Legge Voto: Si del Pd a "Italicum" di Renzi
Ballottaggio se nessuno supera il 35%, ma è scontro con Cuperlo che sbatte la porta e se ne va.
Berlusconi: "Intesa è per il Paese"
di Gaetano Daniele
La direzione del Pd ha approvato con 111 voti a favore e 34 astenuti la proposta di riforma elettorale avanzata da Matteo Renzi. Nessun voto contrario. Aprendo i lavori, il neo segretario ha ribadito la necessità di cancellare il bicameralismo perfetto e di lasciare solo alla Camera il compito di dare la fiducia al governo e ha ricordato i tanti fallimenti sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale. Ha parlato dell'incontro con Berlusconi. "E' il momento di far vedere che la politica non è solo discussione". Poi ha chiesto che il Pd presenti un ddl costituzionale entro metà febbraio da approvare al Senato entro il 25/2. Renzi ha poi esposto e spiegato in dettaglio la riforma del voto, che ha chiamato "Italicum". Meccanismo proporzionale, premio di maggioranza, per arrivare al 53% se si ha almeno il 35% dei voti e al 55% se si ha il 45%, soglia di sbarramento del 5% per chi si coalizza, dell'8% per chi non lo fa, del 12% per le coalizioni. Se nessuno ottiene il 35% dei voti "c'è la possibilità di un doppio turno" tra le prime due coalizioni. Chi vince, anche se non arriva al 35%, avrà il premio a quel punto superiore al 18%, ma legittimato dal secondo turno di voto. "Cosi si evitano le larghe intese e i micropartiti". Se qualcuno volesse cambiarlo "manda all'aria tutto". Ma per l'esponente del Pd Cuperlo, la proposta non è convincente. "Si dice che è tutto deciso con il voto delle primarie dell'8 dicembre? che altrimenti è come fare esplodere la macchina e boicottare la storica riforma istituzionale? Se si dice questo è inutile convocare la direzione tra 15 giorni". "Funziona cosi un partito? Spero e credo di no". Cosi Cuperlo alla direzione Pd, sull'accordo Renzi-Berlusconi. Per Cuperlo il problema non è il confronto con il Leader di un'altra forza politica, ma "stringere un patto politico" con un esponente interdetto. E aggiunge: "La prpoposta presenta "profili di incostituzionalità". Infine chiede "primarie per legge per la scelta dei parlamentari". Ma dopo le critiche di Cuperlo sulla proposta di legge elettorale, Renzi ha ripreso la parola in direzione per la replica. "Avrei voluto sentirti parlare di preferenze quando vi siete candidati senza fare le primarie. Se me lo dice Fassina che ha preso 12 mila preferenze ok, ma non lo accetto da chi è entrato con il listino. E non si invochi l'incostituzionalità come alibi per critiche politiche". A queste affermazioni, Cuperlo ha risposto allontanandosi dal tavolo della presidenza. "Inaccettabili le conclusioni di Renzi su Cuperlo", ha commentato Stefano Fassina. Insomma, a Cuperlo e a Fassina non va proprio giù che il neo segretario Renzi di ca le cose in faccia, senza nascondersi dietro finti giri di parole retoriche, quelle stesse parole che hanno portato l'Italia al fallimento politico. Infatti, anche il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è d'accordo sulla proposta avanzata dal neo segretario del Partito Democratico. "Offriamo con convinzione al Parlamento e al Paese l'intesa che abbiamo raggiunto sabato" con Renzi. E' quanto dichiara in una nota Berlusconi. E aggiunge: "Vogliamo realizzare insieme, un clima di chiarezza e di rispetto reciproco, un limpido sistema bipolare, che garantisca una maggioranza solida ai vincitori delle elezioni, che riduca impropri poteri di veto e di interdizione e che favorisca un sistema politico di chiara alternanza, sul modello delle democrazie dell'Occidente". Infine, l'apprezzamento per l'intervento di Renzi "che ha descritto in modo chiaro e corretto i contenuti dell'intesa".