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mercoledì 2 dicembre 2015

"Servono truppe di terra in Siria" Isis, la guerra diventa globale

"Truppe di terra per schiacciare l'Isis". Guerra globale: il piano definitivo




L'impegno degli Stati Uniti nel conflitto in Siria potrebbe prevedere anche il coinvolgimento di truppe di terra oltre che il già annunciato uso dei raid aerei. In particolare sarà necessaria: "una coalizione internazionale più efficace come solo gli Stati Uniti sono in grado di mobilitare". A dirlo è stata l'ex Segretario di Stato Hillary Clinton, in corsa per le primarie del Partito democratico americano alla Casa Bianca, durante un intervento al Council on Foreign Relations a New York. Secondo la Clinton l’obiettivo "non è quello di contenere e respingere l’Isis ma di sconfiggerlo e distruggerlo - non solo in Siria ma anche in Iraq e in tutto il Medio Oriente - annientando le loro infrastrutture». Per la Clinton, dopo gli attentati di Parigi, si è entrati in "un nuova fase" che richiede un maggior lavoro di intelligence e il coinvolgimento, indispensabile, dei paesi arabi.

In Siria - Per risolvere la crisi siriana, uno degli ostacoli principali è rappresentato proprio dalla difficoltà di coinvolgere più truppe di terra, ha insistito la Clinton. Mentre "i siriani curdi sono già fortemente impegnati nella lotta", i gruppi sunniti di opposizione "sono comprensibilmente reticenti a combattere contro Assad che - ha osservato l’ex first lady - ha ucciso più siriani del terrorismo, anche se sono sempre più minacciati dell’Isis". La strategia indicata dalla Clinton è qualla di "muoversi contemporaneamente verso una soluzione politica della guerra civile, che spiani la strada ad un nuovo governo con una nuova leadership, e incoraggiando più siriani a combattere l’Isis".

Le truppe - La Clinton ha dunque idicato l’esigenza di "dispiegare immediatamente le forze speciali già autorizzate da Obama, preparandosi a dispiegarne ancora di più se un maggior numero di siriani si unisce alla lotta". E il rafforzato supporto degli Usa dovrebbe andare "mano nella mano con un aumentato supporto da parte dei partner arabi ed europei - ha proseguito -contemplando l’impiego di forze speciali che possano contribuire alla lotta via terra". L’ex Segretario di stato ha poi ribadito la necessità di una «no-fly zone» per impedire ad Assad di continuare ad uccidere civili con i raid aerei. Infine "le forze di opposzione a terra, con il supporto materiale della coalzione, potrebbero contribuire a creare una zona sicura per consentire ai siriani di rimanere nel loro Paese - ha concluso - anzichè fuggire in Europa. Quanto al coinvolgimento della Russia in Siria, sebbene possa "giocare un ruolo importante e siamo disponibili a lavorare con loro. Penso che in questo momento - ha avvertito - il presidente Putin stia in realtà peggiorando la situazione".

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