Inchiesta Consip, quando D'Alema diceva: "Renzi cadrà per mano giudiziaria
"Alcuni ministri raccontano che Massimo D'Alema, da qualche tempo, sostiene che il governo non cadrà per uno sgambetto del Parlamento, per un giochino delle minoranze, per un complotto delle opposizioni ma cadrà per mano giudiziaria, e il ragionamento fatto in privato dall'ex presidente del Consiglio è arrivato anche al ministero di Giustizia, terra di Andrea Orlando". Così Claudio Cerasa, oggi direttore de Il Foglio, in un retroscena scritto nell'estate di due anni fa sullo stesso giornale. Una fonte molto più che affidabile, che per altro non fu smentita. Insomma, già anni fa D'Alema, nemico giurato di Matteo Renzi, profetizzava guai giudiziari per l'ormai ex permier. O per la sua famiglia, così come sta avvenendo nell'ambito dell'inchiesta Consip dove è rimasto invischiato il babbo, Tiziano Renzi.
Una semplice profezia? Forse. Di certo Baffino di profezie se ne intende. Nel 2009, come sottolinea Il Giornale, quando al governo c'era Silvio Berlusconi, disse che "nella vicenda italiana potranno avvenire delle scosse". Pochi giorni dopo, putacaso, si scatenò a Bari la vicenda Patrizia D'Addario, un filone giudiziario che contribuì al logoramento del premier. Proprio come accaduto qualche anno dopo con Renzi: D'Alema "profetizza", i giudici colpiscono. E per inciso anche altri personaggi avevano previsto un futuro di guai all'ex premier. Si pensi a Claudio Velardi - toh, ex consigliere di D'Alema - che in un'intervista affermò: "Per il sistema, Renzi è peggio di Berlusconi, infatti i magistrati lo stanno già puntando. Negli ultimi vent'anni la magistratura si è abituata a primeggiare sulla politica e non intende rinunciare al proprio primato". Parole in anticipo sui tempi. Parole che i più maliziosi leggono con sospetto: sapevano qualcosa prima degli altri?
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