Intervista a Enzo Falco, Segretario nazionale Sel, sulla "Terra dei Fuochi"
Intervista a cura di Gaetano DANIELE
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Enzo Falco Segretario nazionale Sel Già assessore Provinciale di Npaoli |
Enzo Falco, Segretario cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà di Caivano, è da tempo impegnato sulla vicenda drammatica dei roghi tossici. Parteciperà prossimamente a diversi convegni come esperto in agricoltura e nella coltivazione della canapa, di cui ha già fatto una coltivazione nel 2009. Sel Caivano, insieme a Idv, sta organizzando uno spettacolo che si chiamerà Caivano Futura in Arte. Artisti Caivanesi per Caivano.
Segretario Falco, "c'è un fiume in piena" che ha iniziato il suo percorso che culminerà nella manifestazione del 16 Novembre p.v. a Napoli. Cosa dice Sinistra Ecologia e Libertà?
Ogni lotta non solo è sacrosanta, ma è un arricchimento "culturale" per tutti, singolarmente e collettivamente. Si costruisce intelligenza collettiva e consapevolezza di essere cittadini che partecipano alla vita e ai problemi della propria comunità. Merito di Don Maurizio Patriciello in primis e di tutte le associazioni che partecipano da tempo al Coordinamento Comitato fuochi. Sono migliaia di associazioni, migliaia di ragazzi e sabato 16 sarà davvero "un fiume in piena".
Segretario Falco, intanto, la residua economia rimasta, l'agricoltura è in caduta libera?
L'agricoltura campana è in una condizione sempre più critica. Le straordinarie eccellenze rischiano di essere piegate (ormai siamo a cadute vertiginose delle vendite e a disdette dei contratti da parte della GDO) dalle notizie di avvelenamento dei terreni e delle falde acquifere. Ma se 500 mila sono gli ettari di terreni coltivati, quanta parte di questo sconfinato territorio è realmente avvelenato? Nonostante il sacco edilizio, in quell'area tra Caivano e Caserta e Napoli operano 30.000 aziende agricole, che producono il 40% del valore della produzioni agricole della Campania.
Segretario Falco, ma cosa si può fare, ormai siamo alla psicosi, Pomì ha lanciato quella sciocca pubblicità?
Per non far travolgere l'intera produzione agricola campana bisogna agire in fretta e assumere decisioni dolorose. Intanto bisogna fare una serie di cose immediate, sul piano regionale e nazionale:
1) Istituire velocemente una task force scientifica per una mappatura e delimitazione dei territori inquinati; moltissimi dati già ci sono;
2) Va istituito un fondo con risorse regionali, nazionali ed europee; in più va aggiunto il denaro confiscato alla camorra;
3) Bisogna incrementare le dotazioni i mezzi e l'organico della neonata Procura di Napoli Nord, competente su quel territorio per i reati ambientali, e dalla polizia giudiziaria specializzata (Nas, Forestale, Noe, Guardia di Finanza) che opera nel settore ecomafie sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia.
4) Il piano di risanamento dell'area delineata va fatto con il coinvolgimento delle imprese agricole presenti nel territorio; un grande ruolo devono avere le bonifiche naturalistiche fatte attraverso le colture no food tipo la canapa sativa e altre colture di concerto con gli istituti universitari di ricerca in materia di fitoriparazione e bioriparazione.
Su Pomì è meglio stendere un velo pietoso
Segretario Falco, ma come si fa a dire che un prodotto agricolo è buono?
In un momento nel quale le Istituzioni hanno perso credibilità, lo so, è difficile dare certezze, ma i controlli ci sono e sono anche accurati. In ogni caso:
1) Vanno effettuati ulteriori controlli mirati su tutte le produzioni agricole dell'area;
2) Bisogna dare attuazione al Marchi di Qualità Salute Comunale, recentemente approvato dal Consiglio regionale della Campania; un sistema certificato per valutare il livello di salute e di sicurezza dei territori comunali, per poter creare una sorta di tracciabilità di tutti i prodotti e i processi di produzione dell'industria agroalimentare (articolo 1 comma 56 della legge regionale della Campania n.5 del 2013).
3) Bisogna mettere in atto una vera riconversione agricola in termini di sostenibilità, che dovrà avvenire attraverso più coltivazioni arboree (più ossigeno e transizione per le zone da bonificare che non possono essere "food"; il rilancio delle colture leguminose per l'importante apporto di azoto e quindi di fertilizzazione naturale dei terreni; l'agrohousing e serre a zero emissioni e più energia da fonti rinnovabili; il recupero dell'acqua piovana per uso agricolo; e da più biodiversità vegetale e animale.
Segretario Falco, e a livello locale? Possibile che le amministrazioni non facciano niente?
Sul piano locale, in sinergia con le cose di cui sopra, bisogna fare le seguenti altre cose:
1) In accordo con gli agricoltori, chiudere i varchi di accesso alle strade vicinali di campagna rendendoli accessibili solo ai conduttori dei fondi e alle forze di polizia, previo un intervento/accordo con la Prefettura;
2) Istituire un numero verde per le chiamate 24 ore su 24 per il pronto intervento di una squadra di vigili urbani che potrà all'occorrenza chiedere l'intervento delle forze dell'ordine previo intervento/accordo con la Prefettura; il pronto intervento deve essere capace di attivare immediatamente le aziende che effettuano il servizio di igiene del Comune e/o aziende specializzate per rifiuti pericolosi e speciali, per ripulire immediatamente le aree;
3) Videosorveglianza sulle strade di accesso alle aree meno controllate che vanno verso la campagna, ma anche utilizzo di tantissimi lavoratori "socialmente utili", già pagati a vario titolo, per effettuare sorveglianza nei punti cruciali, anche al fine di attivare il pronto intervento del numero verde di cui al punto 2;
4) Sostegno all'agricoltura e agli agricoltori, soprattutto dove si renderà necessaria la riconversione a colture "no food" e anche la riconversione a "lotta integrata" e "biologica";
5) Rimettere sotto controllo, facendo rispettare le leggi in materia, i rifiuti, i rifiuti industriali, le emissioni in fogna e quelle in atmosfere;
6) Registro tumori e studio epidemiologico sul nesso inquinamento/malattie.
Segretario Falco, quale territorio lasceremo ai nostri figli?
Quello che risulterà da questa battaglia. Il territorio è come è come una persona che deve decidere collettivamente cosa vuole essere da grande. L'agricoltura ci ha salvato nel passato, l'agricoltura ci dovrà salvare per il futuro. Bisogna rilanciare, però, l'agricoltura di qualità attraverso l'istituzione di un parco agricolo dei Regi Lagni per le colture ortofruticole a est dell'asse autostradale Caserta Napoli e un "Distretto agroalimentare di qualità", ad ovest, incentrato sulla filiera bufalina, quella previsto dall'articolo 3 del DL.vo 228/2001 "legge di orientamento in agricoltura"; senza queste scelte strategiche non ci potrà essere futuro.
Segretario Falco, sembra un'opera Titanica?
Sì, è un'opera titanica, ma si può fare. Quello che c'è da fare nelle nostre terre si sa. Si sa pure chi deve fare cosa. Meno comprensibile è capire cosa succede se c'è qualcuno che non lo fa o che lo fa male. Ciò che però è assolutamente inaccettabile è che la regia, attraverso la legge speciale proposta dal Pdl, (Cesaro) sia nelle mani di chi, direttamente o indirettamente, ha contribuito al saccheggio e all'inquinamento del nostro territorio. In ogni caso tutto quello che verrà fatto, data la non credibilità delle Istituzioni, nessuna esclusa, dovrà essere trasparente e sotto il controllo diretto e indiretto dei cittadini e dei loro comitati.
Segretario Falco, e dell'Amministrazione "Tonino Falco" di Caivano, cosa dite voi di Sinistra Ecologia e Libertà?
Stendiamo un velo pietoso. Come con Pomì