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mercoledì 2 dicembre 2015

Spie in casa di Renzi e Della Valle La mossa "diabolica" di Berlusconi

Silvio mette le spie a casa Renzi e Della Valle


di Paolo Emilio Russo



Piano piano il centrodestra risale, ma non è la velocità che conta. «Perché questo delle Amministrative è il girone di andata, quello che conta è la finale, le Politiche, nel 2018». Silvio Berlusconi ha trascorso il suo lunedì come quasi tutti i precedenti, cioè a pranzo coi figli e poi in riunione con gli avvocati e a studiare sondaggi e dossier preparati dai suoi ghost writer. Ci sono le Amministrative, certo, ma anche per quelle non c' è poi tutta questa fretta, come spiega utilizzando la metafora calcistica qui sopra: «Il Pd non sa chi candidare, sono nel caos. Noi non dobbiamo dare loro un vantaggio, teniamo le carte coperte...».

Poche le telefonate arrivate ad Arcore, ma già nel fine settimana, prima al convegno del Ppe di Mogliano Veneto, poi in collegamento con una iniziativa di Gianfranco Miccichè a Bagheria, il leader di Fi aveva spiegato il suo piano. «Dobbiamo riportare a noi quei voti che ne se sono andati, i delusi. Il programma che prepariamo è molto ampio e convincente perchè siamo partiti dalle persone che non vanno più a votare e il 78% dei cittadini ha dichiarato nei sondaggi che tornerebbe a votare se si costruisse una squadra preparata e capace», aveva detto il Cavaliere.

L' ex premier non guarda solo al suo partito, ma chiede «una coalizione ampia», in grado di arrivare al ballottaggio: «Alle prossime elezioni il Pd non potrà arrivare al 40% e allora dovrà esserci un ballottaggio, a cui potrebbe andare il M5s. Se loro dovessero vincere sarebbe un disastro. Occorre che Fi cresca e per questo ho deciso di scendere nuovamente in campo», ha aggiunto domenica. Rivelano un trend positivo, ma che resta molto lavoro da fare, anche le ultime rilevazioni di Alessandra Ghisleri.

Per far risalire il partito, non c' è solo il prosieguo della "rottamazione" dei suoi dirigenti - in realtà soltanto da completare, visto che i più "vecchi" tra i parlamentari se ne sono andati di loro iniziativa - , ma anche una riorganizzazione della sua vecchia creatura. Dopo l' avvicendamento dei tre coordinatori regionali nominati dieci giorni fa, questa sarebbe la settimana della nomina di altrettanti coordinatori delle macroaree: un "capo" del partito per il Nord, uno per il Centro ed un altro per il Sud. «Ci sono problemi molto diversi», ha spiegato il presidente di Fi ai coordinatori regionali, citando ad esempio «l' allarme furti» di cui gli hanno parlato in tanti, nelle ultime settimane, registrato in Lombardia. Si era vociferato dei nomi di Andrea Mandelli per il Nord, di Salvatore Cicu per il Centro, Vincenzo Gibiino per il Sud, ma la coincidenza degli ultimi due nel collegio per le Europee "Sud e Isole" lo ha convinto a studiare soluzioni diverse.

In ogni caso, il Cavaliere ha domandato ai coordinatori regionali che gli chiedevano lumi su come muoversi in vista delle elezioni di Primavera, dello stato delle trattative con Matteo Salvini e Giorgia Meloni di stare «alla larga» dal tema, di non parlarne in pubblico se non proprio «costretti». Di più: «Avvisatemi se vedete strane manovre, movimenti poco chiari», ha chiesto ad un gruppo di dirigenti del suo partito attivi sui territori.

Tra i soggetti da "attenzionare" per mezzo dei suoi emissari sul territorio l' ex premier ha citato l' imprenditore Diego Della Valle e l' ex banchiere Corrado Passera, che da ieri è presente in Parlamento per mezzo dell' ex ministro Ncd Gaetano Quagliariello, che ha stretto con lui un accordo politico.

Istanbul, bomba esplode in metropolitana, Video: La ricostruzione

Istanbul, una bomba in metropolitana: La ricostruzione




Momenti di terrore a Istanbul: una forte esplosione, quella che potete vedere nel video, è avvenuta in una stazione della metropolitana. I media locali riferiscono di almeno sei feriti e di una vittima. La municipalità ha immediatamente sospeso la circolazione dei treni nella stazione di Bayrampsa. Haberturk Tv, inizialmente, aveva attribuito l'origine dell'esplosione a un trasformatore, che avrebbe fatto da innesco. Anche Ntv, sulla base delle testimonianze, aveva affermato altrettanto. Dopo pochi minuti, però, indiscrezioni hanno riferito di un ordigno. E il fatto che si sia trattato di un attentato lo ha confermato il sindaco della municipalità locale, che ha confermato che si è trattato di una bomba. Secondo l'agenzia di Stato Anadolu, inoltre, l'esplosione non è avvenuto all'interno della stazione della metropolitana, ma in prossimità di un cavalcavia. L'allerta, a Istanbul e in Turchia, è ai massimi livelli sia per l'allarme terrorismo, sia per la possibile vendetta del Pkk, dopo la recente uccisione del leader degli avvocati curdi.


"Servono truppe di terra in Siria" Isis, la guerra diventa globale

"Truppe di terra per schiacciare l'Isis". Guerra globale: il piano definitivo




L'impegno degli Stati Uniti nel conflitto in Siria potrebbe prevedere anche il coinvolgimento di truppe di terra oltre che il già annunciato uso dei raid aerei. In particolare sarà necessaria: "una coalizione internazionale più efficace come solo gli Stati Uniti sono in grado di mobilitare". A dirlo è stata l'ex Segretario di Stato Hillary Clinton, in corsa per le primarie del Partito democratico americano alla Casa Bianca, durante un intervento al Council on Foreign Relations a New York. Secondo la Clinton l’obiettivo "non è quello di contenere e respingere l’Isis ma di sconfiggerlo e distruggerlo - non solo in Siria ma anche in Iraq e in tutto il Medio Oriente - annientando le loro infrastrutture». Per la Clinton, dopo gli attentati di Parigi, si è entrati in "un nuova fase" che richiede un maggior lavoro di intelligence e il coinvolgimento, indispensabile, dei paesi arabi.

In Siria - Per risolvere la crisi siriana, uno degli ostacoli principali è rappresentato proprio dalla difficoltà di coinvolgere più truppe di terra, ha insistito la Clinton. Mentre "i siriani curdi sono già fortemente impegnati nella lotta", i gruppi sunniti di opposizione "sono comprensibilmente reticenti a combattere contro Assad che - ha osservato l’ex first lady - ha ucciso più siriani del terrorismo, anche se sono sempre più minacciati dell’Isis". La strategia indicata dalla Clinton è qualla di "muoversi contemporaneamente verso una soluzione politica della guerra civile, che spiani la strada ad un nuovo governo con una nuova leadership, e incoraggiando più siriani a combattere l’Isis".

Le truppe - La Clinton ha dunque idicato l’esigenza di "dispiegare immediatamente le forze speciali già autorizzate da Obama, preparandosi a dispiegarne ancora di più se un maggior numero di siriani si unisce alla lotta". E il rafforzato supporto degli Usa dovrebbe andare "mano nella mano con un aumentato supporto da parte dei partner arabi ed europei - ha proseguito -contemplando l’impiego di forze speciali che possano contribuire alla lotta via terra". L’ex Segretario di stato ha poi ribadito la necessità di una «no-fly zone» per impedire ad Assad di continuare ad uccidere civili con i raid aerei. Infine "le forze di opposzione a terra, con il supporto materiale della coalzione, potrebbero contribuire a creare una zona sicura per consentire ai siriani di rimanere nel loro Paese - ha concluso - anzichè fuggire in Europa. Quanto al coinvolgimento della Russia in Siria, sebbene possa "giocare un ruolo importante e siamo disponibili a lavorare con loro. Penso che in questo momento - ha avvertito - il presidente Putin stia in realtà peggiorando la situazione".

L'URLO DI PUTIN: "TU NON SEI DIO" La furia dello zar al super-vertice

Vladimir Putin: "Tu non sei Dio". La rabbia contro Tony Blair nel vecchio vertice




Capire chi oggi va considerato amico o nemico non è un esercizio facile, come conferma l'ex presidente della Commissione europea Romano Prodi che ripercorre alcuni momenti salienti dei primi anni 2000 per lo scenario internazionale. La grave crisi di oggi, tra il ritorno del terrorismo islamico in Occidente e l'avanzata dello Stato Islamico fino alle porte dell'Europa, affonda le sue radici nei tanti e madornali errori fatti nei decenni scorsi dai governi delle principali potenze mondiali.

In un'intervista al Fatto quotidiano, Prodi dice: "Quando si sbaglia la prima volta, penso alla guerra tra l'Iraq e l'Iran, si continua a sbagliare, errore dopo errore, fino alle guerre a Saddam e Gheddafi. Tutti contro tutti". In particolare il conflitto in Iraq del 2003 fece schizzare i toni tra le diplomazie degli otto paesi più industrializzati, fino all'episodio al quale lo stesso ex premier ha assistito.

Da un mese era cominciata la guerra in Iraq promossa soprattutto dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Ai primi di giugno c'è stata la riunione del G8 in Francia e nel corso di una cena, Prodi ricorda che alla fine di una discussione: "Putin si alzò dal tavolo e grido a Blair: 'You are not God' (tu non sei dio). Vede - aggiunge Prodi - la guerra in Iraq spaccò l'Europa, frantumò tutte le alleanze. io dovetti rinunciare al secondo mandato alla presidenza della Commissione europea. Ascoltare oggi Blair scusarsi perché quelle maledette armi di distruzione di massa non esistevano lascia un peso enorme".

martedì 1 dicembre 2015

Ricordate Charamsa, il monsignore gay? Beccato con un vip (famosissimo) / Foto

Charamsa a sorpresa: il prete gay con Miguel Bosè...




Sul numero di Chi in edicola  le immagini esclusive della trasformazione di Krzysztof Charamsa, 43 anni, teologo e presbitero, ex segretario aggiunto della Congregazione della Fede dopo il coming out, avvenuto prima del sinodo sulla famiglia, quando ha presentato al mondo il suo compagno. Notiamo la sua svolta estetica, da “grigio” prelato a elegante viveur: leggermente abbronzato, abito e camicia blu con occhiali e pochette arancioni in pendant. Ma il suo cambiamento non si nota soltanto dal look: il suo sorriso parla da solo. È con il compagno Eduard Planas, 44, professore molto impegnato per l’indipendenza della Catalogna, e Miguel Bosè alla serata di beneficenza per la 6ª edizione del Gala contro l’Aids. Oggi Charamsa vive a Barcellona ed è molto attivo sui social. Abita con il compagno nel quartiere gay di tendenza della capitale catalana (Gayxample), partecipa alla kermesse contro la violenza sulle donne e milita per la difesa dei diritti degli omosessuali, va ai vernissage e posta su Twitter le sue scelte musicali con le foto del weekend trascorso nei borghi di Besalù o a Banyoles, a pochi chilometri dalla città. 

«Facendo coming out ho perso tutto: il lavoro, lo stipendio, le risorse per la vita, l’abitazione, l’insegnamento all’università, la pensione, la sicurezza sociale e medica. La Chiesa in un istante mi ha privato di tutto, come se io non esistessi più. Ma ho recuperato la libertà umana e cristiana, la libertà di coscienza, la felicità e la dignità personale. In questo ambito umano tutto è migliorato», ha spiegato l’ex prelato. «Dell’Italia mi mancano le mamme, i giovani italiani, la loro tolleranza. Gli italiani sono un popolo accogliente, anche se sotto l’influsso della Chiesa, a volte, ci si svuota della curiosità nei confronti dell’altro», ammette con amarezza. «I catalani mi hanno accolto splendidamente, ho ritrovato lo spirito del cristianesimo libero da ipocrisia e dalla cattiveria umana, che è la caratteristica del Vaticano e di molte Chiese, a iniziare da buona parte della mia Chiesa polacca», sostiene.

I pensionati più poveri della storia L'allarme dell'Inps: chi sarà punito

I pensionati più poveri della storia. Boeri, la maledizione per giovani e mamme


di @juan_r



I trentenni di oggi farebbero meglio a pianificare lunghe cure vitaminiche e antiossidanti per i prossimi 40 anni perché li passeranno a lavoare e alla fine potrebbero anche un assegno insignificante se riusciranno ad andare in pensione. La mazzata per i nati nella prima metà degli anni Ottanta arriva dal presidente dell'Inps Tito Boeri durante il convegno "Pensioni e povertà oggi e domani", due elementi che i trentenni dovranno abituarsi a conciliare con arte. L'occasione doveva servire per presentare i dati dell'Ocse sull'Italia, secondo i quali con il sistema contributivo ci potrà essere un risparmio sulla spesa pubblica del 2%. Ma alla buona notizia, si accompagna l'allarme di Boeri, secondo il quale: "i programmi di contenimento della spesa devono preoccuparsi prima di tutti del fatto che sotto le curve ci sono le persone, e che quindi le persone devono ricevere un reddito mimino. Questo - ha detto - spesso non viene fatto".

Gli over 65 - Uno dei dati di fatto evidenziati da Boeri sta nel modo in cui i pensionati sono riusciti a sopportare la crisi: "Chi ha più di 65 anni - ha chiarito - ha retto meglio alla crisi di chi ha un'età inferiore". Il motivo è presto trovato nel fatto che in molti sono riusciti da andare in pensione prima dei 60 anni e quindi non hanno subito decurtazioni, oltre che: "contano molto gli altri redditi che percepiscono - ha aggiunto - e contano molto anche quelli della famiglia di appartenenza".

La condanna - Il problema più grave attanaglia i giovani, visto che il reddito di una carriera tipica reale in genere subisce un calo temporaneo significativo nei primi anni, quando si passa dai lavori temporanei ai lavori più stabili. Il calcolo è presto fatto, secondo Boeri, che stima come tra i trentenni di oggi nel 2050: "nell'ipotesi di un tasso di crescita del Pil dell'1%, molti dovranno lavorare anche fino a 75 anni, per andare in pensione". Pessime notizie anche per il peso dell'assegno mensile, stimato per il valore medio dagli attuali 1.703 euro ai 1.593. Anzi considerando che i giovani di oggi percepiranno per meno tempo la loro pensione, pur augurandoci tutti una vita più lunga dei nostri genitori, il confronto sull'assegno medio si fa più impietoso, considerando che i giovani intascheranno un quarto in meno dei loro genitori.

Maternità - Lo scenario si fa da incubo per le giovani donne che progettano di avere figli. Alle interruzioni legate ai contratti precari, si aggiungono, poi, per le donne, le interruzioni legate alla gravidanza "alla quale - denuncia Boeri - spesso si associa anche un cambio di lavoro". Questo comporta, secondo il presidente dell'Inps, che se le donne tra i trenta e i quaranta anni decidessero tutte di avere un figlio, una su tre si dovrebbe accontentare nel 2050 di una pensione di 750 euro.

Il Caso Caivano (Na): Napoli-Inter, il Cronista Piccinini mette il dito nella piaga

Il Caso Caivano (Na): Napoli-Inter, il Cronista Piccinini mette il dito nella piaga 


di Gaetano Daniele


D'Anilo D'ambrosio
Difensore Inter
di Caivano (Na)

A creare il caso, è il cronista di Mediaset, Sandro Piccinini, di Roma, 58 anni, che, durante la telecronaca di Napoli-Inter, di ieri 30 novembre 2015, nel commentare appunto, un'azione dell'Inter, con precisione un passaggio effettuato dall'orgoglio caivanese, Danilo D'Ambrosio, ha precisato: "Prende palla il napoletano D'Ambrosio, di Caivano, la Terra dei Fuochi". Una precisazione che il Piccinini, etichetta solo ai vari napoletani come capitato anche all'attaccante del Napoli, Insigne, appunto, sottolineando la provenienza del calciatore, Frattamaggiore, ad ogni tocco palla. A questo punto, non possiamo far altro che consigliare al Piccinini, di non fermarsi solo al Paese e all'espressione "Terra dei Fuochi", ma di sottolineare anche l'arduo lavoro svolto da Padre Maurizio Patriciello che, grazie al suo abnorme sacrificio in difesa della salute, ha scoperchiato non solo in Campania, ma anche nel Lazio, dove risiede appunto Piccinini, e al nord, un coperchio fatto di intrecci, mala gestione ed altro...., e ha ridato un filo di speranza ai tanti cittadini indifesi. Insomma, se proprio si vuole menzionare la "Terra dei Fuochi" lo si faccia in maniera professionale. 

Jihad a casa nostra: 4 arresti a Brescia La terribile minaccia al Papa: "Sarà..."

"INNEGGIAVANO ALLA JIHAD", arrestati a Brescia 4 kosovari




Blitz antiterrorismo della Polizia di  Stato di Brescia, in collaborazione con la Polizia kosovara. Arresti e perquisizioni sono in corso, in Italia e in Kosovo, a carico di cittadini kosovari ritenuti responsabili dei reati di  “apologia al terrorismo»” e  “istigazione all’odio razziale”. La  compagine terroristica che, anche attraverso l’uso dei social network, propagandava l’ideologia jihadista. I riscontri investigativi hanno evidenziato la presenza di “pericolosi indicatori di fanatismo religioso estremistico a carico dei componenti del gruppo criminale, i quali sul web si mostravano con armi e atteggiamenti caratterizzanti i combattenti del sedicente Stato Islamico”.

Le accuse - In particolare, a carico di uno dei fermati è stata disposta, per la prima volta, la misura di sorveglianza speciale per terrorismo, su richiesta avanzata direttamente dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. I dettagli dell’operazione denominata  Van Damme  verranno resi noti nel corso della conferenza stampa in programma alle 10.30 alla Procura di Brescia. Sono 4 gli arrestati nell’ambito del blitz antiterrorismo della Polizia di Stato di Brescia. I quattro sono ritenuti responsabili dei reati di «apologia al terrorismo» e «istigazione all’odio razziale”. 

Attacco al Papa - "Minacciavano il Santo Padre Bergoglio, esaltavano i recenti attentati di Parigi e minacciavano l’ex ambasciatrice degli Stati Uniti in Kosovo". Lo ha detto Carmine Esposito, questore di Brescia, intervenuto ad Agorà su RaiTre.

«Nelle dimore perquisite in Kosovo nell’ambito dell’operazione - compiuta contestualmente sul territorio italiano e kosovaro - sono state rinvenute armi. Si tratta di profili di rischio in relazione a derive terroristiche di matrice islamica con particolare riferimento a condotte di propaganda, reclutamento, finanziamento del sedicente stato islamico. I reati contestati a queste persone - conclude il questore - sono apologia del terrorismo e istigazione all’odio razziale". 

WhatsApp, la truffa con un messaggio: così ti fregano (tantissimi) soldi

WhatsApp, come funziona la truffa dei "venti euro"




Occhio a WhatsApp. Gira un'altra truffa ai danni dei milioni di utenti sparsi nel mondo. Ecco come funziona l'ultimo trucchetto per fregare venti euro ai più inesperti (o sprovveduti). Se navigando su internet con un browser qualunque, vi imbattere in un messaggio che sostiene che il vostro abbonamento WhatsApp è scaduto proprio quel giorno, chiudete la "finestra" subito. Prima di tutto perché se si guarda la pagina si stratta di whatsapp.cm, non .com, quindi di una pagina Internet qualsiasi e non sull’applicazione. Non inserite assolutamente il vostro numero di telefono da nessuna parte.  

Il memoriale (piccante) del Monsignore: "Ho fatto sesso con Chaouqui, lei era..."

Il memoriale di Monsignor Balda: "Ho avuto un rapporto sessuale con Chaouqui"




Nessun saluto, nessuna  stretta di mano, seduti a distanza: praticamente si ignorano monsignor Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, nella seconda  udienza al Tribunale del Vaticano per il processo sul cosiddetto caso Vatileaks 2. All’udienza, durata meno di un quarto d’ora e aggiornata al 7 dicembre, si sono presentati tutti e cinque gli imputati: il primo ad arrivare in Tribunale è stato Nicola Maio, poi Gianluigi Nuzzi, monsignor Lucio Vallejo Balda, Emiliano Fittipaldi e per ultima Francesca Immacolata Chaouqui "in vestito nero, stivaletti con tacco, truccata e fresca di parrucchiere", come riferito dai giornalisti del pool autorizzato a seguire l’udienza.

Il memoriale - Monsignor Lucio Vallejo Balda consegna ai giudici, a poche ore dall'interrogatorio in  programma per oggi da parte dei giudici del vaticano, un memoriale. Un memoriale scottante in cui racconta di avere avuto un rapporto sessuale con Francesca Immacolata  Chaouqui, la pierre cosentina che faceva parte della commissione vaticana Cosea. Ne dà notizia il quotidiano Repubblica. Nel memoriale il prelato scrive anche di essersi immediatamente pentito di quella relazione carnale e spiega che la donna gli aveva detto che "apparteneva ai servizi segreti italiani e la sua unione con Corrado Lanino era un matrimonio di copertura. Mi mandò delle foto di Corrado con un'altra donna, la sua la sua vera moglie". 

La testimonianza - "Io racconto della Francesca - dice il monsignore - ma per me es muy doloroso...Io mi vergognavo di quello che avevo fatto con Francesca e quando passavo i documenti pensavo allo scandalo, se si sapeva. Mio Dio". "Io non potevo cedere...Avevo sempre il Papa davanti agli occhi che parlava della sacralità delle donne sposate e del matrimonio". Balda spiega anche di temere la pierre che ha annunciato querele nei confronti dell'avvocato del monsignore "per la fuga di notizie folli che sta organizzando", anche perché "per come è fatto - dice la Chaouqui - non ha alcun piacere a venire a letto con me e io, conoscendo miliardari ed emiri, se volessi tradire mio marito non mi metterei con un vecchio prete a cui non piacciono le donne". Nel suo memoriale, il religioso spagnolo racconta anche di aver tentato di stanare la sua collaboratrice. "Sono andato a parlare con il capo dei servizi segreti, lui neanche la conosceva, rimasi sorpreso, iniziai così a chiedere informazioni e tutte le volte scoprivo sempre truffe diverse". Poi, nel forte travaglio interiore, rivela di essersi affidato a una psicologa, ma il rapporto fra i due degenera. "Mi ero confrontato con una psicologa che mi disse di tenere la calma - spiega Balda - e di non dirle subito di no e allora le dicevo: ' Va bene Francesca, vediamo...', ma lei era violenta, muy cattiva, mi scriveva 'verme, sei un verme'".

L'invito - Nel memoriale  Balda scrive di aver ricevuto prima di Natale un invito a pranzo dal faccendiere Luigi Bisignani.  "A quell’incontro - racconta poi il religioso - volevano farmi credere che Francesca lavorava per i servizi segreti, che il suo capo era l’ambasciatore Massolo. Con Bisignani la Chaouqui aveva complicità e lui mi chiese di incontrare alcuni suoi sponsor. Grazie a Dio il secondo pranzo non c’è mai stato... Dietro Francesca c’è Paolo Berlusconi (probabilmente si confonde con l'ex premier Silvio, ndr): lei assisteva in modo abituale alle feste di Palazzo Grazioli, a Roma. E poi è amica di Gianni Letta e di sua moglie, del cardinale Touran, lo chiamava il cardinale di nostra proprietà. E anche del cardinale Re. Il loro contatto con la Santa Sede è Padre Sapienza, che gestisce le udienze del mercoledì del Papa... Francesca ha una grande relazione con il minitro della Salute Beatrice Lorenzin, il marito del ministro lavora in Rai. La Chaouqui dice che è lì per volontà di Renzi".

La replica -  "Ho fatto una querela pesantissima all’avvocato Antonia Zaccaria» (avvocato di fiducia di monsignor Balda) per aver diffuso un memoriale consegnato dal monsignore l’8 novembre scorso all’avvocato Zaccaria, che poi è stato sostituito da un avvocato d’ufficio rotale. Lo ha detto Francesca Chaouqui entrando in Vaticano a piedi da via del Perugino.

25 anni, bellissima, feroce e vincitrice: così Marion Le Pen si prende la Francia / Foto

Marion Le Pen, 25 anni: l'incredibile ascesa della nipotina di Marine (che domenica trionferà alle elezioni regionali







Per un Le Pen che se ne va, ne arriva una nuova. Jean Marie, il fondatore, è stato messo ai margini del Front National dalla figlia Marine. Ma ora, nel partito, sta facendo velocemente strada Marion Maréchal Le Pen. Segni particolari: giovanissima e bella. La ragazza, di cui si era già parlato qualche mese fa, ha appena 25 anni, e guida il partito nel Sud della Francia. Gode di enorme consenso e, insieme a Marine, domenica, alle elezioni regionali francesi, è indicata dai sondaggi come probabile trionfatrice.

Jean-Marie chi? - Già, perché con la complicità degli attacchi terroristici a Parigi, le politiche del Front National, ora, fanno ancor più breccia nell'elettorato transalpino. L'addio del fondatore Jean-Marie, inoltre, pare non aver sottratto mezzo voto: anzi, con il suo allontanamento il bacino elettorale si sarebbe allargato, attraendo anche chi, il padre-padrone, proprio non lo poteva digerire - o votare - poiché troppo "estremo".

I sondaggi - Ma, si diceva, le elezioni. Domenica prossima il Front National viene accreditato del 28% dei voti, in crescita del 2% rispetto a un precedente sondaggio che risale a prima degli attentati. La coalizione dei Républicains (il partito di Nicolas Sarkozy) con i centristi del Modem e dell'Udi viene parimenti data al 28% (ma in calo di tre punti), mentre i socialisti di Hollande sono lontani dalla testa, dati al 22 percento. Infine, la sinistra radicale del Front de Gauche che, in tandem con gli ecologisti, è accreditata del 12% dei voti (in crollo verticale rispetto all'era pre-attentati, un crollo quantificato al 6%).

Dove vince il Fn - In totale, si andrà al voto in 11 regioni. Di queste, il trionfo del Front National pare sicuro in due (Provenza-Alpi-Costa-Azzurra, dove il partito è guidato da Marion, e Nord-Passo di Calais, dove al timone c'è Marine, e dove le tensioni per l'emergenza-migranti hanno portato al FN un enorme consenso). Il Front National, inoltre, secondo i sondaggi si gioca la Borgogna con i repubblicani. Ma, come detto, il dato che potrebbe sancire il trionfo è quello relativo alle percentuali complessive, che potrebbero spedire il Front National davanti a tutti.

Incredibile ascesa - Un tandem vincente, dunque, quello composto da Marine e Marion Maréchal. Ma chi è, la nipotina d'oro del Front National? Suo nonno è Jean-Marie, e lei è la nipote di Marine Le Pen. Il padre, Samuèl Maréchal, fondò il movimento giovanile del Front National, partito al quale è iscritta dal 2007, quando aveva 18 anni. Nel 2012 fu eletta al parlamento francese per la terza circoscrizione di Vaucluse, diventando la più giovane parlamentare francese della Storia. Marion ha convinzioni cristiane e tradizionali, e in cima alla sua agenda c'è la lotta contro il "matrimonio per tutti" introdotto da Holland. Contro le unioni di genere si scagliò in un'intervista del 2013 concessa alla russa Pravda.

Il pensiero di Marion - "Abbiamo assistito all’onnipotenza di una nano-lobby che da sola, con le sue poche centinaia di membri, è stata in grado di distruggere l’istituto del matrimonio, come prova della decadenza e di consacrare il desiderio egoistico e individuale al di sopra di qualsiasi altra considerazione, come il benessere del bambino adottato, anche contro il parere di molti riconosciuti psichiatri francesi", disse Marion, battagliera e fiera, nella celebre intervista. Denunciò inoltre le degenerazioni della tecno-scienza e della feceondazione artificiale, che a suo giudizio costituiscono il "vertice del nichilismo moderno". Le leggi socialiste che consentono la pratica dell'utero in affitto, per lei, sono "un vero pericolo", nonché l'ennesimo eccesso "di una incontrollata tecnologia di riproduzione assistita. Penso alle coppie lesbiche o alla maternità surrogata per gli uomini, voluta in nome dell'uguaglianza. Il corpo umano - disse - e la personalità diventano così un prodotto di consumo, in nome del progresso e dell'uguaglianza. Le vere femministe - concluse - dovrebbero ribellarsi a tela disprezzo della donna".

Profezia "mortale" sulla MotoGp: le parole dell'ex manager di Rossi

Carlo Fiorani, l'ex manager di Valentino Rossi: "Sorride, ma può strangolare. Non dimentica né perdona: ne vedremo delle belle"




Valentino Rossi è tornato a sorridere a Monza, vincendo il rally al volante di una Ford Fiesta M-Sport. Un sorriso, certo, a distanza di (quasi) un mese dal termine del motomondiale del "biscottone" spagnolo e dei veleni. Ma la rabbia e il rancore per quanto successo in MotoGp non possono essere cancellati: la stagione 2016 si preannuncia rovente (e, per ora, il Dottore ha deciso di non parlarne). Chi invece ha parlato di ciò che potrebbe accadere è Carlo Fiorani, manager Honda attualmente in Superbike, che per quattro anni ha lavorato con Valentino in Motogp.

"Lo prende e lo strangola" - Fiorani, insomma, è uno che conosce benissimo il Dottore, e spiega: "Ha il dente avvelenato e, sapendo come è fatto, sicuramente vorrà vendicarsi. È astuto quanto implacabile - aggiunge -. Quando ce l'ha con qualcuno è capace di sorridergli per farlo tranquillizzare, ma un secondo dopo lo prende per il collo e lo strangola. Nel 2016 - profetizza - ne vedremo delle belle. Perché Rossi non dimentica, né perdona". I riferimenti, tutt'altro che casuali, sono tutti per Jorge Lorenzo e Marc Marquez. E sul rapporto di Rossi con il pilota della Honda, Fiorani mostra di non avere dubbi: "Tra lui e Marquez ormai c'è una frattura insanabile. Amici o semplici avversari non lo saranno più".

Ricorso al Tas - Infine, una postilla, che potrebbe ulteriormente agitare le acque. Si torna al ricorso presentato al Tas dal Dottore: il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna non ha ancora emesso la definitiva sentenza sulla penalizzazione che ha costretto Rossi a partire dall'ultima piazza a Valencia. In linea del tutto teorica, il verdetto positivo potrebbe annullare l'esito del Gp spagnolo e togliere il titolo a Lorenzo in favore del Dottore, leader in classifica fino all'ultima gara. Ipotesi, va detto, profondamente improbabile: se il Tas avesse voluto solo prendere tempo prima di emettere la sentenza avrebbe congelato, e quindi sospeso, il provvedimento emesso dalla direzione gara dopo Sepang. Se non lo ha fatto, con discreta approssimazione, il Tribunale ha già deciso. Ma qualunque definitiva decisione verrà presa, c'è da scommetterci, sarà altra benzina sul fuoco.

Higuain (e due pali) megl 'e Pelè Inter ko, Napoli primo in classifica

Serie A, Napoli- Inter : doppietta di Higuain e un gol di Ljajic. Finisce 2-1 al San Paolo




La sfida da scudetto al San Paolo se l'aggiudicano i padroni di casa. Tutto merito di un mostruoso Higuain, capocannoniere della Serie A con 12 reti. Dopo soli due minuti dal fischio d'inizio dell'arbitro Orsato i partenopei si portano in vantaggio grazie al Pepita. L'attaccante argentino sul tocco di Callejon controlla un pallone dentro l'area e scarica un destro violentissimo sul quale Handanovic non può nulla. Al 29' l'Inter ha l'occasione di pareggiare con Guarin che però spreca tutto: il calcio a giro con il sinistro sfiora la traversa e finisce sul fondo. I nerazzurri restano in dieci al 44' quando Negatomo, già ammonito, si prende un cartellino rosso per una brutta entrata su Allan. Il giapponese era stato schierato a sorpresa dal tecnico nerazzurro Mancini, ma il ritorno in una partita così importante è stato ampiamente deludente. 

La ripresa - Nel secondo tempo Mancini rinuncia a Icardi per mettere in campo Telles e cercare di riequilibrare la squadra rimasta in dieci. Ma gli animi sono molto accesi. Dopo soli 5 minuti si sfiora la rissa per un duro intervento in scivolata di Guarin su Allan. Al 62' un incontenibile Higuain fa doppietta: sull'appoggio di testa di Albiol brucia in velocità Miranda e Murillo spiazzando ancora una volta il portierone sloveno. Ma l'Inter non ci sta e reagisce. E cinque m inuti più tardi (67') arriva la rete di Ljajic che con il sinistro la mette nell'angolino dove Reina non arriva. Passato il 90' sembra finita e invece arrivano grossissime emozioni: al 48' l'Inter prende due clamorosi pali prima con Jovetic e poi Miranda sempre di testa. Finisce 2-1. I partenopei si portano così in testa alla classifica sorpassando gli avversari e distaccandoli di un punto a quota 31.

IL PRESIDE PRO-ISLAM Pensava a vietare il Natale La sua scuola è un cesso / Foto

Matteo Salvini posta su Facebook le foto del degrado della scuola anti-presepe





"Se qualcuno ritiene di favorire i nostri bambini, negando quelle che sono le nostre tradizioni, è fuori di testa": così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, al suo arrivo a Rozzano davanti ad una delle sedi dell'Istituto comprensivo Garofani, al centro del caso del presunto rinvio del concerto natalizio. Salvini si è augurato che il preside dell'istituto "vada a fare un altro lavoro nella vita". "Abbiamo rimesso al suo posto Gesù Bambino e ribadito che i Canti di Natale non danno fastidio a nessuno ma bambini, insegnanti e genitori si meritano una scuola migliore", prosegue Salvini che sottolinea: "Renzi, se ci sei batti un colpo e vieni a visitare la scuola di Rozzano. Dov'è finita la tanto decantata buona scuola? E i soldi per la messa in sicurezza? Di certo qui a Rozzano non sono mai arrivati. Tetti crollati abbandonati in cortile, buchi nei bagni tappati con nastro adesivo per pacchi nel tentativo di fermare i topi". E le foto postate sul profilo Facebook dell'esponente del Carroccio lo confermano, il degrado è ovunque.

La "buona scuola" - Prima di visitare l'interno della scuola il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini impugnando un megafono, ha invitato "tutte le mamme e tutti i papà, di tutte le religioni, a spiegare ai loro bambini che la convivenza è bella ma il 25 dicembre rimane la festa di Natale". "Penso che anche i bambini di altre religioni siano contenti di festeggiare il Natale , e se non ci penserà il preside a farlo, ci pensino le mamme e i papà. Ora, però occupiamoci di soffitti, lavagne e muri che sono le cose più importanti, non le canzoni di Natale", ha proseguito il leader della Lega Nord . Davanti alla scuola Salvini è stato applaudito da militanti ma anche da cittadini rozzanesi.

Mentana vara il partito centrodestra Primo davanti a Pd e M5S / I dati

Sondaggio tg La7: il partito di centrodestra prima forza politica del Paese




C'è un dato inequivocabile, nel consueto sondaggio di Emg per il Tg di La7: l'emorragia di voti del Pd. Continua, inarrestabile. Nella consultazione di questa settimana, il partito di Renzi lascia sul terreno altri due decimi di punto rispetto al 23 novembre, calando al 30,3%. Di contro, i 5 Stelle proseguono la loro arrampicata, con un altro +0,3% che li spinge al 27,9%, ovvero a poco più di due punti percentuali da quella che fino a qualche mese fa pareva una corazzata inespugnabile.

letteralmente la Lega Nord di Matteo Salvini, che in sette giorni guadagna un altro 0,6% fino al 15,9%. Cedono lo 0,1% sia Forza Italia (al 12%) sia i Fratelli d'Italia (al 4,8%). Il dato interessante è che i tre partiti del centrodestra insieme costituiscono di gran lunga la prima forza politica del Paese: col 32,7% delle preferenze sono infatti nettamente davanti sia al Pd che ai grillini. Il problema è che l'Italicum , la legge elettorale voluta da Renzi, considera il risultato non della coalizione, ma della lista. Per cui, per far valere quel 32,7%, Forza Italia, Lega e FdI dovrebbero presentarsi alle elezioni con una lista unica. Cosa che al momento, viste le resistenze forti in alcuni ambienti di Forza Italia nei confronti del Carroccio, appare un processo complicato.

Lo stesso Italicum che al primo turno favorirebbe il Pd, rischia però di vederlo franare al ballottaggio che è previsto se nessuna delle liste raggiunge (come pare da tutti i sondaggi) la soglia del 40% che al primo turno dà diritto al premio di maggioranza. Al secondo turno, infatti, i renziani verrebbero nettamente sconfitti, nelle intenzioni di voto, dai grillini. E con una "forbice" che si allarga di un ulteriore 0,2% rispetto alla rilevazione precedente: 52,4% contro 47,6%. In caso di ballottaggio con una ipotetica lista di centrodestra, invece, Il Pd avrebbe la meglio, ma con un margine di vantaggio appena superiore ai tre punti. E vista l'emorragia di voti democratici...

lunedì 30 novembre 2015

Pensioni, vietato sapere quanto prendi Inps: niente soldi per le buste arancioni

Inps, Tito Boeri: "Spediremo solo 150mila buste arancioni"




La farsa delle buste arancioni. Potrebbe essere questo il titolo delle ultime dichiarazioni del presidente dell'Inps Tito Boeri a proposito della simulazione della pensione futura: "Ne manderemo solo una piccola parte, ne spediremo circa 150 mila, entro Natale, perché non ci è stata data l'autorizzazione dai ministeri per superare il vincolo di spesa, la spesa per spedizioni è contingentata".

La retromarcia - Boeri, a margine dell'assemblea nazionale sull'amianto, ha aggiunto che, qualora i fondi vengano sbloccati in sede di legge di stabilità, le rimanenti buste verranno spedite dopo Natale. Il nome "Busta arancione", deriva dalla scelta cromatica utilizzata dal primo Paese, la Svezia, che anni fa ha scelto di spedire a casa dei contribuenti l'importo della pensione futura.

CI TASSANO PURE LE BICICLETTE La folle mossa del Pd sulle due ruote

Proposta Pd: una tassa anche sulle biciclette




L'ultima trovata del Pd è la bici tax, una tassa sulla bicicletta. L'idea è del senatore Pd Marco Filippi, capogruppo in Commissione Lavori pubblici a Palazzo Madama. Riporta il Giornale che nel suo emendamento alla riforma del codice della strada c'è la proposta di applicare questo balzello per le due ruote: "Individuare criteri e modalità d'identificazione delle biciclette nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti", "attraverso un'idonea tariffa per i proprietari".

In sostanza, chiarificano le associazioni dei ciclisti che sono già sul piede di guerra, ci saranno una targa e un bollo da pagare anche per le biciclette. Criticato su Twitter, il senatore del Pd si è poi difeso dicendo di non essere stato capito: "Per favore leggere tutti, l'emendamento è riferito a cicli adibiti a trasporto di merci o persone per attività commerciali: la sicurezza è la priorità!". Ma la spiegazione non sembra convincente dato che parla di "biciclette e veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone". Insomma, tutte le biciclette.

Messi pronto a lasciare Barcellona: "1 milione di euro a settimana". Già in corso la trattativa

Messi pronto a lasciare Barcellona: "Stipendio da 1 milione di euro a settimana", trattativa già in corso




Quando i soldi non sono un problema, perché porsi limiti? Sarà la domanda che si sono fatti gli emiri ammalati di pallone che tra Parigi e Manchester negli ultimi giorni hanno deciso di fare follie pur di avere i due giocatori più forti al mondo nelle proprie squadre. L'ultima offertona è dello sceicco Mansour, proprietario del Manchester City che, secondo quanto riporta il Sun, stanco delle sberle raccolte in questa stagione, ha deciso di dare una svolta al suo club portando in Inghilterra Lionel Messi. Per strapparlo al Barcellona, lo sceicco ha offerto all'argentino uno stipendio da 800mila sterline, circa 1,1 milioni di euro. Solo una settimana fa, il Psg aveva offerto a Cristiano Ronaldo circa 355mila euro a settimana per lasciare il Real Madrid. Ma nel caso dello sceicco Mansour la trattativa sarebbe già partita, con i rappresentanti di Messi che stanno valutando un ingaggio annuale di circa 40 milioni di sterline all'anno, circa 57 milioni di euro, compresi bonus e diritti d'immagine. Messi ha un contratto con il Barcellona fino al 2018 con una clausola rescissoria di 250 milioni di euro. Ma sembra che per lo sceicco la cifra non sarebbe un problema e i catalani potrebbero essere disposti a scendere anche sui 170 milioni.

La MotoGp vendica Valentino Rossi: "cancellati" i due spagnoli. Che succede...

Valentino Rossi, il videogioco ufficiale della MotoGp interamente dedicato al Dottore




Una piccola rivincita, per Valentino Rossi: la software house Milestone, italiana, ha annunciato l'uscita di un videogame interamente dedicato al campione di Tavullia, dagli esordi in 125 fino alle scorribande nel Motor Ranch del suo Paese. Sarà strutturata così la prossima edizione del videogame ufficiale della MotoGp: oltre alla canonica stagione, ci sarà la possibilità di ripercorrere la carriera del Dottore, appena "defraudato" dal decimo titolo di campione del mondo a causa del "biscottone" spagnolo. Valetino Rossi - The Game sarà disponibile a partire da giugno 2016.

All'Isis i soldi degli aiuti ai bambini Orrore italiano: il regalo al Califfo

Isis, l'Italia finanzia il Califfo con i soldi degli aiuti ai bambini


di Franco Bechis 



L’Isis è stata finanziata anche dall’Italia, e nel modo più insospettabile: attraverso le adozioni a distanza di bambini siriani organizzati da una Onlus che aveva aperto un conto in uno dei più importanti istituti di credito nazionali. Lo rivela un documento del Fatf (Financial action task force) inserito nelle cartelline dei partecipanti al recente G20 per spiegare i vari canali di finanziamento ormai accertati dello Stato Islamico. Se gran parte dei flussi finanziari arrivano dalla gestione e dal commercio sottobanco delle riserve di petrolio e gas, e altri importanti dai riscatti ottenuti per i rapimenti soprattutto di facoltosi cittadini iracheni o dal contrabbando di reperti archeologici, il flusso più continuo proveniente dall’estero è proprio quello che arriva dai fondi raccolti da Onlus e organizzazioni di carità.

E una scheda del rapporto che mette in guardia sul sistema di adozioni a distanza, che è stato utilizzato in maniera massiccia dai terroristi islamici, racconta una storia tutta italiana: «Su un conto di una importante banca del Nord Italia aperto da una Onlus per attività di carità fra cui l’adozione a distanza in Siria, sono affluiti versamenti cash e bonifici bancari - la maggiore parte per piccoli importi, inviati da migliaia di persone fisiche e talvolta giuridiche italiane ed europee. Una volta accreditati quei fondi, sono stati inviati in Turchia, dove avrebbero dovuto essere ritirati e impiegati per il loro legittimo utilizzo. La maggiore parte dei versamenti infatti portavano come causale “adozione”. Le indagini successive hanno individuato fra i vari versamenti anche quelli effettuati dall’uomo che poi ha avuto la disponibilità di tutti quei fondi: un membro di un gruppo radicale costituito nel Nord Italia per reclutare combattenti radicali. Secondo l’inchiesta finanziaria compiuta l’uomo, che successivamente sarebbe morto in un combattimento in Siria, aveva utilizzato quella Onlus come mezzo insospettabile di trasferimento fondi per finanziare la sua organizzazione terroristica».

Il sistema pizzicato in Italia secondo gli esperti finanziari del G20 è assai diffuso in tutta Europa. Non potendo utilizzare canali intercettabili di finanziamento, sono molte le Onlus che vengono utilizzate con questo obiettivo, quasi sempre con lo scopo apparente di aiutare i rifugiati siriani nei campi profughi della Turchia. In un caso la polizia francese aveva chiesto ai colleghi turchi di fermare tre Tir che stavano per partire in direzione della Siria ufficialmente con aiuti da portare alla popolazione sotto la bandiera di una altra organizzazione caritatevole, ma il sospetto era che avessero a bordo attrezzature e perfino armi destinati ai terroristi filo Isis. «Le autorità turche risposero», spiega il documento Fatf, «dicendo di non potere fermare più quei Tir perchè la legge turca non dava loro il potere di farlo».

Capita anche che i vertici delle Onlus siano infiltrati da terroristi, ma non siano consapevoli di esserlo e nemmeno dei percorsi seguiti poi dai fondi raccolti per iniziative umanitarie. Anzi, talvolta parte dei soldi raccolti viene effettivamente utilizzata per gli scopi benefici istituzionali, e parte invece viene dirottata a capi dell’Isis. Un caso del genere è stato scoperto in Francia, dove una Onlus fondata nel 2012 ha iniziato a raccogliere fondi per progetti umanitari in Siria e nei Territori palestinesi. Dopo una campagna pubblica di raccolta nell’agosto 2013 la Onlus ha portato due ambulanze in Siria con materiale medico e fondi per iniziare la costruzione di un ospedale. Sono state pubblicate su Facebook le foto della consegna delle ambulanze anche per dare prova ai benefattori di come venivano utilizzati i loro fondi. Un mese dopo altra raccolta fondi promossa attraverso i social network per i campi profughi siriani in Turchia. Questa volta la polizia francese che aveva ricevuto una soffiata, ha fermato all’aeroporto di Parigi un gruppo di volontari di quella Onlus. Ognuno di loro aveva una bolla di accompagnamento per giustificare il passaggio di 6mila euro, ma ognuno ne aveva con sé 9.900. L’extra, ha poi appurato l’indagine, veniva trasferito a mano in Turchia a militanti dei gruppi terroristici siriani affiliati all’Isis. Nel novembre del 2014 dopo la lunga indagine sono stati bloccati tutti i conti della Onlus, e arrestati in Francia due dirigenti per associazione con il terrorismo islamico.

Altre organizzazioni umanitarie si sono rivelate finanziatrici dei combattenti dell’Isis con utilizzo di tecniche molto raffinate. Si va dal trasferimento via Skype del numero di carte prepagate di varia natura (telefoniche, Apple e varie) per effettuare acquisti via Internet al trasferimento di fondi con monete virtuali come i bitcoin. Sulla moneta virtuale gli Stati Uniti hanno pizzicato e processato già condannandolo a 11 anni di prigione il capo della organizzazione «Bitcoin per l’Isis», Ali Shurki Amin, che aveva utilizzato tutti i social network per dare ai terroristi le istruzioni su come utilizzare quei fondi virtuali una volta ricevuti. Amin aveva raccolto fondi anche con una falsa Onlus, trasferiti all’Isis grazie alla collaborazione di una volontaria «teenager della Virginia inviata in Siria nel gennaio 2015».

Sulle Onlus è scattata la stretta in gran parte dei Paesi occidentali, ma non in Italia. Il rapporto annuale sui rischi terroristici diffuso dal governo Usa mette il dito proprio su quella piaga: «L’Italia ha numerose debolezze che rendono il suo sistema assai permeabile dagli abusi di protagonisti del crimine. Per esempio l’Italia non obbliga le Onlus come avviene in molti altri Paesi a inviare rapporti immediati su transazioni sospette come avviene per le società private in base alla legge antiriciclaggio italiana. Non solo, ma l’Italia in aggiunta non distribuisce di routine alle proprie istituzioni finanziarie la lista aggiornata compilata dalle Nazioni Unite dei terroristi e delle organizzazioni al bando». Ed è più facile per gli amici dei terroristi fare arrivare aiuti e fondi proprio dall’Italia.

I No-global amici dei terroristi Guerriglia a Parigi contro la Polizia

Parigi, scontri tra polizia e anarchici e ambientalisti: distrutti gli omaggi alle vittime delle stragi




A Parigi torna la tensione. Oggi, domenica 29 novembre, è il giorno della marcia (non autorizzata) di protesta ambientalista, vietata per motivi di sicurezza. I manifestanti, però, non hanno rinunciato: su Place de la Republique attivisti e cittadini prima hanno allineato mocassini, stivaletti e scarpe (tra le quali quelle di Papa Francesco), dando vita a una protesta pacifica e silenziosa. Nel primo pomeriggio, però, la situazione è sfuggita di mano.

Gli scontri - Le forze dell'ordine hanno reagito all'assembramento del corteo non autorizzato con un ripetuto lancio di lacrimogeni. Dunque anarchici, anti-capitalisti e ambientalisti hanno risposto lanciando ogni tipo di oggetto, e gli agenti li hanno respinti con piccole cariche di alleggerimento. Gli scontri sono subito saliti d'intensità: in centro, a Parigi, ancora guerriglia. Non per gli attacchi terroristici, ma per l'insensata iniziativa di un gruppo di contestatori, uniti nella protesta contro l'apertura di COP21, la conferenza mondiale sul clima che si tiene nella capitale francese.

Lo sfregio - Non paghi, i manifestanti hanno anche distrutto gli omaggi alle vittime delle stragi parigine, utilizzati come armi da scagliare contro la polizia.

L'appuntamento - Il corteo era stato vietato per ovvi motivi di sicurezza, dopo la strage del Bataclan e dei ristoranti parigini. I manifestanti sono stimati tra i 4.500 e i 10mila. Lì'apertura della conferenza si terrà nel pomeriggio, con l'arrivo dei delegati di 193 Paesi e di oltre 150 leader e capi di Stato. I lavori, che inizieranno lunedì mattina, proseguiranno fino all'11 dicembre. In ballo un nuovo accordo globale sulla lotta ai cambiamenti climatici.

Attacco islamico durante il Giubileo Renzi vuole oscurare internet

Il piano di Renzi: internet oscurato in caso di attacco terroristico




Si concentra sui social network e sulle comunicazioni cibernetiche l'attenzione del governo sul fronte dell'antiterrorismo. Il ministro della Giustizia Orlando lo ha fatto sapere appena qualche giorno fa. Ma, se si pensa allo scenario peggiore, ovvero a quello di un attacco terroristico su territorio nazionale, magari nel corso del Giubileo che il papa ha aperto oggi nel corso del suo viaggio in Africa, le misure adottate dal palazzo Chigi nell'emergenza potrebbero essere assai più drastiche. Qui la strada scelta per il prossimo futuro è quella di accentrare le decisioni a palazzo Chigi. In casi estremi potrà persino decidere di oscurare temporaneamente le comunicazioni web. Che il tema stia a cuore al premier lo si capisce anche dal fatto che ieri ha ripetuto il concetto della centralità della sicurezza informatica: "Stiamo cercando di insistere con la cyber-security, ecco perché stiamo cercando di valorizzare di più e meglio le nostre forze dell' ordine, ma non dobbiamo chiuderci in un fortino".

L' idea di fondo è che a prendere le decisioni emergenziali debba essere prima di tutto Palazzo Chigi. Sta al premier, insomma, l' ultima parola o il comando decisivo. «Mentre era allo stadio, appena saputo dell' assalto in corso, Hollande ha dato disposizioni anche su come agire sulla rete», è il ragionamento che si ripete in ambienti di intelligence.

domenica 29 novembre 2015

"RENZI? CHIAMIAMO IL 118" Cacciari demolisce il premier: perché andrebbe ricoverato

Massimo Cacciari contro Matteo Renzi: "Isis? Manca una strategia. I 500 euro ai 18enni? Chiamiamo il 118"




Parla il professor Massimo Cacciari, e per Matteo Renzi son dolori. Si parla del non-intervento italiano contro l'Isis, e l'ex sindaco mostra di avere le idee chiare: "Non è questione di prudenza. Qualsiasi persona sensata dice da tempo che contro un avversario così complesso, l'Isis, serve una strategia altrettanto complessa - premette -. L'intervento militare può essere solo un aspetto della strategia, che però manca. All'Europa, all'Occidente e anche all'Italia".

Dunque, all'attacco contro il premier: "Stiamo dicendo che le bombe non bastano, ma non indichiamo una strada. Ci siamo accodati a una politica sbagliata nei confronti della Russia, che sta creando difficoltà a non finire sul fronte anti-Isis". Insomma, tutti hanno le idee confuse, Renzi compreso. Dunque un altro allarme: "A noi - spiega Cacciari - è andata un po' meglio degli altri perché finora, ringraziando Iddio, non abbiamo subito attentati. Ho dubbi che la nostra intelligence o che il nostro ministro degli Interni siano migliori di quelli francesi, penso piuttosto alla funzione protettiva che svolge il Vaticano: altro che bersaglio".

Poi, il filosofo sposta il mirino sulle ultime misure del governo, in particolare sull'idea del "bonus" di 500 euro ai 18enni: "Se per cultura Renzi intende dare 500 euro ai diciottenni - commenta tranchant - chiamiamo il 188. Se invece intende investire in ricerca, università, diritto allo studio, che in questo Paese manca terribilemente, fa benissimo". Per Cacciari, dunque, Renzi è (quasi) da ricovero.

Dopo 27 anni, la rivelazione sul Trap Siluro di Altobelli: "Sapete che il mister..."

Alessandro Altobelli accusa Giovanni Trapattoni: "È lui che non mi volle più. Me ne andai per colpa sua"




Uno dei più grandi attaccanti di sempre, della storia dell'Inter e del calcio italiano, Alessandro "Spillo" Altobelli, compie sessant'anni. Tecnico, elegante e velenoso con i suoi piedi, ha passato ben undici stagioni all'Inter, 466 presenze e 209 gol, uno Scudetto e due Coppe Italia, competizione nella quale detiene tutt'ora il record del miglior marcatore nella storia con 56 reti realizzate in 93 presenze. Un vero cuore nerazzurro, nonostante un'annata polemica passata alla Juve. Ma su questo passaggio della sua carriera, Spillo, ora, vuole mettere le cose in chiaro: "Diciamolo con chiarezza io non volevo certo andare via dall'Inter. È stato Trapattoni che non mi voleva più: non andavo d'accordo con lui, giocai l'Europeo in Germania e rimasi per tre mesi senza squadra finché arrivò la Juve. Ma io mai e poi mai sarei andato via dall'Inter". Una confessione con un pizzico di rammarico, che brucia ancora, dopo 27 anni.

Hamilton, gli revocano il titolo? Motore truccato, il grosso guaio

Lewis Hamilton, indagine sulla sua power unit: la Fia potrebbe revocargli il titolo di campione del mondo




Questo weekend, ad Abu Dhabi, cala il sipario sulla stagione di Formula 1, ancora dominata dalla Mercedes. Lewis Hamilton, da tempo, è campione del mondo. Ma il suo titolo, si apprende, è "sotto indagine". Già, perché un "colpo burocratico" potrebbe sottrarre la vittoria al britannico. Il colpo di scena è della Fia, che secondo il molto ben informato Motor und sport ha avviato una serie di controlli approfonditi sulla Power unit del pilota, nello specifico su quella montata nel Gp di Austin in cui si è laureato campione del mondo (stando alle indiscrezioni, sotto indagine ci sarebbe anche il motore utilizzato da Sebastian Vettel a Singapore). La Federazione vuole essere certa, nel dettaglio, che la parte termica non si astata modificata: pena, la squalifica, come da regolamento. Hamilton, dunque, rischia di aver festeggiato con troppo anticipo un titolo che potrebbe essere assegnato a tavolino al compagno di squadra e rivale, Nico Rosberg, secondo in classifica mondiale. Un'ipotesi piuttosto remota, secondo i beninformati, ma che comunque esiste. Un'ipotesi che creerebbe un putiferio. Comunque sia, entro il 4 dicembre, verrà sciolta la riserva sul caso.

Renzi abbandonato da una fedelissima Colpa di un dispetto in Aula / Chi è

Renzi abbandonato da una fedelissima. Tutta colpa di quel dispetto in Aula




Giovanna Martelli, deputata del Partito democratico e consigliere per le pari opportunità del governo, ha lasciato il gruppo Pd alla Camera e si è iscritta al gruppo Misto. La parlamentare dem ha spiegato di voler lasciare il gruppo del Partito democratico e passare al Misto, perché le era stata negata l’autorizzazione a votare prima del suo turno. Mercoledì, quando si votava per l’elezione di tre giudici della Consulta, Martelli avrebbe chiesto di poter anticipare la sua votazione rispetto alla chiama per prendere parte a un’iniziativa legata alla giornata contro la violenza sulle donne. Ma l’autorizzazione sarebbe stata negata per dare la precedenza ad altri parlamentari che, sempre secondo quanto si apprende, avrebbero addotto motivi di salute. 

Reazioni -  "La fuoriuscita di Giovanna Martelli, consigliere di Matteo Renzi per le Pari Opportunità, dal gruppo parlamentare del Partito democratico pone un quesito di notevole importanza. Cosa accadra’ nel settore della tutela dei diritti, nella difesa dell’uguaglianza e di tutte le tematiche legate alla sfera delle Pari Opportunita’? Quest’esecutivo ha già dimostrato un gravissimo disinteresse verso quest’ambito d’azione", afferma in una nota Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei deputati. 

L'intervista a Michel Houellebecq - La profezia prima delle stragi, lo scrittore: "Ecco che c'entra l'Islam col terrorismo"

Lo scrittore e il romanzo-profezia sulle stragi: "Vi spiego che c'entra l'Islam col terrorismo"


Intervista a cura di Francesco Borgonovo



Oriana Fallaci la considerava una grande fonte d' ispirazione. Michel Houellebecq non ha potuto fare a meno di citarla nel suo ultimo romanzo Sottomissione. Bat Ye' or, a partire dal suo bestseller Eurabia (edito in Italia da Lindau come gli altri suoi saggi), ha previsto e spiegato l' assalto dell' islam all'Europa. Ora tante delle sue profezie si stanno realizzando. Forse perché non erano profezie, ma semplicemente osservazioni molto acute, in grado di penetrare a fondo la realtà.

Perché secondo lei l' Occidente non è ancora riuscito a sconfiggere lo Stato islamico?

«Non tutti gli Stati occidentali sono implicati nella guerra e quelli che si battono non vogliono mettere gli eserciti con gli scarponi sulla terra. In più, questi Stati coinvolti hanno interessi divergenti e sostengono altri movimenti radicali. Credo che la ragione principale stia nel fatto che i leader temono rappresaglie terroristiche nei loro Paesi. Inoltre, anche la politica della Turchia verso l' Isis non è chiara».

Dopo ogni strage ad opera di terroristici islamici, sentiamo ripetere che la religione musulmana non c' entra nulla. Che l' islam è una «religione di pace». Perché non riusciamo ad ammettere che la religione islamica fornisce basi ideologiche al terrorismo?

«Non lo possiamo fare perche l' Unione Europea ha basato tutta la sua strategia mediterranea di alleanza con il mondo arabo e musulmano su questo argomento. Questa affermazione è stata la chiave che ha aperto all' immigrazione di milioni di musulmani, dal 1974, per costruire la nuova civilizazione mediterranea euro-araba, unire le due sponde del Mediterraneo, incoraggiare la mondializzazione, sviluppare un blocco economico più forte degli Stati Uniti e distruggere i nazionalismi europei e le basi della cultura giudaico-cristiana. Questa strategia era legata al riconoscimento di Arafat da parte della Comunità europea, al suo sostegno ai Palestinesi contro Israele e alla giustificazione del terrorismo jihadista palestinese per distruggere lo Stato ebraico e sostituirlo con la Palestina».

Alcuni dei jihadisti della strage di Parigi sono entrati in Europa come profughi, dalla Grecia. Secondo lei, che legame c' è fra l' immigrazione e il terrorismo islamico?

«Quella che si vede è una gigantesca invasione che può portare di tutto: terroristi, islamisti che vogliono islamizzare l' Europa senza essere criminali e gente che desidera soltanto vivere meglio. Guardando come gli immigrati sono stati accolti dai nostri governi e da varie organizzazioni in Europa favorevoli al mondo musulmano, è lecito pensare che questo straordinario movimento abbia ricevuto l' approvazione dei leader dell' Unione Europea, in particolare di Jean-Claude Juncker. Questa invasione di massa dà l' impressione che l' Europa sia un continente vuoto, disabitato, dove chiunque, se vuole, può entrare e riceverà tutto ciò di cui ha bisogno per vivere».

In Eurabia scrisse che gli «Euroburocrati», invece di combattere il terrorismo, lo sostengono. Secondo lei è ancora così?

«Gli Euroburocrati hanno sempre sostenuto il terrorismo palestinese contro gli ebrei e lo fanno ancora adesso. Non c' è in Europa una solidarietà con le vittime israeliane perché per l' Europa quelli che ammazzano uomini, donne e fanciulli ebrei nelle strade, nei ristoranti o in macchina non sono terroristi. Per via del fatto che l' Europa li sostiene - politicamente, finanziariamente, ideologicamente - e li giustifica. Se l' Europa riconoscesse che i suoi protetti sono terroristi, affermerebbe che lei stessa è una potenza terrorista. Si vede bene che i capi degli Stati europei menzionano tutti i Paesi colpiti dal terrorismo jihadista tranne Israele. Per loro gli israeliani sono sovrumani, non hanno diritti e non soffrono. Spero che le popolazioni europee che oggi sono colpite dallo stesso terrorismo che i loro governi hanno incoraggiato contro Israele per decenni mostrerano solidarietà verso Israele. Ma a parte Israele, molti governi europei e pure Obama hanno sostenuto i partiti radicali nella primavera araba, contro la volontà dei popoli».

Qual è stato, negli anni, il ruolo della Turchia nella costruzione di Eurabia?

«È stato molto importante per le concessioni a favore degli immigrati in Europa, per la guerra contro l' ex-Yugoslavia, nella lotta contro l' islamofobia, nella critica ai nazionalismi europei e per le misure di sicurezza contro il terrorismo, contro le limitazioni all' immigrazione musulmana. La Turchia di Erdogan è stata una forza d' islamizzazione sul continente fra le forti comunità turche immigrate».

Secondo lei è giusto far entrare la Turchia nell' Unione Europea, anche considerando quello che è accaduto negli ultimi giorni?

«La Turchia di Erdogan non è quella di Ataturk. Ma nemmeno quella di Ataturk dovrebbe entrare nell' Unione Europea. Si possono fare trattati economici e politici, avere buone relazioni, ma la Turchia rimane una potenza musulmana che ha colonizzato una grande parte dell' Europa, distrutto l' Impero bizantino e per secoli ha personificato il potere del jihad e della shari' a, soprattutto contro i popoli cristiani che ha sottomesso con il jihadismo. Tutti questi princìpi religiosi e politici radicati nel Corano sono molto presenti nella Turchia attuale. Erdogan sogna di restaurare la potenza ottomana che aveva sottomesso i popoli europei fino all' Ungheria, controllando per secoli la Grecia, la Serbia, la Bosnia, la Bulgaria, la Romania. Si sarebbe potuto sperare che la Turchia - il Paese il più moderno e aperto del mondo musulmano - iniziasse un' analisi critica dei testi fondamentali, ma Erdogan è ritornato secoli indietro, come hanno fatto gli Ayatollah dopo avere preso il potere».
Torniamo al Califfato.

Perché secondo lei lo Stato islamico attacca l' Europa, e in particolare la Francia?

«Lo Stato islamico attacca l' Europa perché questo è nella sua natura. Ubbidisce alla legge coranica che ordina l' islamizzazione del pianeta. Gli eserciti musulmani hanno attaccato l' Europa sin dal settimo secolo, siamo nella continuità della storia. La Francia è odiata per via del suo colonialismo, che ha lasciato un' importante influenza culturale; è anche un Paese molto debole, governato da persone incapaci e per di più ha una grande popolazione musulmana. Ma anche il Belgio, la Spagna e l' Inghilterra sono stati attaccati».

Uno dei Paesi europei in cui si trovano più jihadisti è appunto il Belgio. C' è una strana ironia nel fatto che l' Ue abbia sede nello stesso luogo che ospita chi vuole distruggere l' Europa...

«Non c' è ironia... Chi vi dice che quelli che siedono su questo augusto trono, quello dell' Ue, vogliano mantenere l' Europa cristiana? Non hanno dichiarato più volte che l' Europa è ugualmente musulmana e cristiana? Non sono forse loro che hanno creato l' Eurabia?».