Cardito (Na): Lucio Lesti scampato alla morte, dopo "Il Roma", sceglie "Il Notiziario sul web"
di Mario Setola
“Mi
hanno salvato la vita, ringrazio Dio ed il mio collega. Senza il loro
aiuto sarei stato inghiottito dall’acqua nell’abitacolo della mia
vettura”. Visibilmente scosso, ha raccontato la sua storia il 34
enne carditese Lucio Lesti, scampato alla morte l’altra notte a
Roma dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio la capitale. Ha
scelto “Il Roma” e "Il Notiziario sul Web" per raccontare dettagliatamente ciò che quella
notte ha vissuto. “lavoro in una società che si chiama Siaed spa
ed elaboriamo assegni che vengono incassati durante il giorno dalle
banche. Facevamo il turno notturno io e il mio collega Claudio
Coatelli, romano, a cui debbo la vita. La struttura presso cui lavoro
è ai piani alti ed è insonorizzata. Uno di quegli edifici moderni,
sulla falsariga del napoletano centro direzionale. Alle spalle
dell’edificio, sito nella periferia romana e precisamente
sull’Aurelia, passa un corso d’acqua, conosciuto come Maremma.
Era notte inoltrata, quando un nostro collaboratore (che si occupa
dell’installazione delle macchinette dell’acqua), ci avvisa che
era in atto un diluvio e di dare un’occhiata alle automobili. Ci
siamo subito precipitati per portare le auto fuori dai garage. E’
lì che abbiamo rischiato di essere sommersi. Infatti, appena abbiamo
cercato di portare via le auto, una cascata vera e propria ci ha
sommersi e siamo rimasti bloccati nelle auto. Avrei fatto la morte
del topo se non mi avesse aiutato il mio collega ad uscire dal
finestrino e raggiungere a nuoto un muretto, e da lì direttamente
sul raccordo anulare. Ma non finisce qui. Dalle 5.00, ora
dell’accaduto, alle 9.00 siamo rimasti al freddo e al gelo, senza
collegamenti ai margini del raccordo. Si è addirittura fermata una
pattuglia della polizia, che ci ha detto che non potevano caricarci e
che era opportuno contattassimo un taxi. Per fortuna una nostra
collega, allertata dalla direzione, lasciando a casa i figli, ha
sfidato gelo ed intemperie e ci è venuta a prendere. Pamela Ponzi è
il suo nome e la voglio ringraziare pubblicamente. Sono vivo solo
perché l’acqua non è arrivata a livello del finestrino,
altrimenti non potrei neppure raccontarla questa triste storia”.
Insomma, tragedia sfiorata per il giovane carditese.
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