Visualizzazioni totali

lunedì 4 aprile 2016

Caivano (Na): Esclusiva / Antonella Castricato: "Ci hanno lasciati soli, completamente abbandonati"

Caivano (Na): Esclusiva / Antonella Castricato: "Ci hanno lasciati soli, completamente abbandonati"


di Gaetano Daniele 


Antonella Castricato
Figlia di Pasquale Castricato
l'eroe di Via Puccini ancora ricoverato in Ospedale 

Ore 11.00 circa, riceviamo una telefonata da Antonella Castricato, la figlia di Pasquale, l'eroe di Via Puccini, da pochi giorni uscito dal Coma, ma ancora ricoverato in prognosi riservata all'Ospedale Bufalini di Cesena. La situazione è delicata. Dallo scoppio del 25 Marzo scorso, sono rimaste coinvolte diverse famiglie, oltre alle attività commerciali ubicate sotto lo stabile. Danni incalcolabili. Antonella Castricato è la figlia di Pasquale, una ragazza madre, e può contare solo sulle sue forze, e dopo l'accaduto, si è sentita cadere il mondo addosso, sperava in un aiuto da parte del Comune, del Sindaco Monopoli, non solo economico, ma anche psicologico, morale ed umano. Quello che secondo Antonella Castricato è venuto a mancare nettamente. 

Sig.ra Castricato, cos'è successo stamattina negli uffici comunali preposti? 

Come da appuntamento mi sono recata con mio zio dalla dott.ssa Damiano e dalla dott.ssa Ponticelli, perchè credevo di poter contare almeno su un aiuto psicologico, umano. Aldilà di un supporto economico, che dopo quanto accaduto poteva essere incisivo, anche nelle piccole spese ordinarie. 

Cosa le hanno detto?

Pensavo di trovare conforto ed una spalla, invece ho trovato completi estranei, a tratti anche agguerriti. 

Cioè?

Mi hanno detto che stavano cercando di contattare l'Ospedale Bufalini di Cesena per capire se avevano delle convenzioni dove mandare appunto i familiari che provenivano da Paesi lontani. Ma che da diversi giorni non trovavano sponda, e quindi non sono riusciti a sapere nulla. 

Continui. 

Sì, poi mi hanno detto che loro non potevano aiutarmi economicamente, nell'ufficio c'era anche una consigliera comunale, ora con precisione non ricordo bene il nome, pare la consigliera Fusco, o qualcosa del genere, e mi hanno detto che oltre ad un biglietto del treno di andata e ritorno non potevano darmi, e che io non dovevo speculare sull'accaduto. 

E' sicura di quello che dice? Ci sembra strano che una dirigente ed una consigliera, dopo quanto accaduto, invece di stare vicino alle famiglie coinvolte nel disastro, aldilà dell'aspetto economico, possano dire quanto. 

Sì, sono sicurissima, anzi, con me c'era anche mio Zio, gli animi si sono anche un pò accesi, siamo ancora scottati da questa situazione assurda, ma non finisce qui, addirittura alludevano a strane invenzioni da parte mia, come se quanto accaduto il 25 marzo fosse una mia invenzione, oppure il Coma di mio padre sia una cosa da nulla. Ma come faccio ad andare a Cesena a spese mie? Ho finalmente intascato dopo circa 3 mesi, 600 euro. Ho delle responsabilità, ho dei figli da crescere. Mia mamma è da me, cammina ancora male, ed è soprattutto ancora scossa da quanto accaduto. Non vede il marito dal 25 marzo scorso, io non vedo mio padre dal 25 marzo scorso. Vorremmo correre da lui, vederlo, capire come sta da vicino. Comprendo che i problemi sono di chi li ha, ma non si può dire quello che ho ascoltato io stamattina. L'unica cosa che possono fare è offrirmi solo un biglietto del treno. Solo uno. Mi sento sola. Gli unici che mi hanno aperto la porta sono Francesco Emione e Luigi Sirico, pur non avendoli mai conosciuti prima del disastro. E non posso non dirlo anche in una situazione del genere per paura che venga strumentalizzata dai media, purtroppo è la verità, e non posso non dirlo. Non so che fare. 

Il nome del dopo-Renzi? C'è già Bisignani: "Vi dico chi è e perchè"

Luigi Bisignani: "Sarà cantone a far fuori Renzi a Palazzo Chigi"



Si scalda Raffaele Cantone, alle spalle di Matteo Renzi. A dire che l'uomo-tuttofare contro la corruzione sia il prossimo inquilino di Palazzo Chigi, è Luigi Bisignani. Il faccendiere-scrittore, autore di best-seller come "L'uomo che sussurrava ai potenti", lo scrive in un editoriale che compare ieri 3 aprile sul quotidiano "Il Tempo". L'ascesa di cantone sarebbe l'inevitabile conseguenza, secondo Bisignani, di quel "'triangolo delle bermuda' tra politica magistratura e media che da oltre vent'anni è una anomalia solo italiana. Renzi ha avuto più di una occasione per cambiare le cose e nel caso-Guidi avrebbe dovuto dire basta alla gogna mediatica che guarda caso arriva sempre in momenti politicamente delicati" scrive Bisignani. "Sarebbe stata una svolta di civiltà, invece ha preferito giocare come sempre da furbetto e allora aspettiamoci il prossimo audio carpito, magari proprio con la sua voce, per avviarci, non sia mai, verso un governo dei giudici. Con un magistrato come Raffaele Cantone che si scalda già in panchina per una autentica repubblica a democrazia telefonica".

La Ferrari in Bahrain è da comiche Che succede nella ricognizione

Formula 1, la Ferrari di Sebastian Vettel si ferma durante il giro di ricognizione



C'era grande attesa per le ferrari nel Gran premio del Bahrain. Ma se già le prove avevano mostrato la superiorità delle Mercedes, con Hamilton e Rosberg in prima fila davanti a Vettel, in gara è andata anche peggio. Anzi, la rossa del tedesco alla gara non c'è nemmeno arrivata, fermandosi per noie al motore nel giro di ricognizione.

Un altro scontro, Lorenzo scivola e cade Ma per Vale Rossi è vendetta solo a metà

MotoGp, Lorenzo cade. In Argentina vince Marquez, Rossi secondo



Finale rocambolesco sul circuito di Termas de Rio Hondo con Iannone che stende Dovizioso all'ultima curva rovinando una doppietta ormai raggiunta. Ne approfitta Rossi, in crisi dopo il cambio moto. Prima di metà gara era riuscito a duellare con Marquez che alla fine vince in solitaria, Pedrosa chiude il podio staccato di 28 secondi. La pista ha fatto altre vittime illustri come Vinales e Lorenzo, traditi dal bagnato.

La dritta di Belpietro a Berlusconi "Le elezioni può vincerle solo così"

Maurizio Belpietro: Berlusconi salvi il centrodestra, si vince solo uniti e con la Meloni


di Maurizio Belpietro



Ora c' è la prova. Il centrodestra unito a Roma vincerebbe. Purtroppo però il centrodestra non è unito e dunque alle prossime elezioni per il sindaco della Capitale rischia di non arrivare neppure al ballottaggio. La prova è un sondaggio della Ipsos, ossia di Nando Pagnoncelli che sul Corriere della Sera di ieri ha pubblicato le stime in vista dell' apertura dei seggi. Avanti a tutti c' è Virginia Raggi, la candidata del Movimento Cinque Stelle, con il 27,5 per cento. Segue Roberto Giachetti, l' uomo messo in campo da Matteo Renzi per far dimenticare le performance di Ignazio Marino: l' esponente del Pd è al 22,5 per cento.

Terza è Giorgia Meloni, sostenuta da Fratelli d' Italia e Lega, con il 20 per cento. Guido Bertolaso viene dopo, al quarto posto, con il 12 per cento e al quinto arriva Alfio Marchini con il 6,5 per cento. Bastano questi pochi numeri per capire che se fosse unita l' area che si identifica con i moderati avrebbe il 40 per cento dei consensi e dunque buone possibilità di vittoria.

Non solo. Pagnoncelli si spinge a ipotizzare come i romani voterebbero in caso di ballottaggio. Nella sfida tra Meloni e Giachetti vincerebbe la prima. Tra Meloni e Bertolaso anche. La leader di Fratelli d' Italia perderebbe lo spareggio solo con Virginia Raggi, la candidata di Grillo, ma per uno zero virgola. Insomma, Giorgia Meloni con tutto il centrodestra dietro è l' unica che ce la può fare a battere il Pd e forse anche il Movimento Cinque Stelle, mentre Bertolaso perderebbe senza se e senza ma sia contro Giachetti che contro la Raggi. Quanto ad Alfio Marchini, senza un accordo di tutto il centrodestra, non avrebbe alcuna possibilità.

Naturalmente si tratta di un sondaggio. Autorevole, ma sempre un sondaggio e sappiamo che qualche volta le ricerche di mercato sono state smentite dai fatti.

Tuttavia, pur maneggiando con le pinze le indicazioni di voto elaborate da Pagnoncelli, una cosa si può dire: insieme il centrodestra ha una chance, diviso non ne ha nessuna. Non che servisse un esperto per arrivare a questa conclusione: noi che pure non siamo ferrati in flussi elettorali da settimane raccontiamo questo scenario: divisi si perde, uniti ce la si può fare. Dove sta allora la novità? La novità sta nella forchetta che divide i candidati, sia quelli della sinistra che quelli di centrodestra. Inutile girarci intorno: anche immaginando che le percentuali fornite dalla Ipsos possano avere un margine di errore, una cosa è assodata e cioè che se si separa, il centrodestra consegna la città agli avversari.

E allora secondo noi si impone un atto di realismo politico. Comprendiamo che l' intesa non sia facile e che gli equilibri all' interno delle forze politiche che compongono il centrodestra costringano a tener duro, affinché non sembri un cedimento.

Ma qui il passo indietro di qualcuno o forse di tutti è necessario. Lo diciamo per affetto verso un mondo che a nostro parere sta correndo dritto verso il burrone. Se continua così il centrodestra si schianta. Ma attenzione, oltre a farsi del male nella Capitale, ciò che rimane di quella che un tempo fu la Casa delle libertà si suicida anche a livello nazionale, perché chi si fiderà più di esponenti politici che hanno dimostrato di saper primeggiare solo nel litigio e che al posto di fare opposizione alla sinistra si sono messi a farsela fra loro come tanti galli nel pollaio?

Non è facile cambiare idea, ma se possiamo permetterci un suggerimento, evitare un errore non è un segno di debolezza, ma di intelligenza. Fossimo in Silvio Berlusconi, il più sveglio e anche il più carismatico degli esponenti di centrodestra, un' intesa la cercheremmo. L' accordo potrebbe prevedere un ruolo più che operativo per Guido Bertolaso, lasciando il campo a Giorgia Meloni. Non sarebbe una resa a Matteo Salvini e neppure un chinare il capo davanti alla Meloni o, ancora, un atto di sfiducia nei confronti di Guido Bertolaso. Sarebbe una mossa politica astuta, capace di spiazzare gli avversari, ma soprattutto una mossa che darebbe al centrodestra una nuova unità e molte possibilità di vittoria. Berlusconi ci ha spesso abituato a decisioni improvvise e sorprendenti.

Successe quando mandò a gambe all' aria il tavolo delle riforme che consacrava la leadership di Massimo D' Alema, ma lo abbiamo visto all' opera anche con la sfiducia al governo Letta. Convergendo sulla leader di Fratelli d' Italia, il Cavaliere farebbe una gran mossa. Tornerebbe in gioco. E non solo a Roma.

La rivolta anti-islam delle hostess "Noi a bordo così non ci vestiamo"

Le hostess di Air France contro l'obbligo del velo sui voli per l'Iran



Le hostess di Air France si oppongono all’obbligo di indossare il velo quando si trovano in Iran, come la compagnia aerea ha loro imposto. La compagnia francese riprenderà a viaggiare con tre voli settimanali sulla rotta Parigi-Teheran il 17 aprile, dopo la revoca delle sanzioni legate all’accordo sul nucleare. Prima va però risolta la disputa con i sindacati del personale di bordo, che respingono l’obbligo imposto al personale femminile e chiedono che si tratti di una richiesta da rispettare su base volontaria.

La direzione di Air France aveva inviato una comunicazione alle hostess, comunicando loro l’obbligo di indossare pantaloni e maglie larghi, che coprano tutto il corpo, e di coprirsi i capelli con un velo dal momento dell’uscita dall’aereo sino all’arrivo in albergo. Nel caso le dipendenti rifiutino questa destinazione, rischiano sanzioni sul salario e sulla carriera. Il sindacato Unac, citato da France Info, aveva contattato la ministra per i Diritti delle donne francese Laurance Rossignol e ieri ha fatto sapere di essere stato ricontattato dalla ministra per avere maggiori informazioni sulle imposizioni alle hostess.

La compagnia, da parte sua, si è mostrata sorpresa dalla reazione delle dipendenti. Ha sottolineato che l’obbligo di indossare il velo «non è una novità», visto che esiste già per altre destinazioni come l’Arabia Saudita e che esisteva per l’Iran prima che le connessioni aeree fossero interrotte nel 2008 a causa delle sanzioni. Ha anche aggiunto che «la tolleranza e il rispetto delle culture e dei costumi dei Paesi» è «parte dei valori fondamentali di Air France». In una nota, afferma che «la legge iraniana impone di portare un velo che copra i capelli negli spazi pubblici per le donne presenti sul suo territorio», sottolineando che è una regola che non vale durante il volo e che «tutte le compagnie aeree» rispettano.

Il primo sondaggio dopo lo scandalo: Renzi e i consensi, cosa cambia

Il sondaggio sullo scandalo del ministro: Renzi e i voti, cosa cambia



Che conseguenze avrà lo scandalo del petrolio sul governo? Gli elettori Pd "perdoneranno" Renzi o il premier sarà penalizzato da un punto di vista elettorale? Sono passati ancora pochi giorni perché il quadro possa essere messo più chiaramente a fuoco, tuttavia il quotidiano Il Giorno ha pubblicato un sondaggio di Ipr Marketing da cui si evince come le dimissioni di Federica Guidi abbiano avuto un impatto molto forte sui giornali e sul mondo istituzionale che sugli elettori. Solo il 25% degli italiani ha dimostrato che già conosceva il ruolo istituzionale della Guidi prima delle dimissioni. Inoltre, nelle rilevazioni periodiche condotte da Ipr, il suo livello di fiducia è stato sempre intorno al 20%, quindi mediamente basso. Giovedì, la scelta di dimettersi è stata accolta positivamente dal 62% del campione, ma dal momento che solo il 33% ha seguito con attenzione i fatti, almeno in queste primissime ore sembra. 

Vip e potenti, soldi nei paradisi fiscali Gli italiani nella lista dei furbi: i nomi

Panama papers: i miliardi di potenti e vip nei paradisi fiscali



"Una colossale fuga di notizie. La più  grande della storia della finanza internazionale. Milioni di pagine di documenti che raccontano quasi 40 anni di affari offshore. Tutto parte dallo studio legale Mossack Fonseca, con base a Panama city, nel cuore di uno dei più efficienti e impenetrabili paradisi fiscali del mondo". Lo scrive L’Espresso, che partecipa in esclusiva per l’Italia all’International consortium of investigative journalist, che ha avuto accesso a questo enorme archivio di carte segrete.

Potenti e leader di tutto il mondo, sportivi, vip, tutti coinvolti dai file dello studio legale di Panama City. «L’inchiesta è durata più di un anno» e riguarda circa 11,5 milioni di file. "Sulle stesse  informazioni sono già al lavoro anche le autorità fiscali di diversi Paesi, tra cui la Germania e gli Stati Uniti. Mai prima d’ora una  simile mole di dati finanziari riservati era stata messa, tutta insieme, a disposizione della pubblica opinione e degli  investigatori», scrive. Un filo rosso lega Vladimir Putin, i familiari del presidente cinese Xi Jinping, l’ucraino Petro Poroshenko, il re saudita Salman, il padre del premier britannico David Cameron (Ian Donald morto nel 2010), il calciatore argentino Lionel Messi ed il premier islandese Sigmund Davio Gunnlaugsson (che rischia elezioni anticipate). 

Questi solo per citare i più noti clienti di una rete che ha organizzato per loro conti segreti in società di comodo in paradisi fiscali. Lo tsunami di dati è contenuto nei ’Panama Papers’. Nello Stato/canale ha sede la ’Mossack Fonsecà, quarta società al mondo per la gestione di conti offshore (oltre 300.000) collettore dei fondi e che ha gestito questa rete di conti segreti con 600 persone che lavorano in 42 paesi tra cui paradisi fiscali come Svizzera, Cipro, e le isole Vergini britanniche è le isole della Corona di Guernsey, Jersey e di Man. 

Si tratta della più grossa fuga di documenti riservati della storia: 11,5 milioni di pagine e 2,6 terabytes di dati trafugati dal database della società. Una mole di documenti ancora più ampia di quella diffusa da WikiLeaks, e che rivela i segreti finanziari di insospettabili «happy few». Gli italiani coinvolti sono circa 800: Luca Cordero di Montezemolo, l'imprenditore latitante Giuseppe Donaldo Nicosia, il pilota Jarno Trulli.

domenica 3 aprile 2016

Un business da 3 miliardi di euro (nostri) Giordano: ecco chi guadagna coi migranti

Mario Giordano presenta il suo nuovo libro "Profugopoli"



"Profugopoli", si intitola il nuovo libro del direttore del Tg4 Mario Giordano. Perchè non ci sono solo i barconi, gli scafisti, le immagini dei morti in mare. Gli sbarchi sono una spesa colossale a carico dello Stato che si traduce in un business da tre miliardi di euro. Che vanno a enti meritevoli e a soggetti meno meritevoli, che approfittano dei profughi per fare affari d'oro. Come la società che organizza corsi per buttafuori e addetti alle pompe funebri ed è controllata dal noto paradiso fiscale dell'isola di Jersey. L'ex consulente campano che con gli immigrati incassa 24.000 euro al giorno e gira in Ferrari. La multinazionale francese dell'energia. E l'Arcipesca di Vibo Valentia. Di tutto questo s'è parlato ieri mattina al Teatro Manzoni di Milano, dove l'autore di "Profugopoli" è stato intervistato davanti a una platea di 700 persone da Licia Ronzulli, in una curiosa inversione di ruoli. A fare le domande era l'ex parlamentare europa di Forza Italia, a rispondere il giornalista.

"Il punto" spiega l'azzurra "è che nella situazione del tutto fuori controllo che si è creata, i soldi cadono a pioggia con pochi controlli. E nè da parte della politica nè da parte della magistratura pare esservi la volontà di fermare chi lucra sugli immigrati". Un caos che gli ultimi governi hanno contribuito ad alimentare: "Certo - concede la Ronzulli - l'assenza di un governo in Libia ha fatto precipitare la situazione. Ma prima, attraverso una diplomazia che funzionava, il messaggio era 'non venite'. Ora, il messaggio che passa è 'venite che in qualche modo vi prendiamo'. E questi sono i risultati".

In chiusura di mattinata, Giordano ha concesso una anticipazione sulla sua prossima fatica letteraria: si intitolerà "Cialtroni" e riguarderà i colleghi giornalisti. Le polemiche non mancheranno...

Renzi-Grillo, allo scontro finale: "Ti querelo, tu pagherai tutti i danni"

Renzi-Grillo, è scontro totale: "Ti querelo, pagherai tutti i danni"



"I militanti del Pd non meritano gli insulti di un pregiudicato", "il Pd ha deciso di querelare in sede civile e penale Beppe Grillo che pure alle condanne penali - a differenza nostra - è abituato. Perché lo ha fatto? Perché Grillo non si è limitato alle polemiche, anche dure. Ha detto che su questa vicenda il Pd è colluso e complice. Tutti con le mani sporche di petrolio e di soldi. Sono parole pesanti come pietre: colluso, complice, mani sporche di denaro». Lo scrive il premier Matteo Renzi nella sua eNews.

"Andremo in tribunale - aggiunge il premier - e chiederemo a Grillo i danni. Ho già detto al tesoriere del partito che non si faccia venire strane idee perché nessun centesimo andrà al partito nazionale: tutto il risarcimento danni sarà dedicato ai circoli del Pd. Alle feste dell’Unità. All'attività dei volontari e dei militanti".

Fornero attacca, Salvini la massacra "Imbroglione", "infame". Volano stracci

"Meschino", "imbroglione", Fornero attacca: "Vi spiego perché io vincerò su Salvini"



"Di una cosa sono sicura: alla fine tra me e Salvini vincerò io, perché ho dentro una forza morale che lui non ha". Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro, attacca in una intervista a Repubblica il leader della Lega Nord e parla delle sue lacrime nell'annunciare la riforma delle pensioni: "Davvero quelle furono due lacrimucce di emozione. Avevo scritto la riforma in venti giorni, accumulando una tensione terribile. E bisogna ricordare che erano momenti drammatici per l'Italia. Ovviamente sapevo di avere pensato una riforma che toccava punti molto vulnerabili. E sapevo anche che la fatica accumulata era nulla rispetto a quella che mi attendeva. Infatti spiegare la riforma fu più difficile che scriverla".

E non ci è ancora riuscita, ammette. "E' su questo", prosegue la Fornero, "che i vari Salvini si avventano rendendo tutto ancora più torbido. Ma io ce la farò. Adesso, per esempio, sto organizzando la Giornata della Previdenza, sicuramente a maggio, spero il 7. Chiederò un'aula al mio rettore e mi metterò a disposizione di chiunque voglia capire. Per disarmare i Salvini non ho altro che la ragione e le mie ragioni". D'altra parte con il leader della Lega, che l'ex ministro definisce "imbroglia popolo", "non c'è alcun duello possibile. Guardi che nella volgarità che in questi anni mi è arrivata addosso c'è anche il maschilismo italiano, che non è solo uno spettro ideologico". Se fosse stata un uomo "Salvini mi avrebbe insultato in un altro modo. Vedo infatti molta meschinità d'animo".

Ma Matteo Salvini non ci sta e dopo aver letto l'interivista dell'ex ministro contrattacca sul suo profilo Twitter: "Fornero, invece di tacere e chiedere scusa, attacca: Gli imbroglia-popoli come Salvini non vinceranno. La cambieremo la tua legge infame", assicura.

Non solo Guidi: lo scandalo continua Indagato un altro nome eccellente / Foto

Lo scandalo del petrolio continua. Indagato un altro nome eccellente



Lo scandalo del petrolio si allarga. Anche il capo di Stato maggiore della Marina, l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, è ora indagato per traffico illecito di rifiuti nell'inchiesta di Potenza che ha già fatto dimettere l'ex ministro dello Sviluppo Federica Guidi. Anche De Giorgi, come il fidanzato dell'ex ministro, riporta Repubblica, "è indagato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze per una storia riguardante l'Autorità portuale di Augusta" e per "abuso d'ufficio".

De Giorgi, in scadenza di mandato, è tra l'altro "l'ideatore di Mare nostrum" e il suo nome, ricorda Repubblica, "è circolato negli ultimi mesi per una candidatura al vertice della Protezione civile". Nel registro degli indagati dell'inchiesta di Potenza sull'impianto di Tempa Rossa è stato iscritto anche un dirigente della Ragioneria della Stato, Valter Pastena.

Spunta l'ultimo balzello di Renzi Una tassa per andare in pensione

Pensione, il governo pensa ad una tassa per chi vuole andarci prima


di Antonio Castro


Tamburi di guerra sul fronte pensioni. Mentre i sindacati si ricompattano per affrontare (in trincea) la stagione della guerra campale di trattativa (domani la prima manifestazione unitaria di Cgil, Cils e Uil per scardinare la Fornero), il governo getta fiori sul campo di battaglia. Il ministero del Welfare Giuliano Poletti, rassicura, tranquillizza e promette: nella legge di Stabilità 2017 ci saranno "elementi di flessibilità". Detta così non somiglia neppure vagamente ad una rassicurazione.

Già nell' ottobre scorso Poletti & Co promettevano interventi in materia. Interventi che si sono ridotti alla riproposizione dell' Opzione Donna (paghi fino al 30% della tua futura pensione per andartene dai nipotini), oppure il part-time per lasciare progressivamente il posto. Strumento dai dubbi benefici e dagli oneri ancora tutti da soppesare. Della promessa flessibilità neppure l' ombra: solo promesse e tante chiacchiere.

Ora si sta affastellando l' idea che per andare in pensione, in futuro, l' unico modo per il lavoratore sia quello di pagare qualcosa (in maggiori contributi da versare o in minori assegni da percepire). L' ultima ideona (partorita dal vulcanico Tito Boeri), è di tagliarsi l' assegno del 3% l' anno per anticipare di 3 anni l' ingresso a riposo. Praticamente un biglietto d' ingresso assai oneroso e non tanto diverso dalla formula Damiano (2% in meno l' anno per accelerare il pensionamento), già bocciato dal governo e dalla Ragioneria.

Tirando le somme: il governo il Pil proprio non riesce a farlo crescere, gli occupati diminuiscono invece di reagire al doping degli incentivi, e quindi l' unica ricetta taumaturgica resta: Vuoi la pensione? Paga (e caro) in contanti subito o a comode rate (ipotesi già abortita: si chiama prestito pensionistico).

Di certo né Renzi, né questa variegata maggioranza, può permettersi di arrivare al 2017 (anno di vigilia delle elezioni sempre che un terremoto non mandi all' aria i piani), senza un piano d' emergenza pensionistico. Quantomeno la parvenza di una soluzione.

Non sarà la riforma complessiva della Fornero che invocano, con il piedediporco giuridico, i sindacati. Lo sanno pure Camusso, Barbagallo e Furlan: l' indigeribile Fornero, per quanto mal costruita e ritoccata (le 6 salvaguardie hanno sgranocchiato già 11 miliardi di risparmi e non è finita), ha consentito risparmi complessivi per oltre 80 miliardi (fino al 2021). Una garanzia che, ai tempi del terremoto Monti, è stata sventolata a Bruxelles come garanzia finanziaria di stabilità del Paese. Qualcuno magari dimentica che lo Spread a 500 punti base sul Bund tedesco stava per imprimere il timbro junk (spazzatura), sugli oltre 2mila miliardi di titoli pubblici.

Non a caso ieri la Corte dei Conti ha alzato la manina e puntualizzato che le riforme (non solo quella Fornero ma tutte quelle succedutesi dal 2007 in poi), hanno «consentito risparmi per 30 miliardi l' anno per un periodo di 15 anni». «È stata calcolata», chiarisce la magistratura contabile, «che la spesa per le pensioni sarebbe stata superiore di ben due punti percentuali di Pil rispetto a quella effettivamente realizzatasi, cioè oltre 30 miliardi di euro l' anno, e per un periodo di almeno quindici anni». In soldoni 450 miliardi di risparmi. Risparmi per le casse pubbliche, pagati però dagli "azionisti lavoratori". La novità degli ultimi anni sembra questa: oltre ai contributi ora si paga per andare in pensione. E non sempre, pur avendone diritto, si riesce ad andarci, pur sottoponendosi alla "tosatura" di Stato (su delega all' Inps). Emblematico il caso di un aspirante pensionato (che presto sarebbe divenuto esodato), che nel marzo 2009 trova un accordo con il datore di lavoro. Lascerà l' azienda e chiede di poter versare i contributi volontari. Solo dopo 3 anni (nel dicembre 2012, quando ormai il caos esodati è scoppiato), l' Inps si degna di rispondere sui conteggi tanto sollecitati, spiegando che il signore avrebbe dovuto versare 148.000 euro. «I calcoli Inps», racconta l' avvocato Massimo Cammarota, «appaiono una follia, li contestammo subito. Dopo anni di tira e molla alla fine, rifacendo i conti, saltò fuori che il mio assistito doveva pagare "solo" 80.096,228 euro (e non 148mila). A questo punto l' Inps - con ben 6 lettere del direttore Inps di via dell' Ambaradam di Roma - riconosce il diritto a percepire la pensione dal 1 gennaio 2014. Però chiede all' esodato di saldare i contributi mancanti per il diritto alla pensione (80mila euro). Impegnandosi a collocare a riposo il lavoratore a far data dal gennaio 2014 (con il pagamento degli arretrati quindi).

Il 1 dicembre 2015 l' aspirante pensionato paga gli 80mila e, sereno dell' impegno assunto dall' Inps di poter andare in pensione nel gennaio 2014, attende gli arretrati. Illuso ottimista: l' Inps cambia le carte in tavola e pone in pensione il lavoratore dal gennaio 2016 senza arretrati. Ora, questa vicenda assurda, è in mano al Tribunale del Lavoro di Roma. «I giudici», chiosa Cammarota, «dovranno decidere sui risarcimenti. E alla fine chiederemo, oltre ai danni, anche la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti al fine di valutare la ricorrenza del reato di grave danno erariale». Sorge il sospetto che non sia il caso di stringere accordi con lo Stato per agguantare il pensionamento anticipato. Proprio quello che intende perorare il governo con la ventilata riforma in gestazione.

sabato 2 aprile 2016

Caivano (Na): Ultim'ora Pasquale Castricato esce dal coma

Caivano (Na): Ultim'ora Pasquale Castricato esce dal coma 


di Gaetano Daniele 

Pasquale Castricato
L'eroe di Via Puccini

Nell'esplosione di Via Puccini, per salvare una donna anziana incastrata all'interno del suo appartamento al primo piano, era rimasto ferito anche Pasquale Castricato che, scosso dalle grida provenienti appunto dal primo piano, senza se e senza ma si era subito precipitato a soccorrere la povera donna. Il Coma farmacologico è durato circa una settimana. E' di pochi minuti fa la bella notizia. Pasquale Castricato soprannominato sia dalla comunità caivanese che dai medici del Bufalini di Cesena, l'eroe di Via Puccini, è ufficialmente uscito dal coma. Ovviamente la prognosi resta ancora riservata e delicata, ma il peggio è scampato. Ulteriori dettagli nei prossimi giorni. 

Bossetti, colpo di scena al processo Perché spunta il nome del figlio

Bossetti, colpo di scena al processo. Spunta il nome del figlio



In aula il prossimo 15 aprile, alla ripresa del processo a Massimo Bossetti, in carcere con l'accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, deporrà il più grande dei tre figli del muratore di Mapello. Riporta il Giorno che la Corte presieduta da Antonella Bertoja ha ammesso una cinquantina di testi, resta da ascoltarne una decina e fra questi c'è, oltre al primogenito di Bossetti, anche una fisioterapista che dichiarò di essere stata importunata nel centro sportivo di Brembate la sera del 26 novembre del 2010, quando Yara scomparve, un tecnico della Vodafone, due testimoni scelti dalla difesa fra amici e conoscenti dell'imputato.

La prossima udienza potrebbe chiudere l'istruttoria dibattimentale. Ma ci sono due elementi da considerare: il primo è che la difesa chiederà una perizia sul Dna rimasto sugli indumenti della vittima, risultato assolutamente compatibile con quello dell'imputato. Il secondo è che la Corte si esprimerà deve sulla richiesta dei difensori di una perizia sull'autocarro di Bossetti. 

Francesco Totti in ginocchio da Pallotta: "Fatemi restare, gioco gratis". La risposta: umiliante

Francesco Totti in ginocchio da Pallotta: "Fatemi restare, gioco gratis". La risposta: umiliante



Una umiliazione, senza troppi giri di parole. Francesco Totti avrebbe fatto recapitare a Boston al patron romanista James Pallotta la sua proposta: "Gioco gratis, ma fatemi restare". In pratica, il Capitano della Roma in ginocchio dal presidente che forse lo vedrebbe bene dietro una scrivania, ma di sicuro lontano dal campo. A quasi 40 anni, però, e dopo più di 20 onoratissime stagioni in giallorosso, Totti ha ancora voglia di giocare. Da qui, la sua proposta che sarebbe una strepitosa mossa di marketing sia per il club sia per se stesso (magari con un escamotage: devolvere lo stipendio in beneficenza). Ma Pallotta sarebbe irremovibile e gli avrebbe già risposto con un secco no: il contratto in scadenza non sarà rinnovato. Meglio "ambasciatore" che "Pupone". 

Pesce d'aprile? - Dopo qualche ora arriva la replica di Pallotta, che parla di un "pesce d'aprile" ma che non scioglie tutti i dubbi: "Non sono affari vostri i discorsi tra me e Totti". C'è da abboccare?

C'è un dossier segreto su Regeni: foto e nomi, l'accusa-ribaltone

"C'è un dossier segreto su Regeni". La spifferata: ecco chi pedinava Giulio



Quelli che nelle prime fasi delle indagini sull'omicidio di Giulio Regeni, ora stanno diventando sempre più certezze. Secondo il quotidiano egiziano Al-Akhbar, tra i principali del Paese, i servizi segreti del Cairo sarebbero stati da tempo sulle tracce del giovane ricercatore ucciso in circostanze ancora da chiarire. La stampa egiziana sostiene che il prossimo martedì sarà consegnato nelle mani del procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, un "esaustivo dossier" da parte di una "delegazione della sicurezza egiziana". Nel fascicolo ci sarebbero anche i risultati delle indagini compiute da apparati egiziani sui numerosi incontri di Regeni con ambulanti e sindacalisti al Cairo.

Il dossier - Il quotidiano Al-Akhbar, citando fonti della sicurezza egiziana, sostiene che nel fascicolo ci sono "molti documenti e informazioni importanti", come per esempio foto e "tutte gli innumerevoli rapporti, i segreti dei suoi incontri con i lavoratori e i responsabili di alcuni sindacati, sui quali conduceva ricerche e studi". Finora il governo di Al-Sisi ha sempre sostenuto l'estraneità di soggetti in qualche modo legati alla sicurezza egiziana nella tragedia del giovane italiano.

Quest'imam vuole il Califfo in Italia Chi lo ha invitato e quando arriva

Quest'imam porta il Califfo in Italia. Noi lo invitiamo: quando arriva


di Andrea Morigi



Ha predicato per anni la conquista di Roma da parte dell' islam. Ora il kuwaitiano Tareq Suwaidan viene a minacciarci proprio in Italia. Per dieci giorni consecutivi, dal 7 al 17 maggio, sarà in tournée da Como a Reggio Emilia, secondo il programma diffuso dall' Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose. Lo hanno scritto e fatto circolare in arabo, nel tentativo di evitare interferenze fino all' ultimo.

Ieri però il sito web La nuova Bussola Quotidiana ha intercettato il messaggio postato su Facebook e li ha smascherati grazie alla traduzione di Valentina Colombo, docente di Geopolitica dell' Islam presso l' Università Europea di Roma. «Ci sarebbe da scrivere un libro su Suwaidan», esordisce l' esperta, che intanto ieri ha tenuto una lezione sul personaggio, dichiaratamente membro dei Fratelli Musulmani, dopo averne illustrato le invettive che lo hanno reso famoso. «Vi sono sul web numerosi filmati dei sermoni durante i quali Suwaidan annuncia il prossimo ritorno del Califfato e lo traduce con "leadership"», sottolinea la studiosa, osservando che «quello che si appresta a tenere in Italia è appunto un corso di leadership per musulmani». Sembra decisamente un invito a restaurare il Califfato.

Magari Suwaidan vorra usarci la cortesia di spiegare bene se per caso vi siano differenze fondamentali fra il suo programma di conquista e quello dei tagliagole dello Stato islamico. Sempre che la Repubblica italiana decida di concedergli il visto e fargli attraversare la frontiera. 

Dati gli sponsor che vanta, Suwaidan ha ottime possibilità di riuscirvi. L' associazione che organizza la sua visita in Italia figura fra i partner dell'Ucoii e vanta un proprio rappresentante al tavolo del ministero dell' Interno che riunisce varie comunità e associazioni musulmane. Un po', Roma l' hanno già conquistata. Pare quindi che per ora sia caduto nel vuoto l' appello che Libero aveva riecheggiato ben sette anni fa. Per tutelarci, alcuni studiosi e accademici francesi ci avevano avvertito del pericolo, scrivendo all' ambasciatore italiano a Parigi e al ministro dell' Interno per informarli che «il suo Paese è stato fatto oggetto di minacce specifiche da parte di un' istituzione musulmana francese, l' Unione delle Organizzazioni islamiche di Francia (Uoif)».

Tutto nasceva da un raduno fondamentalista che si era tenuto l' 11 aprile 2009 nella cittadina di Le Bourget, a poca distanza dalla capitale francese. È là che Suwaidan aveva preso la parola sul tema «il profeta Maometto: un modello per l' umanità». In particolare, il suo messaggio puntava su una famosa profezia, riferita negli hadith.

Al culmine del suo discorso, l' oratore aveva invitato a dare compimento a quanto anticipato da Maometto: la conquista di Roma, destinata a seguire la presa di Costantinopoli del 1453, che si concluse con un bagno di sangue e l' imposizione della legge coranica per circa mezzo millennio.

Senza essere stati direttamente coinvolti come il nostro, numerosi Paesi, fra i quali gli Stati Uniti, il Regno Unito e perfino il Belgio, hanno vietato a Suwaidan l' ingresso sul loro territorio nazionale a causa delle sue posizioni antisemite, come la seguente: «Tutte le madri della comunità islamica - non solo quelle palestinesi - dovrebbero allattare i propri figli con l' odio verso i figli di Sion. Li odiamo, sono i nostri nemici. Dobbiamo instillare questo nei cuori dei nostri figli sino a che sorgerà una nuova generazione che li cancellerà dalla terra». Non lo vogliono fra i piedi nemmeno i sauditi, che nell' ottobre 2013 non gli hanno consentito di compiere il pellegrinaggio e, nel giugno 2014, hanno vietato la vendita dei suoi libri. Qui da noi, invece, la guerra santa lancia la sua offensiva a maggio.

Alessandra Moretti attacca, Belpietro la demolisce così: zittita su tutta la linea in diretta da Floris / Video

Belpietro demolisce Alessandra Moretti in diretta a La7: "Dice sciocchezze"



"Moretti, ma perché parla di cose che non conosce?": bastano poche parole a Maurizio Belpietro per demolire le sicurezze di Alessandra Moretti. Il direttore di Libero e la rappresentante del Pd sono stati ospiti di Giovanni Floris a DiMartedì. Si parlava di pensioni d'oro e riforma Fornero e in studio la Moretti spiegava: "Il Parlamento ci ha provato più volte, la Corte costituzionale è intervenuta bocciando l'iniziativa politica. Belpietro che critica tanto, era sostenitore di quel governo grazie al quale abbiamo dovuto fare la legge Fornero, perché eravamo in default". "Moretti, ma perché parla di cose che non conosce? - replica Belpietro - Dice spesso delle sciocchezze, è nota per aver detto in campagna elettorale che i pensionati che non arrivano a fine mese possono ospitare gli immigrati in casa loro". "Questa è una balla", prova a ribattere la Moretti. "No, è un video che si trova sul Corriere della Sera", la zittisce il direttore di Libero.


Il ministro e il fidanzato Boschi: perché non lascio

L'intercettazione, il ministro e il fidanzato, parla la Boschi: perché non mi dimetto



Dopo un giorno di polemiche, parla lei direttamente. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che è stata indirettamente coinvolta nello scandalo dell'intercettazione che ha portato alle dimissioni del ministro Federica Guidi.   "L’emendamento ’Tempa Rossà lo rifirmerei domattina: è compito mio, del mio lavoro di ministro, di portare avanti tutti gli emendamenti del governo che vengono presentati" ha dettiili, ministro delle Riforme Costituzionali, intervenendo a Bologna all’incontro promosso dal Pd dell’Emilia Romagna ’La Riforma che cambia l’Italià, organizzata dal Pd dell’Emilia Romagna sulla Riforma e il referendum Costituzionale. 

La difesa di Renzi - Nel suo ultimo giorno di viaggio americano, Matteo Renzi rintuzza le critiche, saluta con toni affettuosi Federica Guidi, difende Maria Elena Boschi e tira la frecciata. Da questo governo, per un caso di opportunità, ci si deve dimettere - spiega - da altri governi non lo si è fatto. Riferimento più che esplicito al suo predecessore Enrico Letta, il cui ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, finì nelle peste, anche lei, per una «telefonata inopportuna», ma non si dimise. Ecco allora il presidente del Consiglio tracciare la linea: noi abbiamo  criteri ben più rigidi di chi potrebbe aver voglia di farci la morale. Quanto a quell’emendamento alla Finanziaria dello scorso anno, innanzitutto sia chiaro che  "il progetto Tempa Rossa e sacrosanto, ed è da portare avanti". Quindi l’aver Maria Elena  Boschi firmato quell’emendamento rientra nella linea politica del governo. Di più: il ministro per i rapporti con il Parlamento firma tutti gli atti di questo tipo per suo ruolo istituzionale. Pertanto, sarebbe assurdo se anche nel caso specifico non l’avesse fatto.

Operazione siluro: "Mandare via Renzi" Il piano preciso: come, quando e chi

M5S e Lega, mozione di sfiducia contro il governo Renzi. Appello alla minoranza Pd: "Votatela anche voi"



C'è l'occasione per mandare a casa Matteo Renzi e il governo. La fornisce il Movimento 5 Stelle, che presenterà una mozione di sfiducia contro tutto l'esecutivo in seguito alle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. E sulla sfiducia i grillini potrebbero trovare il supporto della Lega Nord, delle opposizioni unite e, questa è la speranza, anche della minoranza anti-renziana del Pd, decisiva al Senato.

Di Maio: "A casa il governo delle lobby" - "Questo è un governo che fa le leggi e gli emendamenti per il compagno di un ministro. Questo è un governo inadeguato, un governo che pensa non solo agli interessi della lobby ma proprio a quelli personali, familistici. Se c'è una questione di opportunità politica sul caso del ministro Guido, allora c'è un caso di opportunità politica sull'esistenza di questo governo", ha spiegato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, annunciando la mozione di sfiducia "collettiva" perché, dice, "è in discussione tutto il governo, un governo inadeguato".

Salvini: "Scriviamola insieme" - "Presenteremo una mozione di sfiducia al governo, votatela con noi - aggiunge Di Maio, membro del direttorio M5S, rivolgendosi non solo alle opposizioni, ma anche alla minoranza del Pd - e mandiamo a casa Renzi". A chi gli fa notare che alla Camera non ci sono i numeri per mandare a casa il governo, dice: "Ora decideremo se presentare la mozione alla Camera o al Senato. Tenete presente che in questo momento il governo è molto debole e noi vogliamo che vada a casa in massa. Ci aspettiamo che chi combatte questo governo da dentro il Pd voti la mozione". "Come Lega siamo pronti a votare la mozione di sfiducia al governo anche domani - è la risposta a stretto giro di posta del segretario federale leghista Matteo Salvini -. Ma vogliamo scriverla insieme".

Rivoluzione alle poste: basta code Cosa fare per evitare lunghe attese

Addio code alle Poste, come funziona il nuovo sistema



Addio code alle Poste. Via Technologies Inc, società che sviluppa piattaforme di elaborazione innovative ad alta efficienza energetica, annuncia l’installazione da parte di Poste Italiane di un nuovo sistema di gestione code. Il sistema, riferisce la società tecnologica, è stato sviluppato grazie all'utilizzo di Via Mobile360 Hmi Panel DisplayTechnology. "I sistemi all-in-one sono stati personalizzati e installati all’interno del processo di gestione delle code nazionale, consentendo ai clienti di prenotare in anticipo un appuntamento utilizzando l'app di Poste Italiane" spiega la società, sottolineando che "successivamente, basterà recarsi presso l’ufficio postale scelto evitando così inutile attese".

Gli schermi - Sono stati anche installati grandi schermi sviluppati con Via Ops Compliant BoxPc, che, oltre alla funzione informativa, sono in grado di fornire un back up in caso di downtime del server remoto di Poste. "Le aziende stanno cercando di combinare le comodità offerte dai servizi mobile con gli spazi fisici che il consumatore frequenta, e i sistemi digital signage, sono una parte integrante di questo processo" ha affermato Richard Brown, Vp International Marketing, Via Technologies Inc.

La novità - Con il nuovo sistema, ha aggiunto Brown, "siamo in grado di fornire una soluzione altamente personalizzabile che soddisfi perfettamente i requisiti di sviluppo". Grazie all’utilizzo di una scheda madre a basso consumo e di schermi Lcd omologati, Via Mobile360 HMI Starter Kit "è la soluzione perfetta per sviluppare un’ampia gamma di soluzioni digital signage in numerosi settori" assicura la società.

venerdì 1 aprile 2016

Caivano (Na): Emione e Sirico offrono il gettone di presenza per le famiglie di Via Puccini

Caivano (Na): Emione e Sirico offrono il gettone di presenza per le famiglie di Via Puccini 


di Gaetano Daniele




Francesco Emione:
"Non lasceremo sole le famiglia di Via Puccini"

Sirico Luigi: "Basta proclami,
si dia subito sostegno e conforto alle
 famiglie vittime del
disastro di Via Puccini"

Lo scorso 25 marzo, una giornata come tante, intorno alle 20.15, da cause ancora da accertare, "pare per una fuga di gas", uno scoppio distrugge tutto il primo piano di un palazzo sito in Via Puccini angolo Corso Umberto I, e coinvolge diverse famiglie. Per fortuna nessun morto, solo diversi feriti, uno in particolare in maniera grave. Ad oggi ancora in prognosi riservata. Parliamo di Pasquale Castricato, definito l'eroe di Via Puccini che, per salvare una donna anziana incastrata all'interno della sua abitazione al primo piano dello stabile, si è trovato coinvolto nello scoppio avendo la peggio. Da allora, le amministrazioni locali, come specificano più volte le famiglie coinvolte, latitano. E a prendere l'iniziativa è stato Francesco Emione e Luigi Sirico. Questa volta ci piace citarli come concittadini della famiglia Castricato e non come politici locali, considerando che la Politica si vede solo in campagna elettorale. Difatti, dopo aver fatto recapitare i  numeri di cellulare di Luigi Sirico e di Francesco Emione, alla famiglia Castricato, oggi, proprio Emione ha fatto visita alla Famiglia Castricato. "La situazione non è delle migliori - dichiara Emione al nostro blog - noi, in quanto concittadini della famiglia Castricato e di tutte le altre famiglie coinvolte nell'esplosione del 25 marzo, stiamo cercando in tutti i modi di aiutare, sia moralmente che con altri mezzi, le famiglie coinvolte, soprattutto la più colpita, la famiglia Castricato. Difatti - conclude Emione - come concordato con l'architetto Luigi Sirico, proporremo a tutte le forze politiche sia di opposizione che di maggioranza di devolvere il gettone di presenza alle famiglie colpite". 

Decine di infiltrati nei nostri aeroporti: così i terroristi ci massacreranno

Infiltrati nei nostri aeroporti: così i terroristi ci massacreranno


di Mauro Zenon



LA SCOPERTA
Infiltrati nei nostri aeroporti: così i terroristi ci massacreranno. Cinquanta simpatizzanti dello Stato islamico lavorerebbero attualmente all' aeroporto di Zaventem e avrebbero avuto il ruolo di «spie» nei tragici attentati dello scorso 22 marzo. A lanciare la pesante denuncia è la polizia aeroportuale di Zaventem, tramite una lettera indirizzata alle autorità belghe e riportata ieri dal sito Het Belang Van Limburg. Gli agenti affermano di aver «continuamente denunciato la mancanza di sicurezza», di aver più volte comunicato alle loro gerarchie che una quinta colonna islamista operava clandestinamente in aeroporto e lavorava nei «duty-free, nei servizi di pulizia e tra gli addetti ai bagagli», «ma nessuno ha ascoltato». Secondo la denuncia della polizia aeroportuale, gli attentatori di Bruxelles avrebbero usufruito di queste persone: «Per noi è evidente che i terroristi si sono serviti dell' aiuto di persone che hanno fatto ricognizioni, prima di passare all' azione», hanno scritto gli agenti, mentre fonti della polizia hanno confermato la presenza di «falsi turisti» sempre più numerosi all' aeroporto, «persone conosciute per aver combattuto in Siria, noi le abbiamo arrestate e segnalato la loro presenza, ma non sappiamo cosa sia stato fatto di queste informazioni».  Secondo quanto riportato da una fonte della polizia citata dai media belgi, i 50 simpatizzanti dell' Isis che lavorerebbero tuttora all' aeroporto di Zaventem, «dispongono di tesserini di sicurezza e possono arrivare fino alla cabina di pilotaggio di un aereo». «In passato - ha aggiunto la fonte - abbiamo ritirato il badge a diverse persone perché esprimevano simpatie per l' Isis, ma certamente non siamo riusciti ad arrivare a tutti».

INFILTRATI 
Una situazione simile si era verificata a dicembre a Parigi, con l' annuncio del ritiro dei tesserini di sicurezza a 70 agenti che lavoravano all' aeroporto Charles de Gaulle ed erano schedati «S» (sicurezza dello Stato) per radicalizzazione. Ma ad essere coinvolte nell' ascesa del comunitarismo islamico erano anche altre società pubbliche francesi come La Poste, la Ratp (trasporti parigini) e Sncf (ferrovie francesi), come raccontato dall' inchiesta pubblicata a novembre dal Figaro. Ieri, Vincent Gilles, presidente del sindacato di polizia SLFP, ha affermato che «tra il personale addetto ai bagagli (di Zaventem, ndr), ci sono diverse persone che hanno acclamato gli attentati di Parigi», confermando dunque la presenza di una quinta colonna islamista anche in Belgio. In Francia, lo scorso anno, è stato l' attuale sindaco di Nizza, Christian Estrosi, a evocare l' esistenza di una «quinta colonna islamista». Ma prima di lui, un altro membro di spicco della destra neogollista aveva impiegato questa formula per descrivere la realtà delle cellule dormienti distribuite su tutto il territorio francese che lavorano per favorire l' espansione dell' islam radicale. Si tratta di Jacques Myard, che all' indomani dell' attentato terroristico di Londra del 2013 che costò la vita a un soldato denunciò il pericolo crescente rappresentato dagli «assassini islamisti», divenuti una «quinta colonna» nelle «banlieue d' Europa», non solo in quelle francesi. Molenbeek, nella narrazione politico-mediatica, non esisteva ancora, gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi e del 22 marzo a Bruxelles non si erano ancora verificati, ed entrambi, va da sé, furono trattati come degli invasati. Ora però non sono più solo loro a denunciare l' esistenza di uno Stato nello Stato, di innumerevoli cellule dormienti - ma nemmeno troppo dormienti - che operano clandestinamente sul suolo francese, belga e più in generale europeo per destabilizzare gli Stati.

LA DENUNCIA 
Proprio ieri, Samia Ghali, senatrice di origini algerine del Partito socialista e figura emblematica della gauche marsigliese, ha dichiarato in diretta televisiva che «esistono dei campi di addestramento nei quartieri», dove i giovani imparano ad utilizzare il kalashnikov, come nei territori occupati dallo Stato islamico in Siria e in Iraq. «Siamo in Francia, nel XXIesimo secolo e sono qui a chiedere che venga eretto un muro in una scuola affinché i proiettili dei kalashnikov o dei fucili non vengano ritrovati nel cortile della ricreazione», ha aggiunto la senatrice di origine algerine, invocando la necessità di «disarmare questi quartieri». Le dichiarazioni tranchant di Samia Ghali fanno eco a quanto affermato domenica dal ministro della Città, della Gioventù e dello Sport, Patrick Kanner, che squarciando il velo di ipocrisia che copre l' esecutivo di cui fa parte ha sottolineato l' esistenza di «un centinaio di Molenbeek» in Francia. Intere zone dove sono i jihadisti a dettare legge, i terroristi di Parigi e di Bruxelles sono degli eroi, quelli di Charlie Hebdo se la sono cercata, e la sharia ha sostituito le norme della République. All' aeroporto belga 50 dipendenti fanno il tifo per l' Isis.

Il fidanzato imbarazzante della Guidi Sputtanato, ecco che cosa scriveva

Il fidanzato imbarazzante della Guidi. Sputtanato, ecco che cosa scriveva



Al telefono Gianluca Gemelli, compagno dell'ex ministro allo Sviluppo Economico Federica Guidi, si teneva aggiornatissimo sugli sviluppi dei provvedimenti del governo che interessavano le società petrolifere per le quali lavorava. Eppure pubblicamente esternava su Twitter frasi al vetriolo contro la "Casta" in perfetto stile grillino. Non era per niente un tweettatore appassionato il signor Gemelli, gli ultimi messaggi pubblicati sono tweet automatici generati da un videogioco a gennaio 2015. Un anno prima, il compagno dell'ex ministra ne aveva sempre per tutti. Il 26 maggio 2014 scriveva: "Ora non ci sono più scusanti... Avanti con le riforme o di corsa al voto!!!".

Gianluca Gemelli ‎@tweens74
È avvilente dover constatare che non abbiamo offerta politica credibile, l'Italia ha perso l'occasione Renzi!!!

21:19 - 9 Feb 2013

Basta scorrere un paio di messaggi prima e si arriva già al 9 febbraio 2013, quando scriveva: "È avvilente dover constatare che non abbiamo offerta politica credibile, l'Italia ha perso l'occasione Renzi!!!". A Gemelli piacciono tanto i punti esclamativi, un amore antico che si ritrova anche nei messaggi appena precedenti, con un salto al dicembre 2011, era già forte la sua anima antisistema: "Ai politici... Se non adeguate i vs stipendi a quelli europei non potete permettervi di chiedere sacrifici. La gente è stanca di voi!!!".

Gianluca Gemelli ‎@tweens74
A tutti i politici... Il governo ha carta bianca per tartassare i cittadini ma non può abbassare gli stipendi dei parlamentari... BUFFONI!!!

21:27 - 10 Dic 2011

Come uno qualunque, Gemelli le spara senza pudore: "A tutti i politici... Il governo ha carta bianca per tartassare i cittiadini ma non può abbassare gli stipendi dei parlamentari... BUFFONI!!!". Finché non si arriva all'esordio sul social, era il 3 dicembre 2011 e il rivoluzionario imprenditore del petrolio attaccava: "Perché Francia e Germania hanno fatto l'accordo con la Svizzera e da noi tartassano sempre gli stessi???". Eppure le conoscenze nell'esecutivo non gli mancavano, certi interrogativi anzi poteva farli anche sul divano di casa.

Verdini, una mossa clamorosa: sono guai, tutti adesso mollano Renzi

Verdini, la mossa a sorpresa che mette nei guai Renzi



Isolato e "trivellato": Matteo Renzi non può fidarsi più nemmeno di Denis Verdini. Mentre al Senato sul terzo settore Ala ha di fatto salvato il governo votando sì all'emendamento del governo (con 3 voti di scarto sul quorum richiesto), è fuori da Palazzo Madama che si scatena la bagarre. A sorpresa, i verdiniani si uniscono al fronte trasversale dei No Triv, tutti quelli che al referendum del 17 aprile sulle trivelle voteranno no. Il peso elettorale di Verdini & Co., forse, è limitato, ma dal punto di vista politico e mediatico la "chiamata alle armi" (così l'ha definita il senatore Antonio Scavone) rischia di essere molto, molto pesante nelle prossime settimane. 

Tutti (o quasi) contro Renzi - La partita si gioca innanzitutto sul quorum: Renzi (con la maggioranza del Pd) si è esposto invitando gli elettori italiani a non votare. Se vincerà l'astensionismo, potrà dire di aver vinto. Ma se questo non accadrà, allora avrà perso in ogni caso. E si ritroverà solo con tutto il peso della sconfitta, perché contro di lui, a favore del sì al referendum, c'è un pezzo del Pd (la minoranza, ma non tutta), Forza Italia, la Lega Nord, Sel, Gal e, ovviamente, il Movimento 5 Stelle. A unire chi protesta c'è anche la scelta del governo di non unire in un unico election day referendum e amministrative (modo scontato per abbassare la percentuale di votanti) con costo aggiuntivo di 360 milioni di euro. "L'equivalente - ha ironizzato il verdiniano Scavone - delle royalty derivanti dall'estrazione del petrolio".

Caivano (Na): Sveglia Caivano, propone l’adozione del “Baratto amministrativo”

Caivano (Na): Sveglia Caivano, propone l’adozione del “Baratto amministrativo”


Nino Navas

Introdurre anche a Caivano lo strumento del “Baratto amministrativo” come forma di cittadinanza attiva e sostegno per quella fascia di cittadinanza in difficoltà.

La proposta arriva dall’associazione socio – culturale, presieduta da Tonia Mormile, che nei prossimi giorni protocollerà al comune un documento in cui si chiede all’amministrazione comunale di prendere in seria considerazione l’adozione di questa misura che in altri comuni sta funzionando in  maniera molto efficace.

Secondo quanto stabilito dall'articolo 24 della legge numero 164 del 2014 i Comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare, la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano.” In base al tipo di intervento, tocca poi al Comune, secondo lo Sblocca Italia, a decidere se ridurre del tutto in parte alcune tasse.

“Riteniamo che questa misura potrebbe essere molto utile anche per la nostra comunità – afferma Nino Navas, fondatore di Sveglia Caivano - chi ha difficoltà a far quadrare i conti potrebbe in questo modo, rendendosi utile per la comunità, saldare i suoi debiti con il Comune sistemando le aree verdi della città, effettuando la manodopera in piazze e strade. Ma anche il recupero di aree e beni immobili inutilizzati. Un sistema che farebbe contento chi, magari essendo disoccupato, ha tempo a disposizione e debiti insoluti. Le tasse dovute, in questo caso, sarebbero trasformate in ore da dedicare alle attività in favore della comunità. Auspichiamo – conclude Navas – che su questa opportunità che il legislatore offre si possa aprire un dibattito anche tra le forze politiche che guidano la nostra città e che al più presto l’argomento possa essere portato anche in Consiglio comunale”.

Nelle mani delle persone che ha ucciso La decisione finale sul terrorista Salah

Salah Abdeslam, sì all'estradizione in Francia



La giustizia del Belgio ha deciso che Salah Abdeslam può essere estradato in Francia. Lo hanno annunciato i procuratori federali, spiegando che Francia e Belgio adesso discuteranno di come procedere al trasferimento. Un legale di Salah aveva precedentemente riferito che il suo cliente ha fatto cadere l’obiezione iniziale all’estradizione in Francia e che è disposto a collaborare con le autorità francesi. Ora, dunque, quella che è considerata la "mente" degli attacchi a Parigi dello scorso 13 novembre, finirà tra le mani delle autorità francesi.

Porno-scandalo, l'uomo più famoso della radio italiana con la prostituta. La foto lo inchioda, ma poi... / Guarda

Porno-scandalo, l'uomo più famoso della radio italiana con la prostituta. La foto lo inchioda, ma poi... / Guarda



Marco Mazzoli, popolarissimo conduttore di Radio 105 con il famigerato Zoo, si perde nella notte milanese e Novella 2000 lo paparazza in dolce compagnia. È circa l’una e mezza di domenica notte e Mazzoli, a bordo della sua Mercedes bianca, si accosta a lato strada, forse per chiedere informazioni a una signorina che passeggia nella primavera non più gelida. E pare che Marco Mazzoli abbia trovato una donzella particolarmente generosa oltre che decisamente scostumata. "Non si è limitata a indicargli la strada giusta, ma si è offerta anche di accompagnarlo", scrive Novella. 

La sorpresa - Da Miami, dove era in vacanza, era arrivata anche la reazione della moglie di Mazzoli che non l'ha presa proprio benissimo: "Tu sei morto!" gli avrebbe detto, come riporta Giornalettismo. Peccato però che sia tutta una messa in scena, architettata tra lo speaker di Radio 105 e la redazione delle Iene. La finta paparazzata serviva per promuovere il film "On air. Storia di un successo" ispirato al programma radiofonico condotto dallo stesso Mazzoli. 

Il colpaccio: "Giletti a Mediaset" La sorpresa: occhio alla De Filippi

Ribaltone Giletti: lascia la Rai per Mediaset, la mediatrice è la donna più potente della tv



Massimo Giletti, uno degli uomini-simbolo della Rai, mattatore della seguitissima Arena la domenica pomeriggio, sarebbe pronto a fare il salto della quaglia e passare a Mediaset. Lo mormora il settimanale Oggi in edicola, aggiungendo che la mediazione del passaggio sarebbe nelle mani niente meno che di Maria De Filippi. Scrive Oggi: “Che cosa ci facevano il 30 marzo pomeriggio all’Hotel de Russie di Roma, Massimo Giletti, Giorgio Restelli, direttore risorse artistiche di Mediaset, e Alessandro Salem, direttore generale dei contenuti Mediaset? Semplice: definivano gli ultimi dettagli del clamoroso passaggio di Massimo Giletti dalla Rai a Mediaset”. E poi sembra che "dietro all’abbandono della Rai da parte del giornalista, nato e cresciuto nell’azienda pubblica, ci sia anche la manina di Maria De Filippi".

Ancora incerta la data del passaggio. Se nella prossima stagione o in quella successiva. Non è la prima volta che circola la voce di un addio di Giletti alla Rai. Questa volta le indiscrezioni sono più insistenti che mai. La domanda è: Giletti resterebbe legato alla domenica pomeriggio, suo habitat ormai consolidato. Se sì, cosa ne sarebbe della infaticabile Barbara D'Urso?

Rivelato il Terzo Segreto di Fatima: "La morte orribile di Papa Francesco?"

Rivelato il Terzo Segreto di Fatima: "La morte orribile di Papa Francesco?"



Il Terzo Segreto di Fatima è il mistero più grande della storia dell'umanità e c'è qualcuno, oggi, che ipotizza di avere la fatidica soluzione.  Se fosse Francesco il Pontefice del Terzo segreto di Fatima? Se quel “vescovo vestito di bianco” che viene “ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce”, secondo quanto disse la veggente di Fatima suor Lucia dos Santos, fosse Bergoglio?

Come riporta il Fatto Quotidiano, sono le presunte apparizioni mariane che avrebbe ricevuto a Roma, dal 1947 fino alla sua morte avvenuta nel 2001, Bruno Cornacchiola a riaprire il caso. Se ne parla nel libro-rivelazione Il veggente (Salani) scritto da Saverio Gaeta, giornalista delle testate religiose di San Paolo Famiglia cristiana e Credere. Il volume ricostruisce per  la prima volta in modo sistematico queste rivelazioni.

La Madonna avrebbe rivelato a Cornacchiola dell'assassinio di un Pontefice: “Sogni, sempre sogni, è un periodo di tempo che non faccio altro che sognare il Papa che fugge: non Paolo VI, ma un altro. Lo aiuto e il mondo salta in aria; sangue, molto sangue, che sembra melma e molti restano presi come se fosse pece, restano attaccati. Molti sacerdoti e suore in piazza San Pietro squartati”. Queste le parole del presunto veggente, datate 1970, riportate dal libro. Che prosegue così: “Il Papa, colpito gravemente, cade. Subito, coloro che stanno insieme con lui corrono ad aiutarlo e lo rialzano. Il Papa è colpito la seconda volta, cade di nuovo e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio. Senonché, appena morto il Pontefice, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti radunati lo hanno eletto così subitamente, che la notizia della morte del Papa giunge colla notizia dell’elezione del successore. Gli avversari incominciano a perdersi di coraggio”.

Nelle profezie riportate da Cornacchiola, prosegue il Fatto Quotidiano, ci sono anche altri fatti tragici: dalla tragedia di Superga in cui persero la vita tutti gli uomini del Grande Torino, all’elezione del beato Paolo VI avvenuta nel 1963, alla guerra dello Yom Kippur nel 1973, al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro nel 1978, dall’attentato a san Giovanni Paolo II nel 1981 all’esplosione del reattore della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986, fino alla caduta delle Torri Gemelli nel 2001. Ma ci sono anche rivelazioni che riguardano la piaga della pedofilia del clero e il terrorismo di matrice islamica. Profezie, però, alle quali la Chiesa, almeno fino a oggi, non ha dato molto credito.