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martedì 14 febbraio 2017

La ricerca rivela la connessione tra asma infantile e troppo peso

La ricerca rivela la connessione  tra asma infantile e troppo peso


di Matilde Scuderi



“Un tempo - afferma Giorgio Piacentini, ordinario di pediatria all’Università di Verona e presidente eletto della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri) - ai bambini colpiti da asma si sconsigliava l’attività sportiva per evitare l’asma da sforzo. Ora, invece, la appoggiamo caldamente perché un regolare esercizio fisico protegge dal peggioramento della malattia". A provocare questa inversione di rotta nelle raccomandazioni mediche è stato uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Respiratory and Critical Care Medicine che ha monitorato per un decennio 2.171 bambini americani, che frequentavano asili nido o scuole primarie. Lo studio ha evidenziato che i bambini colpiti da asma nei primi anni di vita, se non trattati, hanno un rischio superiore del 51% rispetto ai bambini non asmatici di diventare obesi nell’adolescenza. Il legame fra la malattia respiratoria ed eccesso ponderale è stato poi confermato da un ulteriore indagine condotta su altri 2.684 bambini e adolescenti tra i 10 e i 18 anni. “È un’osservazione importante - sostiene Piacentini – che può rispecchiare anche la situazione italiana. Lo studio americano ha evidenziato una maggiore probabilità di diventare obesi nei bambini che ricevevano una diagnosi di asma nei primi anni di vita. La ricerca ipotizza anche che un trattamento precoce agisca come preventivo sul rischio di sviluppare non solo obesità ma anche altre malattie metaboliche in età adulta, come pre-diabete e diabete. La mancanza di attività fisica e il consumo di merendine e cibo non adeguato, come spesso accade nei bambini che rimangono a casa, sono controproducenti poiché la sedentarietà incide negativamente favorendo sovrappeso e obesità negli anni successivi. Invece il movimento aiuta anche la terapia perché potenzia la muscolatura e facilita la respirazione, meglio quindi invitare i genitori a stimolare i figli a fare attività all’aria aperta che non solo impedisce l’accumulo di peso ma aiuta anche a produrre vitamina D, che è di per sé un fattore protettivo sull’asma”.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) indica che nel 2010 nei 28 Paesi Europei erano almeno 78 milioni i bambini con asma da 0 a 14 anni, di questi ogni anno più di 167 mila sono ricoverati in ospedale e almeno 40 muoiono. In Italia, come in tutti i paesi industrializzati, più del 10 per cento della popolazione pediatrica, cioè circa 800 mila bambini, ha una diagnosi di asma. In totale, nel mondo erano circa 300 milioni le persone asmatiche e continueranno a crescere fino ad almeno 400 milioni nel 2025. Simri e l’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo) hanno organizzato il meeting 'La medicina di transizione in pneumologia: La gestione dello stesso paziente in età diverse della vita' per affrontare alcune tematiche di interesse comune, come l’asma bronchiale, allo scopo di favorire una maggiore collaborazione culturale, la ricerca e l’interscambio operativo su patologie che riguardano lo stesso organo ma in diverse età della vita.

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