Elezioni anticipate, il gigante delle obbligazioni Pimco frena gli acquisti di Btp
Il fuggi-fuggi pare già iniziato. Certo, non come quello che portò nel 2011 lo spread a livelli bestiali facendo cadere il governo Berlusconi. Ma la probabilità sempre più alta che l'Italia vada al voto entro fine 2017 (e con ogni probabilità addirittura prima della fine di settembre), sta già mettendo in ansia i mercati, come peraltro avevano preannunciato nei giorni scorsi il ministro dell'Economia Piercarlo Padoan e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.
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Il quotidiano La Repubblica riprende oggi una nota dell'agenzia Bloomberg secondo cui Pimco, il maggior gestore al mondo di fondi obbligazionari, ha assunto una posizione "neutral" rispetto ai bond del nostro Paese. "Ottenere il 2% su un Btp a dieci anni per finanziare l'Italia non mi sembra una prospettiva attraente in questo momento" ha spiegato Andrew Balls, capo degli investimenti nel reddito fisso di Pimco. La stessa Bloomberg ricorda peraltro come negli ultimi anni la stessa Pimco sia stata sempre positiva sui titoli di Stato italiani, ma la prospettiva di un voto anticipato e dall'esito tutt'altro che prevedibile anche in termini di governabilità del Paese evidentemente incrina anche le più granitiche certezze.
In una nota diretta ai suoi clienti JPMorgan, ricordando che le possibilità di andare alle urne prima della fine del 2017 sono ormai ben superiori al 50%, ha avvertito che "prima si andrà al voto, più forte sarà l'impatto sullo spread". Bank of America Merrill Lynch dal canto suo, sempre secondo Repubblica, raccomanda ai propri clienti che puntano ai rendimenti di guardare alle opportunità fuori dall'Italia. E lo spread? Ieri l'indicatore del differenziale rispetto ai titoli tedeschi ha chiuso vicino ai 200 punti, con un peggioramento evidente rispetto al minimo del 23 maggio scorso, quando era a 169. Allora, il rendimento dei Btp a dieci anni era al m252%, oggi è già salito al 2,26%.
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