Treviso, un intero quartiere blindato anti-immigrati
Treviso, villaggio “Borgo San Martino”. Un fortino, un quartiere-bunker difeso da un muro alto quasi tre metri, una zona esclusiva e inaccessibile, abitata prevalentemente da liberi professionisti. Una mamma che abita la struttura ha detto: “La sicurezza è intesa a 360 gradi: un clima famigliare, bimbi che possono giocare senza il rischio di venire investiti, vicini di casa selezionati. La barriera perimetrale scoraggia i malintenzionati”.
Delle 21 case realizzate soltanto una è ancora acquistabile, ma il progetto è in continua evoluzione: pronto un ampliamento con altre sette villette a due piani. Il costo, tutto sommato, non è proibitivo: da 320 mila a 410 mila euro, a seconda della grandezza dell'abitazione. Prevista la videosorveglianza per ogni alloggio e si fa sempre più probabile la possibilità di una guardia a presidiare il borgo, o un più sobrio servizio di portineria.
Nel frattempo si sono accese le polemiche: “Vanno stigmatizzate queste iniziative che si basano sul livello di percezione della sicurezza, non su quella reale. Siamo una cittadina di provincia, con reati in calo e criminalità sotto controllo. Cosa dovrebbero fare allora a Milano o Torino: mettere un fossato con le mitragliatrici?” ha detto il presidente provinciale dell’associazione ambientalista Romeo Scarpa. Anche il sindaco Giovanni Manildo ha espresso la sua: “Sicuramente la nostra idea non è quella di quartieri fortificati o murati, Treviso è una città sicura e di certo non ha bisogno di alzare barriere. Rispettiamo e promuoviamo il diritto di ciascuno alla protezione e alla privacy".
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