Napoli - Intervista al dott. Aldo Bova, Primario emerito Ortopedia ospedale San Gennaro- Napoli, Responsabile Terapia del dolore della Clinica Santa Lucia di San Giuseppe Vesuviano
di Mario Setola
per il Notiziario sul web
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Dott. Aldo Bova bova.aldo@virgilio.it |
Cosa è il dolore ?
Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno.Questa è la definizione del dolore secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.
Cosa intendiamo per dolore osteoarticolare?
E’ il dolore che appare alle articolazioni singole o nelle regioni, dove ci sono vari rapporti articolari. Ad esempio:
- Rachide lombosacrale
- Rachide cervicale
- Anca
- Ginocchio
- Spalla
- Gomito
- Eccetera…..
Quale può essere la causa di questo dolore ?
Le cause possono essere: l’artrosi per l’usura della cartilagine articolare, i conflitti radicolari (vedi ernie del disco), il sovraccarico che si determina in alcune zone per squilibri biomeccanici (come alle teste dei metatarsi), fratture da stress. La causa più frequente è l’artrosi.
Quanta gente colpisce questo tipo di dolore?
In Europa colpisce circa 100 milioni di cittadini con una prevalenza del 50% nella popolazione anziana. Le donne appaiono maggiormente colpite in relazione agli uomini. Gli uomini, però, hanno bisogno di una maggiore quantità di farmaco per sedare un dolore della stessa intensità.
Quali elementi caratterizzano questo tipo di dolore?
In un recente studio dell’Università di Pisa è stato rilevato che le donne che soffrono di dolore cronico (con cui in pratica vivono) vanno molto più facilmente incontro alla depressione, in relazione agli uomini che vivono la stessa condizione. E’ stato rilevato, in particolare, che c’è un collegamento diretto fra stato depressivo e dolore di schiena, maggiore nella donna in relazione all’altro sesso. Al dolore cronico si accompagnano frequentemente, oltre alla depressione, disturbi del sonno e nervosismo. Recenti indagini hanno rilevato che in Italia raggiungono circa i dodici milioni le persone affette da dolore cronico, per il quale in un anno viene perso quasi un miliardo di ore lavorative e vengono spesi oltre 11 miliardi di euro per visite e terapie con un costo sociale complessivo di 36,4 miliardi l’anno.
Il dolore cronico, per le cose dette precedentemente, incide negativamente e notevolmente :
- sui costi a carico del SSN
- sui costi economici che gravano sulle attività produttive
- sulla qualità della vita dei pazienti
Quali sono i tratti del corpo più interessati?
Le regioni in cui maggiormente si localizza il dolore cronico sono:
- rachide lombare
- ginocchio
- anca
- rachide cervicale
Come va approcciato il dolore?
Bisogna innanzitutto avere sempre presente che il dolore è un sintomo, anche se può divenire una patologia a sé stante, autonoma.
E’ indispensabile da parte del medico:
- l’ascolto del paziente per conoscere la sua storia personale, la storia del dolore e le caratteristiche del dolore ( molto importante il suo decorso e la sua irradiazione)
- la visita accurata
- stabilire le indagini giuste e necessarie (Radiografie, Tac, Rmn, ecografie ecc.)
Qual è il modo di curare il dolore osteoarticolare?
Fatta la diagnosi, bisogna procedere con la terapia idonea. E la terapia può essere:
Medica
Fisica
Riabilitativa
Chirurgica
Riabilitativa post-chirurgica
Psicologica
Naturalmente, nell’adoperare la terapia medica, bisogna tenere presenti tutte le opzioni che si hanno a disposizione dai Fans, ai Cox2-inibitori, agli oppiacei deboli ed a quelli forti, conoscendo i tre step della gestione del dolore. Lì dove è importante agire chirurgicamente, è bene non esitare nel prendere la decisione chirurgica. Vanno tenute in conto tutte le armi disponibili della terapia fisica ( tecarterapia, laserterapia, magnetoterapia eccetera). Un elemento molto importante per contribuire a ridurre o dominare il dolore cronico osteoarticolare è l’azione psicologica, che serve a dare fiducia e speranza e ad evitare che si vada incontro a stati depressivi che possono certamente peggiorare la sensibilità al dolore.
Quali terapie innovative ed efficaci esistono per il dolore osteoarticolare persistente?
Nel quadro delle armi innovative molto efficaci che abbiamo a disposizione per la terapia del dolore persistente c’è la neuromodulazione con la radiofrequenza. E’un metodo innovativo, estremamente sicuro e particolarmente indicato per alcuni disturbi e per alcune tipologie di pazienti. Il tipo di dolore da trattare con la radiofrequenza è quello mioosteoarticolare per:
- artrosi
- sofferenze miofasciali
- sindrome delle faccette articolari (cervicali, lombari, dorsali)
- discopatie
- epicondilite
- neuroma di Morton
- sacroileite
Le regioni del corpo più frequentemente trattate:
- rachide lombare, cervicale, dorsale
- ginocchia
- anche
- spalle
- gomiti
Tipi di pazienti per cui c’è grande indicazione:
- sportivi
- anziani
- cardiopatici
- epatopatici
- nefropatici
- allergici
Questa tecnica e’ molto utile e valida specialmente per pazienti che non possono fare uso di farmaci in generale e di farmaci antinfiammatori in particolare. La radiofrequenza è una tecnica di interruzione temporanea o definitiva dello stimolo doloroso. In effetti si avvale di una corrente elettrica ad alta frequenza che viene applicata nella sede da trattare attraverso un elettrodo con particolari caratteristiche, collegato ad un generatore di RFA (fig.1). Tale corrente elettrica permette di controllare il dolore articolare, interferendo con i nervi specifici della zona.
Fig. 1- Generatore di corrente
Gli impulsi creati sui tessuti vicini alla punta dell’ago generano due fenomeni specifici: la formazione di calore e l’esposizione del tessuto al campo elettrico. Questi due effetti , insieme, determinano uno stordimento (stunning) delle cellule nervose e l’interruzione del circolo vizioso alla base del fenomeno del dolore. L’apparecchio che genera RFA ha delle impostazioni che consentono di scegliere il tempo del trattamento, la temperatura ed il voltaggio da adoperare, il controllo dell’impedenza e il tipo di RFA (pulsata o continua) da usare in relazione alla patologia da trattare. Tra i grandi vantaggi della radiofrequenza dobbiamo segnalare: l’efficacia, la precisione (nella scelta della temperatura) la sicurezza, l’assenza di complicanze in mani esperte. In conclusione è da segnalare che la terapia del dolore mioosteoarticolare con la radiofrequenza è di grande efficacia per la salute delle persone e per portare i vantaggi sociali ed economici che si producono, riducendo i casi di dolore cronico presenti in modo così diffuso nella nostra popolazione.