MEMORIE Sallusti, parole inquietanti: Fini, Porro, i carabinieri all'alba, i servizi segreti e quella "visitina a casa"
Attacchi, intimidazioni, perfino l'odore dei servizi segreti. Nel suo editoriale sul Giornale Alessandro Sallusti ricorda i "mesi non facili" del caso Montecarlo. Libero e Il Giornale indagavano su Gianfranco Fini, tutti gli altri parlavano di "macchina del fango". E per screditare e fermare quell'inchiesta giornalistica, scrive il direttore, ne successero di ogni colore. Le querele a raffica addirittura per stalking e richieste di risarcimento milionarie, certo, ma si andò oltre. "Arruolarono, penso a sua insaputa, persino la presidentessa di Confindustria, Emma Marcegaglia". È il caso del "dossier" di cui parlava al telefono, scherzando Nicola Porro. Ne venne fuori un caso. "Una mattina all'alba io e il vicedirettore Porro ci ritrovammo in casa i carabinieri mandati dall'immancabile pm Woodcock: se non ci hanno arrestati c'è mancato un pelo". In quel clima di isteria finiana successe anche qualcosa di più inquietante, secondo Sallusti: "Sarà un caso, ma in quei giorni subii due intrusioni in casa da parte di ladri che non rubarono nulla. Servizi segreti, mi suggerì un amico esperto del settore". Da mediatica e giornalistica, la patata bollente diventò subito politica: "Ricordo - conclude il direttore - che in quelle settimane Silvio Berlusconi mi disse, scherzando ma non troppo: state facendo un gran casino, il mio governo rischia di cadere più per colpa vostra che per mano di Fini".
LA “CITTADELLA DELLA PACE”
A La Spezia, seguendo le parole di Papa Francesco, è nato un rifugio per chi fugge dalla guerra.
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