto di rilancio del Paese, a partire dal Sud, mentre per le imprese si prevede una riduzione indiscriminata dell'Irap, che non premia chi fa innovazione e occupazione", lamenta il sindacato.

Che poi evidenzia che "la stessa auspicata riduzione delle tasse sul lavoro può perdere peso e sostanza a fronte di un incremento della tassazione locale, oltreché sul Tfr o sui fondi pensione. Le ricadute negative di questa condizione sarebbero immediate, peralto, nel settore dei trasporti e dei servizi". "Ed ora Matteo Renzi ha 'convinto' anche Uil allo sciopero generale bingo". Così, su Twitter, Giorgio Airaudo, deputato di Sel. 

Renzi: dibattito ideologico
"Quando la cortina fumogena del dibattito ideologico si abbasserà, vedrete che in molti guarderanno al Jobs act per quello che è: un provvedimento che non toglie diritti, ma toglie solo alibi. Toglie alibi ai sindacati, toglie alibi alle imprese, toglie alibi ai politici". Il presidente del consiglio Matteo Renzi lo ha scritto sulla sua Enews, la newsletter che invia ai simpatizzanti

De Sica: "Cafona mezza calzetta". Selvaggia lo demolisce: "Figlio di papà, raccomandato". Poi lo sbugiarda: "Cinque anni fa..."

Selvaggia Lucarelli demolisce Christian De Sica: "Io mezza calza? Pensa ai fatti tuoi, figlio di papà col master in bon ton"




Giorni di polemiche incrociate, per la nostra Selvaggia Lucarelli, che risponde colpo su colpo. Tutto parte dall'incrocio in teatro con Toni Servillo ed Emis Killa, tutto nasce dalla spocchia dell'attore che rifiuta una foto con un giornalista di Dagospia perché "io non voglio essere associato a certa gente", dice, e la "certa gente" sarebbero Selvaggia ed il rapper. "La notiziola esce su Dagospia - scrive Lucarelli su Facebook - e fin qui taccio". Chi invece non ha taciuto, ancor prima del post su Facebook della Lucarelli, è stato Christian De Sica, che ha deciso di scendere in campo in favore di Servillo e per dire la sua sulla polemicuccia in libreria. Scrive solenne il De Sica: "Servillo è un grande attore il resto è solo niente. E devono imparare a vivere, non siamo stanchi di Servillo siamo stanchi dei maleducati. Servillo è un gran signore e la Lucarelli è quello che è... Sicuramente saranno stati maleducati e chiassosi come sempre. Pensa tu se Servillo rosica... casomai è quella mezza calza che si ostina a voler fare un mestiere che non le appartiene".

Mister sobrietà - Livore da record, dunque, per De Sica, che si erge a giudice, dà della "cafona" alla Lucarelli, le rinfaccia di essere una "mezza calza" e la accusa di fare un lavoro che "non le appartiene". A questo punto, anche Selvaggia decide di non tacere più. Come detto, la demolizione controllata del De Sica va in scena su Facebook, dove premette: "Dunque. Su Servillo mi limito a dire che si conferma quello che è: un gigante di attore e di antipatia". Ma il problema, ricorda, non è Servillo. "Il problema è De Sica. Lui arriva, non interpellato, e dall'alto del suo master in bon ton decide che Servillo è un gran signore e dà dei chiassosi e maleducati a me e ad Emis. Lui, che come noto ha fatto della sobrietà e del garbo la sua ragione di vita".

Che fatica, Christian... - Selvaggia rincara: "Mio caro De Sica, io sono figlia di una casalinga e di un amministratore di quartiere. Mi mantengo dall'età di 19 anni. Mi sono guadagnata e sudata tutto. Che un figlio di papà ormai papà a sua volta e a momenti pure nonno, abbia queste uscite livorose che nascono da chissà quale contenzioso irrisolto suona piuttosto ridicolo". La Lucarelli, dunque, punta il dito: "Pensi alla sua fortuna De Sica. Al suo lavoro, non al mio, fatto di porte spalancate grazie al peso specifico del suo cognome e costellato da faticosi viaggi in giro per il mondo con donne meravigliose e l'onere di imparare battute impegnative quali: L'uomo, che essere meraviglioso: una bella pisciata, una bella cacata e ti riconcili con il Creato! (citazione da un cinepanettone)".

Chiavi interpretative - Infine, Selvaggia, dopo aver risposto - nel merito - a tutti gli insulti di De Sica, offre ai lettori anche un chiave interpretativa del livore che mister Cinepanettone nutre nei suoi confronti. E scrive: "Ah, un'ultima cosa. In un ulteriore commento il signor De Sica afferma anche di non leggermi. Mi legge eccome, signor De Sica. Nel 2009 chiamò i vertici di un'azienda con minacce di andare per vie legali per un mio pezzo su Italia Oggi che non le era piaciuto - ricorda -. Sono passati 5 anni ma vedo che non le è passata. Si tranquillizzi, che certi reati cadono in prescrizione. Non le hanno dato il 41 bis per Natale in India, per cui sia meno severo chi commette peccati veniali".

La rivoluzione del bancomat: sulle commissioni cambia tutto

Antitrust, il Consorzio Bancomat taglia le commissioni




Il Consorzio Bancomat, al quale aderiscono attualmente 594 soggetti tra cui banche, società capogruppo di gruppi bancari e i più importanti operatori non bancari nazionali, ridurrà da 0,10 a 0,07 euro la commissione per ogni operazione (Bill Payment). A riferirlo l'Antitrust e per il futuro, inoltre, questo valore sarà ancorato a un'analisi dei costi sostenuti dagli operatori e si ridurrà per effetto delle eventuali efficienze riscontrate a livello di sistema. Stabilita in 10 centesimi per operazione, la commissione interbancaria multilaterale (Mif) era stata applicata a partire dal 3 gennaio 2014, senza la previsione di un termine ultimo di applicazione. 

La commissione - Sotto il profilo della trasparenza, oltre a commissionare la realizzazione di uno studio sul Merchant indifference test per acquisire gli elementi necessari a recepire i principi della Commissione europea, il Consorzio si è impegnato a pubblicare sul proprio sito Internet il valore della commissione applicabile al servizio Bill Payment, per consentire così agli esercenti e ai consumatori di fare scelte più consapevoli sui mezzi di pagamento. A fronte di questi impegni, il garante per la concorrenza e il mercato ha deliberato di renderli obbligatori e di chiudere il procedimento. Entro 45 giorni, il Consorzio Bancomat dovrà presentare all’Antitrust una relazione in cui illustrerà le modalità di attuazione degli impegni assunti.

Tracce di vita sulla cometa Rosetta: una (enorme) scoperta lassù nel cosmo

Missione Rosetta, scoperte molecole organiche sulla cometa




Sono state ritrovate delle molecole organiche contenenti carbonio sulla superficie di 67P/Churyumov-Gerasimenko: il modulo di atterraggio Philae, che mercoledì scorso è atterrato per la prima volta nella storia su una cometa, avrebbe riscontrato le basi per le componenti microscopiche della vita. Ekkehard Kuhrt, direttore scientifico dell’Agenzia spaziale tedesca, ha annunciato: "Abbiamo raccolto molti dati preziosi", ricevuti prima che Philae si entrasse "in sonno" a causa dell'esaurimento della batteria a bordo.

La presenza di molecole - Kuhrt ha aggiunto che non è chiaro se le molecole organiche trovate sulla cometa includono anche quelle complesse che costituiscono le proteine. Questa scoperta, in ogni caso, è proprio uno dei principali risultati che gli scienziati si attendevano da Philae e dalla sua sonda madre Rosetta: la verifica diretta della presenza di molecole organiche che ai primordi della Terra potrebbero essere state portate dalle comete sul nostro pianeta. Le molecole sono state scoperte nell'atmosfera della cometa dal gascromatografo Cosac a bordo di Philae. Il lander prima di bloccarsi è riuscito a utilizzare la trivella italiana Sd2 per perforare la superficie di 67/P, anche se non è ancora chiaro se i campioni sono riusciti a essere utilizzati dallo strumento Cosac, realizzato in Germania.