Immigrati lombardi contro l'invasione: "Perché dovete restare a casa vostra"
di Giuseppe Spatola
Il giro di affari in Italia, secondo le stime, nel 2016 ha toccato i 4 miliardi di euro. Così il business dell’accoglienza non conosce crisi, diffuso da nord a sud senza regole ferree e lasciato in mano al paradiso delle cooperative che gestiscono ingenti fondi a volte senza una vera rendicontanzione.
Mentre le ondate di sbarchi assediano le coste italiane, ormai anche gli immigrati regolari residenti in Lombardia chiedono di fermare la «transumanza» del mediterraneo. L’esercito dei «regolari», quello che hanno lavorato per anni prima di sudarsi il permesso di soggiorno, chiedono in netta maggioranza e in maniera convinta lo stop a nuovi arrivi e controlli alle frontiere, in quanto ritengono che tra i cosiddetti migranti si nascondano «persone potenzialmente pericolose». «Solo il governo italiano non l’ha capito e al netto delle promesse di Gentiloni, Orlando e Minniti registriamo un pericoloso +57 per cento sugli sbarchi rispetto allo scorso anno», ha sbottato l'assessore lombardo alla Sicurezza, Simona Bordonali. «Sono ormai 14.319», ha aggiunto, «gli aspiranti profughi arrivati nel 2017».
La dura presa di posizione degli stranieri contro i richiedenti asilo emerge chiaramente dai dati raccolti dall’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità, pubblicati nel rapporto 2016 «L’immigrazione in Lombardia». «È noto come la maggioranza degli italiani sia totalmente contraria alla gestione del problema dell’immigrazione da parte del governo. Meno esplorata», ha continuato la Bordonali, «era l’opinione degli stessi cittadini di origine straniera rispetto a questi nuovi flussi». Opinione che è stata invece approfondita nella recente rilevazione ORIM attraverso alcuni quesiti posti alla popolazione straniera residente in Lombardia (campione di 3.303 unità su scala regionale).
Cosa emerge dalla ricerca? Da una parte c’è il «sì» netto all’accoglienza per chi scappa dalla guerra e dalle persecuzioni. Ma dall’altra parte c’è anche il muro di diffidenza sollevato dagli stessi immigrati nei confronti di chi si presenta come profugo ma alla fine non ha diritto all’asilo politico.
Dalle rilevazioni emerge come il 54 per cento degli immigrati residenti in Lombardia sia favorevole all’accoglienza solo nei confronti di coloro che scappano da guerre e persecuzioni e un ulteriore 12 per cento crede che non si debba più accogliere alcun migrante. Solo il 34 per cento degli stranieri ritiene che sia necessario accogliere tutti. Non solo. 56 immigrati su 100 inoltre sono molto (25 per cento) o abbastanza (31 per cento) d’accordo sul fatto che tra i migranti si nascondano terroristi e delinquenti. In larga maggioranza anche coloro che credono sia necessario ripristinare le frontiere nazionali europee e fare i controlli ai confini. Il 59 per cento degli immigrati residenti in Lombardia si dichiara molto o abbastanza d’accordo con questa affermazione. Insomma, un appello che arriva da chi ha cercato l’integrazione e non ha paura che gli sbarchi selvaggi sulle coste italiane minino la convivenza con gli italiani.
Del resto è evidente come la Lombardia sia oramai una regione multietnica. Basta scorrere i dati sulle iscrizioni scolastiche per comprendere come le scuole che hanno più del 30 per cento di alunni stranieri siano 789, pari al 10 per cento del totale, una quota doppia di quella registrata nel complesso del territorio italiano (5,1). Mantova, Cremona e Brescia presentano le quote più alte di scuole sopra la soglia del 30 di stranieri. In Lombardia, le scuole a maggioranza straniera sono 167, pari al 2,1 per cento delle scuole. 76 si trovano nell’area di Milano e Monza (3,1 per cento), 41 nel bresciano (3,7). Stranieri regolari che dicono no a sbarchi e clandestini.
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