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mercoledì 17 febbraio 2016

Caivano (Na): La replica dell'Avv. Domenico Acerra (Liberi Cittadini) al blog del dott. De Cicco

Caivano (Na): La replica dell'Avv. Domenico Acerra (Liberi Cittadini) al blog diretto dal dott. Giovanni De Cicco Capo di Staff del Sindaco dott. Simone Monopoli 



Avv. Domenico Acerra
(Liberi Cittadini)

Le Bugie e la realtà

Egregio Signor Direttore,
in relazione all’articolo titolato “le bufale di liberi cittadini. Città del fare tutti maschi: nessuna sorella di consigliera”, pubblicato sul sito on line napolimetropoli.it, da Lei diretto, Le invio, a titolo personale, a tutela della mia onorabilità e a difesa della verità dei fatti, le seguenti precisazioni. Ad un certo punto, nel predetto articolo, Ella afferma: “Domenico Acerra, che fino a qualche mese fa urlava dai palchi l’inconsistenza del centrosinistra ed esaltava le qualità di Monopoli (salvo poi abbandonarlo appena il sindaco rese pubblica la giunta)..”.

Innanzitutto, dal punto di vista stilistico e personale, non sono abituato a urlare; parlo, dialogo, ho fatto qualche comizio durante l’ultima campagna elettorale, ma non urlo. Le urla appartengono a persone che hanno un’indole e una cultura diverse dalla mia, più rozze, da trivio. Ma questa “caduta” giornalistica, questa volta, gliela concedo considerato che Lei non mi conosce. Quanto alla inconsistenza del centro sinistra, ribadisco ancora una volta che questa parte politica ha amministrato male il paese e le sue responsabilità sono ormai un dato storico inconfutabile.

È vero. Mi è capitato di sottolineare le qualità di Monopoli. Quando Monopoli parlava di discontinuità, rinnovamento, competenze, trasparenza, merito, gliene ho dato atto e gli ho tributato il mio plauso.

Ed è vero anche che successivamente alla vittoria ho abbandonato la coalizione che sosteneva Monopoli. Ma due giorni dopo la vittoria elettorale, non dopo il varo della giunta come Lei scrive in modo inesatto. Tuttavia, mi è gradita l’occasione per spiegare ancora una volta a tutti, spero definitivamente, i motivi del mio dissenso politico da Monopoli.

Monopoli, vinte le elezioni, grazie anche alla mobilitazione di tante donne e uomini che lo circondavano, all’indomani della sua elezione, avrebbe dovuto seguire un itinerario politico molto semplice. In primo luogo avrebbe dovuto coinvolgere i consiglieri eletti, come avviene in tutte le democrazie, perché essi sono i più titolati ad assumere i ruoli importanti nel governo del paese, soprattutto nell’esecutivo.

In secondo luogo, riscontrato l’eventuale rifiuto degli eletti, avrebbe dovuto attingere a tutte le risorse umane e professionali disponibili nella coalizione, al di là della loro appartenenza partitica, ma tenendo conto del contributo di idee, culturali e personali che questi sono in grado di offrire al paese. A questo proposito, ricordo ancora commosso lo straordinario impegno del mio amico ingegnere Giuseppe Peluso, che dopo avere condotto una campagna elettorale generosa, impegnandosi in prima persona come candidato al consiglio comunale, non è stato poi coinvolto nell’amministrazione cittadina pur avendo eccellenti qualità.

In terzo luogo, in assenza di personalità, risorse e disponibilità all’interno della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni, avrebbe dovuto volgere lo sguardo alla società civile per individuare le giuste personalità e invitarle ad assumere il comito di amministrare il paese. Ma niente di tutto questo è stato fatto.

Monopoli, sorprendentemente, officiava invece il rito della spartizione, archiviato anche dalle peggiori giunte di sinistra che hanno amministrato Caivano. Egli, rispolverando quello che un giornalista locale chiamò il “manuale Cencelli”, nella composizione della giunta, accettava il criterio della spartizione tra partiti.

Questo errore metodologico, politico, etico, fu da me subito sottolineato in un post pubblicato su facebook, dove rimarcavo l’insensatezza e quasi l’immoralità del criterio di spartizione che si stava usando per la composizione della giunta, attirandomi i rimproveri di chi circondava il Monopoli: questi amici mi facevano notare che il sindaco l’avrebbe presa come una critica personale e in questo modo me lo sarei inimicato. In realtà non ho mai fatto ammenda delle mie parole, non ho mai ritrattato le mie posizioni, per diversi motivi: perché credo profondamente nel valore della coerenza; perché in quel modo pensavo di tutelare le migliaia di elettori ed elettrici che avevano creduto nel messaggio di rinnovamento di cui anche io mi ero fatto portatore; infine perché ritenevo monopoli un uomo intelligente e confidavo nella sua volontà di dialogo anche come momento di crescita umana e politica.

Tutto il resto è storia. Monopoli ha varato una giunta composta sulla base di criteri partitocratici, familistici, spartitori, lottizzatori, antimeritocratici. E ha imposto un presidente del consiglio comunale che, al di là del suo spessore personale, è tutt’altro che un uomo della discontinuità, anzi è la rappresentazione plastica del passato. Ai miei occhi questo è apparso avventurismo politico e l’ho considerato un tradimento politico.

I fatti, adesso, a distanza di otto mesi, purtroppo dicono che Monopoli ha sbagliato a nominare quella giunta, già dimezzata, tant’è che egli stesso la vuole rinnovare, varando una cosiddetta “fase due”.

Ancora. Lei mi definisce, nello stesso articolo, “ex fedelissimo di Monopoli”. Usa così una espressione, come dire, da rotocalco rosa. Trattandosi di vicende politiche, meglio si addice ad esse il concetto di coerenza a quello di fedeltà. In proposito, credo sia innegabile anche agli occhi del mio più acerrimo detrattore, resto ancorato saldamente alle idee di rinnovamento, discontinuità, merito, competenze, che poi sono i capisaldi del mio impegno civile. In concreto e in relazione alle vicende politiche a cui Lei si riferisce nell’articolo, senza dubbio ritengo di essere una persona coerente. Sono altre le persone che hanno abbandonato le idee e i capisaldi che tenevano insieme la comunità politica di cui facevo parte.

Infine il tema dell’organismo di valutazione. Anche qui, mi scusi l’affronto, ma Lei usa un linguaggio sbagliato, questa volta vagamente allusivo. Si spinge a dire che lo scrivente “potrebbe dire tanto, come disse tanto, proprio su questa vicenda”. Questa criptica sequenza di parole vuote, questo scorrere di inchiostro velenoso, mi ripugna. Tuttavia, non accetto quella che considero da parte Sua solo una provocazione e ne giro alla larga. Ma, ne sia certo, gli schizzi del Suo inchiostro non macchieranno mai la specchiata moralità della mia persona.

Certo che vorrà dare spazio alla mia lettera sul suo giornale, La saluto distintamente.

Caos alla Roma, Spalletti umilia Totti La frase con cui archivia il Capitano

Caos alla Roma, Spalletti umilia Totti La frase con cui archivia il Capitano




"Ho rispetto per Totti, ma non scelgo la formazione basandomi sulla storia di un giocatore. La priorità sono i risultati". Non usa mezzi termini Luciano Spalletti, in una intervista al quotidiano spagnolo As, ripresa dal sito dell'Adnkronos. Alla vigilia della sfida contro il Real Madrid nell'andata degli ottavi di Champions, l'allenatore della Roma dice: "Io alleno la Roma, non solo Totti. Il mio obiettivo primario sono i risultati e faccio le mie scelte in funzione di questo".

Lui e il Capitano hanno un rapporto "dal mio punto di vista è perfetto", ma da parte di Totti, non si sa. Di certo lui, "è un giocatore che illumina la fase offensiva, ma dipende anche dall'avversario se si possono utilizzare le sue qualità rinunciando a ciò che non può darti. Lui può mettere un pallone perfetto, ma se la squadra deve pressare per lui è più difficile retrocedere di 40 metri per farlo". Adesso, conclude Spalletti, bisogna "raschiare il fondo del barile. Solo così la Roma può tornare al livello che serve per cominciare a fare altri ragionamenti. Fino ad allora, non c'è spazio per i sentimenti: solo lavoro, forza e corsa". Non si sa se Totti capirà il discorso, "io faccio il mio lavoro" e "ho bisogno di risultati".

Pausini, dopo Sanremo finisce malissimo Questione di soldi, volano le denunce

Dopo il Festival finisce malissimo. Una questione di soldi: Pausini, volano le denunce


di Gaetano Daniele


Dopo la performance al Festival di Sanremo di Laura Pausini, la tempesta. La Pausini non ci sta e prende una (fortissima) posizione contro le voci sul suo cachet milionario per comparire sul palco dell'Ariston. Televisione Pubblica (Soldi Pubblici). La replica arriva dalla pagina Facebook ufficiale della cantante, dove si legge: "Sarà nostra premura denunciare le persone e le testate che hanno riportato cifre assolutamente inesistenti riguardo il compenso della nostra artista. In Italia va di moda voler diffamare le persone inventando di tutto e di più. Quindi non solo smentiamo categoricamente le cifre (ce ne sono parecchie a seconda delle testate) che leggiamo, ma vi invitiamo a non fidarvi delle testate che le riportano". Insomma, resta però il punto interrogativo: quanto ha guadagnato Laura Pausini in 20 minuti (circa) di spettacolo? 

Evadi le tasse? La pacchia è finita Massacrato: dove ti becca il Fisco

Evadi le tasse? La "pacchia" è finita. Massacrato: dove arrivano a beccarti




In principio è stata la voluntary disclosure, grazie alla quale l'Agenzia delle Entrate ha cercato di incentivare il rientro di capitali dall'estero o comunque la loro dichiarazione. La collaborazione volontaria ha fatto emergere circa 60 miliardi di euro, dei quali l'80% erano rintanati in Svizzera, altri nel Principato di Monaco e altri ancora a Singapore e alle Bahamas. Al quinto posto tra le preferenze degli italiani c'è stato Lussemburgo ed è proprio verso il Granducato che partirà la prima richiesta di gruppo per conoscere i conti di italiani depositati dal 1 gennaio 2014.

Come funziona - È la prima volta che il Fisco italiano avanza una richiesta mirata a un gruppo di contribuenti dei quali, scrive Italia Oggi, non si conoscono anagrafiche o generalità, ma per i quali esiste una provata presunzione di evasione fiscale. Una volta partita la richiesta di chiarimenti da parte dell'Agenzia delle entrate, l'amministrazione fiscale lussemburghese avrà 60 giorni di tempo per rispondere. Esiste già un precedente in Europa e risale a settembre scorso, quando l'Olanda ha chiesto a una banca svizzera informazioni su un gruppo di contribuenti sconosciuti, ma accomunati da un analogo comportamento. La colpa dei correntisti olandesi in Svizzera è stata non aver compilato un formulario utile ad attestare l'origine e la dichiarazione delle attività detenute all'e
stero.

Il canone Rai non si può riscuotere Caos bollette: non si paga a luglio?

Canone in bolletta: caos totale. Nessuno sa come riscuoterlo


di Enrico Paoli 



Sino ad ora il canone Rai era «solo» la tassa più odiata dagli italiani. Ora rischia di diventare anche la gabella più incasinata della storia. Come se gli italiani avessero bisogno di ulteriori complicazioni burocratiche. In pratica la riforma varata dal governo e inserita nella legge di Stabilità, che prevede il pagamento della tassa con la bolletta elettrica, ha le stesse certezze di una mucca che vola.

Ragione, quest' ultima, che ha indotto l' associazione dei gestori di energia elettrica a lanciare l' allarme. Assoelettrica, nel giorno in cui scadono i termini per la presentazione del decreto attuativo di competenza del ministero dello Sviluppo economico (documento necessario per risolvere i tanti nodi ancora irrisolti), avverte che «le imprese non sanno come fare» e c' è «il rischio che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio». La legge di Stabilità prevede due atti specifici ulteriori di stretta competenza del Mise e dall' Agenzia delle Entrate. Il primo è il decreto attuativo che deve definire i dettagli della misura e per il quale la legge ha stabilito una tempistica di 45 giorni dall' entrata in vigore della Stabilità. Il termine è scaduto domenica, formalmente ieri. Al ministero, però, stanno ancora «lavorando per noi». Tanto che le solite «fonti accreditate» assicurano che il decreto dovrebbe essere emanato «in tempi brevi». Di quale settimana e di quale mese, però, nessuno lo dice.

Il secondo provvedimento atteso è quello dell' Agenzia delle entrate, che deve definire le modalità per la presentazione dell' autocertificazione di coloro i quali non posseggono una tv e, quindi, sono esentati dal pagamento. Dall' Agenzia ricordano comunque che il provvedimento in questione potrà arrivare «solo dopo il decreto del Mise». Il classico cane che si morde la coda, insomma. Senza l' uno non ci sarà l' altro e intanto le aziende aspettano, mentre «il tempo stringe» e i teleabbonati non sanno che pesci pigliare. Da qui l' allarme lanciato da Assoelettrica che, per la verità, fin dall' inizio si era dichiarata contraria al canone in bolletta definendolo «un pasticcio» e che insieme a Utilitalia ha inviato al ministero un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti. «Le imprese devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate», ricorda il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, «bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla morosità, dall' eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti».

Il documento presentato al Mise offre una lunga serie di casi in cui l' incertezza regna sovrana: cosa succede, per esempio, se un utente cambia fornitore di energia? E ancora, cosa deve fare un fornitore di energia che attiva la fornitura a un cliente in corso d' anno per esempio a dicembre? Quando si parla di «prima fattura successiva al 1 luglio» s' intende emessa oppure con scadenza di pagamento? Che fare in caso di ritardi di fatturazione nella emissione e, quindi, nella riscossione? I solleciti devono includere anche la quota canone? Ci sono poi da disciplinare i casi di pagamenti con bollettino postale, le rateizzazioni, i reclami, gli interessi di mora, i pagamenti con Rid. Una vera e propria giungla di incognite che le imprese chiedono di risolvere, anche con un confronto tra tutti i soggetti coinvolti: ministeri, Autorità per l' energia, Agenzia delle Entrate, Acquirente Unico e le associazioni degli operatori.

Ma ad avere bisogno di chiarimenti non sono solo le imprese, ma anche le famiglie. «Siamo convinti», avverte il Codacons, «che a luglio si scatenerà un vero e proprio caos, con gli utenti e le aziende elettriche impreparate ad affrontare la novità. Le famiglie ancora non hanno capito come avverrà il pagamento del canone, chi è tenuto a versarlo e per quali case, e non vogliamo pensare a cosa avverrà in caso di morosità o ritardi nei pagamenti». In questo mare magnum di «se» e di «ma» regna sovrano un solo dato: i primi 70 euro si pagheranno a luglio, dopo le elezioni amministrative, in modo da non impattare sul voto. I restanti 30 euro con le bollette successive. Infine il capitolo nomine.

Antonio Campo Dall' Orto, amministratore delegato dell' azienda, è determinato a farle a breve potendo by passare il cda al quale non deve più consegnare in anticipo i curricula dei candidati, forse già a fine mese. Secondo le voci che corrono vuole cambiare subito tutti e tre i direttori di rete, Giancarlo Leone compreso (timoniere di Rai Uno), nonostante il Sanremo dei record. Per i telegiornali, invece, essendo una materia da maneggiare con cura, dovremo attendere i primi di luglio. Per le testate meglio passare le amministrative.

Torna la cortina di ferro: i 4 Paesi che dichiarano guerra alla Merkel

Quattro Paesi con l'Ungheria: nuovo muro e sfida a Berlino




A pochi giorni dal Consiglio Ue che giovedì e venerdì discuterà di rifugiati e Brexit, i leader del Gruppo di Visegrád si sono riuniti a Praga allargando il tavolo a Bulgaria e Macedonia. Visegrád, come ricorda il Corriere della Sera, era l'alleanza nata nel 1991 per tracciare una via comune dell' ex blocco sovietico all' integrazione comunitaria. Oggi i premier di Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca serrano i ranghi sotto leadership di segno sempre più autoritario - Budapest e Varsavia - in opposizione alle aperture tedesche sulla crisi dei rifugiati e al programma di redistribuzione dei richiedenti asilo sostenuto da Bruxelles.

"La Grecia ha fallito nella difesa dei confini Schengen dall' immigrazione di massa, quindi dobbiamo attuare un piano B con la costruzione di un muro a Sud" ha dichiarato il premier ungherese Viktor Orbán. La nuova barriera dovrebbe sigillare le frontiere di Macedonia e Bulgaria per frenare gli ingressi dalla Grecia e limitare il flusso che risale i Balcani verso Nord, nel caso in cui Atene non rispettasse l' ultimatum di tre mesi lanciato dalla Ue: rafforzamento dei confini esterni o sospensione dell' area di libera circolazione di Schengen.

DDL CIRINNA' Agguato grillino in Senato Crolla il piano Renzi sui gay

Unioni Civili, I grillini non votano il "supercanguro": a rischio il ddl Cirinnà




Colpo di scena nell'aula del Senato, dove oggi si discuteva il ddl Cirinnà sulle unioni civili. Il Movimento 5 Stelle, infatti, ha deciso di non voler votare il cosiddetto "supercanguro", ovvero l'emendamento presentato dal renziano Marcucci che di fatto permetterebbe di scavalcare le centinaia di emendamenti presentati dall'opposizione. Il colpo di mano grillino mette di fatto in mutande la maggioranza piddina in aula, dato che la componente cattolica del Partito democratico ha già annunciato la propria contrarietà al ddl Cirinnà, che a questo punto è fortemente a rischio. I lavori dell'aula sono stati sospesi e aggiornati a domattina alle 9.30.

PEGGIO DELLA TASI Ecco la tassa sull'ascensore Quanto pagheremo a famiglia

Casa, l'allarme di Confedilizia: pronta una tassa sugli ascensori




Una tassa che rischia di costarci il doppio della Tasi. La denuncia arriva da Confedilizia, che rivela come il governo abbia messo a punto un decreto, non ancora emanato, che in attuazione della normativa europa sulla sicurezza degli ascensori prevede tutta una serie di verifiche sugli ascensori esistenti che, secondo l'associazione dei costruttori, "annullerebbe in un colpo solo gli effetti dell'abolizione della Tasi sull'abitazione principale, imponendo esborsi pari al doppio del gettito della stessa Tasi".

Come riporta il sito huffingtonpost.it, Il provvedimento in questione è un Decreto del Presidente della Repubblica approntato dal ministero dello Sviluppo economico, attualmente all'esame del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi di palazzo Chigi (Dagl) e atteso in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Dopo la sua emanazione dovrà passare in Consiglio di Stato e in Conferenza Stato-Regioni. prendendo come media della Tasi prima casa circa 170 euro annue a famiglia, le nuove norme che il governo si appresta a varare porterebbero un esborso che potrebbe arrivare fino a più di 350 euro annui a nucleo familiare.

martedì 16 febbraio 2016

RAPINA SULLE PENSIONI Addio alla reversibilità Ecco quanto perdi / Cifre

Pensioni, addio alla reversibilità. La rapina: quanto perdi




Nel caos sul taglio delle pensioni di reversibilità, cerca di fare chiarezza il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che dopo la denuncia della Spi-Cgil sulla trasformazione di una prestazione previdenziale (che nasce da un versamento dei contributi) in assistenziale precisa: "È una polemica totalmente infondata: la delega del governo lascia intatti tutti i trattamenti e per il futuro non è allo studio nessun intervento sulla reversibilità, tutto quello che si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale".

Tant'è. Nel 2015 le nuove pensioni di reversibilità erogate, riporta il Giornale, sono state 183.085, circa un terzo dei nuovi trattamenti complessivi. L'importo medio è basso (650 euro): è infatti legato alla presenza del coniuge (60% del trattamento) o dei figli minori di 26 anni se universitari (100% della pensione se oltre al coniuge ce ne sono almeno due). Una decurtazione del 25% in base al reddito è già prevista se l'erede ha un reddito superiore a tre volte la pensione minima (circa 1.500 euro). Ad essere puniti sono i redditi più alti. Il taglio sale infatti al 40% se il reddito è superiore a 4 volte il minimo e al 50% per redditi oltre cinque volte il minimo. Il ddl, insomma, potrebbe intervenire in questa direzione.

Contrario ai tagli Matteo Salvini: "Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo", ha cinguettato su Twitter il leader della Lega: "Vengono fregate migliaia di persone, soprattutto donne rimaste vedove, rubando contributi effettivamente versati, per anni". Sulla stessa linea Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia: "Renzi se la prende con la povera gente".

Ecco cosa sta succedendo in Grecia: scontri disordini, caos e manifestazioni in tutte le città

Ecco cosa sta succedendo in Grecia: scontri disordini, caos e manifestazioni in tutte le città, nel silenzio assoluto dei nostri media


sapereeundovere


La polizia greca si è scontrata violentemente con centinaia di agricoltori che manifestavano ad Atene contro la riforma delle pensioni che il Governo sta negoziando con gli organismi finanziari internazionali

Alcune centinaia di agricoltori si sono radunati il 13 febbraio scorso nella capitale greca per una manifestazione di protesta contro durata fino ad ieri 15 febbraio 2015. Due giorni contro la riforma delle pensioni e le misure di austerità annunciate dal Governo.

I manifestanti hanno tentato di entrare all’interno del palazzo ma la polizia li ha respinti usando gas lacrimogeni. Ad Atene si è realizzata una nuova giornata di proteste, scioperi e tensioni. Almeno un migliaio di coltivatori si sono ritrovati nella capitale ellenica in segno di protesta contro l’aumento delle tasse previsto dal Governo e contro la riforma delle pensioni, la cui misura più contestata è il taglio (dal 15 al 30%) per gli assegni dei pensionati che lasceranno il lavoro a partire dal 2016.

Sarebbe questo l’ennesimo provvedimento emanato ai danni dei pensionati greci negli ultimi sei anni. I sindacati di categoria denunciano che le misure richieste da Ue e Fmi porterebbero a un taglio del‘85% del reddito annuo di diversi attori sociali: in primis gli agricoltori.

Dall’isola di Creta è arrivato all’alba un traghetto con a bordo un folto gruppo di manifestanti . Di fronte il ministero dell’Agricoltura gli agricoltori hanno urlato slogans, innalzato cartelli ed hanno lanciato pomodori, ortaggi e pietre contro la polizia che li aveva bloccati nel tentativo di entrare nell’edificio per occuparlo simbolicamente. I reparti antisommossa della Polizia greca hanno reagito realizzando cariche contro i manifestanti con i gas lacrimogeni. “Hanno tentato di spingere la polizia sino all’ingresso del Ministero - ha riferito un portavoce delle forze dell’ordine -
La polizia ha usato gas lacrimogeni per fermare la folla”.

LA PAGELLA DI MONTI Tutti i suoi voti per Renzi E arriva pure la gufata

La pagella di Monti. Tutti i voti per Renzi. E arriva la gufata




Rimette i panni del professore bocconiano l'ex premier Mario Monti per vergare la pagella allo studente Matteo Renzi. Nel corso dell'ultima puntata di Otto e Mezzo su La7, Monti ha dato un 8 alla volontà del premier in carica di realizzare le riforme in cantiere. Ma le note dolenti arrivano quando si passa dalla teoria alla pratica: per il senatore a vita la capacità di realizzazione degli annunci fatti da Renzi non merita più del 6,5, insomma appena una sufficienza. La bocciatura infine arriva nella materia della finanza pubblica: Renzi deve incassare un sonoro 5-. E a proposito della battaglia che il presidente del Consiglio ha iniziato con i vertici dell'Unione europea, Monti ha estratto dal cilindro una feroce gufata: "Spero che sulla flessibilità Renzi perda - ha detto alla conduttrice Lilli Gruber - Perché ha già dimostrato che usa i soldi pubblici per dare mance ai diciottenni e non per fare investiment. Non vorrei - ha aggiunto - che fossero introdotte nuove tasse per colpa della sua politica poco attenta al denaro e troppo generosa".

MAXI-ASSEGNO PER SILVIO Berlusconi, pioggia di euro Ecco quanto hanno incassato

Pioggia di milioni sui Berlusconi. Quanto hanno incassato Silvio  Berlusconi e figli




Si sono concessi un prelievo generoso Silvio Berlusconi e famiglia per il secondo anno consecutivo dalla casse Fininvest. Secondo l'agenzia Radiocor che consultato i documenti della holding, anche quest'anno i vertici hanno beneficiato di un maxidividendo di metà esercizio verso le società controllate del gruppo. Quattro di queste, cioè la Holding Italiana Prima, Seconda, terza e ottava, fanno capo direttamente al Cav e possiedono il 60% del gruppo che controlla Mondadori e le reti Mediaset. In base alla sua quota, Berlusconi può quindi incassare circa 56 milioni di euro.

I figli - Più che un dividendo legato ai risultati dell'esercizio finanziario, quello erogato da Fininvest ai suoi veritici è la distribuzione di una parte delle proprie riserve. Lo scorso anno l'assegno è pesato per circa 81,5 milioni di euro, quest'anno la Fininvest è stata ben più generosa concedendo ai suoi soci poco meno di 92 milioni di euro. Tra i beneficiari ci sono anche i figli dell'ex premier: Marina e Pier Silvio, soci con le rispettive società al 7,65%, hanno incassato oltre 7 milioni di euro a testa. Ai figli del secondo matrimonio, cioè Barbara, Eleonora e Luigi, che fanno riferimento alla Holding Italiana Quattordicesima con il 21,4%, sono andati in tutto 20 milioni di euro circa.

La crema al cacao che insidia la Nutella Ferrero furiosa, finisce in tribunale

Ferrero porta in tribunale la concorrente della Nutella




Prima battaglia persa per Nutella nella guerra giudiziaria contro la catena di supermercati Delhaize, in Belgio, che potrà continuare a chiamare Choco la crema spalmabile di cacao e nocciole. Ferrero contesta l'uso del nome Choco, inteso come diminutivo di "chocolat" e di vantare l'assenza di olio di palma. Secondo il tribunale del commercio di Bruxelles, riporta Il Fatto alimentare, il nome va inteso come diminutivo di chocoladepasta, con il quale vengono indicate le creme spalmabili a base di cacao in polvere, zucchero e olio vegetale. 

L'altra accusa riguarda la campagna di comunicazione di Delhaize sull'olio di palma. Secondo Ferrero la società utilizza slogan ingannevoli tendenti a screditare la Nutella visto che l'azienda belga presenta la sua crema di nocciole Choco dicendo che contiene il 48% di grassi in meno delle creme tradizionali e senza olio di palma, perché la compagnia attribuisce particolare importanza alla qualità nutrizionale dei prodotti e al rispetto per l'ambiente.

Il tribunale, riferisce il quotidiano belga L'Echo, ritiene che le dichiarazioni di Delhaize non sono false, ambigue o fuorvianti e non suscitano paura.

Allarme sul volo Alitalia: c'è un medico?. Deputato salva un passeggero

Il deputato Rocco Palese salva passeggero su volo Alitalia



Rocco Palese

I cinefili avranno pensato a una scena di "L'aereo più pazzo del mondo". Erano le 11.55 e il volo Brindisi-Roma ha iniziato a percorrere la pista di decollo. Dopo qualche centinaio di metri, però la corsa s'è bruscamente arrestata, perchè uno dei passeggeri era svenuto. nel rientrare al terminal, il pilota ha chiesto nell'interfono se a bordo ci fosse un medico e tra i passeggeri s'è alzato Rocco Palese, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, fittiano rimasto però nelle file di Forza Italia. L'uomo svenuto era cianotico, Palese senza perdersi d'animo gli ha praticato il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, riuscendo a rianimarlo ma avvertendo il comandante della necessità di un ricovero urgente in ospedale. Il paziente ora si trova all'ospedale Perrino di Brindisi. Gli altri passeggeri sono partiti con un volo successivo.

"Fine delle trasmissioni": panico a Sky Abbonati infuriati: c'è una truffa / Guarda

Panico a Sky. "Fine delle trasmissioni". Spunta l'avviso da panico: il giallo del numero truffa




Il pranzo di migliaia di abbonato Sky è stato rovinato oggi verso le 13 quando, all'improvviso, è comparso un avviso in sovrimpressione con il quale si comunicava che dal prossimo 28 febbraio la visione dei canali Sky sarebbe stata interrotta. Il messaggio invitava a chiamare quindi il numero verde per ricevere ulteriori informazioni. E in tantissimi hanno preso d'assalto il centralino della tv satellitare, finché dopo mezz'ora di panico che ha mandato in tilt le linee, l'azienda è riuscita a pubblicare un chiarimento sul proprio sito: "Si è trattato di un errore. Nessuna trasmissione verrà interrotta e il tuo abbonamento resterà valido come da contratto".

Il rischio - Sky ha giustificato l'incidente con un errore tecnico, ma cresce il sospetto che dietro il messaggio sbagliato ci sia lo zampino di un hacker. Il numero verde indicato nel falso messaggio, infatti, è l'800180916. Quel numero però potrebbe nascondere una truffa che metterebbe seriamente a rischio la bolletta telefonica, addebitando cifre per servizi in abbonamento attivati inconsapevolmente. Il numero corretto di Sky è il 800 980 980, regolarmente funzionante e gratuito da linea fissa.

Mara Carfagna ha un nuovo lavoro Ecco cosa fa adesso l'ex ministro

Mara Carfagna ha un nuovo lavoro Ecco cosa fa adesso l'ex ministro




Mara Carfagna ha un nuovo lavoro. Oltre alla politica, l'ex ministro azzurro, si dà al giornalismo. Difatti da lunedì 15 febbraio, scrive  per il Tempo e si occuperà di intervistare personalità nazionali e internazionali "in grado di offrire una visione illuminata sulla nostra contemporaneità". Ha cominciato la sua collaborazione con una intervista a Rachida Dati che nel 2007 è stata nominata ministro della Giustizia di Sarkozy e che oggi è sindaco del VII arrondissement di Parigi.

Pensioni di reversibilità, addio assegni Caso per caso: chi rischia di perderle

Pensioni di reversibilità nel mirino: chi rischia di perderle


di Tobia De Stefano



Sui tavoli della commissione Lavoro della Camera è arrivato da pochi giorni un disegno di legge delega, quello contro la povertà, che di primo acchito sembra presentare solo misure buone e giuste e che invece nasconde un trappolone mica da ridere. Una sforbiciata, al momento non quantificabile, sulle pensioni di reversibilità, quelle che spettano a coniuge e figli «superstiti».

«L' impianto di questa delega - spiega a Libero il presidente della commissione Cesare Damiano - è senza dubbio positivo, ma nel principio di razionalizzazione del sistema si vorrebbero includere anche prestazioni previdenziali come le pensioni di reversibilità e questo a mio avviso è sbagliato perché bisogna sempre distinguere tra povertà e previdenza».

Cos' è successo? La nuova normativa considera le reversibilità come prestazioni assistenziali e non più previdenziali e quindi lega la possibilità di accedervi o la percentuale dell' assegno all' Isee, l' indicatore della situazione economica equivalente. Il problema è che questo indicatore viene calcolato con riferimento al nucleo familiare del richiedente e non al reddito personale.

«Di conseguenza - spiega il segretario generale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti - il numero di coloro che vi avranno accesso inevitabilmente si ridurrà e saranno tante le persone che non si vedranno più garantito questo diritto. Una norma ingiusta e tecnicamente impropria che rischia di aprire un contenzioso anche a livello giuridico».

Certo, nella delega non sono specificate cifre o soglie di accesso, ma allo stato dell' arte possiamo delineare i contorni di questa nuova potenziale beffa.

1) A piangere saranno molte vedove, visto che numeri alla mano la reversibilità tocca soprattutto alle donne. Il provvedimento non è retroattivo, ma per dare un' idea di cosa stiamo parlando basterà ricordare che a oggi godono di questa prestazione 3 milioni 52 mila e 482 italiani.

2) Come detto, con l' Isee non si fa più riferimento al reddito personale ma a quello della famiglia: potrebbe succedere che una vedova con un reddito molto basso rischi di vedersi tagliare o addirittura di perdere il diritto alla pensione del marito solo perché vive ancora con il figlio che vanta una retribuzione minima da lavoro.

3) Non solo. Perché c' è anche il discorso degli immobili. Nel calcolo del nuovo Isee, infatti, ha un peso fondamentale la casa di proprietà. Tanto che il rischio del paradosso non è affatto campato in aria: una vedova che ha un reddito minimo ma un tetto sicuro sotto il quale vivere si veda "scippare" la pensione.

4) A oggi il peso delle pensioni di reversibilità supera i 24 miliardi e 150 di euro. Si tratta ovviamente di contributi regolarmente versati negli anni dai lavoratori e che non pesano sulla fiscalità generale, ma ciò non toglie che da tempo il governo abbia fatto capire di voler «intervenire» in qualche modo. Uno di questi potrebbe essere dare un taglio alle percentuali. Che partono dal 60% della pensione percepita dal defunto quando c' è solo il coniuge «superstite», ma si riducono se lo stesso coniuge è titolare di altri redditi che superino di 3 volte il trattamento minimo Inps. Con un taglio che è tanto più alto quanto maggiore è il reddito percepito (nella tabella tutti gli scaglioni).

Sul 2016 sappiamo che la soglia limite fissata per non subire la riduzione della prestazione è di 19.573 euro l' anno, e la speranza, a oggi decisamente meno solida rispetto a ieri, è che questi numeri e paletti resistano anche per gli anni a venire.

lunedì 15 febbraio 2016

Guai al governo, Renzi scarica un ministro "Tornatene pure ad Arcore" / Chi è

Guai al governo, Renzi scarica un ministro "Tornatene pure ad Arcore" / Chi è





Non è un buon momento per Angelino Alfano. Ma sua scelta di appoggiare il candidato di centrodestra a Milano, Stefano Parisi, non è andata giù all'ala filo-renziana del suo partito. Il Giornale ha raccolto la voce di un deputato alfaniano che chiede l'anonimato e che dice: "Un accordo voluto soprattutto da Lupi. Che senso ha che Lupi faccia il capogruppo di un partito di governo e che a Milano, nello stesso istante, sostenga il candidato di Berlusconi e Salvini? Non si può stare a Palazzo Chigi con Renzi e a Palazzo Marino con Forza Italia e Lega". Ma il quotidiano di via Negri svela un retroscena su Alfano. Pare che il ministro qualche giorno fa sia andato a parlare con Renzi di amministrative dandogli la sua disponibilità ad appoggiarlo da Torino ad Agrigento, ma, secondo quanto scrive Il Giornale, avrebbe chiesto delle rassicurazioni per lui "se c' è lo spazio politico per fare qualcosa insieme".

Retroscena - Il ministro dell'Interni pensava al Partito della Nazione ma Renzi gli avrebbe risposto picche. Peccato che Renzi gli abbia chiuso la porta in faccia.  Pare che il premier mal sopporti l'equilibrismo di Alfano soprattutto in questi giorni in cui il provvedimento sulle unioni civili entra nel vivo. 

Giugliano - Miss Mondo: Elena Santoro vince la prima tappa

Giugliano - Miss Mondo: Elena Santoro vince la prima tappa



di Francesco Celiento



GIUGLIANO - Grande entusiasmo e partecipazione al centro Auchan di Giugliano, dove è approdata la prima tappa di Miss Mondo Campania 2016, organizzata dall’Ag Production di Antonio e Giuseppe Puzio. Ad aprire l’evento l’inno nazionale e l’assessore comunale Paride Caputi, il quale ha portato il saluto della città alla manifestazione nazionale di bellezza.

Una ventina di ragazze, giunte da tutte le cinque province della Campania, hanno sfilato sul palco per conquistare il primo posto. La giuria era composta da politici, professionisti, attrici, giornalisti e la velina spagnola Simona Guatieri.

Ha vinto la tappa aggiudicandosi la fascia di Miss Auchan Giugliano e qualificandosi per le semifinali nazionali di Gallipoli, la sannita Elena Santoro, 24 anni, di Limatola (Benevento), una ragazza dai capelli biondissimi, alta 1.77 con occhi azzurri; vicina alla laurea in marketing e comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli, per la gioia degli uomini è single ed assomiglia alla diva americana Marylin Monroe, non a caso fare l’attrice è uno dei suoi sogni preferiti.

“Sono contenta di aver conquistato subito l’accesso a Gallipoli, città stupenda, mi sento già stesa lì a godermi il panorama, ho sempre creduto che mettersi in gioco continuamente è la chiave vincente, sogno la felicità rimanendo una persona normale” ha dichiarato a caldo la vincitrice. Dietro di lei sono giunte in ordine di classifica Mirea Sorrentino, Francesca Covino, Mena Venuso, Federica Petrillo, Daniela Picciocchi, Sara Molino ed Assunta Bove, tutte vincitrici di una fascia abbinata agli sponsor del concorso.

La serata, durante la quale un noto atelier di abiti da sposa ha presentato la sua nuova collezione, è stata co-presentata da Antonio Esposito, affiancato da una show girl d’eccezione: Barbara Chiappini, molto ricercata dal pubblico per i classici “selfie”. La Chiappini ha ricordato che fu proprio il concorso di Miss Mondo a lanciarla nel mondo dello spettacolo nel 1993, quando vinse il titolo italiano ed andò in Sudafrica a rappresentare l’Italia, dove si aggiudicò il titolo mondiale di Miss Fotogenia; “Dissero che ricordavo molto Sophia Loren” ha ricordato ai presenti la show-girl napoletana. Ha consegnato il premio alla vincitrice la Miss Mondo Italia 2015 Greta Galassi, ospite d’onore della tappa. Le coreografie sono state curate dalla modella Rosanna Giaquinto, insegnante di portamento. 

Il Papa ha un alleato a sorpresa l'asse inedito ha uno scopo preciso

Il Papa ha un alleato a sorpresa, l'inedito asse del Vaticano 


di Antonio Socci



C'è uno sfondo quasi apocalittico nello storico incontro di papa Francesco con il patriarca ortodosso Kirill e s' intravede nella solenne Dichiarazione che hanno firmato: «Dalla nostra capacità di dare insieme testimonianza dello Spirito di verità in questi tempi difficili dipende in gran parte il futuro dell' umanità». È un' ombra apocalittica che - in modo discreto - si trova nel magistero di tutti gli ultimi papi, da Pio XII a Benedetto XVI (ne parlo proprio nel mio libro, "La profezia finale"). Siamo del resto nell' epoca della minaccia atomica planetaria e oggi del terrorismo globale. Il tempo in cui l' autodistruzione dell' umanità è diventata possibile.

È stato lo stesso Francesco, ripartendo verso il Messico, a sottolineare sull' aereo questo aspetto con una frase enigmatica: «Io mi sono sentito davanti a un fratello... Due vescovi che parlano… sulla situazione del mondo, delle guerre, che adesso rischiano di non essere tanto "a pezzi", ma che coinvolgono tutto». Finora Francesco aveva detto che è in corso una «terza guerra mondiale a pezzi». Ora intravede il rischio della sua esplosione globale. Sono stati proprio i tempi drammatici che viviamo a urgere per questo riavvicinamento della cristianità orientale e di quella romano-cattolica. Ortodossi e cattolici si sono già trovati uniti nel martirio sotto i totalitarismi del Novecento (il secolo del grande macello di cristiani) e di nuovo oggi si trovano perseguitati e uccisi insieme, soprattutto in Medio Oriente dove si stanno sradicando intere (e antichissime) chiese.

PERSECUZIONI - Questo è il principale motivo dello storico incontro e la «Dichiarazione» lo afferma esplicitamente: «Il nostro sguardo si rivolge in primo luogo verso le regioni del mondo dove i cristiani sono vittime di persecuzione. In molti Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa i nostri fratelli e sorelle in Cristo vengono sterminati per famiglie, villaggi e città intere. Le loro chiese sono devastate e saccheggiate barbaramente, i loro oggetti sacri profanati, i loro monumenti distrutti. In Siria, in Iraq e in altri Paesi del Medio Oriente, constatiamo con dolore l' esodo massiccio dei cristiani dalla terra dalla quale cominciò a diffondersi la nostra fede e dove essi hanno vissuto, fin dai tempi degli apostoli, insieme ad altre comunità religiose.

Chiediamo alla comunità internazionale di agire urgentemente per prevenire l' ulteriore espulsione dei cristiani dal Medio Oriente. Nell' elevare la voce in difesa dei cristiani perseguitati, desideriamo esprimere la nostra compassione per le sofferenze subite dai fedeli di altre tradizioni religiose diventati anch' essi vittime della guerra civile, del caos e della violenza terroristica».

C'è poi un punto specifico sulla Siria, terreno di confronto fra Putin e Obama. La Dichiarazione che vuole dialogo e pace e chiede di debellare il terrorismo, è obiettivamente conflittuale con i progetti bellici di Turchia, Arabia Saudita e Stati Uniti.

È noto che la Chiesa ortodossa russa è oggi molto vicina al presidente Putin che ha scelto - come prospettava profeticamente Solzenicyn negli anni Settanta - di liberare il Paese dall' ideologia comunista (e dai tentativi di colonizzazione occidentale) tornando alle radici cristiane del popolo russo.

La Dichiarazione dà un grande riconoscimento a questa rinascita cristiana dei Paesi che subirono l' ateismo marxista.

E poi il Papa e il Patriarca denunciano la «restrizione della libertà religiosa» che si verifica in quei Paesi occidentali che un tempo furono cristiani e liberali: «I cristiani si scontrano sempre più frequentemente con una restrizione della libertà religiosa, del diritto di testimoniare le proprie convinzioni e la possibilità di vivere conformemente ad esse. In particolare, constatiamo che la trasformazione di alcuni Paesi in società secolarizzate, estranee ad ogni riferimento a Dio ed alla sua verità, costituisce una grave minaccia per la libertà religiosa. È per noi fonte di inquietudine l' attuale limitazione dei diritti dei cristiani, se non addirittura la loro discriminazione, quando alcune forze politiche, guidate dall' ideologia di un secolarismo tante volte assai aggressivo, cercano di spingerli ai margini della vita pubblica». Il riferimento è anzitutto all' Europa: «Invitiamo a rimanere vigili contro un' integrazione che non sarebbe rispettosa delle identità religiose. Pur rimanendo aperti al contributo di altre religioni alla nostra civiltà, siamo convinti che l' Europa debba restare fedele alle sue radici cristiane».  Assistiamo così al ribaltamento della storia: mentre gli Stati Uniti di Obama incarnano oggi la minaccia di un imperialismo ideologico laicista e anticristiano, che viene pesantemente imposto anche attraverso istituzioni internazionali come l' Onu e la Ue, invece i Paesi ex comunisti rappresentano una resistenza a questa nuova «colonizzazione ideologica» (Francesco). E non intendono subirla come subirono il comunismo.

FRONTE DELL' EST - Questo fronte dell' Est non è politicamente compatto, ma anch' esso conflittuale (ad esempio Polonia e Russia non sono alleate). Vi sono ostilità politiche nei confronti di Putin.  Invece la comune religione cristiana supera le divisioni politiche e unisce cattolici e ortodossi nella battaglia contro le persecuzioni anticristiane e contro «la dittatura del relativismo» che si sta dispiegando in Occidente.  Ecco quindi le fortissime parole contenute nella Dichiarazione sui cosiddetti «principi non negoziabili». Anzitutto in difesa della famiglia naturale uomo-donna: «Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell' uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica».  Il patriarca Kirill nell' estate del 2013 ha evocato scenari apocalittici attaccando proprio quella «serie di Paesi» dove «negli ultimi tempi» si stanno legalizzando i matrimoni omosessuali e dove «quelli che, in coscienza, combattono tali leggi imposte da una minoranza vengono repressi». Tutto ciò, secondo il Patriarca, che guarda gli eventi in un' ottica spirituale, è «un pericoloso segno dell' apocalisse», quindi ha chiesto che tali leggi non si affermino nel «territorio della Santa Russia… perché questo significherebbe che la nazione ha intrapreso la strada dell' autodistruzione».  Parole simili aveva pronunciato anche il cardinal Bergoglio nel 2010 da arcivescovo di Buenos Aires: «Qui c' è l' invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un' invidia che cerca astutamente di distruggere l' immagine di Dio, cioè l' uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra».

Nella Dichiarazione congiunta di venerdì poi si dice: «Chiediamo a tutti di rispettare il diritto inalienabile alla vita. Milioni di bambini sono privati della possibilità stessa di nascere nel mondo. La voce del sangue di bambini non nati grida verso Dio (cfr Gen 4, 10)».

C'è poi una dura condanna dell' eutanasia. Infine una forte preoccupazione per lo «sviluppo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, perché la manipolazione della vita umana è un attacco ai fondamenti dell' esistenza dell' uomo».

È chiaro che la firma su questa Dichiarazione solenne espone il Papa sul tema oggi bollente in Italia delle unioni gay (è ben più duro di Bagnasco).  Si dirà che le sue successive dichiarazioni in aereo ne minimizzano la portata («Non è una Dichiarazione politica, è una dichiarazione pastorale, anche quando si parla del secolarismo e di cose esplicite, della manipolazione biogenetica e di tutte queste cose»). Tuttavia questo documento sottrae di fatto il Papa all' agenda Obama e onusiana a cui spesso è sembrato aderire. E forse l' irritazione degli ambienti obamiani, dell' establishment europeo e dei regimi islamisti non tarderà a farsi sentire.

Fini punito dalla figlia di Almirante: "Cosa so sulla casa a Montecarlo"

Fini punito dalla figlia di Almirante: "Cosa so sulla casa a Montecarlo"




"Sono nauseata, non so se in futuro voterò. Nessuno mi rappresenta, nessuno degli attuali politici che si definiscono di destra merita fiducia ed è degno della memoria di Giorgio Almirante". In un'intervista a Il Tempo, a puntare il dito è Giuliana de' Medici, figlia dello storico leader del Movimento sociale italiano e di donna Assunta. A scatenare Giuliana è la questione che l'ha portata a dimettersi da vicepresidente dell'Assemblea nazionale di Fratelli d'Italia.

Tutta colpa di una questione di soldi, "parliamo di centomila euro", spiega, quelli spesi per "una serie di iniziative per celebrare il centenario della nascita del leader Msi" che la de' Medici organizzò come presidente della Fondazione Almirante dopo aver contattato il presidente della Fondazione An Mugiani. La figlia di Almirante spiega: "Con Mugiani ci stringemmo la mano. Ma quando le fatture relative ai pagamenti da effettuare per le manifestazioni svolte sono arrivate dinanzi al CdA della Fondazione An, i suoi membri hanno cominciato a temporeggiare, a discutere".

Dunque l'addio. E una serie di giudizi di fuoco. La de' Medici azzanna: "Trenta-quarant'anni fa nessuno voleva affittare appartamenti al Msi per paura di attentati. Così Almirante firmò le cambiali e gli iscritti versavano una quota mensile, diversa a seconda delle possibilità, per pagare i mutui. Soldi e sedi appartengono al popolo missino e a nome del popolo missino chiedo che le spese della Fondazione An vengano rese pubbliche e che i bilanci vengano pubblicati".

Si passa poi a Italo Bocchino. La figlia di Almirante ricorda: "Mia madre, donna Assunta, ereditò Il Secolo. Mio padre passava le notti in tipografia quando finiva i lavori parlamentari. E mia madre donò il giornale ad An. Oggi hanno chiamato a dirigerlo Italo Bocchino, uno che ha tradito gli ideali di destra viene pure premiato con uno stipendio da direttore, e Il Secolo non che sia un grande giornale", affonda. "E poi - continua - c'è Montecarlo".

Nel mirino di Giuliana ci finisce Gianfranco Fini. "Una storia che grida vendetta. È sotto gli occhi di tutti: la contessa Colleoni l'ha donata e qualcuno se ne è appropriato. Fini è stato scelto e imposto da Almirante, sembrava un giovane capace. Fu indicato perché non aveva nulla a che fare né col fascismo né con la Repubblica sociale. Almirante era umile - continua -, Fini invece si è montato la testa, ha raggiunto ruoli importanti senza avere la giusta maturità e perdendo il senso della realtà. Entrando nel Pdl lui e tutti i colonnelli hanno cancellato la destra dimenticando gli insegnamenti di Almirante". Gianfranco colpito e affondato.

Feltri a sorpresa: "Vi dico perché amo Sanremo". Poi quella frase su Carlo Conti

Vittorio Feltri a sorpresa: "Vi dico perché amo Sanremo". Poi umilia Carlo Conti: "Più che un conduttore..."




Passano gli anni ma il Festival di Sanremo "è rimasto sostanzialmente alle origini. Non importano i contenuti, la qualità delle canzoni e della musica che sono solo pretesti per inscenare, una volta l'anno, uno spettacolo popolare, interclassista, ossia l'evoluzione anche tecnologica delle vecchie care sagre paesane". E tutti si incollano alla tv. Vittorio Feltri compreso, che in un articolo sul Giornale confessa di guardarlo: "I principali denigratori sono i cosiddetti intellettuali, specialmente di sinistra, che amano il popolo, però non sopportano la popolazione", "in passato ho criticato la famosa kermesse, convinto che fosse un diversivo finalizzato a intontire i telespettatori. Sbagliavo. In fondo, Sanremo fotografa alla perfezione il carattere dei connazionali, i quali aspirano legittimamente a svagarsi, a pensare ad altro, anzi, a non pensare affatto, dato che tutto il resto, come intonava Califano, è noia".

Sanremo, conclude Feltri, "rivela il grado di benessere (e malessere) nazionale. Da oltre mezzo secolo, campiamo alla giornata: grazie ai progressisti, la sola cosa che progredisce è la precarietà. Una costante che fa a pugni con lo sviluppo. Si distingue Carlo Conti. È un notaio più che un conduttore", il "simbolo della patria che mendica una settimana di ricreazione". 

Ora al viceministro "sfugge" la verità: sì alla manovra, quando ci stangano

Ora al viceministro "sfugge" la verità: sì alla manovra, quando ci stangano




Da più parti si parla di una "manovra correttiva": sulla stampa come in Parlamento. Una nuova stangata per gli italiani, insomma. Il governo ha sempre smentito, ma ora, al viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti, è "sfuggita" la verità. Ha infatti parlato di "aggiustamenti". Lo ha fatto nel corso del programma L'intervista di Maria Latella su Sky, in cui ha spiegato che "è prematuro" parlare di una manovra correttiva ma "non è escluso che possano essere necessari piccoli aggiustamenti" alla luce dei dati dell'Istat sul Pil peggiori rispetto alle stime del governo. Dunque, con assoluta probabilità, "manovra correttiva" sarà. E sui contenuti qualche anticipazione arriva da Il Messaggero, secondo il quale l'aggiustamento sarà "da 2 a 4 miliardi se la situazione economica peggiorerà. Allora una manovra light sui conti pubblici per bilanciare lo scostamento rispetto alle previsioni formulate nel Def sarebbe uno scenario tutt'altro che campato in aria", conclude il quotidiano.

Ci sono 2 pluri-assassini romeni in fuga: carcere di Rebibbia, clamorosa evasione

Ci sono 2 pluri-assassini romeni in fuga: carcere di Rebibbia, clamorosa evasione




Due detenuti di nazionalità romena sono evasi nel pomeriggio di domenica 14 febbraio dal carcere romano di Rebibbia. Secondo quanto si è appreso i due criminali, condannati per diversi omicidi, sono ricercati da polizia e carabinieri. Stando alle prime informazioni i due avrebbero scavalcato il muro di cinta e sarebbero scappati a piedi lungo via Tiburtina. L'allarme è scattato intorno alle 19. I due hanno 25 e 27 anni. Decine di pattuglie sono a caccia dei fuggiaschi. Ora si cerca di capire come abbiano fatto ad evadere: da anni, a Rebibbia, non accadeva nulla di simile.

"Apprendiamo di una evasione avvenuta poco fa presso l’istituto romano di Rebibbia. Al momento non è stato possibile sapere di più. Due detenuti romeni. Aperte le ricerche con varie unità della polizia penitenziaria e altre forze di polizia". È quanto si legge in un comunicato del segretario generale aggiunto Cisl Fns, Massimo Costantino. Dunque il segretario ha aggiunto: "I detenuti hanno tagliato le sbarre del magazzino e poi scappati dai passeggi scavalcando la rete è il muro di cinta per poi darsi alla fuga, i 2 detenuti sono di origine rumene ed espletavano servizio in qualità di lavoranti. Aperte le ricerche con varie unità dellapolizia penitenziaria e altre forze di polizia".

Salvini spara: "Siete una schifezza" La frase definitiva contro i giudici

"Siete una schifezza": Salvini spara ad alzo zero, frase definitiva sui giudici




"Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori. Ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all'ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana. Si preoccupi piuttosto della mafia e della camorra, che sono arrivate fino al Nord". Parole e musica di Matteo Salvini, il segretario federale della Lega Nord, che dal palco del congresso piemontese del partito parla del caso Rimborsopoli (che vede l'assessore leghista rinviato a giudizio) e punta il dito contro la magistratura, definita "una schifezza".

Alfano, la mezza minaccia a Renzi: "Se passano le adozioni ai gay..."

Alfano, la mezza minaccia a Renzi: "Via le adozioni omosex. Occhio, se la legge passa..."




Se la stepchild adoption dovesse passare nel pacchetto sulle unioni civili, "proporrò il referendum". Lo  conferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano a In 1/2 ora. Il leader di Ap precisa che su questo piano, nel promuovere il referendum, "non c’è una lesione istituzionale" tra il ruolo di ministro e quello di segretario dell’Ncd. "Io non sono per il cupio dissolvi della legge" sulle unioni civili, prosegue. "Quindi - spiega - non tifo perchè salti tutto, ma tifo perché, se fossi il leader del Pd io direi signori, io sono il Pd e guido questo Paese e questo è un Paese che rifiuta il tema delle adozioni e io mi colloco in linea con la sensibilità del paese". Alfano, insomma, torna a mettere nel mirino la legge sulle adozioni omo. E ancora, avverte che se la stepchild adoption dovesse essere approvata, potrebbero esserci ripercussioni per maggioranza e governo: "Non sono sicuro, ma non faccio minacce". Dunque conclude: "Renzi tolga la stepchild adoption, e la legge passerà".

Alfano parla anche di terrorismo, e suona l'allarme. "Abbiamo delle analisi che non lasciano prevedere un clima sereno per gli anni a venire» sul fronte terrorismo. Abbiamo informazioni che ci spiegano che il rischio è altissimo" ma, continua, non "c’è un allarme concreto e specifico. Alfano conclude sottolineando che "Nessun paese è a rischio zero. Ho sempre detto che occorre dire la verità", ha concluso.

RENZI UMILIA L'ITALIA Regala il mare alla Francia: ecco i nuovi confini / Cartina

Renzi ha regalato il mare alla Francia. Italia umiliata: i nuovi confini / Foto


di Martino Cervo



Abbiamo dato un pezzo di Sardegna ai francesi. Corrado Guzzanti l’aveva previsto anni fa, imitando Giulio Tremonti: «Vendiamo la Sardegna. È un’isola che è lontana, non serve a nessuno. Diamo 48 ore di preavviso alla popolazione, e non c’è problema. Ho un compratore». L’ultimo omaggio al genio profetico del comico non l’ha fatto l’allora ministro dell’Economia che, nella memorabile parodia, immaginava appunto di cedere l’isola ai tedeschi; viene invece dal governo Renzi, protagonista di un bilaterale con la Francia del 21 marzo 2015 dedicato (anche) alle acque internazionali, che è improvvisamente tornato d’attualità.

A ridare importanza a quell’accordo, stilato a Caen quasi un anno fa, una serie di azioni delle autorità marittime francesi che, a inizio 2016, hanno respinto o addirittura sequestrato alcuni pescherecci italiani nel Tirreno: le imbarcazioni, secondo i transalpini, avrebbero sconfinato in acque non più italiane avvicinandosi alla Corsica. Il caso più clamoroso è quello del «Mina», oggetto anche di una interrogazione parlamentare dei Cinque stelle: la barca è stata tratta in stato di fermo, il 13 gennaio scorso, nel porto di Nizza, e poi rilasciata su cauzione, creando un vero e proprio caso diplomatico. Le acque in cui la barca è stata fermata dai francesi, però, al capitano di bordo risultavano nostre: avrebbero «cambiato colore» proprio nel bilaterale Gentiloni-Fabius del 21 marzo 2015, avente per oggetto lo scambio di acque territoriali.

La Farnesina si attiva - siamo a metà gennaio - per risolvere l’increscioso episodio: il sottosegretario Benedetto Della Vedova dà una versione dei fatti che conferma l’accordo (acque al largo dell’Elba diventano italiane, in cambio di pescose fette di mare attorno alla Corsica, sia al largo della Liguria sia a nord della Sardegna, che passano sotto Parigi), ma spiega che, secondo la legge italiana, l’intesa non è in vigore, in quanto non è mai stata ratificata in Parlamento. Le autorità d’Oltralpe, però, paiono di tutt’altro avviso: tant’è che pochi giorni fa una nuova imbarcazione italiana, partita da Alghero, viene rimbalzata dai francesi e stoppata nella sua attività di pesca. La denuncia, rilanciata dal responsabile economico della Lega Nord Claudio Borghi, è del deputato di Unidos Mauro Pili: «Un peschereccio sardo, una volta raggiunte le tradizionali aeree di pesca al nord dell’Isola, si è sentito intimare dalle autorità francesi lo stop immediato.

Il messaggio è stato chiaro: fermatevi, state entrando in acque nazionali francesi in base all’accordo internazionale sottoscritto dal governo italiano da quello francese». Pili, riporta il sito sassarinotizie.com, dopo essersi consultato con le categorie, va all’attacco presentando un’interrogazione parlamentare non dissimile da quella grillina di poche settimane fa. Non si cava però un ragno dal buco: due azioni (una alla Camera venerdì e una al Senato a fine gennaio) in sostanza confermano l’accordo (ne parla anche il sito www.shom.fr, un ente che fa capo al ministero della Difesa francese e pubblica la cartina delle nuove competenze territoriali), ma secondo i nostri onorevoli il testo «non risulterebbe consultabile neppure nelle banche dati governative». Pili attacca: «È fin troppo evidente che il governo Renzi, nel corso del negoziato, ha accettato la cessione di alcune importantissime zone di mare a nord ovest e a nord est della Sardegna. Un danno immenso per le marinerie sarde, che risulta incomprensibile e inaccettabile». 

Poi posta sul suo profilo Facebook tre pagine, scrivendo: «Pubblico il vergognoso accordo tra Italia e Francia». Segue frontespizio di quello che dovrebbe essere il misterioso testo. Fa riferimento a «quattro sessioni di negoziato» tra i due esecutivi, risalenti a dicembre 2006, marzo e settembre 2007 (all’epoca eravamo in pieno governo Prodi bis) e marzo 2012 (governo Monti). Al nono anno di trattativa, arriva la firma al bilaterale di Caen di cui si è detto, che ritocca un testo del 1892 poi ritoccato nel 1986 (agli Esteri c’era Giulio Andreotti). Resta il mistero su contenuto esatto e soprattutto entrata in vigore di questo nuovo accordo, svolto in ottemperanza a nuove norme dell’Onu.

Si tratta di dettagli non da poco, visto che nelle acque in questione sguazzano pesci preziosissimi soprattutto per le economie di Liguria e Sardegna (in cambio ci avremmo guadagnato come detto un’estensione - meno ghiotta - di acque toscane al largo dell’Elba). Come spiegava un pezzo apparso sul sito del Fatto Quotidiano all’epoca del sequestro del «Mina», nei mari passati da Italia a Francia si trova «uno scrigno naturale dove si riproducono e vivono i gamberoni rossi. Una specie pregiatissima, venduta all’ingrosso a 40 euro al chilogrammo e a 70/80 euro in pescheria e addirittura a 100 euro sotto Natale». Si tratta della cosiddetta «Fossa del cimitero», fascia nella quale - in deroga all’accordo stesso, che prevede un’«intesa di vicinato» - secondo il sito notizie geopolitiche.net la Francia avrebbe ottenuto l’esclusiva del pescato. Tutta ricchezza che, se le cose stanno come dice Pili, è silenziosamente passata dall’Italia alla Francia: nel migliore dei casi, un autogol.

domenica 14 febbraio 2016

Caivano (Na): Domenico Falco è compatibile Incompatibili sono i fautori del documento falso firmato a nome Sirico

Caivano (Na): Domenico Falco è compatibile Incompatibili sono i fautori del documento falso firmato a nome Sirico 


di Gaetano Daniele

Domenico Falco
Consigliere comunale "Noi Insieme" 

Domenico Falco: "Non sussiste nessuna ineleggibilità o incompatibilità al mio ruolo al mio ruolo di consigliere comunale, come accertato dalla commissione convalida degli eletti. L'esposto a firma del consigliere Luigi Sirico, la paternità della firma non è ascrivibile a lui, ho già dichiarato al sindaco e al segretario comunale, la mia completa disponibilità a favorire qualsiasi atto volto a dimostrare la mia assoluta compatibilità alla carica di cui mi onoro di ricoprire nel gruppo consiliare Noi Insieme. Per fattispecie analoghe alla mia, il Tribunale amministrativo della Campania e la Cassazione si sono espressi a favore dei malcapitati consiglieri eletti, dichiarandoli compatibili ed eleggibili. Nonostante l'attacco politico - conclude Falco - continuerò a svolgere il mio ruolo di consigliere comunale con la serenità e la motivazione di sempre"

Non entriamo nel personale, non ci riguarda, potevamo, invece, entrare nel merito se fosse decaduto da consigliere comunale, quindi, sarebbe scorretto riportare fatti che non entrano in conflitto con l'aspetto amministrativo che il consigliere comunale Domenico Falco ricopre, proclamato appunto illo tempore consigliere comunale a tutti gli effetti. Le calunnie di solito non vanno alimentate come capitato al giovane consigliere consigliato forse anche male. 

L'accanimento, la vigliaccheria ed il danno di chi ha usato infangare il nome di un giovane emergente, se fosse confermato quanto dichiarato dal consigliere comunale Domenico Falco, è incalcolabile, da indurli ad un attento esame di coscienza, affinchè rassegnare, se consiglieri comunali, o funzionari o capi di staff, le proprie dimissioni irrevocabili. 

Si può strumentalizzare un accadimento politico per tornaconti politici, anche personali. Si possono formulare accuse demagogiche, come accade di routine anche nei salotti buoni della politica nazionale. Ma versare fango, entrando nel personale di una persona perbene, aldilà di quanto accaduto, solo per sminuirne il peso politico, è un atto gravissimo. 

"Chi si lamenta della macchina del fango non può tentare allo stesso tempo di imitarla". Figuriamoci dare consigli....!

Domenico Falco, quindi, non si deve dimettere per diversi motivi. 1) I suoi elettori sono certamente contenti di averlo votato e quindi mandato  in consiglio comunale e lo rifarebbero, come si evince dai social network. 2) I fatti eventuali erano già noti prima. 

Domenico Falco, quindi, non deve dimettersi perchè è impossibile chiedere le dimissioni del consigliere comunale senza chiedere prima, e con più veemenza, le dimissioni dell'intero consiglio comunale, presidente compreso. Ma entrambe devono rimanere al loro posto, perchè fino a prova contraria da quanto dichiarato dal consigliere comunale Domenico Falco, rappresentano una quota maggioritaria di cittadini caivanesi, quella stessa quota che ha responsabilmente chiesto che vengano rispettati i ruoli, le istituzioni e soprattutto le leggi. 

UNIONE EUROPEA: COMI: Ruolo EFSA da rilanciare anche per Made in Italy

UNIONE EUROPEA: COMI: Ruolo EFSA da rilanciare  anche per Made in Italy


di Gaetano Daniele

Così Lara Comi, Eurodeputato FI /PPE
e Vicepresidente Gruppo PPE al Parlamento europeo. 

"Dobbiamo valorizzare il made in Italy e costruire sinergie con gli organismi europei che hanno un ruolo decisivo nella costruzione delle politiche dell'Ue. EFSA (European Food Safety Authority), l’agenzia europea che si occupa di sicurezza alimentare, con sede a Parma, svolge un lavoro determinante a livello scientifico, producendo pareri di supporto alle decisioni della Commissione UE in materia di autorizzazioni al commercio di alimenti e fornendo valutazioni sui possibili rischi legati ad esempio all'utilizzo di pesticidi e OGM. Il supporto scientifico di EFSA è poco conosciuto, sia dalle aziende dell’agroalimentare, sia dai consumatori. Per questo giovedì scorso, insieme a diversi imprenditori e istituzioni locali e a rappresentanti della Coldiretti, ho incontrato il management di EFSA e la struttura della comunicazione, facendo da apripista per una costante e proficua collaborazione tra EFSA, Parlamento Europeo e realtà locali. Così Lara Comi, Eurodeputato FI /PPE e Vicepresidente Gruppo PPE al Parlamento europeo ai nostri microfoni, e nota: Come rappresentante dell’unica istituzione europea direttamente eletta dai cittadini, mi sono impegnata ad essere il tramite tra le istanze del mondo produttivo, le associazioni di categoria, i consumatori ed EFSA. L’agenzia ha confermato di essere pronta a comunicare in modo sempre più trasparente a tutti i cittadini le proprie attività e i risultati delle proprie ricerche. Una costante attività di informazione e di dialogo informale con il Parlamento europeo - conclude Comi - è sempre più necessaria per far sì che la conoscenza scientifica prodotta sia davvero al servizio delle imprese e dei consumatori e ci permetta così di difendere al meglio le nostre eccellenze in campo alimentare”.