Virginia Raggi, moratoria su rom e immigrati: la lettera della sindaca al Viminale
di Brunella Bolloli
Il tempo di analizzare il voto di domenica, constatare che «davvero sono stati puniti dagli elettori i sindaci che hanno accolto i migranti», e il vertice del Movimento Cinquestelle ha dettato la linea: basta accoglienza. Stop ai mendicanti e chiusura dei campi rom. In città serve più sicurezza, altrimenti si rischiano tensioni.
Alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, sotto accusa per la gestione fallimentare della Capitale, è stato detto di «correre ai ripari subito», anziché trovare giustificazioni e dire che «il flop di domenica non è colpa mia e che in due città della provincia di Roma siamo al ballottaggio». Ci vuole ben altro per risollevare un Movimento strapazzato dalle urne e in caduta libera al centrosud. Di questo hanno ragionato negli uffici della Casaleggio Associati ieri mattina, nelle girandole di telefonate tra Milano, Genova e Roma. Il vertice grillino ha passato in rassegna città dopo dopo città l’andamento del voto del primo turno: l’analisi non è stata solo sulle percentuali (scarse) del M5S, ma soprattutto sulle cifre degli avversari di centrodestra, che hanno eroso consensi al Movimento. Quindi si è deciso di silenziare i discorsi sulla legge elettorale e di imprimere una svolta dai territori a cominciare dalla Capitale, mediaticamente sempre sotto i riflettori.
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Virginia ha preso carta e penna e ha scritto al prefetto Paola Basilone per frenare l’ondata di migranti da collocare. Vista la «forte presenza migratoria e il continuo flusso di cittadini stranieri», è l’esordio della grillina, «serve una moratoria sui nuovi arrivi in città. Trovo impossibile, oltre che rischioso», prosegue la missiva, «ipotizzare ulteriori strutture di accoglienza, peraltro di rilevante impatto e consistenza numerica sul territorio comunale». Ovviamente, per la prima cittadina se la situazione è diventata a tal punto insostenibile è a causa di mafia capitale, dell’emergenza ereditata dai vecchi partiti e «aggravata anche dall’inerzia di chi negli anni si sarebbe dovuto occupare dell’assistenza dei migranti. Non permetteremo più a nessuno di mangiare sui più deboli», promette l’inquilina del Campidoglio. La sua virata a destra («oggi è la settimana leghista della Raggi», hanno ironizzato i consiglieri del Pd), a nemmeno due settimane dall’annuncio del piano per l’inclusione dei rom, con tanto di benefit e sussidio per la casa popolare, è stata subito rilanciata dal blog di Beppe Grillo.
«Chiusura dei campi rom, censimento di tutte le aree abusive e le tendopoli. Chi si dichiara senza reddito e gira con auto di lusso è fuori», ha tuonato il leader. «Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito, è fuori». Per Matteo Renzi si tratta di «classiche dichiarazioni a presa in giro degli italiani». Raggi, però, insiste nel chiedere un incontro al Viminale «per intervenire sul tema degli arrivi incontrollati» e Luigi Di Maio, in cerca di riscatto ma blindato da Grillo e Casaleggio (oggi vedrà 27 ambasciatori dei Paesi Ue in Italia), applaude: «Brava Virginia. Siamo con te». Critico, invece, Stefano Fassina, mentre Giorgia Meloni, presidente di Fdi, giudica la richiesta di moratoria del sindaco «sensata finché le altre città non saranno al passo. È quello che avrei fatto anche io», aggiunge Meloni, «magari però un anno fa».
Attualmente sono 8.600 i migranti ospitati in 70 strutture di Roma e provincia, ma a questi se ne aggiungono molti che arrivano nella Capitale da soli: circa 500 nuovi arrivi al mese, secondo Baobab Experience. E il fenomeno è in aumento.
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