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mercoledì 19 febbraio 2014

Più di 60 mila commercianti e artigiani a Roma contro le "tasse": "A rischio pace sociale"

Più di 60 mila commercianti e artigiani a Roma contro le "tasse": "A rischio pace sociale"


"Siamo più di 60 mila, arrivati da tutta Italia". Artigiani e commercianti in piazza a Roma per la manifestazione di Rete Imprese Italia, a cui aderiscono Cassartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti. "Senza impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro", lo slogan. "Vogliamo che il 2014 diventi l'anno di svolta". Il presidente di turno di Rete Imprese, Venturi, nel suo intervento dal palco di Piazza del Popolo, ha lanciato l'allarme: "Ben 372 mila imprese hanno chiuso nel 2013. Un'enormità". Il prossimo governo ascolti "l'enorme malessere", il nuovo premier "ci deve convocare, noi non molleremo". Insomma, la mobilitazione generale delle piccole e medie imprese che rappresentano il 94% del tessuto produttivo del Paese-Italia, ha detto basta. 

martedì 18 febbraio 2014

"Caro John, nipote di...": lettera di una ragazza disoccupata a Elkann „"Caro John, nipote di...": lettera di una ragazza disoccupata a Elkann“

"Caro John, nipote di...": lettera di una ragazza disoccupata a Elkann „"Caro John, nipote di...": lettera di una ragazza disoccupata a Elkann“ 

"Caro John, nipote di...": lettera di una ragazza disoccupata a Elkann
Claudia Rizzo, 29enne palermitana, risponde al presidente della Fiat che nei giorni scorsi aveva dichiarato: "Molti giovani non trovano lavoro perché stanno bene a casa". "Non ho un cognome come il suo...vivo ancora a casa con i miei, che ringrazio per avermi dato la possibilità di studiare..."

di Claudia Rizzo


"Caro John, nipote di...": lettera di una ragazza disoccupata a Elkann
PALERMO - "Il lavoro c'è, ma i giovani non hanno ambizione. Stanno bene a casa". Le parole di John Elkann, presidente Fiat, nei giorni scorsi avevano sollevato un polverone. Poi c'era stata la parziale retromarcia del rampollo di casa Agnelli ("volevo incoraggiare i giovani").
Claudia Rizzo è una ragazza palermitana di 29 anni: come tanti ragazzi della sua età, ha una laurea in tasca e tanti lavoretti e stage alle spalle. Non un lavoro stabile, non una casa di proprietà. Claudia ha scritto una lettera di risposta al presidente della Fiat, inviandola alla redazione di PalermoToday. Eccola in versione integrale:
Caro John Elkann,
quando l'altro ieri ho letto le sue parole ho sentito il bisogno di pubblicarle immediatamente su facebook con una frase siciliana abbastanza volgare a commento. Mi sono scusata perché generalmente non amo esprimermi con certi termini in pubblica piazza, ma un’amica mi ha fatto riflettere che anche lei, con quello che ha detto riferendosi ai giovani disoccupati (il 40%, una cifra non da poco), è stato molto volgare, probabilmente anche più di me.

Vede, caro Elkann, io ho 29 anni e vivo ancora a casa con i miei, che ringrazio per avermi dato la possibilità di studiare (dato che purtroppo ancora oggi, nel 2014, non è un diritto che appartiene a tutti) e di avere ogni giorno un piatto caldo a tavola. Il vivere con loro, per quanto li ami, non mi fa stare bene o a posto con la mia coscienza e la mia voglia di rendermi indipendente, né mi fa essere meno ambiziosa. Il mio vivere con loro è una fortuna e una necessità allo stesso tempo. Una fortuna perché, a differenza di molti, mi posso permettere una famiglia che mi sostenga e che mi faccia da ammortizzatore sociale in un Paese che non ne possiede molti; una necessità perché, nonostante mi sia laureata nel 2009, abbia un master, varie certificazioni, stage a volontà e brevi esperienze lavorative alle spalle, ancora non ho trovato un lavoro vero che mi dia la possibilità di abbandonare la casa dei miei e “costruirne” una mia.
Già, perché il mio cognome è Rizzo: un cognome a cui sono fortemente legata ma che non rimanda a nessuna famiglia miliardaria, a nessun nonno fra i più importanti imprenditori d’Italia (il mio era un contadino), a nessuna altolocata élite torinese. Sarà forse per questo che a 21 anni non sono stata inserita nel CDA dell’azienda che sta lasciando a piedi migliaia di lavoratori? Sarà forse per questo che non ho avuto la possibilità di fare esperienze di lavoro importanti in giro per il mondo? Sarà forse per questo che continuo a non poter scegliere il mestiere per il quale ho studiato e a dovermi invece accontentare di quello che passa il convento (pur di evitare di chiedere sempre soldi ai miei)? Sarà forse per questo che ho passato giorni davanti a un computer a pigiare un tasto nella speranza di poter accedere a un tirocinio bandito per i cosiddetti Neet per soli 400 euro al mese (ecco come ci aiuta lo Stato)? Sarà forse per questo che ho accettato un lavoro dove mi pagavano 2,50 euro all’ora, ho fatto volantinaggio vestita da Babbo Natale per un supermercato o la posteggiatrice per un giorno?
No, ovviamente è perché sono una parassita che sta bene a casa di mammà e che non ha ambizioni. Come me milioni di persone, come me tutti quegli amici che, dalla Sicilia, con una laurea in mano e dei sogni mai realizzati, sono scappati in cerca di fortuna: c’è chi ha pulito i bagni degli ostelli scozzesi, chi si trova a Londra a servire ai tavoli, chi a Milano in cerca di stabilità, chi sta per partire perché ha perso il lavoro in nero e non ha più i soldi per pagare un affitto.
Non mi sembra di raccontarle nulla di nuovo, perché questo accade ormai da anni a migliaia e migliaia di giovani. Però a questo punto mi viene da chiederle: quanti curricula ha mandato nella sua vita? Quante non risposte ha ricevuto? Quanti “grazie, la terremo in considerazione, ma al momento non assumiamo” si è sentito dire? Quante volte ha dovuto abbandonare la sua città, la sua famiglia e i suoi amici perché non riusciva a guadagnare abbastanza? Quanti lavoretti ha svolto per sostenersi gli studi? Quante volte ha dovuto accettare dei compromessi perché le serviva un lavoro per aiutare i suoi genitori in difficoltà? Quante volte ha dovuto rinunciare ai suoi sogni perché non si poteva permettere di sognare? Quante volte ha pensato “non ce la farò mai a costruirmi un presente, un futuro, una famiglia”? Quante volte è stato licenziato ed è stato lasciato solo? Quante volte è stato cassintegrato perché la sua azienda ha deciso di delocalizzare? Quante volte ha visto passare davanti a lei un raccomandato “figlio o amico di”?
La prego di contare, sarà bravo dato che è un ingegnere plurititolato, e di dare una risposta sincera a tutti quei bamboccioni choosy che si ostinano ancora a voler vivere nel proprio Paese a delle condizioni che minano qualsiasi tipo di dignità, da quella emotiva a quella esistenziale, da quella lavorativa a quella morale. La prego di avere la decenza di chiedere scusa per le volgarità che le sono uscite dalla bocca, di non offendere chi ce la sta mettendo tutta e non ci riesce perché il Paese è pieno di “figli o amici di”, la prego di guardare alla sua immensa fortuna e ringraziare di essere nato nel posto giusto nella famiglia giusta. Perché, vede, forse al contrario suo sarò una bambocciona choosy, poco ambiziosa e che si culla nella casa di mamma e papà, ma almeno, a differenza sua, ho l’umiltà di riconoscere molte mie fortune (in un mondo pieno di disuguaglianze) e di non giudicare gli altri.




Caso Marò, "lo sfottò" continua: Nuovo rinvio della Corte Suprema

Caso Marò, "lo sfottò" continua: Nuovo rinvio della Corte Suprema


La Corte Suprema indiana ha rinviato nuovamente l'udienza sul caso dei due Marò, Latorre e Girone, al prossimo lunedì, in attesa di una risposta da parte del governo sull'applicabilità della legge per la repressione della pirateria (Sua act). "La decisione spetta al ministero della Giustizia", afferma il procuratore generale, Vahaanvati. "L'Italia non è un Paese terrorista", ha ribadito in apertura di udienza l'avvocato della difesa, Mumukul Rohatgi. A rappresentare Latorre e Girone, che non sono presenti in aula, anche l'inviato del governo che ad ogni rimando pare dire sempre la stessa cosa senza prendere una presa di posizione ferrea, De Mistura e l'ambasciatore Daniele Mancini. I due fucilieri, accusati della morte dei due pescatori, attendono ingiustamente da due anni l'attesa di questo incubo, ormai tutto politico. 

lunedì 17 febbraio 2014

Marcianise (Ce): L'Assessore alle Attività Produttive, Biagino Tartaglione, replica alle accuse di Salzillo: "La situazione è comica". "Era lui l'assessore di riferimento quando i centri commerciali abusivi sono stati realizzati"

Marcianise (Ce): L'Assessore alle Attività Produttive, Biagino Tartaglione, replica alle accuse di Salzillo Udc: "La situazione è comica". "Era lui l'assessore di riferimento quando i centri commerciali abusivi sono stati realizzati"


Biagino Tartaglione
Assessore alle Attività Produttive
Marcianise (Ce)
Ormai è certo. Per l'Assessore alle Attività Produttive di Marcianise, Biagino Tartaglione, si tratta di puro umorismo dai risvolti mistici, quello che ha spinto il Consigliere Comunale, Pasquale Salzillo ad affermare cose inesistenti appunto dai risvolti comici in merito al presunto abusivismo edilizio dei centri commerciali locali, in particolare di alcuni negozi. "Le dichiarazioni del Consigliere comunale Pasquale Salzillo - afferma Biagino Tartaglione - è a dir poco comico o peggio propagandistico". Il sottoscritto non tergiversa affatto, ma alla città interessano ben poco le "beghe" e i sentimenti di "odio e di gelosia" del consigliere dell'Udc, Salzillo, e si aspetta unicamente gli atti concreti. Ora gli atti concreti sono questi: siccome il Salzillo, nella propria interpellanza, denuncia alla cittadina e agli elettori che i "Gruppi Commerciali" sono abusivi, perchè hanno costruito dopo la scadenza dell'accordo di programma, dimentica di dire un particolare importantissimo e cioè che, nel 2011, quando i gruppi commerciali hanno completato le proprie strutture, Salzillo era proprio lui l'assessore al SUAP  di riferimento e non certo io che sono stato nominato - conclude Tartaglione - solo lo scorso ottobre. Certi personaggi stanno in politica da decenni solo per distruggere Marcianise e non per aiutarla a crescere. Se il Salzillo vuole sono pronto ad un serio confronto pubblico per informare in modo onesto i cittadini di Marcianise, senza tergiversare o peggio cacciare all'improvviso la colomba dal cilindro. Insomma, Salzillo ci ha provato. Purtroppo è caduto male. Il numero non gli è riuscito. La brutta figura sì!. 

Sgarbi contro Fazio e Littizzetto: La disgustosa comicità di Fazio e Littizzetto

La disgustosa comicità di Fazio e Littizzetto


Per quale ragione due milionari, molto compiaciuti di se stessi, annunciano il prossimo appuntamento, strappandosi braccia e spiaccicandosi gelati e dolci sulla faccia? Consigli non richiesti. La Cancellieri mi fa orrore per quello che so della sua inadeguatezza morale e politica. Ma, nel caso di Giulia Ligresti, ha rivendicato plausibili ragioni umane e perfino personali.


In realtà, nel difendersi, ha mancato per non aver espresso la verità e, probabilmente, la sua intima convinzione. Giulia Ligresti non andava mandata a casa per ragioni di salute, ma perché sicuramente innocente. La Cancellieri avrebbe dovuto denunciare la violenza giudiziaria che si è abbattuta sulla donna solo per il cognome, al di là di ogni reale complicità o responsabilità diretta nelle vicende del padre. In quel caso il ministro avrebbe dovuto pretendere che il magistrato, invece dell'ordine di arresto, esibisse gli elementi probatori per giustificarlo. Nei fatti dell'inchiesta non ce n'è uno, neanche relativo a una responsabilità formale. Con il rito abbreviato è stata condannata un'innocente, facendole pagare di chiamarsi Ligresti. Con questa posizione la Cancellieri avrebbe aperto un fronte di guerra con la magistratura, ma avrebbe dato una certezza di giustizia e non di privilegio personale alla sua azione. Ripeto: non ho fiducia nella Magistratura e so che Giulia Ligresti è innocente. 

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Dall'intervista a Guido Ceronetti di Silvia Truzzi, «inviata a Siena» del Fatto: «La domanda più indiscreta, più insolente, più insoffribile, e la più comune anche, la più poliglotta, la più persecutoria, al telefono e faccia a faccia, la domanda che mette alla tortura chi ama la verità perché la si formula per avere in risposta una miserabilissima bugia è: come stai?» Nei suoi disappunti e nei suoi malumori, il pensiero di Ceronetti coincide con il mio. In questo passaggio sommamente. 
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Non so se Ceronetti avrà avuto occasione di vederlo(come non credo), ma sono certo che mostrerebbe la mia stessa reazione di disgusto per la volgarità dello spot di Fabio Fazio e Luciana Litizzetto per il Festival di Sanremo. Per quale ragione due milionari, molto compiaciuti di se stessi, annunciano il prossimo appuntamento, strappandosi braccia e spiaccicandosi gelati e dolci sulla faccia? Credono di essere spiritosi? Vogliono far ridere? Appaiono penosi e patetici. L'effetto è improbabile e ripugnante. Per denaro si fa di tutto, anche se non si vuole dire niente. Ma, se la vena comica prevale, come conciliarla con il sussiegoso perbenismo? E perché non una torta in faccia anche per Massimo Gramellini? Il modello supremo di riferimento, Enzo Biagi, non sarebbe stato al gioco. 
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Domenica scorsa Giampiero Mughini insisteva sulla colpevolezza, per il reato di estorsione, di Fabrizio Corona, dimostrato da tre gradi di giudizio. Io, che non ho nessun grado di fiducia nella magistratura, condizionata da fattori politici e sociali di costume, gli avrei ricordato, per dire, che anche L'Ultimo Tango a Parigi di Bertolucci fu condannato per oscenità alla distruzione, dopo tre gradi di giudizio. Lo si guardi oggi, e si capirà il clamoroso errore giudiziario. Corona è stato condannato per ragioni (anche) politiche e (anche) morali, così come Berlusconi è stato condannato per ragioni politiche.
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Il Fatto osserva come il ministro dell'Interno Angelino Alfano si trovi davanti a un bivio: prorogare di sei mesi lo scioglimento per mafia del Comune di Reggio Calabria o avviarlo a nuove elezioni? In ogni caso un atto arbitrario, ma, nel caso di rinuncia alla proroga, sarà difficile non pensare a un favore governativo al presidente della Regione Scopelliti, già sindaco di Reggio Calabria e compagno di partito e di destino di Alfano nel Nuovo Centrodestra. L'inflessibile Alfano, che ha naturalmente prorogato anche lo scioglimento del Comune di Salemi, nella più assoluta insussistenza di motivazioni, si mostrerà indulgente e rispettoso solo nel caso di Reggio, correggendo l'errore della Cancellieri? 
press@vittoriosgarbi.it

Spese pazze: Arrestato Gennaro Salvatore (Psi), ex Capogruppo di Caldoro

Spese pazze: Arrestato Gennaro Salvatore (Psi), ex Capogruppo di Caldoro 


Gennaro Salvatore (Psi), ex Capogruppo di Caldoro
Sul politico pendeva da tempo la richiesta di custodia cautelare, solo la scorsa settimana la firma del gip. Si trova agli arresti domiciliari. Rimborsi per sigarette, chewingum e tintura per capelli (da donna)


E' agli arresti domiciliari il consigliere regionale della Campania, Gennaro Salvatore. La Guardia di finanza (sezione reati contro la pubblica amministrazione) ha eseguito una ordinanza emessa dal gip di Napoli. Il reato contestato è peculato continuato.

La vicenda si iserisce nel filone di indagini che hanno ad oggetto i finanziamenti pubblici che i consiglieri della Regione Campania e i relativi gruppi consiliari utilizzavano a fini personali. Salvatore è consigliere ed ex capogruppo del gruppo "Nuovo Psi-Caldoro presedente".

Le investigazioni - si legge in una nota della Procura - hanno consentito di acquisire un quadro indiziario "grave" a carico del consigliere Salvatore, nei "confronti del quale sono state rilevate operazioni di prelievo in contanti per un importo di 95.955 euro, con riferimento alle spese che o non sono state mai documentate ovvero sono state documentate con contabili palesemente incongruenti rispetto alle finalità istituzionali in vista del quuale il contributo era erogato".

Nei confronti di Salvatore è statai anche disposto un decreto di sequestro preventivo per un importo pari alle somme illecitamente apprese.

Tra gli scontrini consegnati da Gennaro Salvatore, il consigliere regionale oggi destinatario di un'ordinanza agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Napoli, figurano anche acquisti di gomme da masticare, sigarette, articoli per la casa e di una tintura di capelli per donna costata 87 euro.

Nel corso dell'indagine, Salvatore, che si presentò in Procura per rendere dichiarazioni, attribuì tali presunte irregolarità alla disorganizzazione della raccolta degli scontrini e chiamò in causa anche i suoi collaboratori. In particolare sostenne di aver ritenuto che le somme spese per il gruppo non fossero soggette ad obbligo di rendicontazione e ciò avrebbe determinato una produzione di fatture in maniera confusa


Fonte: Repubblica.it


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Governo: Napolitano incarica Renzi

Governo: Napolitano incarica Renzi


Renzi arriva al Quirinale verso le 10.20 guidando personalmente l'auto. L'incontro con Napolitano dura circa un'ora e mezza. Alla fine arriva il responso: il segretario del Partito Democratico cercherà di formare il nuovo governo, su incarico del Capo dello Stato. In questo caso uno stato amico, visto che lo stesso Renzi dopo aver vinto le primarie annunciò agli italiani tutti di non accettare mai un governo senza essere passato prima per le urne. Ma evidentemente il potere va alla testa e le lobby sono talmente radicate in Parlamento che, ad uniformarsi al sistema, Renzi ha impiegato veramente pochissimo, 48 ore. Intanto però, la sorpresa: Renzi accetta con riserva. Giusto per far capire agli italiani che la scelta sarà dura. Tortuosa. Ma che alla fine dei giochi avrà accettato solo ed esclusivamente per il bene del Paese. La solita frase dei politici che amano la poltrona. Il solito ritornello sentito e risentito un miliardo di volte. L'annuncio del risultato del colloquio tra Napolitano e Renzi lo dà per primo ai giornalisti Donato Marra, segretario generale del Quirinale. Il presidente della Repubblica, annuncia Marra, conferisce "l'incarico di formare il governo". E aggiunge: "Il presidente del Consiglio incaricato si è riservato di accettare". Insomma è proprio vero, il potere logora chi non ce l'ha...