Aereo abbattuto, la reazione di Vladimir Putin: "Una pugnalata alle spalle"
Alta tensione tra Russia e Turchia dopo che un caccia Sukhoi 24 dell’aviazione russa è stato abbattuto da due F-16 di Ankara lungo la frontiera con la Siria. Nel darne notizia, Ankara ha accusato il velivolo di essere entrato nel suo spazio aereo e di aver ignorato i ripetuti avvertimenti con cui gli è stato chiesto di allontanarsi. Mosca, però, ha negato lo sconfinamento e il presidente russo, Vladimir Putin, ha parlato di "un crimine", di "una pugnalata alla schiena sferrata da complici dei terroristi" e ha avvertito che l’incidente avrà "serie ripercussioni" sui rapporti tra Mosca e Ankara. Il capo del Cremlino ha affermato che il velivolo non minacciava la Turchia ed è caduto 4 chilometri all’interno del territorio siriano.
Le reazioni - Ankara ha convocato l’incaricato d’affari russo e ha ottenuto la convocazione d’urgenza del Consiglio Nato per questo pomeriggio. Mosca ha risposto convocando a sua volta l’attachè militare turco, con la Duma che ha accusato Ankara di "aiutare i terroristi". Per domani era in programma una visita distensiva a Istanbul del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che ora rischia di saltare. Uno dei due piloti sarebbe morto, probabilmente ucciso dai ribelli che hanno diffuso le immagini del cadavere, mentre per salvare l’altro sono in corso ricerche degli elicotteri russi. Il Sukhoi-24 è stato colpito nella zona montuosa di Jabal Turkman, a nord di Latakia. Ankara sostiene che il velivolo era entrato nel suo spazio aereo nella provincia sud-orientale di Hatay, nella zona di Yayladag, e non ha cambiato rotta nonostante gli fossero stati inviati 10 avvertimenti nel giro di cinque minuti. A inizio ottobre, Ankara aveva già denunciato sconfinamenti dei caccia russi e incontri ravvicinati con i jet turchi (13 in una settimana), minacciando di abbattere i velivoli in caso di nuove violazioni del suo spazio aereo. Sempre a ottobre i caccia turchi avevano abbattuto un drone russo al confine, anche se Mosca ha negato fosse suo.
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