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mercoledì 12 febbraio 2014

Il Comitato a difesa dell'appartenenza dei comuni di Casoria-Casavatore-Arzano denunciano:

Il Comitato a difesa dell'appartenenza dei comuni di Casoria-Casavatore-Arzano denunciano:

Il Ministro della Giustizia ha soppresso la sede distaccata del nostro Tribunale di Casoria e ha trasferito Casoria, Casavatore ed Arzano nel Tribunale di Napoli Nord - Aversa


  • Dal 13 settembre scorso i Comuni di Casoria, Casavatore e Arzano, non fanno più parte del circondario del Tribunale di Napoli. La sede è aperta solo per 12 mesi, per smaltire l'arretrato. 
  • Dal 13 settembre i nostri territori sono stati inseriti nel circondario del Tribunale di Napoli Nord di Aversa  e i nuovi procedimenti dovranno svolgersi in quella sede. 
  • Dal 13 settembre, i cittadini, i lavoratori, gli anziani gli operatori di giustizia, le associazioni, i professionisti, gli utenti, chiunque deve recarsi in Tribunale, per chiedere un provvedimento, depositare un'istanza, testimoniare in una causa, deve recarsi ad Aversa
  • Dal 13 settembre i nostri Comuni che, per gran parte del territorio, confinano con Napoli, e che sono parte della Città metropolitana, sono stati trasferiti nel circondario del Tribunale che sta ad Aversa
  • Dal 13 settembre, i cittadini per qualsiasi necessità giudiziaria, devono recarsi a più di 20 Km di distanza. Dovranno impiegare qualche ora e sopportare il disagio di 40 Km di percorrenza. 

La soppressione del Tribunale di Casoria ed il trasferimento ad Aversa dei nostri Comuni è frutto di inadeguatezza e di illogicità e danneggia le nostre cittadinanze. 
  • Dal 13 settembre, gli anziani, i disabili, per le tutele, e per tutti i provvedimenti che li riguardano, avranno enormi difficoltà e recarsi a 20 Km di distanza, con disagi e costi insopportabili. 
Perchè mai Casoria-Casavatore-Arzano, devono far parte del Tribunale di Napoli Nord Aversa e no quello di Napoli?
  • Questo illogico e dannoso provvedimento, che contrasta con ogni logica e contro i diritti dei nostri cittadini deve essere modificato. 
Casoria, Casavatore e Arzano devono rimanere nel circondario del Tribunale di Napoli! 
  • La nostra storia, la nostra identità territoriale, la nostra vicinanza è con Napoli! Dobbiamo far parte del Tribunale di Napoli. 
Tutela i tuoi diritti e aderisci al Comitato!

Il Comitato
A difesa dell'appartenenza dei Comuni di Casoria- Casavatore-Arzano al Tribunale di Napoli

Sede: Via G. Marconi N° 65 
Casoria. Tel. 081/7577390

Cardito (Na): Lucio Lesti scampato alla morte, dopo "Il Roma", sceglie "Il Notiziario sul web"

Cardito (Na): Lucio Lesti scampato alla morte, dopo "Il Roma", sceglie "Il Notiziario sul web"

di Mario Setola


Mi hanno salvato la vita, ringrazio Dio ed il mio collega. Senza il loro aiuto sarei stato inghiottito dall’acqua nell’abitacolo della mia vettura”. Visibilmente scosso, ha raccontato la sua storia il 34 enne carditese Lucio Lesti, scampato alla morte l’altra notte a Roma dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio la capitale. Ha scelto “Il Roma” e "Il Notiziario sul Web" per raccontare dettagliatamente ciò che quella notte ha vissuto. “lavoro in una società che si chiama Siaed spa ed elaboriamo assegni che vengono incassati durante il giorno dalle banche. Facevamo il turno notturno io e il mio collega Claudio Coatelli, romano, a cui debbo la vita. La struttura presso cui lavoro è ai piani alti ed è insonorizzata. Uno di quegli edifici moderni, sulla falsariga del napoletano centro direzionale. Alle spalle dell’edificio, sito nella periferia romana e precisamente sull’Aurelia, passa un corso d’acqua, conosciuto come Maremma. Era notte inoltrata, quando un nostro collaboratore (che si occupa dell’installazione delle macchinette dell’acqua), ci avvisa che era in atto un diluvio e di dare un’occhiata alle automobili. Ci siamo subito precipitati per portare le auto fuori dai garage. E’ lì che abbiamo rischiato di essere sommersi. Infatti, appena abbiamo cercato di portare via le auto, una cascata vera e propria ci ha sommersi e siamo rimasti bloccati nelle auto. Avrei fatto la morte del topo se non mi avesse aiutato il mio collega ad uscire dal finestrino e raggiungere a nuoto un muretto, e da lì direttamente sul raccordo anulare. Ma non finisce qui. Dalle 5.00, ora dell’accaduto, alle 9.00 siamo rimasti al freddo e al gelo, senza collegamenti ai margini del raccordo. Si è addirittura fermata una pattuglia della polizia, che ci ha detto che non potevano caricarci e che era opportuno contattassimo un taxi. Per fortuna una nostra collega, allertata dalla direzione, lasciando a casa i figli, ha sfidato gelo ed intemperie e ci è venuta a prendere. Pamela Ponzi è il suo nome e la voglio ringraziare pubblicamente. Sono vivo solo perché l’acqua non è arrivata a livello del finestrino, altrimenti non potrei neppure raccontarla questa triste storia”. Insomma, tragedia sfiorata per il giovane carditese. 

Libertà stampa: l'Italia sale di 9 posizioni

Libertà stampa: l'Italia sale di 9 posizioni 


Migliora la posizione dell'Italia nella classifica 2014 di Reporters sans frontieres sulla libertà di stampa. Dal 2013, l'Italia sale dal 58° posto al 49° posto sui 180 dell'indice, uscendo, si legge nel rapporto presentato a Parigi, da "una spirale negativa" per arrivare a una posizione "piuttosto buona". Perdono invece posizioni Usa e Regno Unito, sulla scia dello scandalo Nsa. Meno punti anche per Francia e Grecia. La Siria, che risulta il Paese più pericoloso per i cronisti, "obiettivo del regime e dei ribelli", è 177ma, davanti a Turkmenistan, Nord Corea ed Eritrea. 

Violentata a scuola: arrestati 4 minorenni

Violentata a scuola: arrestati 4 minorenni 


Quattro studenti di una scuola media superiore di Finale Ligure, nel Savonese, sono stati arrestati con l'accusa di aver costretto una loro compagna minorenne ad atti sessuali negli spogliatoi della scuola. Il fatto, che risale alla fine del mese scorso è stato confidato dalla ragazza ai genitori che hanno presentato subito denuncia ai Carabinieri. I quattro, che hanno tra i 15 e i 16 anni sono stati inviati in diverse comunità in Liguria e Toscana. Loro hanno negato affermando che la ragazza ha mentito. 

Vinod Sahai: "Potevo aiutare i marò, mi fermò Roma"

Vinod Sahai: "Potevo aiutare i marò, mi fermò Roma"

Il rappresentante degli indiani d'Italia: "C'era la soluzione: un'istanza. Ma mi convocò l'allora ministro della Difesa"

Vinod Sahai era stato soprannominato «l'uomo che in India apre tutte le porte». A nome della comunità indiana in Italia, che si sente sotto accusa, aveva trovato una via d'uscita per i marò.

Il governo italiano era d'accordo, ma al momento cruciale ha fermato tutto, come rivela a Il Giornale.it

È vero che il caso dei marò si poteva sbloccare un anno fa?
«Certamente e più di un anno fa. Sono andato in India diverse volte in accordo con il ministero della Difesa italiano, come rappresentante dei 250mila indiani presenti nel vostro paese. A Delhi ho parlato con il premier, il ministro degli Interni e quello degli Esteri. Tutti avevano sottolineato che l'Italia stava esercitando solo pressioni politiche. Anche il presidente russo Vladimir Putin si era raccomandato sul caso dei marò. Le autorità indiane sostenevano di avere le mani legate, perché la Corte suprema era al di sopra dello stesso governo».
E lei aveva un'idea concreta in mente per uscire dall'impasse?
«Sono andato dal presidente della Corte suprema, Altamas Kabir, che già era coinvolta nel caso marò. Era stato assistente di mio suocero e mi disse chiaramente: “Non possiamo fare nulla se non ci viene chiesto con un'istanza”. Per questo motivo ho preparato una petizione a nome degli indiani che vivono in Italia. Spiegavo che volevamo mantenere gli ottimi rapporti fra i due paesi e garantire gli interessi della nostra comunità. Si chiedeva che la Corte suprema autorizzasse il governo indiano a trovare una soluzione extragiudiziale oppure che rinviasse il caso a un tribunale internazionale».
E poi cosa è successo?
«Nel settembre 2012 l'istanza era pronta, ma sono stato convocato a Roma. Il ministro della Difesa Di Paola mi ha chiesto di non presentare la petizione. Gli indiani avevano arrestato i marò e così non sarebbe stata l'Italia ma un rappresentante della comunità indiana a sbloccare la situazione. Gli ho detto: “Ma a voi dovrebbe solo interessare che tornino casa”. Non mi ha risposto».
Quante possibilità aveva di sbloccare la situazione con la petizione?
«L'istanza l'ho preparata solo dopo aver parlato con il presidente della Corte suprema e con i vertici dei ministeri interessati in India. Sarebbe stata senz'altro accolta».
Con il governo Letta nessuno l'ha interpellata?
«Ho scritto una lettera al ministro Bonino, spiegando tutto e dicendomi disponibile a riprendere in mano il caso. Non ho ricevuto alcuna risposta».
L'Italia ha compiuto altri errori in questi due anni?
«Diversi. L'Italia si sta muovendo solo politicamente. I ministri vanno in India pure se non serve a nulla, solo per far vedere in patria che fanno qualcosa. Le pressioni politiche sono state contro producenti».
Ma il caso è politico…
«L'opposizione si è avvantaggiata perché Sonia Gandhi è di origine italiana. Se i marò tornano a casa il suo partito perde sicuramente le elezioni».
Forse le perderà lo stesso. Il leader nazionalista indù, Narendra Modi, che vuole la testa dei marò, potrebbe diventare primo ministro. Cosa accadrà a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone?
«Se vinceranno le elezioni non ci sarà più motivo di agitare la propaganda. E allora troveranno una soluzione per far tornare a casa i marò oppure per rinviare il caso a un tribunale internazionale. Può anche essere che ci sia una condanna non esagerata, che poi i marò sconteranno in Italia. E se il presidente Napolitano vorrà graziarli Delhi non si opporrà».




Respinto ricorso Cota, Piemonte torna al voto

Respinto ricorso Cota, Piemonte torna al voto


Brutto colpo per Cota
Le elezioni regionali 2010 in Piemonte vinte dal governatore Roberto Cota sono da annullare. Lo ha confermato la V sezione del Consiglio di Stato respingendo il ricorso con il quale Cota chiedeva la sospensiva dell'ordinanza del Tar Piemonte che ha annullato quel voto per le firme false della lista "Pensionati per Cota", risultata decisiva. La sentenza "è una vergogna", dice il segretario della Lega, Salvini, aggiungendo che, con le elezioni "torneremo a vincere alla faccia dei poteri forti". E Cota parla di "morte della democrazia". "Ora controllerò che non cerchino altre gabole per ritardare ulteriormente il ritorno al voto", dice Mercedes Bresso. 

Letta-Renzi: "La sfida", ore cruciali per il governo

Letta-Renzi: Ore cruciali per il governo 


Ore convulse per il futuro del governo. La partita si gioca tutta in casa Pd. E il capo dello Stato, ieri sera dal Portogallo, è stato chiaro: "Ora la parola spetta al Partito Democratico". Questa mattina il presidente del Consiglio, Letta, vedrà il segretario Pd, Renzi. Al termine è prevista una conferenza stampa in cui il premier illustrerà il suo patto di coalizione per rilanciare l'azione di governo. Sul programma dovrà pronunciarsi domani la direzione del Pd, come ha richiesto esplicitamente Letta, che ai suoi sembra abbia detto: "Deve essere il mio partito a dirmi di lasciare, a sfiduciarmi". Il segretario del Pd, Renzi, ieri all'assemblea dei parlamentari, riuniti al Nazareno, ha detto: "La batteria è scarica. Decidiamo se va ricaricata o cambiata. Abbiamo davanti il pericolo restante della legislatura". Parole che sono suonato appunto come un affondo finale al premier, e un si alla staffetta, in vista della direzione del partito, anticipata tra l'altro a domani. Un'accelerazione impressa anche dalla cena di Renzi al Quirinale, lunedì, prima del colloquio di Napolitano con Letta, ieri mattina. "Voto, rimpasto o terza via", ha detto Renzi. E la terza via forse è proprio un governo Renzi.