Equitalia, l'ultima truffa: sta chiudendo ma continua a stangarci
di Giuliano Zulin
Le notizie che escono da Equitalia sono incredibili: circa mezzo milione di contribuenti ha fatto domanda per rottamare le cartelle esattoriali. Uno degli ultimi atti del governo Renzi fu infatti il condono sugli atti spediti dall’ente riscossore delle tasse: la sanatoria prevede che si possa pagare a rate (massimo cinque) la somma dovuta e finora non versata senza sanzioni e interessi. Uno sconto invitante che ha spinto appunto una marea di gente, con tanto di code notturne, davanti agli uffici Equitalia.
Il governo gode perché più italiani vogliono saldare i conti col fisco, più soldi insperati entreranno nelle casse pubbliche. Si potrebbe arrivare a un gettito di 5 miliardi in due anni. Una manna in vista delle richieste europee sull’aggiustamento dei conti pubblici. C’è pero qualcosa che non torna: si dà infatti il caso che proprio in queste ultime settimane stiano arrivando a casa di parecchi contribuenti delle cartelle pazze. Ma che forse pazze non sono. Perché?
Alcune associazioni di consumatori sostengono che molti di questi atti non sarebbero regolari. Succede in Veneto, Lombardia, Lazio, Campania. Fatto sta che, corretti o no, il contribuente è obbligato a presentarsi agli sportelli Equitalia che, però, stanno chiudendo. Generando così code e confusione. Già perché il governo ha deciso che dal primo luglio la società di riscossione, partecipata al 51% dall’Agenzia delle Entrate e al 49% dall’Inps, cessi di esistere. Così c’è chi sospetta che la stessa Equitalia stia aprendo tutti gli armadi e, come fosse una liquidazione totale di un negozio di abbigliamento, stia inviando tutte le cartelle che può prima di chiudere bottega.
Ma quando ti arriva una cartella che ritieni ingiusta cosa fai? Chiami subito il commercialista o vai direttamente allo sportello per chiedere chiarimenti. Come fa a dare chiarimenti Equitalia che sta chiudendo? Semmai, gentilmente, ti propone di far domanda per rottamare l’atto giudiziario in questione. Il povero contribuente in pratica ha un’unica strada da seguire: mettersi in coda e sperare che la sua domanda venga accolta. Bisogna infatti precisare che non tutte le richieste di condono saranno accettate da Equitalia, che avrà tempo fino al 31 maggio per emettere il verdetto. Intanto il fisco ormai sarà entrato in casa tua.
L’esecutivo ora è pronto a varare una sanatoria anche sulle liti fiscali pendenti. La proposta sarebbe: paghi il 50% della somma contestata e non se ne parla più. Tanto in oltre la metà dei contenziosi tributari l’Agenzia delle Entrate perde.
Insomma, se l’erario ti fa lo sconto non è per bontà. Ma per disperazione. I mancati incassi fiscali ammontano a oltre 500 miliardi. Mandano però cartelle a raffica a chi, alla fine, cederà all’Equitalia di turno. Per portare a casa briciole.
Il governo gode perché più italiani vogliono saldare i conti col fisco, più soldi insperati entreranno nelle casse pubbliche. Si potrebbe arrivare a un gettito di 5 miliardi in due anni. Una manna in vista delle richieste europee sull’aggiustamento dei conti pubblici. C’è pero qualcosa che non torna: si dà infatti il caso che proprio in queste ultime settimane stiano arrivando a casa di parecchi contribuenti delle cartelle pazze. Ma che forse pazze non sono. Perché?
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Ma quando ti arriva una cartella che ritieni ingiusta cosa fai? Chiami subito il commercialista o vai direttamente allo sportello per chiedere chiarimenti. Come fa a dare chiarimenti Equitalia che sta chiudendo? Semmai, gentilmente, ti propone di far domanda per rottamare l’atto giudiziario in questione. Il povero contribuente in pratica ha un’unica strada da seguire: mettersi in coda e sperare che la sua domanda venga accolta. Bisogna infatti precisare che non tutte le richieste di condono saranno accettate da Equitalia, che avrà tempo fino al 31 maggio per emettere il verdetto. Intanto il fisco ormai sarà entrato in casa tua.
L’esecutivo ora è pronto a varare una sanatoria anche sulle liti fiscali pendenti. La proposta sarebbe: paghi il 50% della somma contestata e non se ne parla più. Tanto in oltre la metà dei contenziosi tributari l’Agenzia delle Entrate perde.
Insomma, se l’erario ti fa lo sconto non è per bontà. Ma per disperazione. I mancati incassi fiscali ammontano a oltre 500 miliardi. Mandano però cartelle a raffica a chi, alla fine, cederà all’Equitalia di turno. Per portare a casa briciole.
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