L’epidemia fuori controllo negli Stati Uniti d’America
di Francesco Pellegrino
per il Notiziario sul web
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Dott. Francesco Pellegrino |
Gli Stati Uniti d’America hanno da decenni consolidato lo status quo di essere il lembo di terra dove avvengano prima gli eventi che registreremo successivamente in ogni altra parte del mondo.
Il New York Times intitola con l’esplosione di una epidemia fuori controllo negli USA, che costa in modo inusitato ma soprattutto colpisce in modo trasversale l’universo dei pazienti americani, generando una nuova categoria di pazienti ovvero coloro i quali non aderiscono al trattamento prescrittogli in malattie soprattutto croniche e ad alto costo socio sanitario.
La tragedia è che questa epidemia sarebbe prevenibile nella quasi totalità essendo generata da ignoranza , incapacità comunicativa, cambiata considerazione per le terapie prescritte e scarso senso di partecipazione alla gestione di fragilità sanitarie.
Questa epidemia potrebbe riflettere il profondo cambiamento che sta colpendo la popolazione mondiale, gli stakeholder istituzionali e soprattutto i gestori sanitari, imponendoci una profonda riflessione sulle scelte future.
Assunto che la salute umana è uno dei massimi mandati di ogni società umana democraticamente organizzata, poichè solo in una società in cui si viva bene è presupponibile un progresso armonico e fisiologico, la centralità dell’organizzazione sanitaria, primariamente per gli effetti prodotti e secondariamente per i costi di gestione correlati debba richiedere attenzione ed etica.
Una sanità che investe nella produzione di salute è necessariamente obbligata a verificare continuamente il proprio funzionamento ottimale, interpretando il cambiamento ma soprattutto consolidando quanto conquistato e reso fruibile da chi necessita.
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Le proiezioni sul futuro e sulle opportunità da cogliere ci vedono impegnati in un grande cambiamento culturale e di bilanciamento della spesa sanitaria, rendendoci obbligatorio la taratura dei costi consolidati, trasformandoli da costi di acquisite innovazioni e conquiste in costi di ridotto rilievo senza banalizzarne il valore sanitario e terapeutico.
Probabilmente è in questa ottica che negli Stati Uniti d’America registrano questo fallimento di adesione nei trattamenti da parte dei pazienti. Le ragioni riportate qualche mese fa in una review sugli Annals of Internal Medicine sono da ricondurre ad una mancata percezione adeguata della malattia e del valore terapeutico del trattamento prescritto, imponendoci la valutazione critica della corretta esecuzione del proprio mandato degli operatori sanitari nello spiegare, verificarne la comprensione stessa ed eventualmente ascoltarne le critiche e le perplessità espresse, non solo negli interessi dei pazienti stessi ma anche per cogliere eventuali cambiamenti nella percezione stessa della salute, dei processi gestionali e dei trattamenti stessi.
Infatti se la review americana registra fino al 50% la percentuale della tendenza a non dar seguito corretto alla prescrizione del medico nelle malattie croniche, staremmo investendo risorse in modo errato sottraendole a processi virtuosi. Generando discontrollo di rischi sanitari e malattie, infatti, curiamo male il necessario e non deleghiamo risorse ad altre necessità.
Questa catastrofe santaria riconosce quindi vari attori che eseguono in modo migliorabile il proprio mandato ma soprattutto sta mancando il mandato di sostenere l’evoluzione terapeutica che cresce nei costi.
Infatti la mancanza di fornire indicazioni, chiarire l’importanza degli obiettivi e dei progetti di salute di ogni singolo utente, genera la mancata adesione cui si aggiunge in modo catastrofico il levitare del costo delle terapie a disposizione edin arrivo in una realtà mondiale di crisi economica.
Oggi giorno, infatti, la considerazione delle terapie farmaceutiche da parte dei pazienti tende per la prima volta nella storia moderna ad una percezione negativa, come registrato da una indagine della Kaiser Family Foundation, in cui si ritiene da parte del 73% degli intervistato che le Big Pharma Companies facciano troppo profitto sui farmaci messi in commercio.
Sono effetti che stanno generando movimenti culturali sanitari miscredenti inofferte sanitarie comunitarie cui rivolgono critiche legittime o meno che possono minare profondamente il vivere sanitario comunitario, anche per assenza di adeguate prese di posizione di confronto da parte dei gestori pubblici.
Recentemente in Italia come nella comunità europea sono state discusse la validità delle vaccinazioni e la congruità dei costi terapeutici dei trattamenti per l’epatite C.
Quindi quale soluzione proporre o quantomeno formulare in uno scenario così complesso ed in rapida evoluzione, dove un terzo dei pazienti americani trapiantati di rene non prende i farmaci anti rigetto oppure che ha avuto un infarto non assume regolarmente farmaci per il rischio ipertensivo?
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Infatti semplici manovre del serrare i ranghi nella esecuzione adeguata, corretta ed etica del proprio dovere metterebbero subito in una applicazione empatica del benessere sanitario generando un cambiamento deflagrante di benessere salutistico e finanziario.
Le malpractices introdotte dagli anglosassoni non appartengono alla tradizione mediterranea del farsi carico della fragilità altrui, generando quel benessere di comunità che rende la vita densa di significato assoluto e di benessere di Comunità.
Noi non partiamo da un esagerato ottimismo sulla natura dell’uomo: noi crediamo alla sua imperfezione, sappiamo della sua corruttela originaria.
Dott. Francesco Pellegrino
Via G.A. Acquaviva, 39, 81100 Caserta.
E_mail: frankpiglrim@gmail.com
Cell: 348.8910362
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