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sabato 4 aprile 2015

Toghe stendono Matteo Renzi: quel sondaggio che fa paura (a lui)

Sondaggio Ixe per Agorà: le inchieste fanno male al Pd di Renzi





Sono lontani, lontanissimi, i tempi in cui Matteo Renzi era al massimo del gradimento, quando era stato incoronato alle Europee con un incredibile 40.8%. Le recenti inchieste giudiziarie, ultima quella sulla metanizzazione dell'Isola di Ischia, che hanno coinvolto esponenti del Pd hanno indebolito il premier, almeno secondo i risultati emersi dal sondaggio Ixé per Agorà. Il 72% degli intervistati ammette che i guai giudiziari pesano in cabina elettorale. Il gradimento di Renzi scende sotto il 40% (è al 39%) mentre rimane stabile ormai da un mese la fiducia nel governo al 32%. Il politico più amato dagli italiani è Sergio Mattarella, con il 70% al terzo posto si colloca Matteo Salvini con il 22% (-1 punto), seguito da Silvio Berlusconi al 16% (+1 punto) e da Beppe Grillo al 15% (+1 punto). Stesso trend alla domanda: “Chi invitereste al pranzo di Pasqua?”. Il 25% risponde Matteo Renzi, il 17% Silvio Berlusconi mentre un 10% vorrebbe Beppe Grillo o Matteo Salvini. Il 38%, ovvero la maggioranza degli intervistati, non si esprime o non inviterebbe nessuno di loro. Per quanto riguarda i partiti, il Pd perde mezzo punto in una settimana toccando il 38,4%, il Movimento 5 Stelle sale dello 0,2% (18,7%) mentre la Lega Nord perde lo 0,2% (13,5%). Forza Italia, intanto, arriva al 12,9% mentre il dato sull’affluenza alle urne scende di oltre 4 punti (da 65,5% a 61,1%).

'Lo Stato mi passò le intercettazioni' La confessione di Marcello Sorgi...

Marcello Sorgi: "Lo Stato mi passo le intercettazioni del ministro"

di Enrico Paoli 



Benevento, metà gennaio del 2008. Al centro del tavolo della grande sala c'è lui, Clemente Mastella da Ceppaloni. Anzi il ministro della Giustizia Clemente Mastella, sempre da Ceppaloni. L’aria è tesa, come arroventato è il clima politico nazionale. Un governo sta per cadere e un ministro è appena finito nel tritacarne per colpa delle solite intercettazioni. Clemente ha appena confermato le dimissioni da Guardasigilli. Nella conferenza stampa convocata a Benevento ribadisce la decisione comunicata il giorno prima alla Camera, con un accorato intervento in Aula. «Ho parlato con il presidente Prodi e confermo le mie dimissioni per la mia dignità, onorabilità, perché non voglio sentirmi uno della casta, ma essere cittadino comune». Già, un cittadino comune.

Riponiamo il nastro della storia e torniamo al presente, perché a quel «cittadino comune», allora ministro, fu riservato un trattamento fuori dal comune. Di quelli che mettono in discussione un intero sistema, non solo quello giudiziario, da cui tutto è partito e dove tutto dovrebbe finire. «Sono davvero inquietanti le rivelazioni del dottor Marcello Sorgi, editorialista de La Stampa, ascoltate nel corso della puntata di Porta a Porta», spiega l'ex ministro della Giustizia, «nella quale si è parlato di intercettazioni». «Sorgi ha fatto riferimento alle mie vicende giudiziarie, ricordando che, da inviato a Napoli per seguire proprio queste vicende», spiega ancora Mastella, «si ritrovò al caffè Gambrinus in compagnia di 4 colleghi giornalisti». Cose che capitano a chi fa questo mestiere, un po' meno tutto il resto.

Sorgi ha raccontato che, dopo una telefonata giunta a uno dei suoi 4 colleghi, si presentò al loro tavolo un funzionario della Prefettura che gli consegnò una chiavetta contenente i file di tutte le intercettazioni che riguardavano il ministro della Giustizia e i membri della sua famiglia. «Marcello Sorgi nel ricordare l’episodio», afferma Mastella, «si è detto sconcertato per il fatto che, mentre cadeva il Governo Prodi, un funzionario dello Stato si era apprestato in modo solerte, senza che ne avesse alcun dovere istituzionale, a fornire in anteprima i contenuti di intercettazioni, alcune delle quali, in quanto riferite a Mastella ministro, la Corte Costituzionale ha ritenuto non utilizzabili ai fini processuali». Roba fuori dal comune dunque.

Mastella si è detto «sconcertato», per non dire altro, dal racconto fatto da Sorgi, preso forse da «crisi del settimo anno (da quando i fatti da lui raccontati si svolsero, nel gennaio del 2008, ndr)». «A maggior ragione resto allibito ed esterrefatto io», dice ancora l’ex leader dell’Udeur, «resto sempre più convinto che in quella circostanza si mossero poteri che lentamente spero di decifrare, poteri che concorsero in maniera violenta ad umiliare la mia persona, la mia famiglia, e che determinarono la caduta del governo Prodi». Poteri forti o poteri deboli poco importa. Conta il fatto che questa, tutta la storia, testimonia l’esistenza di un vero mercato delle intercettazioni per far cadere a comando questo o quello. Ovviamente a distanza di otto anni dai fatti raccontati da Sorgi e appresi da Mastella poco importa stabilire il cui prodest politico (destra, sinistra, centro?). Conta capire come sia possibile che un pezzo dello Stato, trattandosi un funzionario della Prefettura, abbia potuto agire in quel modo. In barba a tutte le regole del gioco.

Ovviamente l’intera storia di Mastella rimanda al caso D’Alema e alle polemiche che ne sono scaturite. L’ex presidente del Consiglio è stato investito in pieno dalla divulgazione delle intercettazioni connesse alla vicenda giudiziaria che ha il suo punto di riferimento nel sindaco di Ischia. Tentare similitudini è pressoché impossibile, però i dubbi restano. Se non gli stessi, certamente simili. Chi pilota il gioco?

venerdì 3 aprile 2015

Ministro da un giorno, già un guaio: Delrio, il "rally" contromano

Graziano Delrio in bici contromano nel primo giorno da ministro delle Infrastrutture





Graziano Delrio è ministro delle Infrastrutture e trasporti da appena 24 ore e può già vantare la prima gaffe in diretta tv. Intercettato dai giornalisti fuori dalla sede del ministrero a Porta Pia a Roma, Delrio ha rassicurato gli astanti sulle buone intenzioni con cui comincia il suo nuovo impegno e ha poi inforcato la bicicletta. Con grande agilità è sgusciato via dai microfoni e a primo incrocio si fa beccare contromano da cameraman e fotografi. Anzi rischia anche di farsi travolgere dal traffico di Roma, se non fosse che il neoministro ha i riflessi pronti.

Esordio - Il primo giorno di lavoro è finito come è comincato per Delrio, in sella alla bicicletta. Il messaggio in stile Ignazio Marino - chissà quanto gli porterà bene - è in stile con l'approccio al nuovo ruolo che l'ex braccio destro di Matteo Renzi vuole comunicare: "Con un lavoro paziente ma serioe metteremo in file tutte le cose - ha detto - Come quando si fa un lavoro a casa: nessuno inizia a riparare la cucina e poi la lascia a metà, guarda come vengono eseguiti i lavori, li controlla, fa in modo che i preventivi corrispondano alla spesa finale. Io farò così - ha aggiunto - come ho sempre fatto anche da sindaco". E i riferimenti sono ovviamente alle inchieste sulle tangenti che hanno colpito proprio gli apparati del suo ministero, senza dimenticare le maxinchieste su Mose e Expo. Delrio dice di essere già in contatto con Raffaele Cantone, presidente dell'autorità anticorruzione, e a chi gli chiede se non è preoccupato dei lavori in corso per Expo 2015 a meno di un mese dalla prevista inaugurazione, Delrio glissa: "Abbiamo avuto un po' di difficoltà, ma siamo abituati a lavorare come tutti gli italiani".

Renzi, il "magna magna" sui (molti) voli di Stato I calcoli: le spese folli del premier per i menù in volo

Matteo Renzi, ecco quanto vola (e mangia) il premier

di Franco Bechis 



In sette mesi, da luglio 2014 a gennaio 2015, Matteo Renzi e i suoi ministri hanno utilizzato 103 volte i voli di Stato, e a bordo sono saliti anche parecchi loro collaboratori, perché a viaggiare sono stati in 960, con un picco a novembre (176). Hanno volato molto con la flotta a disposizione di palazzo Chigi (dieci aerei e 2 elicotteri), ma soprattutto hanno banchettato come raramente è accaduto. Per il catering servito a bordo sono stati spesi più di 86 mila euro solo per i pasti principali, e a questa cifra vanno aggiunti 5.202 euro per gli snacks (bibite e salatini) serviti lontano dai pasti e 2.679 euro per quelli consumati nella saletta riservata dell’aeroporto di Ciampino da cui sono partiti premier e ministri autorizzati. In tutto 93.887,95 euro, che significa una spesa alimentare per passeggero di 97,79 euro.

Appetito ministeriale - L’appetito ministeriale oltretutto sembra che venga mangiando, secondo il proverbio tradizionale. Nei mesi quel costo del catering a passeggero è infatti salito notevolmente. Il costo più basso è stato a settembre: 44,94 euro a «passeggero istituzionale», come viene definito dall’ufficio voli di Stato. Ma nel mese di ottobre quella cifra è quasi raddoppiata: 76,3 euro di catering per ogni passeggero. A novembre altro raddoppio: 144,9 euro di catering a passeggero. Cifra restata quasi immutata nel mese di dicembre: 145,6 euro a passeggero. A gennaio nuovo picco: spesi oltre 18 mila euro di catering per nove tratte di volo che hanno trasportato complessivamente 106 passeggeri istituzionali. Per ciascuno di loro la spesa per i pasti principali è stata di 170,67 euro.

  
Le tratte - Nella tabella di gennaio resa pubblica dalla presidenza del Consiglio dei ministri non sono indicate spese per snacks a bordo né per piccole consumazioni nella saletta di partenza. Potrebbe essere una omissione, e quindi il costo alimentare a passeggero è destinato a salire ulteriormente, o è possibile che siano tutti inclusi nel costo del catering principale, magari attraverso una modifica delle condizioni contrattuali. Tutti i dati sono forniti dalla presidenza del Consiglio- ufficio voli di Stato, senza ulteriori spiegazioni. Bisogna quindi provare a darsele da soli, perché anche scendendo da quegli aerei speciali è davvero difficile trovare ristoranti dove mangiare spendendo 170,67 euro a persona. Accade solo con chef pluristellati, e con sommeiller che servono le più preziose etichette presenti sul mercato. Possibile che su quegli Airbus o Falcon che trasportano in missioni delicate premier e ministri arrivino prelibatezze confezionate dai giudici di Masterchef o dal Gianfranco Vissani di turno. D’altra parte con un presidente del Consiglio che ha stupito tutti, utilizzando quei voli anche per esigenze personalissime è facile pensare a manie di grandezza anche a tavola.

Palati fini - Possibile che alcuni voli siano intercontinentali (nel 2014 le ore di volo su aerei di Stato sono state più di 6 mila, contro le 1.877 del 2013 quando alla guida del governo c’era Enrico Letta), e che quindi sia naturale che sia servito un sostanzioso pasto a bordo. Se si va peraltro si deve pure tornare con lo stesso aereo, e i pasti serviti raddoppiano nella stessa missione. Ma la maggiore parte dei voli di Stato in questi mesi hanno avuto rotte corte o medio-corte, essendo stati usati su tratte nazionali, europee o per andare appena al di là del Mediterraneo. Su quelle tratte raramente il pranzo viene servito: magari una colazione più robusta, qualche snack. In questi casi è davvero inspiegabile spendere per mangiare fra 76 e 170 euro a passeggero. E anche facendo la media fra le occasioni di un tipo e quelle di un altro la cifra appare davvero altissima, tanto più che per servizi di catering in occasioni istituzionali (durante visite di Stato di premier stranieri a Roma) il governo italiano spende assai meno: fra 30 e 60 euro a partecipante. Non si possono peraltro fare raffronti alimentari con i palati di ministri e premier di altri governi, perché questo aspetto è reso pubblico sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri solo dal mese di luglio 2014, e non sono stati pubblicati precedenti per potere fare il paragone.

La flotta - La flotta base per i voli di Stato di palazzo Chigi è composta da otto aerei e due elicotteri Agusta AW 139 (uno di questi viene spesso utilizzato da Renzi per gli spostamenti fra Roma e Firenze). A questi si aggiungono di rinforzo due aerei che restano formalmente di proprietà del ministero della Difesa. Nella flotta complessiva ci sono due Airbus da 36 posti e un Airbus da 48 posti che vengono utilizzati per missioni che comprendano delegazioni più nutrite. Gli altri sette aerei sono tutti Falcon, con capienza diversa: alcuni da 9, altri da 12 e i più grandi da 16 posti. È la tipologia di aereo più utilizzata dal governo per missioni a corto o medio raggio, ed è normalmente uno di questi aerei ad essere impiegato da Renzi per muoversi in Italia e nel Mediterraneo.

La voce roca e la frase sinistra del Papa: "Sono stanco. E come incenso, presto..."

Papa Francesco e la stanchezza: "E' come incenso che sale al Cielo"





"Sapete quante volte penso a questo alla stanchezza di tutti voi? Ci penso molto e prego di frequente, specialmente quando ad essere stanco sono io". Con questa confidenza Papa Francesco ha aperto ieri, giovedì 2 aprile, l’omelia della messa crismale celebrata in San Pietro con il clero della diocesi di Roma e numerosi vescovi e cardinali della Curia. "Prego per voi", ha aggiunto il Pontefice, "che lavorate in mezzo al popolo fedele di Dio che vi è stato affidato, e in molti luoghi assai abbandonati e pericolosi". Quindi una frase pronunciata con voce roca, un pizzico preoccupante: "E la nostra stanchezza, cari sacerdoti, è come l’incenso che sale silenziosamente al Cielo". "La nostra stanchezza", ha puntualizzato, "va dritta al cuore del Padre”. "Siate sicuri", ha esortato i sacerdoti, "che la Madonna si accorge di questa stanchezza e la fa notare subito al Signore".

Tre tipi di stanchezza - Bergoglio ha parlato di tre tipi di stanchezza: la prima è quella "buona e sana" che arriva immergendosi fino in fondo nel gregge, cioè negli impegni che indica il Vangelo. La seconda è la stanchezza del male, che arriva dal Demonio e bisogna saperla neutralizzare senza "farsi cadere le braccia davanti allo spessore dell’iniquità, davanti allo scherno dei malvagi". Infine, la stanchezza che a Bergoglio sembra essere "la più pericolosa" quella di se stessi, come dire la noia: una pena che affligge quegli ecclesiastici che considerano i drammi degli altri come "un notiziario" e si nascondono "in un ufficio o nelle auto con i vetri oscurati". Bergoglio ha rassicurato i "suoi preti" con le parole del Signore: "’Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo". "Solo l’amore", ha concluso Papa Francesco, "dà riposo. Ciò che non si ama stanca, e alla lunga stanca male".

Quel pranzo insieme a Fitto e Bondi: Mentana, gli intrecci con Forza Italia

Forza Italia, dopo Bondi e Repetti si teme un'emorragia di azzurri





Silvio Berlusconi ha scelto la via del silenzio: nessun commento sull'addio a Forza Italia di Sandro Bondi e di Manuela Repetti. Questo però non vuole dire che non sia preoccupato. C'è infatti il serio rischio che la defezione dei due senatori azzurri possa aprire la strada a strappi finora rimandati. Come quello di Raffaele Fitto che si porterebbe dietro una trentina di parlamentari, o di Denis Verdini seguito da una ventina di colleghi.

Caffè a tre - Finiranno tutti insieme in un gruppo unico? Difficile, ma l'incontro di ieri, raccontato dal Tempo, tra Raffaele Fitto e i fuoriusciti Bondi e Repetti in un bar nei pressi del Senato, significa sicuramente qualcosa anche se nessuno per il momento lo ammette. "I tre si sono incontrati per caso", si giustifica con Carlantonio Solimene un fittiano. "Bondi e Repetti erano al bar con Enrico Mentana, Raffaele li ha visti e si è fermato a salutarli. Sarebbe stato un pazzo a incontrarsi pubblicamente con loro se voleva parlare di politica". La Repetti, però, la racconta in modo leggermente diverso: "È stato un incontro tra amici, al di là delle posizioni politiche. Fitto ci ha chiamato ieri (martedì, ndr) dopo aver saputo delle nostre dimissioni e voleva vederci per un saluto e così ci siamo visti". Difficile dire se davanti a quel caffè sono state gettate le basi per un percorso comune. Di certo non saranno mancate lamentele sulla gestione azzurra del "cerchio magico" che anche ieri non le ha mandate a dire ai ribelli.

Le mazzate di Santoro ai dalemiani: "Siete dei miserabili" La profezia: "Grazie a te Matteo Salvini sarà il prossimo..."

Michele Santoro attacca Massimo D'Alema: "Grazie a te il prossimo leader maximo sarà Matteo Salvini"





Non vedeva l'ora Michele Santoro di togliersi altri sassi delle scarpe contro Massimo D'Alema. E tutto il caos sulle intercettazioni che riguardano il Baffino a proposito dell'inchiesta sulle tangenti al comune di Ischia è stata l'occasione ghiotta per il tribuno di La7. In apertura a Servizio Pubblico si è rivolto direttamente all'ex presidente del Consiglio sfottendolo sui tanti ruoli che ha ricoperto finora, da politico a presidente della fondazione Italianierupei fino al vignaiolo. C'è chi ha parlato malissimo dei suoi vini, come l'ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, candidato Pd alla presidenza della Campania: "Ha detto che il tuo vino è una schifezza, lo ha fatto per far piacere a Renzi e per i titoli sui giornali - ha detto Santoro - così come fanno i miserabili ex amici di D'Alema che non perdono occasione per sputargli in faccia. Oppure - aggiunge il conduttore - come i soci della Coop Concordia che apprezzano il fatto che D'Alema è uno capace di mettere 'le mani nella m...'".

Secondo Santoro il grande vincitore rimane ancora una volta Matteo Renzi e quasi si intravede una nuova sfavillante ossessione dopo Berlusconi. "D'Alema non sarà condannato perché non ha fatto niente di illecito - dice Santoro - lo saranno però quelli che hanno creduto in lui, condannati a tifare Renzi per evitare il trionfo della Destra". E poi c'è un altro merito di Baffino, cioè quello di aver fatto scappare gli elettori delle periferie, i lavoratori: "Che continueranno a non credere più nel socialismo e voteranno Matteo Salvini. Uno - aggiunge Santoro - che sa solo ripetere 'a casa, a casa' oppure 'Santoro a casa'. Uno così originale - ha concluso un infiacchito Santoro - corre il rischio di diventare il leader maximo, altro che D'Alema".

La nuova giustizia di Matteo Renzi Niente galera per furti e truffe web

Giustizia, parte la depenalizzazione dei reati minori: saranno archiviati se il giudice lo vuole





Pene ridotte da 5 anni di carcere all'archiviazione, senza neanche aprire il processo. Dal 2 aprile parte la rivoluzione nel sistema giudiziario italiano voluto dal governo Renzi per i reati "minori". I giudici possono bollare la lite con il vicino o il furto di una scatoletta di tonno con la "tenuità del fatto" ed evitare che si finisca in aula di tribunale per anni di dibattimenti.

Per cosa la si fa franca - Stavolta i magistrati non hanno battuto ciglio nei confronti del provvedimento. Sarà perché nelle loro mani aumenta - e non di poco - il potere di decidere se l'ipotesi di reato debba essere marchiata come grave o no. Il calderone dei reati depenalizzati è vasto e variegato. Non c'è solo la bega condominiale o il furtarello per disperazione. Potranno godere di una vera e propria grazia anche chi è accusato di aver aperto una discarica abusiva o di aver trafficato con rifiuti pericolosi e scarichi industriali. Questioni di grande impatto sociale nelle quali rientrano ancora l'adulterazione di cibi, di medicinali, l'omissione delle misure di sicurezza sul lavoro, la truffa, l'intrusione informatica. E come fosse acqua fresca, viene meno anche la gravità per la guida in stato di ebbrezza. Senza dimenticare la detenzione sul proprio pc di materiale pedopornografico.

Le modifiche - Nella prima bozza, il governo renziano aveva immaginato una vera e propria sanatoria selvaggia. Poi è stata messa una pezza e sono stati esclusi dagli sconti della giustizia quei reati che provocano morte e lesioni, quelli con l'aggravante della crudeltà e per motivi abietti, i reati contro i più deboli e e gli incapaci di difendersi, compresi gli animali. Escluso dagli sconti anche lo stalking.

Chi ne gode - L'archiviazione scatta per chi compie il reato per la prima volta e se il danno prodotto è di "particolare tenuità". Non ci sono criteri oggettivi, il tutto è sempre affidato alla discrezionalità delle toghe e quindi alla sensibilità personale di ognuno di loro. Tutto diventa relativo quindi così come per i processi ancora in corso. L'orientamento dei magistrati sarebbe quello di applicare le depenalizzazioni in modo retroattivo favorendo l'imputato, un principio base dell'ordinamento giudiziario italiano. Potrebbero essere migliaia i processi in corso destinati a spegnersi con un'archiviazione, che si tratti di un guidatore ubriaco o di un soggetto che passa il suo tempo a godersi video e foto di atti sessuali tra minori.

L'esperto: come non farsi fregare dal nuovo 730 precompilato di Renzi

Fisco, come non farsi fregare dal 730 precompilato. Dieci domande all'esperto


di Tobia De Stefano 


Quali e quanti sono i contribuenti interessati dal 730 precompilato?
«Sono interessati tutti i soggetti che possiedono contestualmente due requisiti: a) Nel 2014 hanno ricevuto redditi da lavoro dipendente certificato dal datore di lavoro con la “Certificazione Unica 2015”. b) Nel 2014 (redditi 2013) hanno presentato il modello 730 ovvero, pur avendone i requisiti, si sono avvalsi della facoltà di presentare il modello Unico e il modello Mini. Potenzialmente si tratta di una platea di circa 30 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati. Tuttavia nonostante l’enfasi dell’amministrazione finanziaria e del governo la presentazione del modello 730 precompilato potrebbe interessare solo una minima parte (alcune analisi parlano del 10%) dei potenziali contribuenti. La procedura, infatti, non è delle più semplici e convenienti».

Ci può spiegare fisicamente cosa deve fare il contribuente? È necessario avere un Pin? Ha bisogno di un indirizzo e-mail certificato? 
«A partire dal 15 aprile i modelli 730 precompilati saranno disponibili sul sito dell’agenzia delle entrate ma per accedervi “direttamente” ciascun contribuente dovrà essere in possesso delle credenziali di Fisconline: del relativo Pin rilasciato dall’Agenzia delle Entrate. Basta accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate, registrarsi al servizio Fisconline e richiedere, gratuitamente, il codice Pin. Altrimenti il Pin può essere chiesto anche per telefono al numero verde 848.800.444 o agli uffici dell’Agenzia delle Entrate, presentando un documento di identità. In questo caso verrà consegnata solo la prima parte del codice, la seconda sarà inviata per posta al domicilio del richiedente. Non è necessario, invece, avere una casella di posta elettronica certificata».

Quali sono le scadenze? Entro quanto tempo mi conviene muovermi? 
«Se si deve iniziare da zero e se si vuole operare “direttamente” i tempi sono molto stretti e occorre muoversi immediatamente, mentre se si opera attraverso altri soggetti il tempo a disposizione è più che sufficiente. Occorre ricordare che il modello 730 precompilato va presentato telematicamente entro il 7 luglio 2015 e sarà disponibile per il contribuente dal 15 aprile 2015».

Eventuali crediti pregressi (per esempio maturati con una precedente Partita Iva) sono già presenti nel 730 o devono essere inseriti dal contribuente? 
«Bisogna precisare che il titolare di partita Iva non può usufruire del modello 730/2015 precompilato, ma deve utilizzare l’usuale modello Unico o Mini, conseguentemente il credito Iva di anni pregressi non sarà riportato. Circa i crediti degli anni pregressi risultanti dal modello 730 è ragionevole pensare che sarà riportato nel modello precompilato 2015 ma è opportuno controllare proprio per la fase sperimentale della nuova modalità».

Se il contribuente non apporta modifiche cosa succede?
«In questo caso non sono previsti i controlli documentali ex art. 36-ter. Ma non potrebbe essere altrimenti in quanto non ci sono documenti che hanno modificato la dichiarazione precompilata. Nel caso di dichiarazione precompilata e rettificata dal contribuente o dal commercialista o dal Caf, verranno controllate sia le rettifiche apportate che i dati precompilati dalla stessa amministrazione finanziaria e questa pare francamente una stranezza poiché pare che l’amministrazione non si fidi nemmeno dei dati da essa stessa inserita».

Mentre se decide di integrarlo cosa succede?
«Se si apportano integrazioni si perdono i vantaggi relativi alla mancanza di controlli».

Con qualsiasi tipologia di integrazione?
«No. Se non si incide né sul reddito né sull’imposta Irpef dovuta non si perdono i vantaggi. L’esempio classico è l’indicazione o la modifica dei dati anagrafici del contribuente. Occhio, però, perché la variazione del domicilio fiscale in un’altra regione potrebbe incidere sulla determinazione delle addizionali regionale e quindi sull’Irpef da pagare. Ma, eccezioni a parte, nella maggior parte dei casi il contribuente si rivolgerà a un intermediario abilitato (Caf o professionista) e sarà poi quest’ultimo a subire i controlli del caso e ad avere la responsabilità per eventuali errori. È ragionevole pensare che l’intermediario farà un controllo molto approfondito della documentazione del contribuente e si farà rilasciare ampi discarichi di responsabilità circa la completezza e la veridicità della documentazione presentata dal contribuente. Il costo di tali controlli sarà a carico del contribuente».

La responsabilità del Caf o del commercialista comporterà degli adeguamenti ai compensi?
«La cosa singolare, e a mio avviso con forti dubbi di costituzionalità perché viola l’articolo 53 della Carta, è che l’intermediario risponde non solo di sanzioni e interessi, ma, anche dell’imposta dovuta dal contribuente. Se l’intermediario abilitato risponde dell’imposta, nel caso di superamento delle soglie previste, risponderà anche penalmente? Si tratta di un terreno molto scivoloso che non potrà che comportare un aumento futuro dei costi dell’assistenza a carico dei contribuenti. Basti solo pensare che la stessa norma ha previsto per gli intermediari un innalzamento del massimale delle polizze assicurative a 3 milioni di euro rispetto a quello preesistente di poco più di 1 milione. L’incremento del premio, è di tutta evidenza, sarà presumibilmente scaricato sui contribuenti».

Quali sono le spese detraibili che sono già inserite nel 730 precompilato e quali invece quelle più ricorrenti che per quest’anno non sono previste?
«A mio giudizio il vero rischio è che con questa nuova modalità di presentazione della dichiarazione dei redditi buona parte dei contribuenti si perdano le detrazioni e deduzioni fiscali che non sono ancora nella disponibilità dell’amministrazione finanziaria e quindi non possono essere da questa precompilate. Ci sono gli interessi passivi sui mutui, i premi assicurativi e i contributi assistenziali e previdenziali, ma mancano le spese mediche, l’assegno per il coniuge separato, le spese scolastiche, le spese sostenute per la ristrutturazione o il risparmio energetico nel 2014, l’«art bonus» per l’aiuto alla cultura. Si tratta di spese che potrebbero essere rilevanti e che se non inserite nell’anno di competenza andrebbero perdute. Di qui la necessità di dovere mettere mano alla dichiarazione precompilata».

Si può dire in media quanto ci costerà di più?
«Ad oggi è difficile fare una stima. Alcuni intermediari evidenziano un raddoppio delle tariffe rispetto allo scorso anno. Più difficile dire quello che faranno i professionisti, anche se, in generale, l’aumento illogico delle responsabilità, l’aumento del tempo che verosimilmente si dovrà dedicare a ciascuna pratica, nonché il significativo incremento dei premi assicurativi non potrà che comportare un aggravio per i contribuenti. In definitiva credo che l’idea di aiutare i contribuenti sia corretta, tuttavia per come è stata scritta la norma e per le modalità operative i risultati non saranno quelli sperati e, almeno nel 2015, le dichiarazioni dei redditi saranno presentate con le stesse modalità degli anni passati».

giovedì 2 aprile 2015

IL GIORNO DELLA BANCAROTTA Perché il 9 aprile l'euro può saltare

Grecia verso la bancarotta: che cosa può succedere il 9 aprile





Una data segnata col circoletto rosso. Dalla Grecia. Ma anche dall'Europa intera. Il 9 aprile: quel giorno, infatti, scadrà il prestito da 420 milioni di euro concesso dal Fondo monetario internazionale ad Atene. Se il prestito non venisse rimborsato per tempo - e l'ipotesi appare molto più che una possibilità - il Paese andrebbe in bancarotta. Il capolinea finanziario per Tsipars e compagni, dunque, è davvero vicino. L'allarme viene lanciato anche dal ministro degli Interni di Atene, Nikos Voutsis, che dalle colonne del tedesco Der Spiegel spiega: "Se i creditori internazionali non verseranno nuovi fondi ad Atene entro il 9 aprile la Grecia non rimborserà in tempo il Fmi. Dovremmo trovare un accordo per posticipare il pagamento e scongiurare il default sul debito. Abbiamo denaro sufficiente fino a metà aprile".

Lotta contro il tempo - Nel frattempo continuano le aspre trattative tra Tsipras e i vertici europei per sbloccare i fondi necessari. Da par suo, il ministro dell'Economia di Atene, George Stathakis (da non confondersi con il titolare delle Finanze, il celeberrimo Varoufakis), si mostra ottimista e convinto del fatto che la partita si chiuderà "nella settimana della Pasqua ortodossa". Ma per chiudere la partita l'Europa deve accettare il piano di Tsipras, che poche ore fa ha sottoposta agli sherpa dei ministri delle Finanze la lista delle nuove riforme. Si tratta di un plico di 26 pagine che prevedono interventi per 6 miliardi di euro. Misure che però le autorità continentali non reputano convincenti. Si tratta di una vera e propria lotta contro il tempo, e se la Grecia la perdesse evaporerebbero i 7,2 miliardi di aiuti che la Ue potrebbe sbloccare. Una possibile intesa potrebbe essere trovata tra il 24 e il 25 aprile, quando a Riga i ministeri delle Finanze terranno le riunioni informali di primavera. Una riunione che, però, si terrà dopo il fatidico 9 aprile fissato come deadline dal governo ellenico.

Scenari preoccupanti - Il vero quesito, dunque, è relativo a come Atene possa tener botta nella seconda metà del mese di aprile senza i fondi europei. E ancora Voutsis, il ministro dell'Interno, spiega di contare sugli 1,9 miliardi di euro del Fondo di salvataggio delle banche, nonché sugli 1,2 miliardi del fondo salva Stati Efsf. Inoltre la Grecia vorrebbe essere inclusa nel piano di quantitative easing lanciato dalla Bce di Mario Draghi. La Grecia, ad oggi, è rimasta fuori dal piano poiché non è stata rinnovata la deroga che permette all'Eurotower di ricevere in garanzia i bond greci, nonostante siano considerati "junk", ossia spazzatura. I tempi, dunque, sono strettissimi. Gli scenari mutevoli. E preoccupanti. Se fino al 9 aprile la situazione rimanesse cristallizzata, le conseguenze per l'Eurozona e per la moneta unica potrebbero essere imprevedibili.

Ecco quanto guadagnano gli italiani Tutte le cifre pubblicate sul web

Dichiarazioni dei redditi, quanto hanno dichiarato al Fisco gli italiani nel 2013





Il reddito complessivo medio dichiarato dagli italiani nel 2013 è stato pari a 20.070 euro.. Il freddo dato del Ministero dell'Economia e le Finanze va però preso per un mero calcolo matematico. Preso così com'è, il dato è più alto rispetto all'anno precedente dell'1,5%. Una crescita determinata dalla crescita dei redditi da pensione. Prendendo invece il dato mediano, emerge che la metà dei contribuenti italiani non supera i 16.213 euro di reddito complessivo dichiarato.

Le fasce - Solo il 5% dei contribuenti dichiara un reddito superiore a 50.000. Secondo l'analisi delle dichiarazioni Irpef per fasce di reddito il 46% dei contribuenti italiani dichiara fino a 15mila, versando in tasse Irpef il 5%. Quasi la metà, il 49%, dichiara fino a 50mila euro e paga il 58% dell'Irpef totale. Quel 5% che dichiara più di 50mila euro, dichiara in una nota il Mef: "Versa il 37% dell'Irpef totale". I soggetti con un reddito complessivo maggiore di 300 mila euro sono anche tenuti al pagamento del contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito eccedente tale soglia: si tratta di circa 30.000 soggetti (0,1% del totale contribuenti), per un ammontare complessivo di 252 milioni di euro (circa 8.700 euro in media)

Dove i più ricchi - È la Lombardia la regione con il reddito medio complessivo più elevato con 23.680 euro. Segue il Lazio con 22.310 euro. Chiude la classifica la Calabria dove stando alle dichiarazioni dei redditi, il contribuente medio può contare su un reddito annuo di 14.390 euro.

"Cancella la multa", "voglio questo titolo" Così trafficano i signori delle Coop rosse

Tangenti, ecco come la Coop rossa riusciva a cancellare le multe e ottenere onorificenze





L'interrogatorio per Francesco Simone, definito dai magistrati "l'uomo-chiave" dell'inchiesta sulle tangenti a Ischia, è fissato per oggi. Nel frattempo emergono nuovi elementi sulla cooperativa Cpl di Modena che dimostrano come il responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo abbia tessuto una rete con molteplici fili annodati con la Fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema, ma anche con la fondazione Big Bang che ha sostenuto Matteo Renzi. Una rete che riusciva ad ottenere qualsiasi cosa chiedesse, persino delle onorificenze per il presidente della CPL, Roberto Casari.

Le onorificenze - Casari, infatti, nel 2011 era stato nominato cavaliere del lavoro, ma non bastava. Simone, rivela il Messaggero, si da da fare per averne una anche da Palazzo Chigi. Lo dimostra una telefonata tra lui e un funzionario della prefettura di Modena, Daniele Lambertucci, a cui ha delegato la partita. "Io ho scritto e ho parlato con il capo della segreteria di Poletti che però è stato incasinato tra Germania Parigi con Renzi quindi non mi ha ancora risposto", dice Simone a Lambertucci. "Nel frattempo ho incrociato la responsabile dell' ufficio onoreficenze di Palazzo Chigi e mi diceva di proporlo come Grande Ufficiale o Commendatore". Il funzionario conferma e Simone incalza: "Eh come si può fare in questo caso deve arrivare dalla Prefettura su segnalazione di qualche cittadino...". Lambertucci gli spiega che "sempre su segnalazione deve arrivare". Alle preoccupazioni di Simone, il funzionario replica: «"Sta andando tutto velocemente a noi fa fede il nostro riferimento la teniamo monitorata noi sotto controllo già è partita a velocità supersonica".

Le multe - La solerzia di Lambertucci per accontentare Francesco Simone è documentata anche da altre intercettazioni. Come quelle per far annullare delle multe di Roberto Casari in cambio di biglietti per la partita del Modena, o per accelerare l'attribuzione di un certificato antimafia che potrebbe servire alla Coop per ottenere un appalto in Sicilia. "Te l'ho girata due minuti fa", dice il funzionario a Simone in base agli atti pubblicati dal Messagero, "l'ho messa a posto, la situazione con il verbale lì è definitiva per sempre... Dì al presidente di pensare al Modena che ci servono tre punti alla Spezia". Poco dopo, a Lambertucci arrivano i biglietti per la partita del Modena e le magliette dei calciatori. E lo stesso fa per l'inserimento della Cpl Concordia nella white list antimafia: "L' inserimento nella white list era stata un po' rallentata visto alcune vicissitudini passate, senza parlarne abbondantemente a telefono...".

Caivano (Na), Elezioni Amministrative 2015. Leggi il Sondaggio

Caivano (Na), Elezioni Amministrative 2015. Ecco il sondaggio secondo i cittadini 



Il Castello Medioevale di Caivano (Na)

E' ufficiale, il 31 maggio 2015, i cittadini di Caivano saranno chiamati alle urne per rinnovare il consiglio comunale, sindaco in testa. La scelta è dura. La politica locale, in questi ultimi anni ha dimostrato di non essere all'altezza della situazione. Tanti gli errori sia da un lato che dall'altro. Decidiamo quindi di chiedere ai cittadini cosa ne pensano dell'attuale situazione politica ma soprattutto come sono orientati questa volta, ovviamente, lo facciamo fermando persone a caso per strada. Siamo al Parco Verde di Caivano, incontriamo e fermiamo Pasquale Di Micco, gli chiediamo cosa ne pensa della politica locale ma soprattutto chi voterà alle prossime elezioni amministrative. 

Ciao Pasquale, cosa ne pensi dell'attuale situazione politica locale, e chi voterai alle prossime elezioni comunali? 

Cosa ne penso? sono tutti uguali, prima del voto promettono mari e monti, dopo, si arrampicano sugli specchi e trovano mille scuse. Sono tutti uguali. Alle scorse elezioni votai Emione e Falco, questa volta non so se andrò a votare, sono schifato. 

Ringraziamo Pasquale, e continuiamo il nostro giro all'interno del Parco Verde, incontriamo e fermiamo Lucia Esposito, mamma di due bambini. 

Ciao Lucia, cosa ne pensi dell'attuale situazione politica locale, e chi voterai alle prossime elezioni comunali? 

A Caivano sono tutti uguali, a noi del Parco Verde nessuno ci pensa. Siamo ricordati solo quando si deve votare. Vengono qui, fanno la solita passerella, e poi? chi si è visto si è visto. Questa volta non voterò nè io nè mio marito. Basta. Siamo stanchi. 

Come non biasimare Lucia, ma il nostro sondaggio continua. Decidiamo di trasferirci nella frazione di Pascarola. Incontriamo e fermiamo Antonio Fusco, disoccupato. 

Ciao Antonio, cosa ne pensi dell'attuale situazione politica locale, e chi voterai alle prossime elezioni comunali? 

Buongiorno a voi!. Cosa ne penso? che quando c'era il dott. Papaccioli le cose andavano diversamente, ci sentivamo più sicuri. Mi auguro per il bene di tutti che si ricandidi. Poi, dopo la sua caduta non si è capito più nulla. Io voto Mellone Forza Italia, ma Monopoli non mi piace. Non è autoritario. Se si candida Papaccioli continuerò a votare Mellone ma con il voto disgiunto, quindi Mellone-Papaccioli. Sperando che questa volta non lo facciano cadere prima del tempo. 

Ringraziamo Antonio e proseguiamo il nostro tour. Questa volta è la volta di Domenico Capasso, pensionato. 

Ciao Domenico, cosa ne pensi dell'attuale situazione politica locale, e chi voterai alle prossime elezioni comunali? 

La mia famiglia vota Vittorioso. Hanno fatto tanto per noi e ci affidiamo a loro. 

Salutiamo Domenico, e continuiamo per la nostra strada. Incontriamo e fermiamo un altro elettore, Antonio Frezza.

Ciao Antonio, cosa ne pensi dell'attuale situazione politica locale, e chi voterai alle prossime elezioni comunali? 

Cosa ne penso? che sono tutti uguali. Destra sinistra e centro. Avevamo un senatore della repubblica e due consiglieri provinciali di maggioranza, Simone Monopoli e lo stesso Sindaco Antonio Falco, cosa hanno fatto per Caivano? niente di niente, solo chiacchiere e propaganda elettorale. Oggi si ripresentano come il nuovo. Chi parla di coerenza e chi parla di altro, ma quale coerenza? ma per piacere. Io questa volta faccio passo. Non voterò. Alle scorse elezioni ho votato per il centro sinistra. 

Ringraziamo Antonio, e questa volta decidiamo di tuffarci nel cuore di Caivano, con precisione ai giardinetti dove incontriamo un gruppetto di anziani, la nostra domanda è la stessa: 

Buongiorno, cosa ne pensate dell'attuale situazione politica locale?

L'Udc politicamente ha rovinato un Paese, noi siamo tutti votanti del Pd, votiamo Sirico, questa volta il centro sinistra è unito, quindi non dobbiamo più commettere gli errori del passato. Se si vince governiamo, se si perde dobbiamo fare opposizione costruttiva fino alla fine, senza scendere a compromessi con nessuno. Abbiamo visto la fine che ci hanno fatto fare quelli dell'Udc. 

Insomma, anche se su un campione minimo, riusciamo a capire gli stati d'animo degli intervistati. Decidiamo quindi di rimandare il sondaggio al 20 maggio, cercando di capire a dieci giorni dal voto come si stanno orientando i cittadini di Caivano. 

Buona Pasqua? No, la festa è rovinata Un meteo da incubo: ecco dove pioverà

Meteo, Pasqua con la pioggia in molte regioni d'Italia: pranzi e scampagnate a rischio





E' confermato, il meteo peggiorerà proprio nel weekend pasquale. Nelle giornate di sabato e domenica la pioggia cadrà in molte regioni d'Italia e le temperature si abbasseranno. Fino a venerdì sera il tempo sarà prevalentemente soleggiato su gran parte delle nostre regioni salvo locali disturbi su Calabria, Sicilia orientale e Alpi di confine. Da venerdì notte il tempo inizierà a peggiorare al Nord con prime deboli piogge che nella giornata di sabato si porteranno al Centro con fenomeni moderati e locali temporali su Toscana e Marche.

Pasqua bagnata - Nella domenica di Pasqua il tempo peggiorerà anche al Nordovest con delle piogge, mentre sarà molto instabile sempre al Centro con piogge su gran parte delle regioni. A Pasqua le piogge raggiungeranno anche il Sud, segnatamente la Puglia, la Campania e la Calabria tirrenica. Tempo più soleggiato o tutt’al più variabile sul resto delle regioni. Solo dal lunedì di Pasquetta ci saranno lievi miglioramenti.

La legge è uguale per tutti, le ferie no La "magia" delle toghe: il sabato non...

I giudici gabbano la legge e si aumentano le ferie: "I sabati non sono lavorativi"





Fatta la legge, trovato l'inganno. "I sabati non sono più considerati giorni lavorativi. Da ciò si trarrebbe che non è più necessario chiedere il sabato come ferie". Il vicecapo dei gip Claudio Caselli svela in una mail inviata ai colleghi come aggirare la norma che tagliava le loro vacanze: ai 30 giorni fissati dal decreto del ministro Orlando i giudici devono solo aggiungere i 52 sabati dell'anno per un totale di quasi 3 mesi di assenza dal posto di lavoro. La notizia, data dal Giornale, dimostra come la norma del governo sia poco che una lametta spuntanta. E infatti Gianluigi Fontana, già sostituto procuratore aggiunto a Milano e ora procuratore a Busto Arsizio, rispondendo a Castelli fa notare. "È il punto più delicato - scrive - fino ad oggi il sabato è stato considerato giorno lavorativo. La questione è davvero rilevante nei periodi di ferie prolungati. Se non si considera lavorativo il sabato, trenta giorni sono pari a sei settimane 'piene' di ferie".  Il Giornale si chiede inoltre se ci sarà quale contraccolpo sulla produttività degli uffici giudiziari nei giorni di sabato e domenica. Nessuno. Almeno stando alla ironica risposta del gip milanese Andrea Ghinetti ai colleghi: "Grazie per aver finalmente 'evidenziato' che per non venire in ufficio il sabato se non si è di turno non c'è bisogno di prendere le ferie! Il sabato corti e tribunali non saranno più traboccanti di tutti i magistrati non in ferie, come finora accaduto".

Bersani minaccia, Orfini lo impallina "Sei incredibile". Volano parole grosse

Pd, Matteo Orfini replica a Pierluigi Bersani: "Minaccia una crisi di governo? Lo trovo incredibile e incomprensibile"





La minoranza del Pd torna a farsi sentire. Anzi, torna a gridare. E lo fa con Pierluigi Bersani, il primo degli "impallinati" nella strada che ha portato Matteo Renzi ai vertici del partito prima e a Palazzo Chigi poi. L'ex segretario democratico, in un'intervista a Repubblica, spara ad alzo zero contro Renzi ed agita lo spauracchio di una crisi di governo, lasciando intendere che il partito sarebbe pronto a spaccarsi sull'Italicum, con drastiche conseguenze sulla tenuta della maggioranza.

La replica del presidente - Una - durissima - replica a Bersani è arrivata da Matteo Orfini, il presidente del Pd nonché (oggi) renziano di ferro. "Immaginare che si possa spaccare il Pd su una richiesta di modifiche marginali all'Italicum, dopo che anche su sollecitazione di Bersani è stato completamente riscritto - attacca Orfini -, lo trovo incredibile e incomprensibile. Non vorrei che per ragioni strumentali si creasse tensione nel Pd". Interpellato dall'Ansa, Orfini rincara parlando del (perenne) rischio scissione che attraversa il partito: "Spero che Bersani sia stato male interpretato, e in ogni caso non credo che corrisponda all'umore e al sentimento della nostra gente. Non vorrei che si finisse per creare una situazione di tensione, perché non è quello che i nostri iscritti ed elettori ci chiedono", conclude Orfini.

Siglato l'accordo tra Berlusconi e Salvini: scende in campo Toti. In Veneto per Zaia

Forza Italia e Lega Nord, accordo per le elezioni regionali: in Veneto Luca Zaia, in Liguria Giovanni Toti





Accordo siglato tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in vista delle elezioni regionali. Confermate le indiscrezioni delle ultime ore. Il patto riguarda in primis Liguria e Veneto: nella prima il candidato sarà l'europarlamentare azzurro Giovanni Toti, mentre nella seconda Luca Zaia, supportato da Forza Italia. Accordo anche in Umbria, dove il candidato comune sarà il sindaco di Assisi Claudio Ricci. Nelle altre regioni, però, azzurri e Carroccio correranno separati e indipendenti (in Campania la Lega non si presenterà). In riferimento al caso ligure, Salvini ha dichiarato: "Se gli alleati ci chiedono di fare un passo indietro per vincere lo facciamo. Ci sacrifichiamo, ma non ci sono scambi". E ancora: "Puntiamo a raddoppiare i voti che abbiamo preso lo scorso anno".

mercoledì 1 aprile 2015

Caivano (Na), Ultim'ora: Papaccioli conferma la sua candidatura a Sindaco?

Caivano (Na), Ultim'ora: Papaccioli conferma la sua candidatura a Sindaco?

di Mario Capanna 



E' quasi fatta. Manca veramente poco. Le pressioni da parte dei cittadini di Caivano nei confronti di Pippo Papaccioli, sono tantissime, chiare ed evidenti. I caivanesi hanno un buon ricordo dell'ex Sindaco Papaccioli, definito: "il Sindaco dei Caivanesi e non degli affaristi", colui il quale ruppe le uova nel paniere ad un sistema affaristico ben radicato sul territorio. Il risultato? fu mandato a casa in tronco. La parte politica avversa, diede una sberla a 16.000 caivanesi che scelsero con forza appunto, Pippo Papaccioli, l'amico di tutti. 

Oggi, la situazione politica è diversa. Da un lato c'è il dott. Simone Monopoli, area centro destra, già bocciato alle scorse elezioni comunali contro il Sindaco centrista, Tonino Falco Udc. Quest'ultimo, Tonino Falco, pare abbia deposto in scantinato le liste di candidatura al consiglio comunale. Invece, vento in poppa, e non tanto per Monopoli che, già sconfitto appunto, alle scorse elezioni punta il tutto per tutto alla prima poltrona, aggregando con se, Fratelli d'Italia e altre liste civiche tutte da scoprire. A sinistra punta alla poltrona di Sindaco, il dott. Luigi Sirico, tecnico e volto nuovo della politica locale, pare gli venga riconosciuto il merito di aver riunito un centro sinistra allo sbando. Anche in questo caso, sarà un uovo di Pasqua. Insomma, al momento, i cittadini di Caivano, pare non aspettino altro che l'ufficialità di Pippo Papaccioli che, in una recente nota ci comunica quanto segue: Devolviamo il 95% dei compensi, dai gettoni di presenza ad altro, ai giovani più meritevoli, al futuro, alle nuove generazioni, a coloro i quali si diplomano con il massimo dei voti, che l'esempio arrivi da noi, che prima di essere politici siamo cittadini di Caivano. 

WhatsApp, allarme sulle chiamate vocali come funziona l'ultima truffa online

Whatsapp, attenzione alla nuova truffa online: è sulle chiamate vocali gratuite





La nota applicazione di messaggistica, WhatsApp, sta per lanciare le chiamate vocali gratuite. Purtroppo però, dalla rete arrivano le prime truffe. Attraverso dei dispositivi che riproducono perfettamente l'applicazione, i truffatori si impossessano dei dati personali e attiveranno dei servizi a pagamento indesiderati. La tecnica usata si chiama phishing, ed è la nuova frontiera della truffa online. Purtroppo questo fenomeno sta coinvolgendo tantissimi utenti, ma tutto ciò non riguarda nel modo più assoluto l'app o i suoi gestori.

Il messaggio ingannevole - "Congratulazioni! Sei stato invitato a provare WhatsApp Chiamate, invita 10 amici per attivare le chiamate gratuite di WhatsApp. Dopo che clicchi su "Invita Ora". Questè è il messaggio che sta circolando di smartphone in smartphone. Aprendo l'app apparirà un successivo messaggio: Continua" dopo che hai invitato 10 amici per attivare le chiamate sul tuo WhatsApp". Per ora è quindi sconsigliato cliccare su qualsiasi link legato all'applicazione. L'attivazione del servizio chiamate avverrà automaticamente con l'aggiornamento dell'applicazione.

"Ecco come taglieremo le pensioni" L'annuncio del presidente Inps

Il presidente dell'Inps: taglieremo le pensioni





Il presidente Tito Boeri lo ha detto da subito, da quando è arrivato alla presidenza dell'Inps che avrebbe tagliato le pensioni alte. Adesso,  intervista dopo intervista. il presidente sta mettendo a fuoco e chiarendo questo concetto. Ieri ha ribadito che ci sono alcune pensioni  "non giustificate dai contributi". A chi le percepisce potranno essere tagliate a favore degli assegni di chi ha tra i 55 e i 65 anni. Ecco cosa aveva detto appena arrivato ai vertici dell'Inps: "Nel passato abbiamo fatto promesse previdenziali eccessive. Persone che andavano in pensione a 40-42-43 anni, in condizioni di salute ottime, potendo continuare a lavorare. E alle quali abbiamo garantito pensioni piene, cioè molto più di quanto avevano versato. Il peso di tutto questo l’hanno pagato e lo pagano i giovani. Un’iniquità pazzesca”. 

Giustizia -  Questa mattina, primo aprile, è stato intervista a Radio Anchi'io  e ha precisato: "È giusto chiedere ai pensionati che godono degli assegni più alti un contributo per aiutare chi versa in condizioni economiche disagiate, soprattutto coloro nella fascia di età tra i 55 e i 65 anni che sono esodati o hanno perso il lavoro poco prima dell’età della pensione. "Vogliamo aiutare queste persone sfortunate e vogliamo dare loro anche di più di quanto hanno versato", ha spiegato Boeri, che  non si sbilancia sulla soglia sopra la quale una pensione sarà considerata alta e quindi soggetta a possibili interventi. "È una scelta da fare con i numeri alla mano»" ha sottolineato il presidente dell’Inps, "ma al di sopra di questo importo credo sia giusto chiedere di dare un contributo alle persone che si trovano in situazioni di disagio. Moltissime persone non vengono aiutate», afferma Boeri, "ma spesso ai poveri si pensa poco, si danno trasferimenti a persone che non hanno bisogno di aiuti economici quando ci sono persone che sono davvero in condizioni di disagio economicom bisogna andare incontro a questo problema sociale, l’idea sarebbe dare un reddito minimo a queste persone", una proposta che potrebbe essere anche vista come un’anticipazione dell’assegno sociale. 

Generazioni a confronto - In Italia "c’è un problema generazionale grandissimo" in quanto i lavoratori che hanno ora intorno ai quarant’anni hanno spesso avuto carriere discontinue che potrebbero non garantire loro un trattamento pensionistico adeguato. "Per questo ho voluto fare questa campagna di informazione apprezzata da tutti, anche da quelli che con le simulazioni si accorgono di avere pensione bassa", ha affermato Boeri, "è fondamentale dire la verità agli italiani, è la cosa migliore per rafforzare il patto intergenerazionale su cui si basa un sistema pensionistico. A fine giugno faremo una proposta organica e complessiva di aggiustamento del sistema di assistenza e previdenza", ha ricordato Boeri che, a proposito della flessibilità in uscita, ha sottolineato che sarà necessario un confronto con la Commissione Europea perchè la misura "non avrà effetti suldebito ma sul disavanzo sì, quell’anno sarà più alto: siccome la Commissione Europea guarda al disavanzo, c’è un problema con la Commissione Europea". Il presidente dell’Inps è comunque sicuro che Bruxelles  capirà anche perchè l’Italia è l’unico paese ad aver lanciato un’operazione trasparenza come quella che consente di calcolare la propria pensione futura. 

Feroce vendetta di Bersani su Renzi: "Attento, ecco come faccio cadere..."

Pier Luigi Bersani avverte Matteo Renzi: ti faccio cadere





"Non sono così convinto che abbia i numeri per approvare l'Italicum. A partire dalla commissione Affari costituzionali. Ne dovrà sostituire tanti di noi per arrivare al traguardo. E se continuerà a fare delle forzature, io stesso chiederò di essere sostituito". Pier Luigi Bersani sfida Renzi e lancia un messaggio fin troppo chiaro dalle colonne di Repubblica: se la legge rimane così com'è lui non la vota. Non parla di scissione, ma dice: "Vediamo se si fa carico del problema - spiega riferendosi al segretario - Noi abbiamo detto: concordiamo alcune modifiche e poi votiamo l'Italicum tutti insieme sia alla Camera sia al Senato. E lui che dice? Non mi fido. Ho trovato questa risposta offensiva, molto più di tante battutine personali che riserva a chi dissente. Non mi fido di Berlusconi, lo puoi dire. Ma se non ti fidi del tuo partito, è la fine".

Le preferenze - Poi un ragionamento tecnico: "Le preferenze sono un falso problema. Fanno schifo anche a me, io sono per i collegi. Ma tra nominati e preferenze, scelgo le seconde. Se non piacciono a Renzi mi chiedo perché non aboliscono le primarie dove le preferenze raggiungono l'apice. Dicono: ma diventano uno strumento del malaffare. Allora io dovrei pensare che tanti parlamentari del Pd li ha portati qui la mafia?.  L'Italia adesso si prende questa legge elettorale e nessun commentatore sottolinea il pericolo cui andiamo incontro. Vedo un'ignavia diffusa. L'establishment italiano è una vergogna. Sono 4-5 poteri che dicono: andiamo avanti, corriamo. E non si chiedono se andiamo avanti per la strada giusta o verso il precipizio. Potrei fare nomi e cognomi di questi poteri e scrivere accanto le rispettive convenienze che hanno nel tacere, nel sostenere questa deriva".

La previsione -  Bersani è poi molto critico sul futuro del premier: "Avete visto i dati sulla disoccupazione? Ci siamo ancora dentro e non è detto che gli elettori vorranno uscirne con Renzi e con il Pd. Non dimentichiamo l'esempio di Parma. Disaffezione per la politica, crisi economica e al ballottaggio vincono i 5 stelle. E' il modello che vogliamo per l'Italia? Se l'onda è questa, io non la seguirò". 

Caivano (Na), Esclusiva il Notiziario: Intervista Video al candidato Sindaco del centro sinistra, Luigi Sirico

Caivano (Na), Esclusiva il Notiziario: Intervista Video al candidato Sindaco del centro sinistra, Luigi Sirico 


Intervista a cura di Gaetano Daniele 


Architetto Luigi Sirico
Candidato Sindaco (Centro Sinistra)


Esclusiva il Notiziario - Intervista Video al candidato Sindaco del centro sinistra, dott. Luigi Sirico. Programma elettorale, Sirico: ridurre del 30% la quantità di rifiuti per abbattere sia l'inquinamento che le spese ai danni dei cittadini



martedì 31 marzo 2015

Cristiano De Andrè nel torrente in auto: la donna misteriosa e le "urla selvagge"

Cristiano De Andrè finisce in auto in un torrente (insieme a una donna misteriosa). Il testimone: "Ha inveito contro i carabinieri per l'etilometro"





Brutta avventura per Cristiano De Andrè in Sardegna. Il cantante, riporta l'Unione Sarda, era in compagnia di una donna misteriosa quando è stato salvato dai carabinieri che l'hanno estratto dalla sua macchina finita nel torrente Vignola mentre viaggiava su una strada vicina al villaggio di Portobello di Gallura. Il figlio del grande Fabrizio era con una amica cagliaritana quando con la sua utilitaria è scivolato in acqua in un punto pericoloso nella zona di Aglientu. Il corso d'acqua infatti era ingrossato dalle forti piogge che hanno colpito la regione in questi giorni. De Andrè ha toccato e superato la campata di un ponticello. Il cantante e la donna sono stati soccorsi dai carabinieri: un militare si è immerso nel fiume per trarli in salvo. Secondo quanto dichiarato da un testimone, il pubblicitario Filippo Magri, quando l'auto è caduta nel torrente la prima ad uscire dal mezzo sarebbe stata la donna, che si sarebbe poi aggrappata all'auto per non essere trascinata via dalla corrente. A salvare la coppia, poi, sarebbe stato un poliziotto che si è gettato in acqua e li ha portati a riva. Successivamente, spiega sempre Magri su Facebook, un carabiniere della pattuglia ha chiesto le generalità ai due coinvolti, e Cristiano De Andrè, dopo la richiesta di sottoporsi all'etilometro, avrebbe urlato frasi intimidatorie contro l'agente.

Ora Bossetti minaccia la madre: "Mi hai rovinato. Se esco da qui..."

Massimo Bossetti, la lettera con cui ripudia la madre: "Mi hai rovinato. Se uscirò dalla cella ti affronterò di persona"

di Alessandro Dell'Orto 



Rabbia, tanta rabbia. Ma anche delusione. E rancore, incredulità. Perfino ironia. Massimo Bossetti, il Massimo Bossetti che in questi dieci mesi di carcere abbiamo conosciuto come persona dall’emotività fin troppo controllata e avara di sentimenti, barcolla e improvvisamente - dopo aver ricevuto altri esiti del test del Dna - si apre, si sfoga. Esplode. Scrivendo una lettera (resa nota dalla trasmissione «Quarto Grado») di rivolta contro la persona che più di tutte l’ha sempre difeso ciecamente (e forse ottusamente): la madre Ester Arzuffi, che di tutta questa vicenda resta il personaggio più controverso, complicato da capire, difficile da credere. La donna che ha sempre negato l’illegittimità dei figli andando perfino contro la scienza.

Quelle usate da Massimo Bossetti - il muratore di 44 anni in carcere dal 16 giugno con l’accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni sparita da Brembate Sopra il 26 novembre 2010 e ritrovata morta tre mesi dopo a Chignolo d’Isola - sono parole pesanti, durissime, che ti entrano dentro e ti travolgono e stravolgono l’anima se solo provi a immaginare lo stato d’animo di chi scrive. «Cara mamma, è con tantissima rabbia che purtroppo ti scrivo questa mia lettera. Dopo tutto quello che mi hai detto, sei venuta due volte e mi hai stretto la mano e mi hai detto che il Dna lo dimostrerà... e mi hai guardato negli occhi, dicendo: “Credi in me e vedrai che la scienza ha sbagliato e sarà come dico io”. Complimenti, i risultati hanno dimostrato perfettamente tutto quello che dicevi... Solo come mai, in 43 anni, con tutte le occasioni in cui hai potuto dirmelo... Mi chiedo anche se tuo marito sapeva tutto e per questo tempo me l’ha tenuto nascosto. Pensavi che tutto questo non sarebbe venuto a galla, vero?».

Già, un modo per prendere le distanze da Ester, che era sempre stata la sua confidente, e scaricarla, accusandola di aver mentito sulla paternità (l’autista Giuseppe Guerinoni morto nel ’99), dandogli così la speranza - fino all’ultimo - che il suo Dna non fosse quello di Ignoto 1, ma che corrispondesse a Giovanni Bossetti, l’uomo che per 43 anni aveva considerato padre naturale. «Tu sapevi e mi hai tenuto all’oscuro di tutto - scrive Bossetti - e non mi hai dato nemmeno l’opportunità di poter conoscere il nostro vero padre. Bene, allora ti dico grazie mamma per il fortissimo dolore e rabbia che mi hai procurato. L’ultima speranza che avevo in te al 100% di poter uscire subito, è svanita completamente. Grazie di cuore, tanto io sono abituato a soffrire.

Non preoccuparti più per me. Mi auguro che tuo marito stia sempre bene e meglio mamma. Mamma, mi hai ferito profondamente e io ti avevo creduto ciecamente, ma evidentemente mi sono sbagliato, pazienza. Hai voluto tu che andasse così. Ma ti chiedo per favore almeno di smettere di mentire davanti a tutti e di dire la verità come sta. Rifletti su questo che ti dico allora». Ester Arzuffi ha sempre negato che Massimo (e la gemella Laura) fossero figli illegittimi (è stato dimostrato che anche Fabio, il terzo figlio, non è del padre). Malgrado il Dna e un’inchiesta che - almeno per questo aspetto - è stata inattaccabile.

Bossetti continua. Cerca di farsi forza («Se riuscirò a uscire ti prometto che ti affronterò di persona, chiedendo spiegazioni su quello che mi hai sempre messo in testa per tanto tempo... le lettere dove per tutto questo tempo mi hai fatto credere solo menzogne... Te le farò vedere») e racconta la sua dura vita da carcerato («Se solo tu potessi vedere, lo stato in cui mi trovo, forse potresti capire. Sono diversi giorni che non mangio» e «mi sono chiuso in me stesso, ormai sono sfinito, ogni giorno che passa è sempre peggio andare avanti. Mi hai bloccato la mente e ti ringrazio, non me lo sarei mai aspettato)».

Poi ancora accuse e rimpianti «Con ansia ho aspettato i risultati perché sapevo che ero vicino alla libertà, per tutto questo tempo ho combattuto e per i miei figli. Neppure le preghiere sono servite. E se dovesse capitarmi qualcosa, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me prima di scoprire il Dna» e per finire un pensiero alla moglie: «Mi dispiace tantissimo per i miei figli ma so che Marita è bravissima ad andare avanti anche senza di me e riuscirà a far capire ai miei bambini quanto gli voglio bene. E gliene vorrò sempre... purtroppo come me, era (è) stato sempre più doloroso andare avanti, non sapendo più del papà, del Dna, del vero papà. Statemi tutti bene. Ciao Massimo».

Madia taglia gli stipendi agli statali Carriere e soldi: ecco cosa cambia

La riforma degli statali: carriere, concorsi e stipendi, ecco cosa cambia





Gli statali saranno licenziabili e avranno un tetto allo stipendio. Se ne era parlato tanto, ma la riforma del lavoro pubblico sta per prendere forma. Domani la Commissione Affari costituzionali del Senato deve sciogliere gli ultimi nodi della delega sulla Pubblica amministrazione. Per quanto riguarda la dirigenza pubblica, la strada sembra già tracciata: si entrerà dopo un corso-concorso o dopo un concorso pubblico. Nel primo caso si accede quindi agli uffici pubblici come funzionari, poi dopo quattro anni e dopo un esame si potrà diventare dirigenti. Chi entra dopo un concorso sarà assunto a tempo determinato e, dopo tre anni, potrà sostenere un esame e se lo si supera il contratto sarà trasformato a tempo indeterminato.  Ci sarà un unico ruolo dove finiranno tutti i dirigenti, quelli dei ministeri, Fisco, Inps, Istat, enti di ricerca. Di fatto dunque verranno eliminate le assunzioni dirette e i dirigenti dovranno comunque sostenere un test e un concorso per accedere alla Pa nei ruoli dirigenziali. 

La Commissione ad hoc - Secondo il ministro Marianna Madia  i dirigenti saranno della Repubblica e non proprietà privata delle singole amministrazioni. Si potrà, anzi  si dovrà, passare da un' amministrazione all' altra. Sarà istituita - come ricorda il Messaggero - una Commissione per la dirigenza statale, un organismo indipendente che vigilerà sulla correttezza del conferimento degli incarichi ma che detterà anche dei criteri generali alle singole amministrazioni da seguire quando vengono selezionati i dirigenti. 

Salari e premi - Ogni tre anni i dirigenti dovranno ruotare nei loro incarichi. La loro carriera sarà legata alla loro valutazione. Chi non riuscirà ad ottenere un incarico continuerà a percepire solo la parte fissa del suo stipendio. Dopo un certo numero di anni senza incarico (potrebbero essere tra 3 e 5) il rapporto di lavoro potrà essere sciolto. Per quanto riguarda poi la retribuzione: la riforma prevede la "definizione di limiti assoluti del trattamento economico complessivo". I dirigenti non potranno guadagnare più di una determinata cifra. Attualmente vige il tetto dei 240mila euro annua ma è possibile che i nuovi tetti saranno più bassi. Lo scopo è quello di recuperare dai tagli dei mega-stipendi circa 500milioni di eruo.  Molto cambierà anche per la struttura della retribuzione. Basta con i premi a pioggia.