Suor Cristina stravince ma ora per cantare aspetta la benedizione
di Paolo Giordano
La religiosa è ormai un fenomeno mondiale anche se per settimane non potrà pubblicare cd Lei dice: «Sono nelle mani della Provvidenza» Però a decidere saranno i suoi superiori
A un certo punto, all'una e rotti di notte dopo la finale di The Voice, Suor Cristina aveva gli occhi sbarrati dalla stanchezza: «Ma come, mi avevate detto che sarebbero state tre domande e invece siamo già a sette...». Di fianco a lei, Suor Agata, la sua «superiora» quasi infastidita dal mitragliare dei flash. Gli effetti paradosso della celebrità improvvisa. Poco prima, giusto il tempo di ricevere il primo premio di un talent che alla serata finale ha raggiunto 4 milioni e 100mila telespettatori con share del 21.03 per cento, aveva fatto recitare il Padre Nostro a uno studio sbigottito perché cantare la preghiera delle preghiere di fianco all'ateo JAx e, soprattutto, a el Diablo Piero Pelù garantiva un effetto quantomeno straniante. «Ne parlerò ancora con i superiori, sono nelle mani della Provvidenza», ha poi detto a botta calda Suor Cristina, 25 anni da Comiso provincia di Ragusa, ormai fenomeno mondiale visto che alla finale di The Voice c'erano giornalisti della Bbc e di alcune testate sudamericane a garanzia di un effetto Bergoglio che si dilata anche nel mondo dell'intrattenimento. «Ho fatto voto di povertà» ha subito detto Suor Cristina, che alla finale è stata accompagnata da padre madre e fratello sempre però ben lontani dai riflettori.
Lei è realmente un mistero.
A volte, di fronte alla platea di cinici giornalisti, sembrava uscita da una candid camera tanto erano inattese le sue parole. In ogni senso. Da una parte, «ho fatto cantare il Padre Nostro perché Dio è il mio sposo». Dall'altra, «l'evangelizzazione non esclude che io faccia un tour mondiale». Prima «non ho ancora fatto voto eterno per essere suora, ma il 29 luglio rinnoverò quello per tre anni». Poi «se dovessi incidere un disco, i miei testi parleranno d'amore con un linguaggio capace di arrivare a tutti». In sostanza, per noi mortali Suor Cristina Scuccia è un grande mistero. Ma non solo per noi. Anche per la casa discografica che da contratto deve promuovere il disco del vincitore di The Voice. Il brano inedito cantato durante la finale (l'interlocutorio Lungo la riva di Neffa) è stato presentato senza abbinamento a nessun editore musicale. E, a quanto pare, per molte settimane a venire non è prevista alcuna pubblicazione di un intero cd a nome di Suor Cristina. Come si sa, la sinergia tra tv e mercato discografico ormai è strettissima e inevitabile e il ritardo di settimane nella pubblicazione del disco del vincitore di un talent potrebbe essere un handicap non indifferente. Tanto più se nel giorno stesso della vittoria ancora non si sa che cosa succederà.
D'altronde mai era successo che una suora orsolina vincesse un talent show sull'onda dei complimenti globali di superstar come Alicia Keys o Whoopy Goldberg (comunque ha preso il 62 per cento del televoto, non un plebiscito c'è da dire). E se può sembrare piuttosto inconsueto che, dopo mesi di risonanza mondiale, nessuno abbia preso ancora un decisione definitiva su quella che potrebbe diventare un fenomeno assoluto, è anche vero che Suor Cristina in questo momento sembra il braccio canoro della nouvelle vague di Papa Francesco: «Lui parla di un Vangelo di gioia e io, che ho un dono, voglio donarlo a tutti proprio per dare gioia», aveva detto lei prima della vittoria. Insomma, uno scenario inedito che, come confermano anche alcuni esperti del settore, lascia tutti disorientati. Incertezza sulla promozione. Difficoltà a pianificare una strategia di mercato. Se Suor Cristina aveva anche solo lontanamente il desiderio di scardinare alcune logiche di mercato, è a buon punto. Ma se la produzione di The Voice confida di avere un ritorno d'immagine musicale, beh, è assai più lontana dall'obiettivo. Con tutte le dovute proporzioni, dopo la vittoria dell'evanescente barbuta Conchita Wurst all'Eurovision Song Contest, ora la vittoria di una suora, per quanto meritevole, a un talent show potrebbe avere un effetto deterrente per chi conta solo sui propri talenti vocali o sulla forza del sogno. Vedremo. Ma non è una conseguenza da sottovalutare.