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mercoledì 12 febbraio 2014

Cardito (Na): Lucio Lesti scampato alla morte, dopo "Il Roma", sceglie "Il Notiziario sul web"

Cardito (Na): Lucio Lesti scampato alla morte, dopo "Il Roma", sceglie "Il Notiziario sul web"

di Mario Setola


Mi hanno salvato la vita, ringrazio Dio ed il mio collega. Senza il loro aiuto sarei stato inghiottito dall’acqua nell’abitacolo della mia vettura”. Visibilmente scosso, ha raccontato la sua storia il 34 enne carditese Lucio Lesti, scampato alla morte l’altra notte a Roma dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio la capitale. Ha scelto “Il Roma” e "Il Notiziario sul Web" per raccontare dettagliatamente ciò che quella notte ha vissuto. “lavoro in una società che si chiama Siaed spa ed elaboriamo assegni che vengono incassati durante il giorno dalle banche. Facevamo il turno notturno io e il mio collega Claudio Coatelli, romano, a cui debbo la vita. La struttura presso cui lavoro è ai piani alti ed è insonorizzata. Uno di quegli edifici moderni, sulla falsariga del napoletano centro direzionale. Alle spalle dell’edificio, sito nella periferia romana e precisamente sull’Aurelia, passa un corso d’acqua, conosciuto come Maremma. Era notte inoltrata, quando un nostro collaboratore (che si occupa dell’installazione delle macchinette dell’acqua), ci avvisa che era in atto un diluvio e di dare un’occhiata alle automobili. Ci siamo subito precipitati per portare le auto fuori dai garage. E’ lì che abbiamo rischiato di essere sommersi. Infatti, appena abbiamo cercato di portare via le auto, una cascata vera e propria ci ha sommersi e siamo rimasti bloccati nelle auto. Avrei fatto la morte del topo se non mi avesse aiutato il mio collega ad uscire dal finestrino e raggiungere a nuoto un muretto, e da lì direttamente sul raccordo anulare. Ma non finisce qui. Dalle 5.00, ora dell’accaduto, alle 9.00 siamo rimasti al freddo e al gelo, senza collegamenti ai margini del raccordo. Si è addirittura fermata una pattuglia della polizia, che ci ha detto che non potevano caricarci e che era opportuno contattassimo un taxi. Per fortuna una nostra collega, allertata dalla direzione, lasciando a casa i figli, ha sfidato gelo ed intemperie e ci è venuta a prendere. Pamela Ponzi è il suo nome e la voglio ringraziare pubblicamente. Sono vivo solo perché l’acqua non è arrivata a livello del finestrino, altrimenti non potrei neppure raccontarla questa triste storia”. Insomma, tragedia sfiorata per il giovane carditese. 

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