Il sistema dei giudici italiani per avere almeno due mesi di ferie: il sabato si...
Eppure Matteo Renzi ci aveva anche provato a far lavorare di più i giudici italiani. Niente da fare, invece, le toghe sono riuscite con un colpo di genio a vanificare uno dei punti della riforma della Giustizia più attesi dai cittadini. Con l'arrivo dei piani ferie estive dai vari tribunali della penisola, emerge chiaro e tondo che di lavorare un po' di più con il caldo di luglio non ne hanno proprio intenzione.
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A Brescia, per esempio, il presidente della Corte d'appello, Carlo Castelli, ha già disposto i giorni di chiusura dal 17 luglio al 10 settembre. Per ottenere due mesi di chiusura, i magistrati hanno escogitato un sistema a tratti geniale. Il decreto del governo aveva ridotto le ferie da 45 a 32 all'anno, più quattro ex festività. Una volta entrato in vigore il provvedimento, le toghe hanno pensato bene di considerare il sabato come festivo, così da riuscire a maturare una settimana di ferie bastano cinque giorni e non più sei.
C'è chi ha provato anche a richiamare all'ordine i colleghi, come il presidente del tribunale di Milano, Roberto Bichi. Ancora niente da fare, il Csm lo scorso 12 ottobre ha ribadito in una circolare: "Nel corso della giornata di sabato la presenza del magistrato in un ufficio non è richiesta, salvo la garanzia di pronta reperibilità". Come ricorda il Giornale, andrebbero considerati anche i tre giorni in più regalati dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, proprio lui che ha firmato una circolare il 7 marzo scorso con la quale stabiliva la chiusura dei tribunali dal 27 luglio - nel bel mezzo della settimana - al 2 settembre.
Orlando ha voluto però solo mettersi in linea con le indicazioni del Csm, che ha chiesto un "periodo congruo" di pausa estiva. Non certo vacanze, sia chiaro: i magistrati useranno quei sacrosanti giorni di pausa dal lavoro per "smaltire gli arretrati". Continua la favola dei magistrati che per tutto l'anno sono costretti a portarsi il lavoro a casa, pur di sopperire alla carenza di personale. Peccato però che non ci sia ancora il modo per valutare quanto lavorano davvero, un tentativo offensivo secondo l'ex capo dell'Anm, Piercamillo Davigo, che chiedeva di valutare il come. A questo punto ci accontenteremmo a questo punto del quando.
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