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domenica 29 novembre 2015

L'allarme dalla Germania: "Euro a picco" I segnali sconcertanti della crisi nera

Euro a picco. L'allarme dalla Germania: i segnali sconcertanti


di Nino Sunseri 



La Deutsche Bank è molto negativa sul futuro dell' euro. Prevede il cambio a 0,85 sul dollaro prima di risalire intorno a 0,90 nel corso del 2016. Rispetto ai valori attuali un calo del 20%. Un' oscillazione che mette paura.

La caduta dell' euro è il frutto della divergenza fra Fed e Bce. La banca centrale americana considera la ripresa ormai consolidata e si prepara a stringere i freni provocando l' innalzamento del dollaro Draghi, invece, allenterà ancora di più la politica monetaria abbattendo l' euro. In altri tempi la svalutazione sarebbe stata il toccasana per il rilancio dell' economia. Ma in altri tempi c' erano la lira e le altre monete nazionali. Oggi c' è l' euro. Così cresce la paura. E' forte il rischio che, nonostante la vigorosa spallata al cambio accadranno poche cose buone. Si tratta di quella che ormai viene definita la sindrome giapponese. Gli stimoli monetari per quanto potenti non riescono a rianimare l' economia. Anche se lo yen è sceso molto e la pompa della Bank of Japan riempie il mercato di liquidità fino a farlo affogare. L' Europa va incontro ad un destino simile?

Come escluderlo. Tanto più che non mancano i segnali d' allarme. A settembre, nel silenzio generale, c' è stata una nuova battuta d' arresto dell' attività produttiva. L' euro è già sceso molto ma senza risultati apprezzabili. Il fatturato industriale è diminuito dello 0,1% su agosto e gli ordini addirittura del 2%. Entrambi i riferimenti sono in discesa dello 0,8% sul 2014.

Come si dice in questi casi? Il cavallo non beve. La ragione è molto semplice. I principali mercati di sbocco del made in Italy sono in Europa. Come tali assolutamente indifferenti al cambio. Né può servire guardare fuori dalla zona euro. Tranne gli Usa il resto delle grandi economie sta rallentando. In alcuni casi, come il Brasile si trova addirittura in recessione ed il governo non riesce a reagire perchè paralizzato dalle indagini sullo scandalo Petrobras. Certo con la svalutazione ci sono forti vantaggi per il tessile abbigliamento e gli articoli di lusso. Tuttavia l' esperienza dei mesi scorsi insegna che le eccellenze del made in Italy sono indifferenti all' andamento del cambio.

Insomma alla fine della corsa potremmo essere costrertti ad una conclusione desolante: il cambio debole e il potente bazooka monetario di Draghi sono semplici tigri di carta. Sono un forte incentivo per i mercati finanziari come dimostra ancora l' esempio giapponese (l' indice Nikkei salito del 110%). Invece rappresentano un' arma spuntata come pungolo alla produzione (il Pil giapponese è di nuovo negativo). Gli effetti positivi della caduta dell' euro rischiano di essere poco rilevanti. Almeno per l' Italia. A trarne giovamento sarebbe sicuramente la Germania che, secondo gli analisti resta competivia anche con l' euro a 1,50. Figuriamoci se vale la metà. Per la nostra economia invece potrebbero materializzarsi effetti molto negativi.

Per esempio il rialzo della bolletta petrolifera nonostante la quotazione del barile sia ancora modesta. Il prezzo della benzina potrebbe tornare rapidamente oltre la quota di 1,7 e rispunterebbe l' inflazione. Se dovesse superare la soglia del 2% Draghi dovrebbe bloccare il suo bazooka.

Così dopo la scomparsa del barile leggero verrebbe meno anche l' altro supporto che ha impedito all' economia di affondare. Vale a dire la politica di bassi tassi d' interesse. La conclusione potrebbe essere inedita e molto amara. Uno scenario nel quale la svalutazione della moneta porta più danni che vantaggi. Il mondo che gira al contrario rispetto alla lira.

Il gesto finale del preside pro-Islam Aveva vietato anche il Natale a scuola

Il gesto finale del preside pro-Islam. Aveva vietato il Natale a scuola




Si è dimesso il preside Marco Parma, dopo essere stato travolto dalle polemiche per aver vietato i canti natalizi al saggio della scuola elementare all'istituto Garofani di Rozzano, nel Milanese. L'agenzia Ansa lo conferma citando fonti della Regione Lombardia, dopo che il dirigente scolastico era stato convocato per chiarire i provvedimenti presi nella sua scuola. Parma aveva deciso di fare una "festa laica" secondo lui perché sarebbe stato inopportuno celebrare una festa cattolica dopo le stragi islamiste avvenute a Parigi lo scrorso 13 novembre.

Il Fisco paga chi fa la spia in ufficio Premi per sputtanare gli evasori

Il Fisco paga chi fa la spia. Premi in denaro per chi sputtana i colleghi




Molto presto il Fisco regalerà premi in denaro a chi fa lo spione su amici e colleghi. Arriva in Aula alla Camera la proposta di legge voluta da Partito democratico e Movimento Cinquestelle che premia la delazione su reati di corruzione, ma anche su illeciti e reati fiscali. L'idea, scrive il Giornale, porta il nome di whistleblowing, cioè quel soffiare nel fischietto che avviene quando si deve segnalare un pericolo. La prima firmataria Francesca Businarolo del Movimento Cinquestelle, con il sostegno fondamentale del gruppo Pd.

Il meccanismo - I deputati hanno immaginato un sistema a premi perché lo Stato riceva quante più notizie possibili sui crimini che si consumano a danno dell'erario. Sulla falsa riga di quel che già succede per i pentiti di mafia, anche il delatore potrà godere dell'assoluto anonimato al momento della segnalazione, almeno fino all'inizio del dibattimento in Tribunale. In questo modo il legislatore spera di incentivare per esempio il funzionario a spifferare eventuali illeciti del proprio dirigente ed evitare che scattino sul delatore "vendette" sul posto di lavoro.

Gli incentivi - Il motivo principale dietro l'iniziativa parlamentare è stato recepire le convenzioni Onu e del Consiglio d'Europa sulla lotta alla corruzione. Di fatto però incentiva anche la delazione su reati e illeciti fiscali, aprendo così scenari conflittuali da guerriglia e vendette negli uffici pubblici italiani: "In un Paese come l'Italia consumata dall'invidia sociale - dice il fiscalista Paolo Duranti - ci vuol poco a insinuare sospetti". Il tutto incentivato da premi che saranno definiti in "sede contrattuale" con l'Agenzia delle entrate. E pensare che nella prima proposta dei grillini, i premi da riconoscere dovevano equivalere a valori tra il 15% e 30% rispetto al danno erariale riconosciuto dalla Corte dei conti.

sabato 28 novembre 2015

"GUERRA ALLA TURCHIA" Dal Parlamento russo via libera a Putin

Il Parlamento russo: "Mosca ha diritto a risposta militare"




Ora c'è anche il via libera del Parlamento russo. La Duma, oggi, ha votato favorevolmente al diritto da parte di Mosca a una "risposta militare" nei confronti della Turchia, dopo l'abbattimento di un Sukhoi-24 di Mosca da parte degli F-16 di Istanbul sopra il confine tra Turchia e Siria, avvenuto lunedì scorso. Una decisione, quella della Duma, che aggrava ulteriormente i rapporti tra i due Paesi, che sono tesissimi. La Russia ha cancellato oggi a tempo indeterminato la sua partecipazione a esercitazioni militari congiunte nel Mar Nero. Da parte sua, Erdogan ha annunciato la cancellazione dei voli militari turchi in territorio siriano, ma ha avvertito Mosca di "non giocare col fuoco".

Il presidente russo ha ribadito di "non voler mettere a repentaglio le relazioni" con la Russia. In un discorso trasmesso in diretta tv, il leader turco ha puntualizzato che quanto accaduto non è stato "intenzionale" bensì dovuto "all’applicazione automatica delle regole d’ingaggio". Quindi non ha escluso di incontrare il collega russo Vladimir Putin a margine dell’inaugurazione della Conferenza sul Clima, lunedì prossimo, ma ha aggiunto un non rassicurante "voglio vederlo faccia a faccia".

Erdogan ha anche accusato Putin di aver pronunciato "parole inaccettabili" nei confronti della Turchia e di "puntare a estendere ad altri settori" la disputa sul caccia abbattuto. Il presidente turco ha liquidato come "calunnie" le accuse di Mosca, secondo cui Ankara acquisterebbe clandestinamente petrolio dall’Isis, e le ha anzi ribaltate, sostenendo che gli Stati Uniti "hanno prove documentate della vendita al regime siriano" di idrocarburi da parte dello stesso Isis e persino "di compagnie russe".

Scalfari: "Non scrivo più su Repubblica" Chi lo ha spinto via dal suo giornale

Eugenio Scalfari: "Dal 17 gennaio non scriverò più su Repubblica"




Fuori Uno e poi fuori due. E' fuga da Repubblica. Già la decisione del direttore Ezio Mauro di lasciare il quotidiano dopo 18 anni al timone aveva lasciato presagire la fine di un'epoca: quella del giornale-partito che per tanti anni ha fatto dell'anti-berlusconismo la sua ragione d'esistere. Ma il secondo addio è ancora più epocale: riporta "Il Foglio" che lo storico fondatore Eugenio Scalfari non scriverà più sul suo giornale. "Dal 17 gennaio prossimo non scriverò più su Repubblica" ha esternato dopo essere stato informato, prima da Ezio Mauro e poi da Carlo De Benedetti, che Mario Calabresi sarebbe arrivato a dirigere il quotidiano che lui aveva fondato il 14 gennaio 1976, cioè quasi esattamente 40 anni prima.

Scrive "Il Foglio" che Scalfari non avrebbe mai perdonato quel suo essere "dentro, ma anche fuori" il fronte che per anni si è opposto al leader di Forza Italia. "Dentro" perchè comunque da Repubblica era partita la carriera nei grandi giornali del figlio del commissario ucciso negli anni '70 da Lotta Continua. Ma anche "fuori", per quei rapporti, scrive "Il Foglio", comunque cordiali con il Cavaliere: "Anche negli anni di più acceso conflitto tra la sinistra e Silvio Berlusconi Calabresi ha sempre e malgrado tutto mantenuto un rapporto di stima personale più volte ravvivato da telefonate cordiali, incontri, colloqui persino affettuosi, con il Cavaliere che gli confessava: “Ma lo sa che io conoscevo il suo papà?”...". Troppo, per Barbapapà.

Feltri mette in mutande Bergoglio: vi racconto come finirà Vatileaks

Vittorio Feltri mette in mutande Bergoglio: ecco come finirà Vatileaks




Vittorio Feltri ha la sua verità su come finirà il processo che in Vaticano stanno montando su Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, i due autori dei più recenti libri che svelano le malefatte vaticane. Secondo la legge dello Stato della Chiesa, chi sottrae e rende note informazioni riservate è punibile con pene che vanno da 4 a 8 anni di reclusione.

Ma secondo l'editorialista del Giornale, quella in atto è "una pantomima, una sceneggiata, un gioco a cui stanno volentieri anche le vittime per convenienza: esse traggono da questo teatrino una gratuita pubblicità per promuovere i loro libri, non a caso primeggianti nelle classifiche dei più venduti".

Nuzzi e Fittipladi, scrive Feltri, verranno condannati secondo le leggi vaticane, ma con un colpo di scena finale: "Scommettiamo che la coppia di scribi sarà punita alla grande alla vigilia del Giubileo in base alle leggi locali, che puzzano di totalitarismo integrale (tipo Corano), e il giorno dopo, Francesco, inaugurando l'anno della Misericordia, compirà un gesto, appunto misericordioso: li grazierà entrambi, suscitando l'entusiasmo dei media, tutti allineati e coperti nell'esaltazione del Pontefice argentino, così avanti da avere superato qualsiasi progressista".

LA BANCA FALLISCE, PAGHI TU I primi 100mila bastonati in Italia

Bail-in, primo caso in Italia: i 100mila bastonati


di Francesco De Dominicis



Non è un’operazione di fronte alla quale togliersi il cappello, ma è il solito pasticcio all’italiana. Forse però il male minore. Il salvataggio di Banca Marche, CariChieti, Carife e PopEtruria è stato messo a punto dai grandi gruppi bancari e dalla Banca d’Italia. Sul tavolo del governo, domenica, è arrivato un pacchetto a scatola chiusa, solo per dare l’ok a un decreto necessario a rendere utilizzabili, in anticipo rispetto al 2016, le regole Ue sulla risoluzione delle crisi bancarie. La soluzione prevede la creazione di una bad bank per le sofferenze (svalutate di oltre l’80%) e di quattro banche fresche (avranno il vecchio nome, preceduto da «Nuova») operative da ieri. Ma ecco alcuni aspetti di rilievo.

1) Il paracadute aperto ieri è di fatto il primo caso di bail in in Europa. Non è vero che è stato evitato il meccanismo «interno» di salvataggio delle banche: a pagare il conto (700milioni di euro), in linea con le nuove norme Ue, sono azionisti e possessori di obbligazioni subordinate (in tutto fino a 100mila investitori); mentre non è previsto un sacrificio per i bond «normali» né per i conti correnti con saldo superiore a 100mila euro.

2) Le banche non sono diventate filantropiche all’improvviso. Nessun atto di generosità, ma solo calcoli di convenienza: il quadruplo fallimento degli istituti avrebbe costretto il resto del sistema finanziario a garantire, così come previsto per legge, i depositi fino a 100mila euro. E sarebbe stato un bagno di sangue: in ballo c’erano oltre 12 miliardi di euro, molto meno rispetto ai 3,6 miliardi complessivi versati a partire da ieri al Fondo di risoluzione di Bankitalia. Il «sì» dei banchieri, dunque, è arrivato da un lato guardando al risparmio secco (8-9 miliardi), dall’altro guardando al terremoto, sul versante della fiducia, che sarebbe stato cagionato dal default: Obiettivo: evitare la corsa agli sportelli.

3) Il piano di salvataggio ha un impatto negativo sui conti pubblici (nonostante il «verbo» di palazzo Chigi): gli istituti recuperano sotto forma di sgravi Ires una parte dei 3,6 miliardi di aiuti girati via Nazionale. L’aliquota per la defiscalizzazione è pari al 27,5%. Ne consegue che quest’anno lo Stato incasserà meno Ires per 990 milioni. Ma il governo non avrebbe dovuto individuare coperture finanziarie? Mettiamola così: l’ammontare esatto dei versamenti non è stato definito nel provvedimento dell’esecutivo (anche se erano già noti) e a palazzo Chigi hanno fatto finta di non accorgersi (tant’è che nel decreto non si menzionano gli apporti finanziari precisi, citati solo in un comunicato stampa di Bankitalia). A fine anno, si tireranno le somme: ma è certo è un «buco» da 1 miliardo.

4) Spuntano aiuti di Stato, sotto forma di garanzia pubblica. Lo dice ufficialmente una nota della Commissione Ue che ha comunque avallato il sussidio: «Il beneficio connesso a tale garanzia è di 400 milioni di ulteriore supporto del fondo di risoluzione. Tali interventi del Fondo di risoluzione costituiscono aiuti di Stato ai sensi delle norme europee sugli aiuti di stato». Comprese le minori entrate Ires, le risorse pubbliche ammontano a 1,4 miliardi.

5) Il futuro è al buio e senza scudi. I 3,6 miliardi sono stati chiesti come anticipi dei prossimi contributi (3 o 4 anni). Vuol dire che il Fondo di risoluzione ha bruciato risorse future. E se una banca sarà vicina al fallimento l’anno prossimo? Serviranno versamenti extra.

6) La manovra, concertata in quattro giorni di negoziati segreti tra banchieri e regolatori col silenzio del governo, mortifica il mercato.

venerdì 27 novembre 2015

Lutto nel mondo dello spettacolo Morto Luca De Filippo, figlio di Eduardo

E' morto Luca De Filippo, figlio del grandissimo Eduardo




Lutto nel mondo del teatro, è morto Luca De Filippo, figlio del grande Eduardo. L'attore era nato a Roma nel 1948 dalla relazione tra il maestro del teatro e la soubrette Thea Prandi. 

Luca debutta a teatro a 8 anni quando interpreta Peppeniello nella commedia Miseria e nobiltà del nonno Eduardo Scarpetta. Perde prestissimo la mamma e la sorella Luisella, che aveva solo dieci anni. A 12 anni si ritrova solo con il papà già anziano (aveva 60 anni): "Mi portava alle pomeridiane e mi scriveva delle particine per tenermi con sé in scena", ha raccontato poi in una intervista. Ma il vero debutto sul palcoscenico è a 20 anni, con lo pseudonimo Luca Della Porta, con Il figlio di Pulcinella. Con Eduardo lavora sia in teatro che in tv in varie commedie, Filumena Marturano, Non ti pago, Il sindaco del rione Sanità, Napoli milionaria!, De Pretore Vincenzo, Le bugie con le gambe lunghe, Uomo e galantuomo, Natale in casa Cupiello, Gli esami non finiscono mai, Le voci di dentro, Sik-Sik l’artefice magico, Gennareniello, e ancora Dolore sotto chiave, Quei figuri di tanti anni fa, Ditegli sempre di sì, Chi è cchiù felice e me, il pirandelliano Berretto a sonagli.

Nel 1981 fonda una sua compagnia teatrale, La compagnia di teatro di Luca De Filippo, con cui affronta buona parte delle commedie paterne e degli Scarpetta: dirige e interpreta Uomo e galantuomo, Non ti pago, Il contratto, Penziere mieje, Ditegli sempre di sì, e L'Arte della commedia con Umberto Orsini coprotagonista. 

Caivano (Na): Spese pazze senza una seria logica di mercato? Ecco alcuni esempi

Caivano (Na): Spese pazze senza una seria logica di mercato? Ecco alcuni esempi 





A Caivano, alcuni dirigenti di settore non badano a spese, e a pagarne le conseguenze di una politica di mercato senza criterio e senza logica sono le casse comunali, o meglio le tasche dei contribuenti caivanesi. Ecco alcuni esempi di come 5000 volantini per l'informazione della raccolta differenziata, sono costati all'Ente Comune, circa 500 euro, quando un noto Tipografo della zona, propone lo stesso ordine a meno di 130 euro. Un divario notevolissimo che mette addirittura in discussione quelle che sono le regolari basi di ricerca di mercato affinchè indurre il proprio settore a risparmiare soldi pubblici. Ovviamente, questo esempio viene fatto nel piccolo, e, a questo punto la domanda sorge spontanea, se su 5000 volantini c'è un divario di circa 200 euro o più, su movimentazioni più grandi quanto gravano le mancate ed adeguate ricerche di mercato? Si corra ai ripari, subito! 

Delirio pro-islam, lo sfregio di Natale: cosa succede in una scuola italiana

No Croce e Jingle bells. Stop al concerto di Natale: l'ultimo delirio a scuola




Il concerto di Natale si farà il 21 gennaio in una scuola di Rozzano, alle porte di Milano. Questo è il risultato della trattativa tra il preside dell'Istituto comprensivo Garofani, Marco Parma, e l'associazione 11 Note che da anni organizzava lo spettacolo con i bambini. L'evento in realtà stava per saltare del tutto, cancellato dai vertici dell'istituto che dopo la strage di Parigi hanno avuto un sussulto laicista. Fino allo scorso anno il concerto era fatto delle classiche canzoni natalizie tipo Jingle bells, riporta il Giorno, ma quest'anno qualche genitore ha avuto l'ardire di proporre anche qualche brano un po' più religioso come Adeste fidelis o Tu scendi dalle stelle. Niente da fare, secondo il dirigente scolastico, già candidato sindaco per il Movimento Cinquestelle, quei brani sarebbero imposti ai bambini di religione musulmani e quindi per: "il rispetto delle diversità" è stato rinviato tutto a gennaio con relativo cambio di nome all'evento che passa a chiamarsi da "Festa di Natale" a "Festa d'inverno", così secondo la vicepreside Ornella Godi: "Si eviteranno strumentalizzazioni". Il saggio di Natale ci sarà, ma sarà basato su: "filastrocche di Gianni Rodari e sulle canzoni di Sergio Endrigo". La polemiche nell'istituto erano già scoppiate in passato per l'esposizione del crocifisso in aula. Secondo il preside: "non ci sono da tempo, un paio di genitori ha proporsto di metterli nelle aule e il Consiglio di Istituto a giugno ha respinto la proposta". La vicepreside invece ricorda che in un paio di aule i crocifissi c'erano, in altre no: "La decisione del Consiglio è stata quella di uniformare e togliere i crocifissi che c'erano".

Caivano (Na): L'Avv. Acerra interviene sul nostro blog

Caivano (Na): Intervista all'Avv. Domenico Acerra (Liberi Cittadini) 


di Gaetano Daniele 



Avv. Domenico Acerra
Liberi Cittadini

Avv. Acerra, il Sindaco Monopoli ha deciso di aggiungere alla sua squadra di governo un altro staffista, evidentemente, era talmente preso in campagna elettorale a criticare "il Sirico staffista di Semplice" che ad oggi, dopo De Cicco, ne vuole un altro. Secondo lei perchè Monopoli ha bisogno di più staffisti? e visto che costano anche caro a spese dei contribuenti, i soldi ci sono?

Monopoli eccede in tutto, questa volta con gli staffisti. Governare un Paese complesso richiede la partecipazione di persone preparate e dotate di spirito di servizio che compongano un quadro di insieme e una squadra affiatata. Monopoli assolda invece mercenari che non sono in grado di dare alcunché al Paese e che perdipiù lo depredano di preziose risorse economiche.

Avv. Acerra, il Natale è alle porte, che Natale sarà per i cittadini. 

Il paese non vede la luce in fondo al tunnel con questi amministratori. Nel governo del  Paese regna l'improvvisazione, siamo nelle mani di avventurieri! Sarà un Natale triste per i cittadini caivanesi, stretti tra la crisi economica e un Paese molto male amministrato.

Avv. Acerra, secondo lei questa Giunta durerà?

Non ho la sfera di vetro per fare previsioni. Però è evidente a tutti che gli attuali amministratori non hanno la forza culturale e perfino morale per amministrare il Paese. Chi all'interno della compagine amministrativa ha maggiore senso della realtà prenda coscienza di questa verità e tolga la fiducia a Monopoli, consentendo la nascita di una vera e nuova alternativa di governo in questo Paese dopo venti anni di disastri amministrativi. Lo sperpero di soldi pubblici è sotto gli occhi di tutti. 

Avv. Acerra, gara rifiuti, a che punto siamo?

Non conosco i dettagli amministratici della gara di appalto per l'affidamento della raccolta dei rifiuti. Quello che posso dire è che siamo di fronte, anche in questo settore così importante della vita amministrativa, a improvvisazione e pressapochismo. Valga in questo senso a dimostrarlo le preannunciate dimissioni del responsabile comunale del settore ambiente, solo pochi mesi nominato da Monopoli. Siamo al disastro amministrativo!

Avv. Acerra, sull'attuale amministrazione Monopoli, si faccia una domanda e si dia una risposta. Insomma, come vuole concludere questa intervista?.

A  chi giova questo clima da presa del Palazzo d'Inverno che ha instaurato Monopoli? Io ritengo a nessuno! Caivano versa nell'immobilismo amministrativo e giace in un pantano morale mai visto prima! Monopoli prenda atto di questa condizione drammatica, si renda consapevole della inadeguatezza dell'attuale quadro politico ad affrontare in modo serio il governo del paese,  e di conseguenza resetta tutto il quadro amministrativo, apra un dibattito culturale serio nel pase, formuli un programma condiviso tra tutte le maggiori forze sociali e politiche,  senza distinzioni di parte, e coinvolga le migliori intelligenze del paese per dare esecuzione a quel programma, stabilendo di un orizzonte temporale che copra la durata della consiliatura. Quale rappresentante di una delle forze di opposizione sono pronto a raccogliere questa sfida.

giovedì 26 novembre 2015

"UN ATTENTATO TERRORISTICO" Arrestati due islamici in moschea

"Un attentato a Berlino", arrestati due islamici in moschea




Due presunti islamisti sono stati arrestati a Berlino dopo che la polizia aveva perquisito una moschea nel quartiere di Charlottenburg in risposta a una "possibile  minaccia". Il quotidiano Bild spiega che la polizia aveva raccolto  alcune indicazioni secondo cui un attacco era in fase di pianificazione nella moschea.

Vespa, la finanza bussa alla sua porta Blitz in casa, Lui: "Sono indignato"

Bruno Vespa, la Finanza entra in casa sua: controlli sulla dichiarazione dei redditi 2011




Anche Bruno Vespa finisce nel mirino del fisco. La Guardia di Finanza è entrata nella casa del conduttore di Porta a Porta in piazza di Spagna, a Roma, e nello studio del suo commercialista, per verificare la dichiarazione dei redditi presentata nel 2011. Secondo quanto riferisce il Fatto quotidiano, Vespa non è l'unico volto Rai oggetto di verifiche. Nessuna perquisizione, si sottolinea, ma un semplice accertamento. "Che analizzino tutto - è stata la reazione di Vespa -, non ho alcun problema. Anzi, sono i benvenuti". "Sono orgoglioso e al tempo stesso sono indignato per la mia posizione di importante contribuente di questo Paese. Sono orgoglioso perché mio padre mi ha insegnato che pagare le tasse è giusto. Sono indignato, invece, perché nella graduatoria dei contribuenti occupo un posto improprio. Non credo di meritare una posizione così alta tra i contribuenti italiani: è il segno che c'è qualcuno, invece, che le tasse non le paga quanto dovrebbe". In passato Vespa aveva vinto un contenzioso con l'Agenzia delle Entrate in quanto aveva pagato più Irap di quanto dovuto.

L'ordine di Hollande a Renzi: ecco dove manderemo soldati

Terrorismo, vertice Hollande-Renzi: l'Italia manderà soldati in Libano, Mali e Sahel




Un "incontro di sostanza": Palazzo Chigi presenta così il faccia a faccia tra Matteo Renzi e il presidente francese François Hollande, in programma alle 8 di mattina all'Eliseo. Una visita lampo, incastrata nel tour diplomatico europeo di Hollande (ieri ha visto Angela Merkel, poi toccherà a Vladimir Putin), e incentrata tutta sul tema del terrorismo e della lotta all'Isis.

Gli 007 e le informazioni - Primo punto in agenda: la "condivisione maggiore" tra i rispettivi servizi di intelligence. Per ora, infatti, Renzi continua a frenare sulla questione dei bombardamenti in Siria, tenendo la linea (decisamente interlocutoria) degli Usa di Obama: "Serve fermezza ma anche la necessità di non cercare facili scorciatoie, con operazioni militari, in assenza di una strategia globale, sul medio e lungo periodo", continua a spiegare il premier.

Contingente italiano - La mossa di Berlino, che manderà 650 soldati in Mali, potrebbe però aprire nuove vie di collaborazione. Anche Roma, questo sarebbe al centro dell'incontro tra i due leader, potrebbe mandare un suo contingente in scenari meno caldi di quello del Califfato, ma altrettanto importanti. Secondo le prime indiscrezioni, Hollande chiederà a Renzi di inviare soldati italiani in Libano, Mali e Sahel, segnale di collaborazione militare pratica e soprattutto un modo per "liberare" i militari francesi per il fronte vero, interno ed esterno.

Il rambo iracheno è l'anti-Califfo: "Di lui non resterà che farina"

Abu Azrael, il rambo iracheno che combatte contro Isis




Lo chiamano il Rambo iracheno, l'anti Califfo. E' lui, Abu Azrael, l'uomo simbolo della resistenza sciita contro l'Isis. Il suo motto è "Non rimarrà che farina" dei terroristi. E a vederlo, armato di fucile, ascia e scimitarra, viene quasi da credergli. Il suo vero nome è Ayyub Faleh al Rubaie anche se per tutti è l'Angelo della morte.

Riporta il Tempo che ama farsi fotografare o riprendere dalle telecamere e racconta in giro di essere un ex docente universitario campione di taekwondo. Notizie pare infondate create apposta per cucirsi addosso il costume da super eroe. Abu Azrael è oggi a capo della milizia sciita dell'Imam Ali (Kata' ib al Imam Ali), un battaglione nato nel 2014 come braccio armato del Movimento islamico iracheno (Harakat al -Iraq al-Islamiyah) che risponde alla coalizione di Mobilitazione popolare, guidata da Jamal Jaafar Mohammed, conosciuto anche come Abu Mahdi al Mohandis, ex comandante dell'organizzazione Badr (l' ala militare del partito Supremo consiglio islamico iracheno) e molto vicino al generale iraniano Qassem Suleimani, capo delle forze speciali Quds. 

Il Rambo iracheno in certe zone del suo Paese è un idolo: il suo volto è stampato sulle t-shirt che indossano giovani e adulti e su di lui girano video musicali e cartoni animati. Nonostante sia un combattente lui si descrive come una persona pacifica: sposato, quattro figli, "accompagno spesso i miei figli a scuola", racconta a France Presse. In realtà Abu Azrael e i suoi uomini sono stati più volte accusati di commettere atrocità nei confronti della popolazione sunnita. Alcune foto lo ritraggono mentre abusa dei cadaveri dei nemici morti sul campo. 

Lo schiaffo del Papa ai terroristi Isis Come li ridicolizza: la frase (pazzesca)

Papa Francesco: "L'Isis? Ho più paura delle zanzare"




E' iniziato con l'atterraggio in tarda mattinata all'aeroporto di Nairobi il viaggio in Africa di Papa Francesco, che toccherà anche Uganda e Repubblica Centrafricana. Un viaggio preceduto da giorni di polemiche e timori per l'incolumità del Pontefice, che nonostante l'allarme terrorismo e le minacce dell'Isis nei confronti del Vaticano e dello stesso Santo Padre, ha voluto comunque partire senza particolari misure di sicurezza. Durante il volo per il Kenya la questione è stata sollevata anche dai giornalisti presenti a bordo. Ma alla domanda se tema un attacco nel corso del viaggio, Bergoglio ha risposto colo solito spirito combattivo e humor: "Sono più preoccupato per le zanzare".

L'incubo di Tomaso Trussardi fermato dai poliziotti a Milano: l'accusa è tremenda

L''incubo di Tomaso Trussardi fermato dai poliziotti a Milano: l'accusa è tremenda




Arriva l'ultima grande lezione di eleganza e saper stare al mondo da Tomaso Trussardi, noto alle cronache per essere il marito di Michelle Hunziker, e per chi non lo ricordasse anche imprenditore erede del noto marchio di moda (e proprio a dirla tutta già collaboratore di Libero per il settore motori). Tomaso è stato protagonista di una disavventura particolarmente spiacevole, difatti, ieri mattina in pieno centro a Milano, una zona ormai talmente sorvegliata dalla polizia da non lasciare in pace neanche la gente elegante e famosa: "Sono stato fermato da sei agenti della Polizia Locale di Milano (due volanti e due moto...) - racconta su Facebook - Capisco la tensione del momento, ma fermare una persona alle 7.30 della mattina in giacca e cravatta... lasciatemi dire, non del tutto sconosciuto... con la sua auto d'epoca mentre stava cercando di andare in motorizzazione ad immatricolarla (regolarmente provvisto di targa prova)... Lo trovo a dir poco eccessivo, in un momento in cui le attenzioni delle nostre amate forze dell'ordine dovrebbero essere rivolte a ben altre cose...". Sicuramente Angelino Alfano starà prendendo appunti dopo l'increscioso episodio e l'evidente incomprensione. Peccato che intanto Tomaso ha dovuto pagare caro questo momento buio delle nostre forze dell'ordine: "Alla fine di tutto mi hanno tolto 5 punti perché avevo il navigatore del telefonino cellulare acceso appoggiato sul sedile lato passeggero... dato che ovviamente l'auto (vista l'età) ne è sprovvista. Questo secondo loro mi avrebbe potuto distogliere dalla normale guida".

Juve agli ottavi: Mandzukic-gol, Manchester City ko ed è sorpasso 3

Champions League, Juventus agli ottavi: Mandzukic stende il Manchester City, è sorpasso




Un gol di Mandzukic al 18' regala alla Juventus la vittoria per 1-0 sul Manchester City nella quinta giornata di Champions League, la qualificazione agli ottavi con un turno di anticipo e soprattutto il sorpasso in classifica nel Gruppo D: ora i bianconeri sono a quota 11 punti e basterà un punto nella trasferta di Siviglia nell'ultima partita per garantirsi il primo posto che permetterebbe loro di non incontrare subito nella fase a eliminazione diretta big come Barcellona, Real Madrid e Bayern Monaco. A Torino decide la zampata in area del croato ex Atletico, ben servito da Alex Sandro dalla sinistra. Il City sbaglia qualche limpida occasione da gol, la Juve sbaglia tanto in fase di impostazione e regala qualche palla pericolosa agli inglesi ma il risultato è giusto, perché la squadra di Allegri, con Morata in panca e Dybala titolare, crea tanto e riesce a dare buon ritmo alla gara, anche grazie a un sontuoso Pogba a centrocampo.

Riesplode l'influenza aviaria "Un ceppo altamente patogeno"

In Francia dopo otto anni torna l'influenza aviaria




In Francia è stato individuato un caso di influenza aviaria (H5N1), il primo dal 2007, nel dipartimento sud-occidentale di Dordogna, vicino a Bordeaux. Il virus è stato rilevato su galline allevate in case private. Il focolaio di epidemia è a Biras, tra Perigueux e Brantome, ha precisato la prefettura di Dordogna. Il ceppo, identificato ieri sera dall’agenzia di sicurezza sanitaria, è stato descritto come «altamente patogeno per il pollame», ha sottolineato il ministero in una nota precisando che è stato già attivato un
piano di intervento sanitario urgente. Tra le misure immediate, «zone di protezione e di monitoraggio di 3 e 10 chilometri intorno al bestiame». Monitoraggio che sarà ampliato «non solo in agricoltura ma anche per quanto riguarda la fauna selvatica».

I ministri dell’Agricoltura, Stephane Le Foll, e della Salute, Marisol Touraine, hanno chiesto all’Anses «a titolo precauzionale, di valutare la pericolosità eventuale del ceppo per l’uomo». In Francia l’ultima epidemia risale al 2006 e coinvolse 64 aziende agricole, per lo più nel dipartimento del’Ain, nella regione del Rodano. Gli ultimi casi isolati in Francia sono stati individuati in Mosella nell’agosto del 2007. Il ministro dell’Agricoltura che ha convocato per giovedì una riunione del Comitato nazionale di orientamento della politica sanitaria animale, ha ricordato che «l’influenza aviaria non è trasmissibile all’uomo con il consumo di carne, uova, foie gras e da altri prodotti alimentari».

Perché guidare senza patente non sarà più reato: cosa cambia

Guidare senza patente non sarà più reato: le nuove sanzioni




Guidare senza patente non sarà più reato. Lo stabilisce lo schema di decreto legislativo trasmesso il 17 novembre scorso alla Camera per l'approvazione parlamentare. Come riferisce Quattroruote.it, la novità riguarda anche le patenti revocate o non rinnovate per mancanza dei requisiti fisici o psichici e rientra nella depenalizzazione dei reati attualmente punibili con la sola pena della multa o dell'ammenda, come previsto dalla legge 67/2014.

La nuova sanzione - Tra questi reati c'è la guida senza patente, prevista dall'articolo 116 del Codice della strada e sanzionata con ammenda da 2.257 a 9.032 euro (con arresto fino a un anno in caso di recidiva nel biennio). Quando entrerà in vigore il decreto legislativo, l'ammenda verrà sostituita da una sanzione amministrativa da 5.000 a 30.000 euro.

mercoledì 25 novembre 2015

CAMORRA AVVERTE L'ISIS Testa di maiale alla moschea e scritte per Vladimir Putin

Testa di maiale e scritte pro-Putin alla moschea di Giugliano




Una testa di maiale conficcate sulla cancellata e accanto scritte "fuck Isis" ("Isis vaffanculo") e "Onore a Putin". Le hanno trovate stamattina i fedeli dell'Associazione Culturale islamica dell'Unione fuori dalla moschea di Giugliano, comune della cintura napoletana. Sul posto, dopo la segnalazione, sono arrivati gli agenti del locale commissariato e gli uomini della scientifica. Al vaglio degli inquirenti le immagini delle telecamere della zona per risalire agli autori del macabro gesto. I poliziotti non escludono ad agire sia stata “una banda di scalmanati legati all’estremismo di destra”. Ma ci potrebbe essere un'altra pista legata alla criminalità organizzata...

Caivano (Na): Parte "Natale Moda"

Caivano (Na): Parte "Natale Moda"






CAIVANO – Moda, musica, comicità e divertimento. Sono le principali attrazioni di “Natale Moda”, abituale evento invernale promosso dal direttore artistico Michele Trasparente, con il patrocinio del Comune di Caivano e l’indispensabile sostegno di molti sponsor. La manifestazione, giunta al suo decimo anniversario, si terrà nell’ottima location del teatro “Caivano-Arte” di via Necropoli domenica 29 novembre a partire dalle ore 19.30 con ingresso, ovviamente, gratuito. 

Presentata da Luciano Capurro e Paola Fiudi (protagonisti al teatro Salone Margherita di Napoli) con le splendide coreografie di Mariangela Trasparente, servirà soprattutto alla gente accorsa ad ammirare le proposte invernali dei negozi locali. Michele Trasparente è reduce ultimamente dall’organizzazione di “S. Arpino Moda”, dove è stato ospite d’onore Cristian Lo Presti, ballerino di “Amici” (con lui nella foto a sinistra).

E “Natale Moda” è sempre più legato alla città che lo ospita. In passerella molte modelle professioniste, fra cui ben tre nate e cresciute in città: Chatrin Ponticelli, Mariagrazia Autieri e Valentina Puzone.

Grandissimo finale con la comicità di Gianluca Manzieri, “il mostro” di Radio Marte. Invitate tutte le autorità locali. Il servizio d’ordine sarà svolto dall’associazione vigili del fuoco di protezione civile di Caivano.

Moto Gp, tremano Rossi e Lorenzo È ufficiale: c'è un ritorno "pesante"

Moto Gp, la Ducati annuncia ufficialmente: "Casey Stoner tonerà nella scuderia di Borgo Panigale come testimonial e collaudatore"




Da qualche settimana le voci giravano insistentemente tra la scuderia della ducati ma adesso è arrivata la conferma: Casey Stoner torna in Moto Gp. La rossa di Borgo Panigale tramite comunicato stampa comunica ufficialmente che l'australiano, campione del mondo nel 2007 con la Ducati e nel 2011 con la Honda, torna nella scuderia italiana "come testimonial e collaudatore per il 2016 e inoltre prenderà parte ad alcuni test MotoGP".

Addio Honda - Il pilota che aveva lasciato le corse alla fine del 2012 era tornato quest'anno in gara per il team Honda ma dopo varie peripezie tra cui un bruttissimo incidente alla 8 ore di Suzuka, ha deciso di buttarsi corpo e anima in un'altra avventura che riporta alla mente incredibili imprese. Stoner infatti nel 2007 aveva trionfato eccelsamente vincendo 23 gare e conquistando con la Desmosedici il suo primo titolo iridato. "Gli ultimi cinque anni con Hrc sono stati una grande esperienza per me. Ho vinto il mio secondo titolo mondiale con loro nel 2011, ho trovato molti amici ed ho stabilito rapporti duraturi nel tempo", ha dichiarato l'australiano.

Voglia di rivalsa - "Per il 2016 sono davvero emozionato di tornare a far parte del Ducati Team. Ho tanti bei ricordi degli anni in cui ho lavorato con Ducati e l'occasione di poter di nuovo collaborare con loro è davvero speciale. Gigi Dall'Igna ha portato con sé un nuovo approccio e non vedo l’ora di poter aiutare Andrea Dovizioso, Andrea Iannone e il Ducati Team: ci metterò tutto il mio impegno. Ducati e i suoi tifosi sono stati davvero importanti nella mia carriera, e sarà fantastico ritrovarli e iniziare un altro capitolo della mia vita con questo marchio così affascinante", ha concluso il "canguro mannaro".

Il messaggio di morte a Francesco L'Isis sfida: "Dove ti ammazziamo"

Il messaggio di morte contro Papa Francesco: ecco dove e quando rischia




Sale l'allarme sul prossimo viaggio di Papa Francesco a Banqui, nella Repubblica Centrafricana. Il 29 novembre Bergoglio ha in programma di aprire idealmente il Giubileo della misericordia per la prima volta in Africa, un viaggio già criticato da più parti per i rischi a cui si esporrebbe il pontefice, scetticismi già forti prima della strage dei terroristi islamici dello scorso 13 novembre a Parigi. Proprio dalla Francia è partito l'ultimo allarme, con l'intelligence francese che ha definito la Repubblica Centrafricana un Paese: "altamente insicuro sotto il profilo della sicurezza", con il rischio "non irrilevante" che possa verificarsi un attentato in occasione delle cerimonie in programma". Dalla Francia sono partiti diversi "alert" verso la Segreteria della Santa Sede, segnalando il pericolo concreto di azioni terroristiche nei giorni del viaggio apostolico del Papa.

Alert - Gli avvisi dei servizi segreti francesi non riguardano solo la persona del Papa. Secondo gli 007 di Parigi ci sono alte possibilità che si possano verificare attentati da parte di qualche jihadista solitario tra la folla in piazza in attesa dello stesso pontefice. Il viaggio del Papa partirà da mercoledì 25 novembre e finirà il 30 con tappe previste in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana.

Salvini si arruola: "Sì, sono pronto ad andarmene in guerra"

Matteo Salvini: "Sono pronto a partire anch'io per combattere l'Isis"




La presa di posizione di Matteo Salvini: "Sono pronto a partire anch'io". Così il leader della Lega Nord, che si dice pronto a tutto pur di combattere l'Isis. "Ho fatto un anno di servizio militare nel '95, ma farei tutto quello che bisogna fare", spiega a Radio 24. "Chi dice no alla guerra all’Isis - aggiunge - è come i collaborazionisti durante il nazismo". Il leader del Carroccio si arruola...

L'ingegnere che non si lava da 12 anni: la sua incredibile scoperta scientifica

L'ingegnere che non si lava da dodici anni: la sua incredibile scoperta scientifica




Non si lava da dodici anni e ne va fiero. Non è un senzatetto né un hippie nostalgico ma un ingegnere. Secondo lui lavarsi troppo potrebbe essere più dannoso che altro. L'idea di  David Whitlock, ingegnere del Mit è nata guardando i suoi cavalli rotolarsi nel letame così ha avuto la conferma di un'ipotesi a cui stava già lavorando: i batteri buoni e quelli cattivi sulla nostra pelle si compenserebbero in un equilibrio in grado di renderci più forti e sani. Non solo: lavandosi si eliminano anche i batteri buoni e si impedisce allo strato di sporcizia di arginare i cattivi odori della sudorazione e le pelle si rovina con maggiore facilità. Per pulirsi si limita a cambiare i vestiti e a usare un detergente di sua invenzione in grado di diffondere batteri buoni sul corpo.  Ha fondato AOBIOME, una star up americana fermamente convinta dell'utilità dei microbi e dei batteri che naturalmente si trovano sul nostro corpo. 

Sgarbi incontra Vendola in tribunale: finisce malissimo, Nichi umiliato

Vittorio Sgarbi assolto dall'accusa di diffamazione a Nichi Vendola




Vince Vittorio Sgarbi: il Tribunale di Bari lo ha assolto "perché il fatto non sussiste" dall'accusa di diffamazione ai danni di Nichi Vendola, l'ex presidente della Regione Puglia, che si era costituito parte civile nel processo. La vicenda risale al 18 maggio 2011, quando nel corso della trasmissione Ora ci tocca anche Sgarbi, su Rai1, il giornalista Carlo Vulpio aveva affrontato il tema delle energie rinnovabili con riferimento a presunti interessi mafiosi. Vulpio aveva chiamato in causa il ruolo della Puglia nella gestione del business dell'eolico. Vendola, all'epoca governatore, decise di querelare il cronista (il procedimento è ancora pendente) e Sgarbi, anche se nel corso della trasmissione il critico d'arte non aveva detto nulla (al contrario, pochi giorni prima, nel corso di una presentazione a Bari aveva parlato di una "puglia massacrata da una forma di criminalità istituzionale che l'ha sfigurata con pale eoliche"). Oggi la sentenza: il fatto non sussiste, Sgarbi "batte" Vendola.

Doppio Suarez e Messi, Piquè e Adriano Roma umiliata al Camp Nou dal Barça

Champions League: Barcellona batte Roma 6-1




Una partita senza storia quella tra Roma e Barcellona al Camp Nou. Addirittura umiliante per i giallorossi di Garcià. Tra le due squadre c'è un abisso e il 5-0 (ma gara già chiusa dopo soli 18 minuti con l'uno-due Suarez-Messi) lo evidenzia chiaramente. I giallorossi sono stati passivi fin dalle prime battute e la squadra di Garcia ha avuto un solo lampo, al 13', quando su un casuale angolo ha clamorosamente fallito lo 0-1 con Dzeko. Poi si è in pratica rassegnata a una sconfitta che sembrava già scritta. Un minuto prima del 45' Suarez ha chiuso definitivamente i conti prima della perla finale di Messi per Piquè al 10' della ripresa e della doppietta della Pulce al 15'. Al 32' la Roma becca il cappotto: Ucan appena entrato tira giù in area Neymar. Rigore: sul dischetto va lo stesso brasiliano, che però esagera tirando senza rincorsa. Szczessny para ma arriva prima di tutti Adriano che insacca il 6-0. Ciliegina sulla torta, il rigore sbagliato da Dzeko al 36'. Che beffardamente, sigla la rete dell'1-6 a dieci secondi dal minuto di recipero.

DOPO IL JET, PURE L'ELICOTTERO È guerra: abbattuti i soccorsi russi

Ribelli siriani abbattono anche un elicottero russo




Il video appare sulla pagina Youtube del Free Syruan Armi, l'esercito di ribelli anti-Assad che per lungo tempo è stato fiancheggiato dagli Stati Uniti e che oggi è bombardato dalle forze armate russe. Descrive la distruzione, tramite un missile anticarro, di un elicottero da combattimento russo su terreno siriano, a poca distanza dal confine con la Turchia. E testimonia la giornata nera per Putin e il suo dispiegamento di forze in Siria, dopo l'abbattimento in mattinata di un cacciabombardiere Sukhoi-24 da parte di caccia turchi.

L'elicottero era impegnato insieme ad altri proprio nelle ricerche dei piloti del Sukhoi e per ragioni non precisate è stato costretto ad un atterraggio in territorio controllato dai ribelli siriani. Nel video si vede uno degli insorti anti-Assad montare il cannone portatile anti-carro e poi fare fuoco verso l'elicottero di Mosca. Che pochi istanti più tardi esplode in una palla di fuoco. Ignota la sorte dell'equipaggio russo. 

martedì 24 novembre 2015

"CONSEGUENZE TRAGICHE" Le parole di Vladimir Putin fanno tremare il mondo

Aereo abbattuto, la reazione di Vladimir Putin: "Una pugnalata alle spalle"




Alta tensione tra Russia e Turchia dopo che un caccia Sukhoi 24 dell’aviazione russa è stato abbattuto da due F-16 di Ankara lungo la frontiera con la Siria. Nel darne notizia, Ankara ha accusato il velivolo di essere entrato nel suo spazio aereo e di aver ignorato i ripetuti avvertimenti con cui gli è stato chiesto di allontanarsi. Mosca, però, ha negato lo sconfinamento e il presidente russo, Vladimir Putin, ha parlato di "un crimine", di "una pugnalata alla schiena sferrata da complici dei terroristi" e ha avvertito che l’incidente avrà "serie ripercussioni" sui rapporti tra Mosca e Ankara. Il capo del Cremlino ha affermato che il velivolo non minacciava la Turchia ed è caduto 4 chilometri all’interno del territorio siriano.

Le reazioni - Ankara ha convocato l’incaricato d’affari russo e ha ottenuto la convocazione d’urgenza del Consiglio Nato per questo pomeriggio. Mosca ha risposto convocando a sua volta l’attachè militare turco, con la Duma che ha accusato Ankara di "aiutare i terroristi". Per domani era in programma una visita distensiva a Istanbul del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che ora rischia di saltare. Uno dei due piloti sarebbe morto, probabilmente ucciso dai ribelli che hanno diffuso le immagini del cadavere, mentre per salvare l’altro sono in corso ricerche degli elicotteri russi. Il Sukhoi-24 è stato colpito nella zona montuosa di Jabal Turkman, a nord di Latakia. Ankara sostiene che il velivolo era entrato nel suo spazio aereo nella provincia sud-orientale di Hatay, nella zona di Yayladag, e non ha cambiato rotta nonostante gli fossero stati inviati 10 avvertimenti nel giro di cinque minuti. A inizio ottobre, Ankara aveva già denunciato sconfinamenti dei caccia russi e incontri ravvicinati con i jet turchi (13 in una settimana), minacciando di abbattere i velivoli in caso di nuove violazioni del suo spazio aereo. Sempre a ottobre i caccia turchi avevano abbattuto un drone russo al confine, anche se Mosca ha negato fosse suo. 

I 7 ITALIANI NELLA LISTA Ci sono i nomi e i cognomi L'Isis li vuole morti: chi sono

Isis, i sette italiani nella black list




Ci sono anche sette italiani nella "black list" dell'Isis. Per la precisione è degli hacker dell'"Islamic cyber army"  Sette italiani, con tanto di nome, cognome e indirizzi. Il Tempo ha provato a contattarli. Tutti hanno chiesto l'anonimato ma si dichiarano completamente estranei ad ogni rapporto con l'Isis o con lo Stato islamico. Il quotidiano ha contattato per esempio un uomo che ha detto di essere il titolare di un rifornimento di benzina: "Non vedo quale affinità possa esserci tra me e l' Isis. Io non lavoro all' interno delle forze dell' ordine, tantomeno nell' intelligence". Ha detto di essere sposato con una donna islamica che però, ha aggiunto, "è una moderata". Un'altra persona contattata si è mostrata molto più preoccupata, ha detto di essere un imprenditore che si occupa di "forniture per forze dell' ordine italiane ed estere". "Forse i pirati informatici dell' Isis sono entrati nei siti di aziende che in qualche modo sono collegate alle forze dell' ordine - ha detto a Il Tempo - e forse hanno rubato indirizzi e nume ridi telefono contenuti nei pc".

SCOPPIA LA GUERRA Turchi abbattono aereo russo Paura nei cieli: allarme rosso

Aereo abbattuto in Turchia, è giallo




Scenari da guerra in Turchia. I caccia F-16 di Ankara hanno abbattuto un aereo russo che si è poi schiantato vicino al confine fra Turchia e Siria perché aveva violato lo spazio aereo della Turchia nei pressi della frontiera siriana e aveva ignorato gli avvertimenti (ben dieci in cinque minuti secondo l'esercito turco). I due piloti si sarebbero salvati grazie al paracadute. Mosca, che conferma la notizia dell'abbattimento, sostiene invece che il loro aereo - un Su-24 russo - non aveva violato lo spazio aereo turco ma era in territorio siriano.

Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha ordinato al ministero degli Esteri di consultare Nato e Nazioni Unite sugli ultimi sviluppi relativi all'accaduto lungo il confine con la Siria. Il presidente Erdogan è stato informato dal capo dell'esercito sull'abbattimento dell'aereo da guerra e parlerà di questo con Davutoglu. 

LA GRANDE BUGIA DI RENZI Per il salvataggio delle 4 banche il governo userà i nostri soldi (tanti)

Per salvare le banche quasi un miliardo e mezzo di euro dei contribuenti


di Francesco De Dominicis



Altro che niente effetti per il contribuente, come sostengono governo e Pd. Pesa per 1,4 miliardi di euro sui bilanci pubblici il salvataggio delle quattro banche vicine al crac a cui l’esecutivo di Matteo Renzi ha dato il via libera domenica pomeriggio. L’impatto sulle finanze dello Stato è la conseguenza di due aspetti distinti dell’operazione concertata dalla Banca d’Italia e dai principali gruppi creditizi del Paese scesi in soccorso di Banca Marche, Carichieti, Cariferrara e PopEtruria. Da una parte ci sono sgravi fiscali per gli istituti per circa 1 miliardo, dall’altra 400 milioni che la Cassa depositi e prestiti “impegna” a garanzia della liquidità anticipata” da IntesaSanpaolo, Unicredit e Ubibanca. Il totale, è pari a quasi un miliardo e mezzo.

Vediamo i dettagli. L’operazione poggia sul nuovo Fondo di risoluzione delle crisi creato da Bankitalia la scorsa settimana e previsto dalle nuove regole europee sul cosiddetto bail in (il sistema che prevede un contributo di azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi superiori a 100mila euro per ripianare le perdite degli istituti in fallimento). Il Fondo è alimentato da contributi obbligatori versati da tutte le banche. La legge parla di 5-600 milioni l’anno, cifra insufficiente a sostenere il paracadute per i quattro istituti quasi falliti. Di qui l’idea di anticipare i versamenti degli anni successivi fino ad arrivare ai 3,6 miliardi complessivi necessari per l’intero piano: 1,8 miliardi sono stati utilizzati per creare il capitale delle quattro nuove banche (Nuova Banca Marche, Nuova Carichieti, Nuova Cariferrara e Nuova PopEtruria) operative già da ieri mattina; 1,7 miliardi sono serviti per ripianare una parte delle perdite e altri 140 milioni sono la dote per la bad bank, vale a dire la scatola in cui sono stati fatti confluire tutte le sofferenze (prestiti non rimborsati) dei quattro istituti salvati.

Il dettaglio, per la verità, non conta granché rispetto agli effetti finali sul versante fiscale. Tutti i 3,6 miliardi pagati dalle banche sono defiscalizzati, si possono detrarre dai versamenti di Ires, l’imposta pagata dalle società e quindi anche dagli istituti. L’aliquota prevista per questo tipo di sgravio è pari al 27,5%:ne consegue che nelle casse dello Stato arriverà, quest’anno, meno Ires per 990 milioni. Qualcuno potrebbe obiettare che quello stesso sgravio sarebbe stato ottenuto, comunque, nel corso dei prossimi anni, visto che i contributi (di fatto una assicurazione) al Fondo di via Nazionale sono obbligatori. Può darsi. E’ pur vero, tuttavia, che l’effetto di cassa è immediato perché sul bilancio pubblico italiano sarà registrato in un colpo solo un “buco” di quasi un miliardo. Senza dimenticare che se nei prossimi anni, in caso di crac di altre banche (non auspicabili, ci mancherebbe), serviranno ulteriori versamenti, di fatto straordinari, visto che il Fondo ha bruciato in anticipo le risorse future.

Poi c’è il discorso della Cdp, una società pubblica controllata dal Tesoro (azionista all'80%). La Cassa è stata chiamata in causa – magari come prova per un’operazione più complessa, su tutti i 200 miliardi di sofferenze del sistema bancario – per mettere sul piatto ben 400 milioni di euro a garanzia della liquidità concessa da Intesa, Unicredit e Ubi al Fondo. I tre big bancari del Paese, dunque, andranno a bussare alla spa di via Goito se qualcosa non funzionerà in Bankitalia.

E veniamo alle bugie. Quelle di palazzo Chigi, anzitutto: “Il decreto non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico E ancora: “Il governo rende a istituti e lavoratori un futuro, senza soldi pubblici” scrive il Partito democratico nel suo account ufficiale su twitter. Quelle di Filippo Taddei (responsabile economico del Pd) che su twitter ha parlato di un piano”senza soldi pubblici o tasse ai correntisti”. Sulla stessa linea il deputato democrat Ernesto Carbone (“il decreto banche è senza fondi pubblici”). E non dice la verità nemmeno Bankitalia quando nel comunicato stampa diffuso per illustrare l’intera manovra sostiene che “lo Stato, quindi il contribuente, non subisce alcun costo in questo processo”. Magari la soluzione ideata dall’industria bancaria è il male minore, perché il fallimento di Banca Marche, Carichieti, Cariferrara e PopEtruria avrebbe provocato un terremoto nella fiducia dei risparmiatori, col rischio di vedere file di correntisti agli sportelli di tutte le banche (e un disastro per la circolazione del denaro nel circuito finanziario). Ma il denaro pubblico è stato utilizzato. E non va sottaciuto

La rivoluzione di Equitalia: ecco come cambiano le tasse

Equitalia, cambia tutto: la fusione




A Equitalia cambia tutto. La società di riscossione abbandona la suddivisione in Equitalia Nord, Centro e Sud per riportare tutto in un'unica entià sotto il controllo della capogruppo Equitalia holding. E' la terza volta, spiega Italia Oggi, che Equitalia cambia "veste"  dal 2006, anno in cui è stata costituita un'unica realtà per la riscossione dei tributi.  

I conti - Resterà sempre viva invece Equitalia giustizia, la società del gruppo che si occupa della riscossione dele spese di giustizia e delle pene pecuniarie in seguito ai provvedimenti giudiziari passati in giudicato. Italia Oggi poi si concentra anche sui bilanci della società che ha visto al 31 dicembre del 2014 un incremento dei volumi di riscossione di quasi il 4% rispetto al 2013. 

Ferrari sbarca anche a Piazza Affari: dopo New York, Marchionne raddoppia

Ferrari presenta la domanda di quotazione a Piazza Affari




Ferrari e Fe New annunciano il deposito della domanda per la quotazione, in connessione con la prevista separazione di Ferrari da Fiat Chrysler Automobiles, delle azioni ordinarie Ferrari sul Mercato telematico azionario organizzato e gestito da Borsa italiana. È quanto si legge in una nota della casa di Maranello. Nel contesto della separazione, ricorda il comunicato, Ferrari si fonderà in Fe New che immediatamente prima della fusione deterrà le azioni di Ferrari ora in capo a Fiat Chrysler Automobiles. Fe New prenderà quindi il nome di Ferrari e le sue azioni ordinarie saranno quotate sul Mta e sul New York Stock Exchange. Ecco perché conviene comprare le azioni del Cavallino