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venerdì 16 maggio 2014

Napolitano scappa

Napolitano scappa

di Alessandro Sallusti 


Il presidente è l'unico a non essersi accorto del complotto: "Il Cavaliere lasciò liberamente"



Il presidente Napolitano fa lo gnorri. Lui non c'era e, se c'era, dormiva in quella estate incandescente del 2011 che portò, a colpi di spread, alla caduta forzosa del governo Berlusconi. Il garante della sovranità nazionale era - sostiene lui - all'oscuro di ciò che invece ben sapevano il primo ministro spagnolo Zapatero, il ministro del Tesoro americano Geithner, l'intera cancelleria tedesca e, per stare in Italia, Carlo De Benedetti, Romano Prodi e Mario Monti (come documentato nel libro di Friedman). E, se permettete, i lettori de Il Giornale, che già in quel luglio di tre anni fa vennero da noi avvisati del complotto in corso.

«Berlusconi si dimise spontaneamente», ha fatto sapere ieri il Quirinale con una nota di non inedita arroganza. Il che è vero, tecnicamente parlando. Per farlo sloggiare non fu necessario l'intervento dei carabinieri o della polizia (quello è accaduto due anni dopo). È che Napolitano completò, rifiutandosi di firmare i decreti legge che potevano ancora salvare la baracca, il piano ideato da Sarkozy e dalla Merkel per avere mano libera (a loro vantaggio) nella politica economica europea.

Sta di fatto che, da allora, in Italia si sono succeduti tre governi (Monti, Letta e Renzi), nessuno dei quali eletto. E ancora oggi Napolitano, dopo aver appreso da fonte autorevole di un'ipotesi di indebita interferenza estera nella democrazia italiana, non sente il bisogno di saperne di più. Semplicemente scappa. Scappa dalla verità, dalle sue responsabilità, a questo punto dal suo dovere di difendere tutti noi italiani.

Quel complotto, che sicuramente ha visto Napolitano protagonista, consapevole o no non importa, non è grave solo in via di principio. È che la strada imposta dall'estero e seguita dal Quirinale ha peggiorato, e non di poco, la condizione di tutti gli italiani. Un vero fallimento. Non uno dei parametri economici è migliorato dopo la caduta del governo Berlusconi. E neppure la stabilità politica tanto auspicata e sbandierata ha dato segni di risveglio: tre governi in tre anni, roba da Prima Repubblica. L'unico stabile (oltre a tedeschi e francesi) è lui, il presidente, e forse non a caso. Qualcuno deve pur garantire alla Merkel che qui in Italia non si muove foglia che la Bce non voglia.

Istat, il Pil italiano torna negativo. Fitto: "Serve una nuova politica"

Istat, il Pil italiano torna negativo. Fitto: "Serve una nuova politica"


Renzi è pronto a difendersi dai cittadini incazzati
a colpi di arti marziali

Nel primo trimestre del 2014 il pil è tornato negativo. Il prodotto interno lordo italiano è infatti diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del primo trimestre del 2013. Questi sono i dati rilasciati dalla stima preliminare dell'Istat. Questo calo congiunturale deriva da un incremento del valore aggiunto nel settore dell'agricoltura, di un andamento negativo nell'industria e di una variazione nulla nel comparto dei servizi.

I commenti - Appena sono stati diffusi questi dati negativi, Piazza Affari è sprofondata in rosso: poco dopo le 10.30, infatti, il Ftse Mib è arretrato a 20.919 punti (-1,25%) e l'All Share a 22.271 punti (-1,21%). Sono poi arrivati numerosi commenti, soprattutto rivolti al premier Matteo Renzi; il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, ha affermato ironico: "Ci auguriamo che Renzi non voglia iscrivere anche l'Istat nella categoria gufi. Qui non si tratta di gufare, ma di rendersi conto che per rilanciare la nostra economia non basta elargire con la mano destra costose mance elettorali, riprendendosele con la mano sinistra attraverso i soliti aumenti fiscali su casa e risparmio. Occorre un vero e proprio choc fiscale, meno tasse e meno spesa per decine di miliardi". Mentre Raffaele Fitto (FI) ha aggiunto: "I nuovi dati confermano che avremmo bisogno di una politica completamente diversa". 

La7, Cairo offre a Santoro la metà

La7, Cairo offre a Santoro la metà


In salita il rinnovo del contratto del teletribuno. La Innocenzi costa molto meno di lui...



"Ma a me, chi me lo fa fare" deve essersi chiesto Urbano Cairo la scorsa settimana, dopo aver visto i risultati di share di "Announo". Perchè Giulia Innocenzi, alla "prima" da conduttrice, ha fatto meglio del suo mentore Michele Santoro. E il patron di La7 deve essersi chiesto chi glielo faceva fare di tenere alla sua corte il teletribuno alle stesse condizioni di quest'anno, in cui tra l'altro "Servizio pubblico" ha fatto registrare un netto calo degli ascolti. 

L'offerta - Parla con il mio agente. No, guarda, non hai capito: io con gli agenti non ci parlo. Questo, secondo quanto riporta Dagospia.com, è appunto lo scambio di battute avvenuto nei giorni scorsi tra i due. Secondo il sito di gossip politico-televisivo di D'Agostino, a farsi sotto  sarebbe stato Cairo, con un preambolo in cui gli diceva quanto è contento di avere Servizio Pubblico nei suoi palinsesti, quanta pubblicità porta alla rete e quanto è brava anche questa Giulia Innocenzi "che hai tirato su dal nulla". E, sottinteso, costa pure poco e fa il tuo stesso share. Un discorso alla fine del quale sarebbe dunque arrivata la proposta per il rinnovo con la sua società di produzione (della quale è socio anche Il Fatto): alla metà secca rispetto ai quasi 300 mila euro che è costata quest'anno ogni puntata di "Servizio pubblico".

Santoro rosica - Così mentre la trattativa va avanti Santoro interviene ad Anno Uno, il programma della Innocenzi e afferma: "Io ho fatto la storia di questa azienda, ho fatto le tre puntate più viste di sempre su questa rete. Io non ho perso perchè ha vinto Giulia nello share come hanno scritto alcuni giornali. Adesso anche per me comincia l'Anno Uno". Insomma Santoro le canta a chi lo critica. Ma appare l'anima "rosicona" di Michele che anche stasera, in modo goffo ha provato a rubare la scena alla Innocenzi. 

giovedì 15 maggio 2014

Laureandi e Laureati: via alle domande per le borse di studio di 6.000 €

Laureandi e Laureati: via alle domande per le borse di studio di 6.000 €



Assegnazione di 104 borse di studio a giovani che per 6 mesi potranno operare in 52 Camere di Commercio italiane. L'iniziativa, patrocinata dal Ministero dello Sviluppo Economico, rientra nel progetto Made Italy: Eccellenze in Digitale, frutto dell'intesa tra Unioncamere e Google Italy, e fa parte del più ampio programma  e-Skills for jobs della Commissione Europea. Il piano prevede la formazione di laureandi o neolaureati in grado di favorire la digitalizzazione delle PMI di oltre 50 aree in cui sono stati individuati prodotti di eccellenza del Made in Italy.

104 Borse di studio
I giovani selezionati avranno a disposizione una borsa di studio di 6mila euro e, dopo un percorso formativo realizzato da Google e Unioncamere in collaborazione con l'Agenzia Ice, aiuteranno le imprese dei territori a sfruttare le opportunità offerte dal web per diffondere, sia nel mercato interno che a livello internazionale, le eccellenze del Made in Italy.


"Dopo l'esperienza realizzata nel 2013, decolla oggi una nuova e più articolata iniziativa che coinvolgerà i territori a maggior presenza di produzioni di punta del nostro made in Italy- dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere. - Già il progetto Distretti sul web dello scorso anno ci ha rivelato che quando si mette in moto la creatività, la voglia di fare innovazione e la capacità di rimboccarsi le maniche si possono dare risposte concrete sia ai nostri ragazzi, sia alle nostre imprese, tante delle quali hanno una vera e propria 'sete' di strumenti che siano in grado di renderle più competitive. È tempo di lanciare il cuore oltre la crisi, immaginando – è questo l'obiettivo concreto che ci poniamo – di portare sul web tutte le eccellenze che fanno grande ed unico il made in Italy".

Borse di studio Google: Requisiti
Possono partecipare al bando tutti i giovani che non abbiano superato i 28 anni, che siano in possesso di un diploma di laurea (triennale, specialistica/magistrale secondo il nuovo ordinamento, ciclo unico, e laurea quadriennale o quinquennale secondo il vecchio ordinamento) di ogni indirizzo, diploma accademico di primo o secondo livello o titolo estero equipollente con una votazione non inferiore ai 95/100. 

In più, possono partecipare anche i laureandi ma, in questo caso, saranno prese in considerazione solo le candidature di studenti che, alla data di presentazione della candidatura, abbiano sostenuto tutti gli esami previsti dal piano di studio con una votazione non inferiore a 27/30. I candidati, inoltre, dovranno conoscere approfondita del contesto economico e sociale locale, avere competenze informatiche e conoscere bene la lingua inglese.


Eccellenze in Digitale: Scadenza
Il termine ultimo di presentazione delle domande è il prossimo 28 maggio. I candidati devono compilare la domanda allegata, seguendo le istruzioni della procedura telematica e inviarla compilata all'indirizzo di posta elettronica certificata:
eccellenze.indigitale@legalmail.it


Per saperne di più clicca qui: lavorieconcorsi.com



Parla Toti: "Raggiungeremo il 25% dopo il voto un tavolo coi moderati"

Parla Toti: "Raggiungeremo il 25% dopo il voto un tavolo coi moderati"



Parla delle dichiarazioni di Geithner che ha confermato il complotto contro Silvio Berlusconi, parla delle responsabilità di Giorgio Napolitano, delle imminenti elezioni europee, ma soprattutto Giovanni Toti nell'intervista al Giornale lancia l'ennesima sfida al governo Renzi sulle riforme: "Se la riforma del Senato dev'essere solo una medaglia sulla giacca ma non fare il bene del Paese noi non la votiamo". E ancora: "Il testo base del governo non va bene. Confido che il Parlamento lo cambi", "Renzi ha peggiorato l'Italicum, il Consultellum non garantisce né la governabilità né il bipolarismo".

Obiettivo 25% - Il candidato di Forza Italia alle Europee conferma l'obiettivo che si è dato il suo partito del 20/25%. "Stiamo facendo una campagna elettorale responsabile ma inficiata dalla decisione di condannare Berlusconi con una sentenza ingiusta e senza prove", dice Toti a Francesco Cramer. "Renzi utilizza la presidenza del Consiglio e Grillo cavalca la rabbia comprensibile della gente. Ma ce la faremo". "Credo", aggiunge il consigliere politico del Cavaliere, "che avremo gli stessi consensi delle ultime politiche, al netto del tradimento umano e politico di Alfano. Umano nei confronti di Berlusconi; politico nei confronti degli elettori di centrodestra". Comunque, promette Toti, "quando la polvere della campagna elettorale si sarà posata ci dovremo mettere attorno a un tavolo. Lo impone l'aritmetica: i moderati, maggioranza nel Paese, divisi perdono. Alfano se ne faccia una ragione: Fi resta la spina dorsale del centrodestra; e guardi che fine hanno fatto Fini e Monti".

"Avevamo ragione noi" - E sulle rivelazioni di Geithner ammette che mancano i nomi dei funzionari, "ma verranno fuori", dice Toti. "Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Nel merito della questione, beh... Di indizi ce n'erano parecchi: il libro di Zapatero ma anche le interviste di Friedman. Ora, però, è opportuno che della vicenda se ne occupino formalmente Parlamento e governo". "Berlusconi", puntualizza, "è caduto perché dava fastidio a certi poteri. Quando lo denunciavamo sembravamo mitomani. Ora Geithner dice che avevamo ragione noi".

Gli Stati Uniti: "Funzionari Ue ci chiesero di far cadere Silvio Berlusconi"

Gli Stati Uniti: "Funzionari Ue ci chiesero di far cadere Silvio Berlusconi"



Lassù qualcuno mi ama.....

Non solo Monti. Non solo Napolitano. Non solo Prodi. Anche a Barack Obama fu chiesto da alcuni funzionari europei di prendere al complotto per far cadere Silvio Berlusconi. A fare pressioni sul presidente Usa furono alcuni funzionari europei, che proposero ad Obama un piano per far crollare l'esecutivo, nell'infuocato 2011. Gli Stati Uniti, però, si sottrassero al complotto: "Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani". La fonte di tali rivelazioni? Niente meno che l'ex ministro del Tesoro, Timothy Geithner, che spiega quanto accaduto in un libro di memorie uscito lunedì, Stress Test, e anticipata dalla stampa. Dopo il il libro-rivelazione di Alan Friedman, Ammazziamo il gattopardo, che svelava le indebite e (troppo) preventive pressioni di Giorgio Napolitano su Mario Monti, ecco un nuovo pamphlet destinato a fare molto rumore politico.

La ricostruzione - Geithner, uno degli uomini più potenti degli States, scrive: "Ad un certo punto in quell'autunno, alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti del Fmi all'Italia, fino a quando non se ne fosse andato". L'ennesima prova al fatto che l'Europa berlinocentrica voleva far fuori lo Stivale e il suo presidente del Consiglio. Geithener si riferisce ai mesi più difficili per l'Italia, alle prese con le bizze dello spread, nell'autunno 2011. In particolare le richieste agli Stati Uniti furono avanzate già a settembre 2011, prima che lo spread raggiungesse i massimi, quando in Polonia all'Ecofin ricevette richieste per "fare pressioni sulla Merkel affinché fosse meno tirchia, o sugli italiani e gli spagnoli affinché fossero più responsabili". Contestualmente, come detto, arriva anche la proposta di far cadere Berlusconi. Ma Geighner precisa che, per quanto gli Usa avrebbero preferito un altro leader, gli Stati Uniti preferirono evitare il complotto.

On. Comi (FI): "Bene l'introduzione di telecamere sulla divisa delle forze dell'ordine. Finalmente anche in Italia e' possibile individuare le responsabilità di quanto accade in manifestazioni e cortei"

On. Comi (FI): "Bene l'introduzione di telecamere sulla divisa delle forze dell'ordine. Finalmente anche in Italia e' possibile individuare le responsabilità di quanto accade in manifestazioni e cortei".

a cura di Gaetano Daniele 



L'Onorevole Lara Comi, eurodeputata e candidata alle Europee 2014 con Forza Italia, esprime la sua soddisfazione per l'avvio della sperimentazione, a Roma e Milano, dell'installazione di telecamere sulle uniformi dei poliziotti che svolgono servizio di ordine pubblico. "Finalmente anche in Italia arriva un sistema gia' adottato da tempo in paesi che sono all'avanguardia nei sisteami di sicurezza, come Israele. I fatti recenti dell'Olimpico hanno reso improrogabile la sua introduzione.

Chi mette la propria vita al servizio del Paese e dei cittadini ha da sempre tutta la mia stima. Va condannato severamente chi si scaglia contro le forze dell'ordine con caschi, spranghe e bombe carta: un sistema di registrazione individuale come quello proposto consentirà di individuare precisamente le responsabilità di quanto troppo spesso accade nelle manifestazioni pubbliche. Perché a pagare sia sempre e davvero chi sbaglia".