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giovedì 24 luglio 2014

TOTTI E IL SELFIE CON LA BIMBA MALATA DI CANCRO A CUI HA PAGATO LE CURE: "INCONTRATI PER CASO"

ROMA - Selfie con il suo campione e benefattore. La piccola Chanel, una bambina di Senigallia malata di fibrosi aggressiva e in cura a Boston grazie anche a una donazione del capitano della Roma Francesco Totti, ha incontrato il suo idolo all'aeroporto



Francesco Totti e il resto dell’A.S. Roma avevano incontrato Chanel lo scorso settembre, in occasione di Parma-Roma. Il capitano, in quell’occasione aveva deciso di aiutare la famiglia della bambina contribuendo alle spese mediche della piccola.

Il campione ha riconosciuto la piccola e ha voluto scattare un selfie con lei. La mamma ha condiviso lo scatto su Facebook: «Incontrare uno dei nostri sostenitori in aereo… Ed essere riconosciuti…».

Schumi torna a casa a fine agosto? L'idea: un chip per farlo parlare

Micheal Schumacher potrebbe tornare a casa a fine agosto



Secondo il quotidiano britannico Daily Mirror le condizioni fisico-celebrali di Micheal Schumacher stanno migliorando a vista d'occhio da quando si è risvegliato dal coma che lo ha tenuto ostaggio dallo scorso 31 dicembre. Più di una settimana fa i medici avevano detto che l'ex campione del mondo di Formula 1 avrebbe potuto tornare a casa entro la fine dell'estate se si fossero ottenuti miglioramenti. E queste ipotesi stanno lentamente prendendo forma perché l'ex pilota della Ferrari, ricoverato nella clinica svizzera, riesce a comunicare con la famiglia. Schumi muove gli occhi ma necessita comunque di assistenza 24 ore su 24. Però migliora, ed entro la fine di agosto Schumacher potrebbe ritornare a casa.

Le alternative - I medici stanno pensando anche all'utilizzo di un rivoluzionario microchip studiato da dottori croati che potrebbe aiutare Schumacher a camminare e parlare nuovamente. Ma la sfida è dura. Per ora la speranza dei medici è di vedere Schumi seduto su una sedia a rotelle elettronica che può controllare tramite la bocca. La famiglia, nel frattempo, trascorre ogni giorno intorno all'uomo, aspettando e sperando ulteriori novità.

Tevez, il veto alla Juventus: "Arriva Mancini? Me ne vado via io..."

Juventus, il veto di Carlitos Tevez su Roberto Mancini: "O lui o me"



Periodo complicato, di questi tempi, in casa Juve. Dopo i primi giorni di allenamento a Vinovo col nuovo mister Massimiliano Allegri, escono i primi retroscena sul toto allenatori che, pur per poche ore, ha seguito l'addio di Antonio Conte. Tra i candidati in lizza per la panchina c'era Roberto Mancini, ma pare che l'attaccante argentino Carlos Tevez abbia posto un aut-aut, a questo punto decisivo: "Se arriva lui, faccio le valigie e me ne vado". Tevez non conserva buoni ricordi della sua esperienza con mancini ai tempi del Manchester City (l'Apache finì addirittura fuori rosa) e ha ostacolato come ha potuto lo sbarco di Mancini in bianconero. L'attacante, interpellato da Marotta sul possibile arrivo in panchina del suo ex allenatore, avrebbe subito avvertito il dirigente bianconero: "Scegliete tra lui e me". E la Juventus ha scelto Tevez.

Guai in vista per il figlio di D'Alessio Denunciato dalla colf: "Mi ha picchiato" Come testimone chiamano la Minetti

Claudio D'Alessio denunciato dalla colf: Nicole Minetti tra i testimoni



La coppia Nicole Minetti e Claudio D'Alessio finisce di nuovo al centro del ciclone mediatico. Tra presunte crisi sentimentali, tira e molla e la freschissima e triste indiscrezione sull'interruzione spontanea della gravidanza di tre mesi, i due sembrano non trovare pace e devono affrontare una nuova grana. Una denuncia, per la precisione.

Il fattaccio - Nei giorni scorsi, una donna di origini ucraine che lavora come colf nell'appartamento D'Alessio-Minetti nel quartiere Parioli, ha denunciato il figlio del noto cantante per maltrattamenti e violenza. La sera del 5 luglio la coppia sarebbe rincasata a tarda notte e pare che abbiano disturbato il sonno della colf con rumori molesti. La donna, secondo quanto ha riferito, avrebbe ripetutamente chiesto ai datori di lavoro un po' di tranquillità, ma sembra che il tutto si sia trasformato in un'animata lite. Sarebbero volati insulti e addirittura spintoni da parte di Claudio D'Alessio, tutto sotto gli occhi della Minetti.

La denuncia - Il giorno seguente l'ucraina si è recata all'Ospedale San Filippo Neri di Roma, dove le sarebbero stati diagnosticati tre giorni di prognosi per stato d'ansia e contusioni multiple. La donna ha poi sporto denuncia contro D'Alessio al Commissariato di Polizia di Fondi, dove risiede. Sebbene la Minetti pare abbia avuto un ruolo marginale nella vicenda, sembra che verrà interrogata dagli inquirenti in quanto persona informata dei fatti e testimone dell'accaduto. A tutto ciò si aggiungono anche le dichiarazioni della donna che afferma di non essere stata regolarmente assunta, e di dover ancora ricevere delle mensilità arretrate, non solo, pare che Claudio D'Alessio l'avrebbe anche spaventato rivolgendo minacce al figlio.

La versione di D'Alessio - Se la colf sostiene di essere stata umiliata, insultata e colpita, il figlio del cantate ha ribattuto con: “E’ tutta una montatura". Così a H24notizie, dove ha aggiunto: "Non mi sarei mai permesso di alzare le mani ad una donna, di quell’età poi. Anzi, addirittura sono io che ad un certo punto ho dovuto toglierle dalle mani una sedia che voleva scagliarmi addosso”. Stando a quanto dice D'Alessio junior, la donna già da tempo aveva manifestato l'intenzione di lasciare il lavoro, si sarebbe inventata una bufala bella e buona solo per fare un'uscita in grande stile.

Dopo la scazzottata con i carabinieri Grignani si confessa: "Vi dico perché li ho aggrediti"

Grignani confessa: "Avevo finito lo Xanax, così ho aggredito i due agenti"



Grignani c'ha l'ansia. Non che non l'avessimo intuito ma lui ci tiene comunque a ribadirlo. Si comporta così perchè ha finito i calmanti. Non li chiama calmanti però, utilizza la nomenclatura farmacologica. Non voleva farsi arrestare insomma, ma lo Xanax era finito e allora ha deciso di aggredire due agenti. Così il cantautore spiega l'aggressione ai due carabinieri di qualche giorno fa dopo una lite con la moglie. 

La birra non funzionava - "Soffro d'ansia, e avevo esaurito lo Xanax, ma non volevo farmi vedere a Riccione in quelle condizioni". Gianluca Grignani, dopo l'arresto per l'aggressione ai danni di alcuni carabinieri, spiega al settimanale Vanity Fair la propria versione dei fatti. "Ho preso un paio di birre per calmarmi ma ho iniziato ad avere attacchi di panico perché non vedevo più nulla. Ero preoccupatissimo, ho chiesto a quest'amico di chiamare un mio amico carabiniere, che però non era di pattuglia, e allora lui ha deciso di chiamare altri carabinieri. Volevano portarmi via, allora ho iniziato a dimenarmi e uno di loro è caduto a terra." Nonostante abbia chiesto scusa a tutti, insomma, è stato fermato e portato in caserma. Il cantante è ora atteso al processo.


Dopo Galan tocca a Luigi Cesaro: richiesta d'arresto

Camorra, chiesto l'arresto per il deputato Luigi Cesaro



Nemmeno il tempo di arrestare Giancarlo Galan che le toghe sono già a lavoro. E su Montecitorio fiocca un'altra richiesta d’arresto. Questa volta per Luigi Cesaro, deputato di Forza Italia indagato per un piano di investimenti produttivi a Lusciano, nel Casertano, da 50 milioni di euro. Un’indagine dei pm napoletani che un anno e mezzo fa portò all'inoltro al gip di una richiesta di misura cautelare, soltanto oggi firmata e notificata all'Aula della Camera. A chiamare in causa Cesaro sono stati due pentiti dei Casalesi, Luigi Guida e Gaetano Vassallo.

Gli avvocati - I pm ipotizzano i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. Al centro dell’inchiesta un incontro del 2004 nel quale, secondo l’accusa, Cesaro e l’ex boss del clan dei Casalesi Luigi Guida si accordarono per assegnare l’appalto sul Piano di Insediamento Produttivo di Lusciano. "La richiesta di arresto dei giudici napoletani nei confronti dell’onorevole Luigi Cesaro non ci stupisce - ha commentato Claudio Fava, vicepresidente della commissione Antimafia - arriva dopo anni di sospetti forti, precisi, convergenti sul ruolo che avrebbe avuto la camorra nella carriera politica e imprenditoriale di Cesaro". 

Grasso rifila un colpo basso a Renzi: sì ai voti segreti sulla riforma del Senato

Ddl Senato, Pietro Grasso: "920 richieste, sì al voto segreto in alcuni casi". Protesta Ncd, timori Renzi



Un mezzo sgambetto per Matteo Renzi. Sulla riforma del Senato il presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso ammette "lo scrutinio segreto sui soli emendamenti riferiti alle funzioni delle Camere", aprendo la strada a possibili "imboscate" già anticipate dallo stesso premier in mattinata: "Ci potranno fare qualche scherzetto col voto segreto, ma alla fine cambieremo alla Camera e faremo la riforma". Grasso ha precisato come il numero di 920 richieste di voto segreto "non ha precedenti nella prassi parlamentare". Voto segreto non ammesso, però, per le parti del Ddl riforme relative al procedimento legislativo. 

L'irritazione del Pd - Immediati i mal di pancia dentro al Partito democratico, preoccupato per l'eventuale fuoco amico sul ddl Boschi. I senatori Pd confidano che l'incontro imminente tra Grasso e Giorgio Napolitano possa cambiare le carte in tavola, anche perché fanno notare, con una punta di "irritazione" come riferisce HuffingtonPost, che la decisione del presidente del Senato è irrituale (la Giunta aveva espresso parere opposto) nonché scorretta, perché in questo caso il voto segreto non andrebbe a tutelare materie sensibili. I dem mettono sul piatto la questione dei tre soli voti in Parlamento in un giorno, un ruolino di marcia assolutamente insufficiente per approvare il Ddl entro la prima settimana di agosto. E Napolitano, dal canto suo, ha ribadito che "la paralisi è un grave danno al Parlamento".

Il motivo della scelta - Grasso, dopo aver ricordato che la Giunta del Regolamento di oggi ha "unanimemente convenuto di rimettersi alle decisioni della presidenza", ha spiegato come in ragione del tenore lessicale dell'art.113 comma 4 del Regolamento, "sia sempre ammissibile il ricorso allo scrutinio segreto laddove si faccia riferimento alla tutela delle minoranze linguistiche, con l'avvertenza che - innovando rispetto alla prassi procedurale precedente, in relazione all'elevato numero di richieste - l'adozione dello scrutinio non sarà ostativa dell'applicazione della cosiddetta regola del canguro, vale a dire alla votazione delle parti comuni degli emendamenti con conseguente effetto preclusivo sugli emendamenti successivi in caso di reiezione". Alla fine, il verdetto: "Viceversa - ha detto Grasso - per quanto riguarda le proposte emendative che richiamano a diverso titolo gli articoli 13 e seguenti della Costituzione sui rapporti etico-civili ed etico-sociali, come richiamati dall'articolo 113 comma 4 del Regolamento, la presidenza, sempre alla luce del dibattito svoltosi nella Giunta - ritiene di ammettere lo scrutinio segreto sui soli emendamenti riferiti alle funzioni delle Camere (articoli 1 e 18 del disegno di legge al nostro esame) e non al procedimento legislativo (articolo 10)".

Ncd: "Decisione discutibilissima" - "Esprimiamo tutto il nostro stupore per la discutibilissima decisione del presidente del Senato, nonostante il parere prevalentemente contrario della Giunta del regolamento, di accogliere la richiesta di voto segreto per molti emendamenti, spesso confezionati ad arte per confondere con le materie sensibili altre di ben maggiore rilevanza". Lo affermano in una nota le senatrici del Nuovo Centrodestra, Laura Bianconi e Federica Chiavaroli. "In questo modo i proponenti confidano, infatti, di trovare nel voto segreto quella maggioranza che, altrimenti, non si esprimerebbe, così da far saltare la riforma senza che se ne possano individuare tutti i colpevoli", concludono.